«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

venerdì 23 marzo 2018

Nuovi esempi per una vecchia idea

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Da qualche giorno mi sono appassionato a una nuova serie su Netflix: Designated survivor.
Ricorda un po' il capolavoro House of Cards ma meno complesso e raffinato e più d'azione; e soprattutto con un presidente buono e onesto e le varie agenzie federali che lavorano a beneficio dei propri cittadini: insomma mette l'accento sul lato buono della democrazia americana e non su quello negativo.
Ma oggi non voglio scrivere della serie in sé (*1) ma piuttosto voglio prendere lo spunto da due episodi della sua trama per approfondire un argomento che avevo iniziato ad affrontare a novembre del 2014 e sul quale non ero più tornato. Spiegherò però di quale pezzo si tratta solo dopo aver illustrato i seguenti due eventi.

ATTENZIONE SCIUPATRAMA DI “DESIGNATED SURVIVOR” DA QUI IN POI!

Nella prima puntata accade l'avvenimento chiave che dà il la alla serie: dei terroristi distruggono con una gigantesca esplosione il Campidoglio durante la cerimonia di insediamento del presidente USA. Muore il presidente con tutta la sua squadra di governo, tutti i parlamentari e i membri della corte suprema.
Il solo sopravvissuto è il cosiddetto “designated survivor”: la costituzione americana prevede infatti che quando tutto il governo (in senso lato) è riunito insieme ci sia comunque un parlamentare, che si trovi in un luogo diverso, il quale diventi automaticamente il nuovo presidente nell'improbabile eventualità catastrofica che muoia tutta la linea di comando politico del paese (*2).

Ovviamente questo evento non è molto credibile: occorre un po' di sospensione dell'incredulità per poi potersi godere il resto della serie con l'improbabile presidente buono e sincero alla guida degli USA!

Personalmente, mentre guardavo la puntata, ho subito pensato che:
0. (dettaglio tecnico irrilevante) il protagonista non ode il boato dell'esplosione del Campidoglio né vi sono vibrazioni o simili.
1. Nessun gruppo terrorista tradizionale avrebbe la capacità di eludere le sicuramente eccellenti misure di sicurezza: di conseguenza ho ipotizzato che dietro l'attentato ci debbano essere i parapoteri economici americani (*3).
2. Per i parapoteri economici è molto più facile e meno rischioso influenzare la politica americana da dietro le quinte, senza cercare di prendere direttamente il controllo del potere, magari sostenendo candidati a essi vicini.

Ma fingiamo che le cose non stiano così e ragioniamo sulle condizioni necessarie per un attentato gigantesco del tipo proposto dalla serie. L'unica cosa che mi viene in mente è che sarebbe necessario una “grande dose” di collaborazione dall'interno. Non basterebbe cioè corrompere una persona ma, magari una decina. È ovvio che in questa maniera la probabilità di essere scoperti salirebbe esponenzialmente: occorrerebbe cioè un numero troppo alto di traditori. Un singolo lo si può forzare (magari con la violenza o ricatti) a ubbidire ma tale metodo è rischioso e inefficiente: in genere è più sicuro corrompere col denaro. Ma allora si arriva a una situazione dove l'individuo deve mettere sul piatto della bilancia da una parte il proprio guadagno personale e dall'altra il principio democratico rappresentato dalla vita dei membri del proprio governo. Certo, questi ipotetici corrotti non sarebbero a conoscenza dell'intero piano ma sarebbero comunque consapevoli che ciò che gli viene proposto non sarà sicuramente lecito e che, almeno in parte e potenzialmente, potrebbe compromettere la sicurezza del Campidoglio: insomma alla fine si arriva sempre alla "bilancia" con denaro da una parte e principi dall'altra.
Quando diviene quindi più probabile l'esistenza di tale individui corruttibili?
Quando la popolazione incomincia a non credere più ai protomiti, e in particolare agli equimiti, su cui si basa la stabilità della propria nazione: chi crede che i propri politici siano tutti corrotti, che non fanno l'interesse del paese ma solo quello delle multinazionali, metterà più facilmente a rischio la loro sicurezza in cambio di denaro. Una persona è corruttibile quando non crede più al proprio ruolo, al suo protomito, e questo è contesto a tutti gli equimiti che tengono insieme la società.

Nella quarta (o quinta?) puntata il neo presidente manda una squadra speciale ad affrontare una missione pericolosissima in Algeria per catturare un terrorista. Il presidente incontra personalmente questi soldati ammirandoli per il loro valore e coraggio. Questi rispondono che hanno sì paura ma che questo è il loro lavoro e che comunque “servono” con gioia il proprio paese anche a costo della propria vita.

Apparentemente in questo caso abbiamo delle persone che in cambio di denaro (è il loro lavoro) mettono a rischio la propria vita.
Ma in realtà l'equazione non è così semplice: lo stipendio di un soldato specializzato sarà alto ma certo non abbastanza da giustificare da solo il rischio. Questi soldati mettono sul “piatto della bilancia” non solo il denaro ma anche dei valori come “l'orgoglio di servire il proprio paese” e altri motivi patriottici: insomma dei protomiti sostanzialmente favorevoli alla propria nazione. Questi soldati sono convinti che, adempiendo al loro dovere, fanno del bene alla propria nazione e, quindi, ai propri concittadini. Principalmente per questo motivo sono disposti a mettere a rischio la propria vita.

