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Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

sabato 31 marzo 2018

Fiorame

Anche oggi mi sono imbattuto in due nuovi fiori: di sicuro in un'Alliaria Comune e, forse (*1), in un Garofanino minore. Sfortunatamente ero senza macchina fotografica e quindi non ho foto...

Aspettando il momento opportuno per scaricare le foto (stamani, ad esempio, per un paio di ore Internet mi ha funzionato decentemente) intanto scrivo il pezzo.
Per ogni fiore indicherò il nome comune, quello latino (fa scena) e quanto sono sicuro che la mia identificazione sia corretta: infatti non sono un botanico ma sono solo “armato” del manuale “Che fiore è questo?” di Spohn, Aichele, Golte-Bechtle, Spohn, Franco Muzio Editore, 2014.

Nel corto Non opere di bene ma fiori avevo scritto di due fiori: rivediamoli con le foto...

Farfaro (o Tossilaggine comune) – Tussilago farfara – 100%
Questo è facile da riconoscere perché fiorisce prima di mettere le foglie. Nella foto i fiori sono un po' mosci: era da almeno una dozzina di giorni che erano fioriti...

Viola Mammola – Viola Odorata – 95%
All'epoca ero maggiormente incerto su quale tipo esatto di viola si trattasse ma adesso sono più sicuro: nel frattempo sono infatti sbocciate viole di diverso tipo (vedi poi) e potendo confrontarle diventa tutto più chiaro. Notare la foglia tondeggiante e il viola scuro del fiore.

Sempre nello stesso pezzo, nell'ultimo corto, scopro altri due fiori...

Veronica dei campi – Veronica arvensis – 98%
Ci sono moltissime varietà di Veronica ma l'unica con i fiori minuscoli è quella dei campi...

Calta palustre – Caltha palustris – 100%
Ranuncolo Favegello - Ranunculus ficaria – 100%
Questa è facile da riconoscere perché sembra avere una patina di umido sul fiore... che però nella mia foto non si vede...
Modificato 2/4/2018: Un'amica che si intende di botanica mi ha fatto presente le sue perplessità su quest'ultima identificazione. Secondo lei non si tratta di una Calta Palustre ma di un Ranuncolo Favegello (Ranunculus ficaria)...
Con scarsa convinzione (del resto ero sicuro al 100%) ho controllato e... ha ragione lei!!
Allora mi sono chiesto il motivo del mio errore ed è molto semplice: invece di aver fotografato o raccolto un esemplare mi ero imbattuto per caso nel disegno della Calta Palustre mentre cercavo altro; la somiglianza è notevole e anche la descrizione, soprattutto dell'aspetto lucido di fiori e foglie, coincideva. In genere poi per ogni fiore ci sono varie specie simili l'una dopo l'altra mentre in questo caso gli altri disegni vicini erano molto diversi: questo ha rafforzato la mia idea che non potesse che trattarsi di una Calta Palustre e così non ho più pensato a verificare esattamente...
Eppure c'è una differenza enorme fra Calta Palustre e Ranuncolo Favegello: il numero di petali dei fiori! Il mio libro cataloga i fiori proprio sul colore e numero di petali: la Calta Palustre ne ha 5 mentre il Ranuncolo Favegello da 8 a 12! Se avessi cercato tale fiore sul mio libro non avrei assolutamente potuto confonderli...
Vabbè, questa è stata una lezione molto utile: come mi spiegava la mia amica spesso le differenze fra le varie specie di piante sono molto sottili: a volte è necessario osservarne le radici, i frutti oppure altri particolari minori. Insomma sbagliarsi è molto facile!
Ah! Anche questo Ranuncolo ha i fiori e le foglie lucide...

Nel corto Altri fiori avevo accennato ad altri tre fiori. Eccoli...

Ranuncolo lanuto – Ranunculus lanuginosus – 90%
Non sono sicurissimo perché ci sono molte specie simili come il ranuncolo dei boschi. Questo è in effetti piuttosto peloso!
La foto non gli rende molta giustizia: era il primo fiore di questo tipo che vedevo e gli altri erano ancora in boccio: oggi, ad esempio, era già molto più colorato...

