[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").
5 Marzo. Sempre senza Internet (e senza telefono): se tutto va bene da questo pomeriggio dovrei tornare in linea, se va male a sera e, se va peggio, non lo so più...
Ieri sera sono andato a vedere i risultati elettorali a casa di un amico: io non mi aspettavo niente (se non l'unica speranza che Bagnai venisse eletto) e quindi accettavo i vari risultati con indifferenza, invece lui sobbalzava sempre sulla sedia a ogni percentuale e si accigliava alle prime dichiarazioni dei politici. In particolare era preoccupato per il successo del M5S mentre io cercavo di rassicurarlo...
Come sapete uno dei principali dubbi che mi porto dietro dalla morte di Casaleggio in poi è se, uso la terminologia della mia Epitome ([E] 12.4), il M5S sia un populismo “ambizioso” o “rinunciatario”: che invece il M5S sia un populismo “apparente” (non realmente dalla parte dei cittadini) e quindi “inefficace” (con la sua politica non incide positivamente sulla vita dei cittadini) lo davo già per appurato.
Un populismo “ambizioso”, sempre secondo le definizioni dell'Epitome, è un populismo che aspira effettivamente a governare mentre un populismo “rinunciatario” dice di volerlo solo a parole (deve almeno far credere ai propri elettori di voler governare altrimenti non sarebbe votato).
Il motivo per cui un populismo “apparente” possa essere “rinunciatario” è che, una volta al governo, non è più possibile mantenere l'illusione di essere dalla parte della democratastenia se poi, nei fatti, si legifera contro i suoi interessi: un populismo apparente al governo si autocondanna a implodere nelle proprie contraddizioni. Però gli uomini sono uomini e a volte, benché la logica gli dica una cosa, spesso ascoltano l'ambizione che gliene dice un'altra: alla ricerca del potere pongono le basi per la dissoluzione del proprio.
Ricordiamo poi che lo “scopo” segreto di un populismo apparente è solo quello di incanalare il malcontento popolare in ambito democratico senza però impedire od ostacolare le politiche che causano tale disagio.
Pur seguendo con sempre meno attenzione il M5S alla fine, nel corso di questi ultimi anni, mi ero abbastanza convinto che fosse un populismo rinunciatario: il motivo è che se avesse voluto ottenere un consenso certo e travolgente, di un'entità ancora maggiore dell'attuale, gli sarebbe bastato organizzare manifestazioni sul territorio contro le politiche obbrobriose del governo: invece ha optato per un'opposizione passiva, solo virtuale e completamente inefficace (nel senso dato al termine nella mia Epitome).
Come mai allora il M5S ha comunque vinto queste elezioni?
Il M5S ha vinto non perché abbia fatto una buona opposizione ma perché il PD ha avuto una politica così smaccatamente contro gli interessi del paese che, nonostante il sostegno dei media, ha perso consenso; contemporaneamente la “solita” destra di Berlusconi, incentrata su Forza Italia, era completamente implausibile e impresentabile: nel centro-destro infatti la Lega ha ottenuto un vasto consenso e, mi pare, anche Fratelli d'Italia, sia andata ragionevolmente bene: se Forza Italia avesse ottenuto l'usuale 25% probabilmente il centro-destra avrebbe avuto i numeri per governare.
Detto questo cosa succederà adesso?
Tutto dipende dal nodo centrale: il M5S è “rinunciatario” o “ambizioso”? Analizziamo le varie possibilità...
Per farlo è necessario anche tener conto dell'uomo Di Maio: la mia sensazione è che sia ambizioso e quindi fortemente allettato dall'idea di governare il paese e, per questo, potenzialmente ribelle verso l'autorità delle eminenze grigie dietro al movimento. La mia sensazione è che nel tentativo di governare potrebbe anche non obbedire a un ordine diretto di Grillo finendo così per spaccare il M5S, base politica e parlamentari.
Caso 1. M5S “Rinunciatario”. Il M5S pone dei vincoli talmente rigidi per un'alleanza di governo che nessun partito può accettarli col risultato di rimanere all'opposizione lasciando il paese in mano al solito governo “dei tecnici” che seguono le direttive della EU contro gli interessi dell'Italia e degli italiani.
