[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.3.2 "Westernheim").
Da quando il Bagnai mi ha bloccato su Twitter (v. il corto ’azz!!) lo seguo meno…
La cosa non era scontata: usando un navigatore diverso dal consueto potevo, ovviamente, continuare a leggere in maniera anonima i suoi cinguettii (li avrei anche potuti commentare creandomi un nuovo profilo ma non ne valeva la pena). Però lo sforzo di aprire un altro navigatore unito alla mia proverbiale pigrizia mi hanno dissuaso dal farlo.
E poi, devo dirlo, ci sono rimasto male: sì, è vero, l’idiota di turno che mi ha commentato con “CLICK!” ha messo fuori strada il professore ma, alla fine, è comunque Bagnai il responsabile finale della propria decisione.
Essere bloccato era un “rischio” che avevo sempre messo in conto ma avrei di gran lunga preferito che accadesse per motivi meno futili di una battuta non compresa: per esempio già da qualche settimana ero tentato di scrivergli che mi sembrava sbagliato bloccare le persone che cinguettavano usando DUE puntini di sospensione invece dei TRE regolamentari. Soprattutto considerando che il numero di caratteri utilizzabili nei cinguettii è limitato e io stesso mi sono ritrovato più volte a dover limare qualche parola per non oltrepassare tale soglia.
Poi non glielo scrissi proprio per timore di essere a mia volta censurato: ben mi sta, avrei dovuto fare ciò che mi sembrava giusto. L’essere a mia volta bloccato per una stupidaggine direi che è il giusto contrappasso…
Ovviamente anche la frequenza con cui leggo il suo blog non è aumentata: già normalmente è una lettura faticosa, sia per i contenuti, ma soprattutto perché causa acidità di stomaco, così, mancandomi lo stimolo dei cinguettii di “pubblicità” per i nuovi articoli, l’ho letto ancora meno…
Oggi comunque ci ho fatto un salto e ho letto l’ultimo articolo pubblicato: Sovranismo.
È interessante ma lo devo ancora digerire del tutto. Provo a riassumere la questione semplificandola: secondo Bagnai i leghisti che si definiscono sovranisti sbagliano due volte.
Il primo errore è politico: definirsi sovranista equivale a dipingersi un bersaglio sulla schiena. Si diventa facilmente attaccabili dai media attraverso le banali equivalenze sovranisti=male.
Il secondo errore è sostanziale: chi vuole osservare la costituzione italiana, che specifica chiaramente il dovere della popolazione (ovviamente tramite il parlamento etc...) di rimuovere gli ostacoli (economici, culturali, etc..) per il pieno sviluppo di ogni persona (*1), non è un sovranista ma semplicemente un difensore e sostenitore della sovranità del proprio paese.
Insomma “sovranismo” sarebbe una parola inutile e, anzi, dannosa per i motivi sopraddetti.
Non so…
La prima obiezione al termine “sovranismo”, quella politica o, meglio, di comunicazione mi lascia perplesso. Comunque i media un facile epiteto per sintetizzare la loro disinformazione l’avrebbero comunque trovato. Prima i leghisti erano apostrofati come populisti, adesso come fascisti…
Vero è che i leghisti non si autodefiniscono fascisti mentre si dicono populisti specificando nel senso di difensori degli interessi del popolo. Definirsi “sovranisti” è quindi forse un errore perché in parte si conferma la propaganda dei media: in pratica si accetta una battaglia dialettica sulla difensiva, cioè tipo “sì sono sovranista, però essere sovranista non significa...”; invece sarebbe più pratico troncare subito il discorso con “non sono sovranista ma difendo la nostra Costituzione...”
Sì, probabilmente Bagnai ha ragione: il problema è che, credo, ormai sia un po’ troppo tardi per cambiare l’uso e il significato di queste parole. Ormai i bersagli sono già stati attaccati…
Soprattutto serve a poco che lo dica ai suoi lettori: dovrebbe spiegarlo a Salvini in maniera che tutti i politici della Lega si attengano a questa distinzione di termini.
Comunque tentare non nuoce…
Io nella mia Epitome definisco il sovranismo come una variante del populismo. In [E] 12.3 scrivo così:
«Il populismo sovranista è consapevole delle ingerenze estere, sia economiche che politiche, nella vita del proprio stato e delle loro conseguenze nefaste per la democratastenia locale: la risposta del sovranismo per risolvere, o comunque migliorare, la situazione è una politica volta a ottenere maggiore sovranità e quindi indipendenza dalle influenze estere.
...»
Alla fine si tratta di una mia particolare definizione che ricorda l’accezione ormai comune: ritengo che cambiandola creerei solo confusione nei miei (non) lettori…
Poi ho dato un’occhiata agli altri articoli pubblicati e ne ho trovato uno molto interessante: quando ancora Bagnai non mi aveva bloccato su Twitter ne avevo letto degli accenni, forse avevo visto anche uno spezzone di video in cui ne parlava in aula, ora non ricordo bene.
Comunque l’essenza era che, facendo delle semplici proiezioni sull’andamento negli anni del PIL italiano, si vedeva chiaramente che dal 2007 si era interrotta una tendenza di crescita iniziata negli anni ‘60 e che occorreranno (se mai sarà possibile) una (20 anni) o due (43 anni) generazioni per annullare l’effetto Monti (*2) e quello dei governi pro austerità che hanno affossato l’economia italiana.
Il grafico seguente del Bagnai (tratto dall’articolo Scenari con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License) evidenzia drammaticamente quanto ho scritto:
Conclusione: Bagnai (anche se mi ha bloccato!) è sempre interessante e ricco di spunti… Nel frattempo ho pensato anche a una maniera, con significative probabilità di successo, per convincerlo a sbloccarmi: se ho voglia ci proverò!
Nota (*1): «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (Art. 3 della Costituzione).
Nota (*2): “Ma nel 2007 c’era Berlusconi!!” penseranno i miei saggi lettori. È vero c’era Berlusconi e il suo governo, a una crisi internazionale paragonabile se non peggiore a quella del 1929, aveva risposto correttamente aumentando la spesa (aumentando così il debito pubblico) e nel 2010 i fondamentali del paese erano tornati a posto: probabilmente il paese sarebbe ripartito con una “traiettoria” di crescita parallela a quella ideale e interrotta nel 2007.
Ma nel 2010 arrivò Monti che, come il grafico mostra bene, “salvò” l’Italia...
L'esempio di Benjamin Franklin
8 ore fa
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