Ach! Del (presunto) geranio volgare non ho foto! Da me ne ho trovato solo una piantina ma l'ho visto anche in città, fra muro e marciapiede presso la fermata dell'autobus vicina a casa di mio padre. Immagino che fra qualche giorno ne appariranno tantissimi anche da me...

Primula comune – Primula Vulgaris – 100%
Di queste ho il giardino pieno mentre invece lungo la strada ne ho trovata solo una! In teoria dovrebbero essere solo gialle...

Infine nel corto Notte calda scrivevo della Stella di Betlemme...

Latte di gallina (o Stella di Betlemme) – Ornithogalum umbellatum – 100%
Certo che è proprio un bel fiore! Bisogna proprio essere insensibili al bello per chiamarlo “Latte di gallina”...

Infine nei giorni scorsi mi sono dimenticato di scriverne ma ho identificato altri due fiori:

Tarassaco comune – Taraxacum officinale – 99%
Di questi bei fiori gialli è pieno. La minima incertezza è dovuta alla grande varietà di specie simili: in particolare è apparso in contemporanea con quella che credo che sia “Radicchiella dei prati”...

Viola di Rivinus – Viola riviniana – 60%
Si distingue dalla mammola a causa del suo viola più chiaro e dalle foglie a forma di cuore. La mia grande incertezza sull'identificazione è con la “Viola silvestre” che a me pare uguale!

Prossimamente vedrò di pubblicare le foto dell'Alliaria comune e del garofanino (come detto oggi ero senza macchina fotografica) ma, soprattutto, voglio aggiungere anche le foto dei fiori che non mi è riuscito identificare...

Conclusione: è molto divertente fare passeggiate e fotografare i fiori per identificarli... e poi dà soddisfazione riconoscerli!

PS: Foto bonus...

Bisba a caccia di fiori

Due bulli che mi preparano un agguato

Nota (*1): torna tutto tranne che i petali non mi sembrano bilobati, ma forse il mio esemplare doveva ancora finire di svilupparsi completamente: verificherò nei prossimi giorni.

venerdì 30 marzo 2018

SDA colpisce ancora

Dopo la traumatica esperienza di qualche anno fa (v. SDA del 2013) mi ero ripromesso di evitare in ogni modo questo corriere e chi lo utilizzasse.
Non facendo però acquisti in rete me ne ero però lentamente dimenticato e solo quando ormai era troppo tardi ho scoperto che Fastweb mi avrebbe spedito il suo router proprio con tale corriere...

Nonostante sia successo tutto ormai oltre un mese fa ricordo ancora benissimo, pur senza appunti, cosa sia successo: potere della tensione.

Venerdì 23 febbraio:
Mi chiamò un operatore dicendomi che martedì 27 ci sarebbe stato il distacco da Telecom e il passaggio effettivo a Fastweb. Io gli feci notare che però ancora non mi era arrivato il router così l'operatore fece un rapido controllo e mi disse che il corriere era già passato il 20 febbraio senza però trovare nessuno a casa. Io qui mi allarmai, sul momento non ne ero sicuro ma in genere c'è sempre qualcuno a presidiare il fortino, così gli chiesi chi fosse il corriere e, a cuor leggero, l'operatore mi rispose “SDA” e di non preoccuparmi perché avrebbero fatto un'altra consegna lunedì 26, il giorno prima del distacco da Telecom.

Lunedì 26 febbraio:
Io passai tutto il fine settimana a preoccuparmi e la mattina del lunedì pensai bene di richiamare l'assistenza Fastweb per dirgli di informare il corriere di contattarmi sul telefono fisso e non sul cellulare che, quando sono a casa, non prende. Avevo infatti stabilito che il 20 febbraio ero a casa e che il corriere Fastweb semplicemente non si era fatto vedere: conoscendo la professionalità di SDA avevo supposto che il corriere, prima di fare i 7Km (fra andata e ritorno) che dalla strada principale portano alla mia casa avesse provato a contattarmi sul cellulare e, non ricevendo risposta, avesse deciso che non ci fosse nessuno. O almeno questa era la mia ipotesi.
L'operatrice di Fastweb fa il suo rapido controllo e mi dice però che il corriere era già passato senza trovare nessuno: in realtà erano le 9:00 del mattino e, ovviamente, non era passato nessuno.