In questo scenario Di Maio potrebbe cercare di essere più flessibile mentre le eminenze grigie gli ordinano di rimanere rigido.
Io credo che questa ipotesi sia la più probabile...
Caso 2. M5S “Ambizioso”. Il M5S cerca realmente di trovare un accordo di governo e vi riesce. In tal caso però non solo non manterrà le promesse fatte agli elettori (se non qualche contentino poco significativo) ma si piegherà a tutte le richieste dell'EU contro gli interessi dell'Italia e degli italiani.
Non solo: una volta bruciato in questa maniera Di Maio sarebbe poi disponibile un Di Battista, con la sua credibilità intonsa, per la successiva tornata elettorale. Il M5S sarebbe comunque ridimensionato (diciamo sul 15%) ma assolverebbe comunque alla sua funzione primaria di incanalare il malessere della popolazione in ambito democratico.
Anche questa ipotesi mi sembra piuttosto plausibile.
Caso 3. M5S “Ambizioso”. Il M5S, creato a tavolino, viene a tavolino distrutto. Il M5S esegue pedissequamente tutte le direttive della EU finendo di svendere l'Italia e gli italiani. La differenza rispetto al caso precedente è che il movimento si brucerebbe in maniera tale, adottando politiche palesemente contro l'Italia, da divenire poi (alle elezioni successive) inservibile anche come contenitore secondario di malcontento pubblico.
Ipotesi più improbabile ma comunque possibile: dipende da quale sia l'obiettivo della EU e parapoteri internazionali. Si vuole spolpare l'Italia nel medio periodo (meglio caso 2) o rischiare di farlo nel breve (meglio caso 3)?
Caso 4. M5S “Rinunciatario” ma Di Maio “ambizioso”. Di Maio per governare spacca il M5S. Una volta al governo si seguiranno comunque le direttive europee contro l'Italia e gli italiani. Alle elezioni successive il M5S dei fedelissimi gioca la carta Di Battista per ottenere nuova credibilità.
Possibile: dipende molto dal carattere, che non conosco, di Di Maio...
Comunque il M5S, nei casi in cui sarà al governo, agirà negli interessi dell'Europa e contro l'Italia e gli italiani; se invece dovesse rimanere all'opposizione (caso 1) non creerà comunque problemi alla pseudo maggioranza di governo, magari anche sostenendola dall'esterno quando necessario...
Conclusione: sono molto pessimista ma non, come il mio amico, perché temo un M5S troppo rivoluzionario e populista (non è un populismo “reale” ma “apparente”) ma perché, anche se governasse, seguirebbe le direttive distruttive della EU. Mentre, se il M5S rimanesse all'opposizione, non farà niente di concreto per opporvisi.
E la Lega? Non so: come ho cercato di spiegare negli ultimi giorni non sono sicuro che il suo populismo sia “reale” o “apparente”. Io propendo più per la seconda ipotesi, altrimenti l'avrei votata, ma comunque anche se Salvini l'avesse trasformata in un populismo “reale” non avrebbe i numeri per imporre la propria politica: al massimo si potrebbe sperare a un'opposizione seria (e non virtuale come quella del M5S) contro i piani più scellerati della EU.
L'unica mia, flebile, speranza è che Alberto Bagnai venga eletto senatore e ottenga così un po' di visibilità in più per sé e per le proprie idee in maniera che un numero sempre maggiore di italiani si renda conto di come e perché l'EU stia distruggendo l'Italia.
5 Marzo, primo pomeriggio. Per adesso non ho notizie di dove sia il mio router Fastweb: di conseguenza sono ancora senza Internet E telefono.
Ho, per la prima volta, sentito parlare Salvini: sembra che legga il mio viario!
In dieci minuti mi sono reso conto che ho sbagliato ad astenermi e a non votare Lega: come spiegato ero molto incerto e non aver potuto accedere a Internet per informarmi è stato determinante. Ma le parole di Salvini, serie ed equilibrate, mi sono subito piaciute: anche la sensazione che avevo ricevuto leggendo la sua biografia su Wikipedia di uomo integro, che crede sinceramente in ciò che dice, è stata confermata.
Decisamente mi secca di non averlo votato.
