Come forse ho negli anni già scritto abito in un luogo relativamente isolato in un bosco: da casa alla strada principale ci sono circa 3,5Km di stradaccia un po' asfaltata e un po' no. Dove non è asfaltata è una guerra persa con le buche che si formano di continuo.
L'anno scorso il mio comune (“rosso” ovviamente) ha asfaltato il tratto iniziale della strada perché la diocesi (!) aveva comprato una cascina riattandola a centro per portatori di handicap e, almeno ufficialmente, aveva bisogno della strada buona per le ambulanze...
Però il tratto immediatamente successivo a quello asfaltato è terribile: bisogna viaggiare a passo d'uomo (non per modo di dire!) per cercare le buche meno profonde e, comunque, non sempre è sufficiente per evitare botte terribili.
Il comune (è una strada comunale) affronta la situazione spargendo ghiaia ogni sei mesi, in genere poco prima di allarmi meteo per pioggia torrenziale, in maniera che nel giro di una settimana la situazione è tornata come prima.
Con maggior successo il comune lascia poi dei mucchi di materiale (una speciale ghiaia agglomerante) in vari punti lungo la strada affidandoli a noi residenti: in genere questo veniva fatto solo per il tratto finale dove abitano meno persone (fra cui io) ma recentemente, dato il progressivo peggioramento della strada, per tutto il suo percorso.
In genere è un mio vicino che si prende sempre la briga di tappare le buche sul nostro tratto di strada e io mi ero sempre ripromesso di aiutarlo: più volte gli avevo anche detto di avvisarmi ma lui non l'aveva mai fatto. Finalmente lo scorso venerdì, armato di pala e carriola, mi sono incontrato con lui.
Beh, adesso suppongo che dovrei descriverlo e dargli un nome: lo chiamerò, senza troppa fantasia, GC. GC è un signore sulla sessantina, pelato, dal fisico asciutto e leggermente più basso di me. È dotato di ottima parlantina e si capisce subito che è una persona pratica, che va al nocciolo delle questioni, che sa risolvere i problemi invece di crearli e che non esita ad assumersi delle responsabilità (ad esempio è il rappresentante dei residenti con l'assessore ai lavori pubblici del nostro comune).
Ma non immaginatevi un vecchio professore macilento! GC è un ex muratore: di quelli vispi, pieni di energia e iniziativa che, in pratica, si è costruito con le proprie mani non solo la casa per sé ma anche per i figli e i nipoti!
Chiaramente io mi sono messo subito ai suoi ordini anche se il lavoro sembrava semplice: 1. riempire la carriola di ghiaia/agglomerante; 2. riempire le buche; 3. ripetere da capo. Ovviamente poi si caricavano le carriole in macchina e ci spostavamo al mucchio di materiale successivo.
Inizialmente ho provato a tenere il suo passo ma mi sono subito reso conto che sarei scoppiato dopo pochi minuti: inoltre, praticamente da subito, mi è venuto mal di schiena...
Però, anche se sono pigro di natura, odio battere la fiacca quando qualcuno si impegna e così mi sono sforzato di dare il massimo: ad occhio direi che lui ha fatto un 40-50% di carriole in più di me (la sua carriola era più piccola della mia ma lui la riempiva maggiormente quindi, più o meno, erano equiparabili) e inoltre scaricava il materiale più lontano (facendo quindi più strada e fatica).
Ovviamente non ho perso occasione per chiedere consigli e imparare qualcosa:
1. Quando si prende la ghiaia con la pala bisogna piegarsi con le ginocchia e fare forza su di esse per non stancare la schiena.
2. La “palata” non va data verso il centro del mucchio di ghiaia ma lateralmente a esso: in questa maniera la resistenza è minore e si fa meno fatica.
3. Riguardo il trattamento vero e proprio delle buche bisogna impiegare più materiale di quanto si pensi: si deve fare una piccola “collina” sopra la buca. Saranno poi le macchine passandoci sopra a compattare il materiale pareggiandone il livello con quello della sede stradale.
4. Inutile poi cercare di riempire buche dove passa l'acqua (quando piove) perché porterebbe via tutto (io ci ho sprecato metà carriola in una buca di quel tipo).
Dopo un'oretta ho dato il mio primo contributo all'arte del riempimento di buche: ho “parcheggiato” la mia carriola accanto al mucchio di ghiaia in maniera che fosse già posizionata per ripartire (è infatti faticoso girarla quando è piena di materiale). Il giorno dopo (*1) mi sono però reso conto che la tecnica di GC era ancor più efficiente: avevo notato che, mentre io spingevo sempre la carriola davanti a me, lui la trainava dietro di sé quando era vuota. Sul momento avevo pensato che fosse una tecnica per riposare i muscoli usandone di diversi e cambiando impugnatura (infatti io, nonostante i guanti, avevo già le mani piene di vesciche) ma poi ho capito che in questa maniera la sua carriola era già orientata per ripartire seguendo il percorso da cui era venuto senza bisogno di riposizionarla come facevo io.
Comunque sono dell'idea che se facessi il manovale per un mese poi inizierei a trovare delle buone soluzioni!
A fine giornata (beh, in realtà dopo un po' meno di due ore!) ero distrutto e alla mia schiena è occorso tutto il fine settimana per riprendersi! Però sono contento di averlo aiutato e sono sicuro che la prossima volta andrà molto meglio...
Conclusione: durante il lavoro GC sperava sempre di coinvolgere qualcun altro ad aiutarci: in molti ci hanno ringraziato ma solo un paio di signore hanno prontamente offerto volontari i propri mariti... ovviamente a loro insaputa!
Nota (*1): ho una buona memoria fotografica e, specialmente la notte, riesamino e rifletto su quanto ho notato di giorno...
L'esempio di Benjamin Franklin
9 ore fa
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