Qui devo aprire un inciso sugli operatori del centro assistenza Fastweb: sono tutti albanesi che parlano un buon italiano ma sfortunatamente, alla prova dei fatti, ci capiscono poco: non hanno evidentemente una conoscenza diretta delle dinamiche italiane e tutto quello che sanno è teorico. In questo caso, l'ho capito solo una settimana dopo, interpretavano male la notifica di SDA (di per sé poco chiara) confondendo un “indirizzo errato” con “cliente non trovato”.

Ovviamente ero piuttosto arrabbiato e subito partii con le mie invettive a SDA che, a mio modo di vedere, trovava scuse per non consegnarmi quanto ordinato. L'operatrice allora mi propose di cambiare indirizzo di consegna: data l'emergenza, rischiavo di rimanere senza telefono, accettai. Feci un giro di telefonate e, scomodando un amico, richiamai il servizio Fastweb con un nuovo indirizzo di un'azienda locale (che, mi hanno spiegato, i corrieri apprezzano perché sanno che possono consegnare la merce a colpo sicuro in orario di ufficio). L'operatrice Fastweb segnala il nuovo indirizzo a SDA e mi dice che è tutto a posto...

Martedì 27 febbraio:
Verso l'ora di pranzo mi telefona il tecnico Fastweb che effettua il distacco come previsto. Io sono isolato: senza telefono e senza Internet: solo con un cellulare, non il mio, si riesce ad avere una tacca di segnale in giardino.
A sera contatto l'amico ma non è arrivato niente.

Mercoledì 28 febbraio:
Ero molto speranzoso che il pacco si decidesse ad arrivare ma invece niente. Decido che il giorno dopo sarei andato in città da mio padre, per usare il suo telefono e il suo collegamento Internet, per cercare di capire cosa stesse succedendo...

Giovedì 1 marzo:
Nevica e ovviamente rimaniamo isolati. Ritelefono (dal giardino) all'assistenza Fastweb: scopro che l'indirizzo di consegna non era stato aggiornato. Attacco di bile ogni volta che gli spiego che non mi possono contattare sul cellulare e dopo 2 minuti se ne sono già dimenticati. Riconfermo l'indirizzo dell'amico.

Sabato 3 marzo:
La pioggia ha pulito la strada: vado in città da mio padre. Cerco di contattare SDA (nel frattempo da Fastweb mi hanno dato il codice della spedizione) ma, anche tramite il numero a pagamento, non c'è verso di parlare con un operatore a cui spiegare la situazione e capire cosa stia succedendo. Alla fine scopro che in città esiste un punto di consegna della SDA, un negozio (abbastanza vicino alla casa di mio padre) che fra le varie attività fornisce anche quello di farsi mandare i pacchi da SDA e consegnarli ai destinatari. Parlo con una signora che mi dice che non ci sono problemi e che può far arrivare da lei il pacco lunedì 5 marzo: l'unica cosa, mi avverte, di non ricontattare più Fastweb o SDA per evitare di fare confusione...
Dopo circa mezz'ora mi chiama direttamente un operatore SDA: una donnina scorbutica a cui risulta sempre il vecchio indirizzo di spedizione (quello di casa mia). Le fornisco l'indirizzo dell'amico. Richiamo il negozio e parlo stavolta con un signore per annullare la consegna al suo negozio: mi dice che non ci sono problemi perché tanto queste richieste le facevano tutte in blocco a sera...

Lunedì 5 marzo:
A sera non è arrivato niente al mio amico. Con imbarazzo telefono anche al negozio contattato il sabato che però mi assicura non essere arrivato nulla a mio nome.

Martedì 6 marzo:
Ancora niente. Con MOLTO imbarazzo ritelefono anche al negozio contattato il sabato che però mi assicura non essere arrivato nulla a mio nome o a quello del mio amico.