Qualche altra considerazione. Per i numeri sarebbe anche possibile un governo M5S e Lega. Secondo me è però improbabile. Se la Lega a guida Salvini fosse veramente un populismo “reale” allora non converrebbe al M5S prenderlo con sé perché ne svelerebbe troppo facilmente la doppiezza. Se invece la Lega fosse un populismo “apparente” e “ambizioso” forse ci potrebbero essere possibilità di accordo: ma mi pare un'ipotesi molto improbabile. Molto più facile per il M5S trovare eventualmente accordi con PD e Forza Italia per portare avanti il programma di Bruxelles piuttosto che con la Lega che dovrebbe fare marcia indietro di 180° su molte questioni...
Sono poi molto contento che la Lega abbia battuto Forza Italia: diversamente da molti non ho niente contro Berlusconi ma in questa tornata aveva riempito le proprie liste di “impresentabili”: è un bene che questa sua decisione non sia stata premiata. Bellissimo, ad esempio, che De Luca Jr sia stata trombato in un collegio “sicuro”...
Anzi il sorpasso di Salvini rende ipotizzabile una quinta possibilità...
Caso 5. Governo di centro-destra a guida Salvini. Se Salvini-Lega fosse un populismo “apparente” non cambierebbe niente rispetto, ad esempio, a un governo istituzionale/tecnico o M5S/qualcosa; ma se invece la Lega fosse un populismo “reale” allora diverrebbe tutto molto più interessante: molto dipenderebbe dall'abilità politica di Salvini di imporre la propria linea politica senza avere una maggioranza forte: dovrebbe blandire e sfruttare l'ambizione altrui a proprio vantaggio; molto molto difficile ma non impossibile.
È difficile dare percentuali ma ritengo più probabile il caso 1 o il 2: dipende molto dall'ambizione di Di Maio che però non posso valutare.
E l'ipotesi di un ritorno alle urne anticipato? Mi pare molto improbabile: una volta che i politici hanno la loro poltrona non la mollano facilmente: molto più facile che si inventi un inciucio tecnico/istituzionale/di scopo e simili anche se adesso tutti negano questa eventualità...
5 marzo, quasi 6. Ho seguito più politica nelle ultime 24 ore che nell'ultimo mese!
Un po' come tutti mi sto divertendo a cercare di immaginare come andranno le cose nei prossimi giorni. Ovviamente le informazioni che abbiamo a disposizione sono molto incomplete e quindi è quasi impossibile fare delle previsioni fondate comunque, visto che è divertente...
Sono arrivato alla conclusione che alla Lega di Salvini, partendo dall'ipotesi che sia un populismo “reale”, non convenga cercare alleanze di alcun tipo col M5S che è un populismo “apparente”: otterrebbe poco o nulla e perderebbe credibilità.
Per questo Salvini, come guida del centro-destra, cercherà di tenere fuori anche Forza Italia e Fratelli d'Italia da accordi di governo: ovviamente, considerando l'affidabilità, dei personaggi eletti in Forza Italia (non conosco quelli di Fratelli d'Italia) nel giro di un mese inizieranno a cambiare casacca, probabilmente temendo il ritorno alle urne e di perdere quindi la poltrona faticosamente (o fortunosamente) guadagnata. Ma a Salvini andrà bene così: l'importante per lui è mantenere uniti i suoi e non compromettersi in governicchi inutili se non dannosi.
Concordo con chi dice che il PD rischia di spaccarsi: paradossalmente è proprio l'impegno preso da Renzi a non fare accordi col M5S che, irrigidendo la posizione del partito, lo rende anche più fragile. Ogni crepa sarà infatti più evidente e visibile e, potenzialmente, potrà trasformarsi più facilmente in rivolta aperta...
Credo quindi che nel breve la formazione del governo non potrà procedere ma quando salirà la paura di un ritorno anticipato alle urne una “soluzione” verrà trovata.
L'ipotesi che ritengo più probabile è un governicchio del presidente con lo scopo di redigere una nuova legge elettorale e che, ovviamente, non perderà occasione di obbedire a tutte le direttive di Bruxelles contro l'Italia e gli italiani (*1).
Nota (*1): Lo so, mi sto ripetendo, ma lo faccio coscientemente: voglio cercare di ribadire abbastanza questo concetto in maniera da farlo entrare in testa anche ai miei pochi lettori.
L'esempio di Benjamin Franklin
9 ore fa
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