Supponiamo al contrario che a uno di questi soldati venga detto: “nella prossima missione metterai a rischio la tua vita ma, se avrai successo, allora l'1% della popolazione americana diverrà un po' più ricca mentre il 99% un po' più povera”. Ecco che da questo punto di vista la prospettiva di morire in missione non sembra più così giustificata e nobile...

Insomma anche in questo caso, forse ancor più che nel precedente, la forza dei protomiti è determinante. Nel primo esempio l'attentato sarebbe stato plausibile solo con addetti alla sicurezza che avessero creduto debolmente agli equimiti del tempo; nel secondo esempio invece i soldati devono credere fortemente agli stessi equimiti per rischiare la propria vita. In entrambi i casi i protomiti sono determinanti nelle scelte morali degli individui.

Ecco che adesso posso riesumare il vecchio pezzo di cui ho accennato nella premessa: ora mi sembra vecchio perché all'epoca non mi ero ancora inventato i concetti di protomito ed equimito ma l'idea di fondo comunque già c'è.
Il pezzo è KGB sullo stato del mondo (2/3). In particolare scrissi:
«...
Un'ultima considerazione: molti uomini agiscono in una certa maniera perché credono fermamente in specifici principi o ideali. Il punto non è se questi ideali siano giusti o sbagliati ma che gli uomini (almeno alcuni) siano disposti ad andare contro il proprio benessere immediato in nome di essi.
Quale impatto avrà quindi negli USA la perdita di valori come giustizia e libertà?
Mi spiego meglio: la stragrande maggioranze delle persone che lavorano nella macchina statale USA sicuramente credono che il loro governo persegua certi ideali e sono quindi disposti a molti sacrifici per esso. Ma quando lentamente la consapevolezza che il governo USA persegue gli interessi delle multinazionali e solo in subordine dei propri cittadini cosa accadrà?
Ha senso essere patriottici per uno Stato che fa gli interessi di pochissimi e non di tutti?
Edward Snow ci ha dato la sua risposta. Probabilmente la maggior parte delle persone, anche condividendo la sua opinione, non avrebbero il suo coraggio di rinunciare a una vita privilegiata per le proprie convinzioni: di sicuro però lavorerebbero sempre meno e peggio facendo il minimo indispensabile. Tanto per fare un confronto storico una delle cause del collasso dell'URSS fu la crescente inefficienza delle proprie organizzazioni: ricordo che negli ultimi anni una parte spropositata della produzione agricola veniva ricavata da singoli contadini (v. Agricolture in Soviet Union). Cito wikipedia: «Although accounting for a small share of cultivated area, private plots produced a substantial share of the country's meat, milk, eggs, and vegetables. Although never more than 4% of the arable land in the USSR, private plots consistently yielded a quarter to a third of total produce. In other words, private plots were more than 8 to 12 times as productive.»
La ragione di questa maggiore efficienza, oltre all'incentivo del guadagno personale, certamente sta nel fatto che i lavoratori dei “kolchoz” non credevano più nell'ideologia comunista e facevano quindi il minimo indispensabile...
Il punto di questa mia intuizione è che una società deve basarsi su ideali e non si può fondare sull'ipocrisia quando questa è percepita come tale.

...»

Ma quando è che la gente diviene consapevole dell'ipocrisia di alcuni protomiti? La risposta più semplice è: quando inizia a vivere peggio che in passato. Allora le persone iniziano a cercare nuove soluzioni, nuove risposte. Nelle democrazie occidentali questa ricerca corrisponde ad affidarsi ai populismi. Ma tutti questi concetti li ho ampiamente esposti nella mia Epitome alla quale quindi rimando.

Conclusione: spero che con i due esempi proposti oggi questo concetto sia divenuto più comprensibile...

PS: dopo una trentina d'anni che ci ragiono sono finalmente giunto alla conclusione su quale sia la vera causa della caduta dell'impero romano: la dissoluzione dei suoi equimiti a causa degli squilibri sociali: ognuno pensava più a se stesso che all'impero...
Ma sicuramente prima o poi tornerò più ampiamente su questo argomento... più poi che prima!

Nota (*1): comunque estremamente godibile (sono alla 10° puntata mi pare) anche se non so come riusciranno a reggere l'attuale ritmo di colpi di scena senza cadere nel ridicolo o nell'assurdo o nell'improbabile.
Nota (*2): la serie puntualizza più volte che il “designated survivor” è solo l'undicesima carica che può rimpiazzare il presidente: cioè ce ne sono altre dieci prima di lui... Non so di chi sia l'idea ma mi piace immaginare che sia la trovata di un genio come Benjamin Franklin!
Nota (*3): in un frammento del discorso del presidente c'è un accenno alla diseguaglianza economica sociale con l'1% della popolazione sempre più ricco e il resto più povero.

Nessun commento:

Posta un commento