Mercoledì 7 marzo:
Mi stufo e decido di andare al deposito SDA dove spero si trovi il mio pacco. Fra andata e ritorno sono un'ottantina di chilometri visto che io vivo a 20 Km a sud della città e il deposito SDA è un 15Km a nord...
Arrivo a un minuscolo ufficio dove non c'è nessuno. La signora allo sportello è piuttosto gentile e, in pochi minuti, riesce a farmi avere il mio pacco.
La cosa interessante è che a lei non risultava nessun cambio di indirizzo: mi spiegò che se così fosse stato ci sarebbero stati delle etichette col nuovo indirizzo sul pacco mentre invece c'era solo il mio, quello di casa.
La mia ipotesi è quella di un problema informatico nella base dati per le consegne di SDA: probabilmente un campo troppo corto che generava un errore annullando l'intera modifica dell'indirizzo senza che gli operatori se ne accorgessero...
E l'indirizzo cosa aveva di sbagliato?
Nulla!!! Era quello usato da Telecom! Non so che sistema adoperino per trovare gli indirizzi ma se avessero usato Google Map mi avrebbe raggiunto senza problemi: ma ovviamente il corriere SDA era stato ben contento di avere una scusa per non consegnare il pacco e risparmiarsi i 7Km di strada e 12 minuti di tempo che a me sono però costati 150Km e 9 giorni senza telefono...

Ah, la valutazione di Google del magazzino SDA della città, quello dove sono andato a ritirare il pacco personalmente, è di 1,5 stelline su 5. Per me è pure troppo: visto che invece di un servizio forniscono solo un disservizio la valutazione dovrebbe essere negativa...

Conclusione: ecco a favore di SDA si può dire questo: se si ritira personalmente la merce al loro deposito te la consegnano subito senza perderla. O, più probabilmente, sono solo stato fortunato...

giovedì 29 marzo 2018

Rosatellum

Voglio spezzare una lancia a favore dell'attuale legge elettorale, il “Rosatellum”.
È una fricassea ma a me non dispiace troppo perché il risultato che produce è “abbastanza” proporzionale.

L'attuale ingovernabilità non è tanto colpa della legge quanto che i vari politici sembrano essere fermi alla logica maggioritaria dove chi vinceva faceva quello che voleva senza bisogni di accordi con gli sconfitti. La logica proporzionale invece dovrebbe portare a cercare mediazioni e compromessi...

Un premio di maggioranza, in un paese diviso in tre parti più o meno equivalenti, risolverebbe forse il problema della governabilità ma sarebbe altamente pericoloso in quanto permetterebbe a una piccola minoranza di fare ciò che vuole per cinque anni.

Migliorabile - 29/3/2018
Nel corto precedente ho affermato che il Rosatellum non mi dispiace ma, ovviamente, è tutt'altro che perfetto!

Come piacerebbe a me:
1. Togliere la parte maggioritaria: crea solo distorsioni non democratiche dove, in alcune circoscrizioni, alcuni voti non valgono uno ma zero.
2. Aggiungere preferenze: l'elettore deve poter scegliere chi votare.
3. Limitare (fortemente) le candidature multiple: deve esserci una corrispondenza diretta fra voto del cittadino e chi viene eletto.
4. Togliere premi di maggioranza: il buon governo non lo si ottiene automaticamente dando tutto il potere a una parte: in tale maniera di automatico si ottiene solo l'arbitrarietà e la prepotenza.
5. Aggiungere strumenti, anche post voto, che aiutino la collaborazione costruttiva fra le diverse forza politiche. Ad esempio, in Olanda i partiti che, dopo le elezioni, vogliono accordarsi per governare insieme, devono formalizzare un vero e proprio programma di governo su ciò che intendono fare. Insomma patti chiari su cui poi gli elettori possono riflettere più facilmente.

Effetto positivo - 29/3/2018
[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Un altro aspetto che mi piace di una legge elettorale proporzionale è che diviene più probabile per un populismo contribuire al governo: ciò è importante perché stando al governo, dovendo cioè fare, il populismo sarà costretto a mostrare il proprio vero volto: ovvero se è reale o apparente.
Nel maggioritario invece è più facile nascondersi nell'opposizione, parlando/gridando “bene” ma senza fare niente di concreto...

Notte calda - 29/3/2018
È bastata una notte calda, anzi non gelida, a far fiorire moltissimi fiori. Di ranuncoli invece di uno ce ne erano decine! In più c'erano diversi fiori (ne ho contati tre tipi) che il giorno prima proprio non c'erano. Di questi però sono riuscito a identificare solo la Stella di Betlemme o Latte di Gallina.

Ho anche fatto molte foto ma ora come ora sarebbe troppo snervante metterle in rete a causa dei soliti problemi con Internet...

Terrorismo - 30/3/2018
Ormai gli attentati in Francia, se non causano almeno una decina di morti, non fanno più notizia. In Italia ancora niente: sembra quasi che volutamente i terroristi non vogliano attaccarci e usarci invece come “base” tranquilla: colpisce che i complici del terrorista del mercatino natalizio in Germania siano stati tutti arrestati in Italia...

O magari è solo questione di tempo: magari ancora da noi manca quel sottobosco di connivenza con la violenza religiosa, necessario per organizzare attacchi complessi, e più facile da trovare in nazioni come Francia, Belgio e forse Germania. Mi pare però che si stia cercando di “rimediare” velocemente...

Speriamo che la Pasqua passi tranquillamente ma tutta questa attività anti-terrorismo mi fa pensare che stia per succedere qualcosa...

Da Lady D a Frizzi

Una mia vecchia teoria: risale ai tempi della morte di Lady D e all'ondata di cordoglio che ebbe il suo epicentro nel Regno Unito ma che si avvertì chiaramente anche in Italia.
Ricordo che mi chiesi come mai questo personaggio fosse sentito così vicino anche da persone che con lei non avevano mai avuto niente a che fare. Non so: immagino che al tempo Lady D fu definita la “principessa della gente” o cose del genere; che se ne esaltò le presunte virtù e le iniziative benefiche. Mi pare di ricordare anche delle vignette divertenti che la contrapponevano a Madre Teresa di Calcutta...

In realtà i motivi del lutto nazionale inglese erano molto più banali mentre i meriti “umani” della principessa c'entravano il giusto.
La costante sovraesposizione mediatica che la seguiva praticamente giorno per giorno l'aveva fatta diventare “una di famiglia”. Tutti sapevano (o pensavano di sapere!) tutto di lei: i suoi amori, i suoi dolori, i suoi figli...
Quando morì ogni famiglia perse una parente: una specie di cugina, bella e lontana, con cui non si parlava mai direttamente ma che si seguiva con affetto e su cui si era sempre aggiornati. I media avevano trasformato una sconosciuta in una figura pubblica condivisa da milioni di famiglie private che la consideravano come fosse di casa.

Qualcosa di analogo è successo con Frizzi: la televisione ha dato a milioni di italiani l'illusione di conoscerlo bene, di considerarlo un amico anche se non gli aveva direttamente mai rivolto la parola.

È una stranezza del genere umano che evidentemente si è evoluta con la capacità di stabilire dei legami emotivi anche con persone totalmente sconosciute e magari neppure mai incontrate dal vivo. L'obbedienza del gregge umano passa anche attraverso queste emozioni concrete e reali anche se spesso infondate.

Intuizione. Oppure è un sacrificio? Penso a Frazer (v. Il ramo d'oro): forse percepiamo nella morte di un personaggio famoso il sacrificio umano dedicato a divinità dimenticate per il bene collettivo? Magari anche questa logica sconclusionata è inserita nel DNA umano...

Conclusione: Ecco la sintesi della mia intuizione: il conoscere qualcuno lo rende nostro proprio; il perderlo equivale quindi a un nostro sacrificio personale per cui ci aspettiamo una compensazione dal fato: questo ci rende tristi per la perdita ma anche più ottimisti verso il futuro.

mercoledì 28 marzo 2018

Previsione sul prossimo governo

Qualche giorno fa avevo iniziato a scrivere un pezzo di teoria/politica che ho poi abbandonato (v. l'accenno in I due presidenti). Oggi voglio riprovare a riprenderlo in mano o, almeno, a riciclarne alcune buone idee.

In tale pezzo cercavo di analizzare la politica del solo centro-destra ma adesso voglio allargare il discorso anche a M5S e PD.

L'idea era quella di applicare la mia teoria dei parapoteri ai diversi partiti. Il primo passo era quindi quello di stimare la forza di ognuno di essi.
Come punto di partenza avevo scelto il numero di parlamentari modificandola però secondo due criteri: 1. la fedeltà dei parlamentari alla loro guida; 2. la tendenza indicata dalle elezioni.

Il primo punto è ovvio: se si hanno nominalmente 100 parlamentari ma solo 50 di essi fanno ciò che viene deciso dalla loro guida allora la forza di tale partito non è 100 ma 50.

Da questa prima stima veniva pesantemente punito solo Forza Italia (FI; v. il corto Percentuali) e i partitini molto piccoli privi di figure di riferimento che ne rappresentino i membri.

Il secondo punto è più interessante: i singoli parlamentari a loro volta seguono le leggi del potere e vogliono quindi incrementare la propria forza o almeno di non diminuirla. Essi sono quindi ben disposti verso una guida che sembri in grado di garantirgli le migliori prospettive possibili. Alle elezioni la variazione di percentuale di voti ottenute rispetto alle precedenti dà una stima abbastanza precisa di cosa accadrà continuando con la politica indicata dalle diverse guide politiche.
In altre parole i parlamentari saranno molto ben disposti verso le guide che hanno aumentato la percentuale di voti ottenuti e, al contrario, diffidenti verso quelle che, tramite la loro politica, l'hanno diminuita.

Da questo punto di vista perdono forza FI e PD mentre ne guadagnano Lega e M5S. Meno significative le variazioni per i partiti più piccoli.

Infine ero arrivato allo scoglio che mi aveva bloccato.
Mi ero infatti reso conto che sembrava impossibile analizzare i reali scenari e intuire quindi cosa sarebbe successo. Il problema sembrava ricordare la teoria dei giochi con però le difficoltà aggiuntive di non conoscere ciò che accade dietro le quinte, le opzioni reali, il peso attribuito dalle guide ai possibili obiettivi per non parlare della loro capacità di giudizio. Mi immaginavo un albero, con i rami che rappresentano le diverse possibilità di azione, di un ampiezza e una profondità non valutabile... Insomma non sapevo da dove iniziare la mia analisi!

Poi a pranzo ebbi un'intuizione ma contemporaneamente si era sbloccata anche la situazione per l'elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento rendendo parte di quanto avevo scritto già sorpassato dagli eventi. E quindi lasciai perdere...

L'intuizione è che avevo trovato il bandolo della matassa: non l'avevo sbrogliata ma almeno avevo capito da dove partire!

L'idea era infatti quella di iniziare a considerare l'evento con le ripercussioni maggiori nella variazione della forza dei singoli partiti: ovvero cosa succederebbe in caso di nuove elezioni.

Su questa base dovrebbe poi essere possibile valutare tutte le altre situazioni che via via si prospettano.

Ho provato quindi a immaginarmi cosa succederebbe se si rivotasse domani. La mia sensazione è che gli elettori, in mancanza di eventi significativi che potrebbero mutarne il giudizio, si comporterebbero come i parlamentari: ovvero si farebbero influenzare dalla tendenza di crescita o diminuzione indicata dalle precedenti elezioni.
Questo significa ulteriore diminuzione per FI e PD e ulteriore crescita per M5S e Lega (*1).

In altre parole, ora come ora, M5S e Lega non dovrebbero temere nuove elezioni mentre FI e PD vorrebbero evitarle a tutti i costi. Probabilmente anche i partiti minori, dove i singoli parlamentari non sarebbero sicuri di riottenere la loro poltrona, sono fortemente a sfavore di una nuova consultazione politica.

Ma, come detto, a questa tendenza di base si possono sovrapporre altri elementi che potrebbero influenzare il risultato finale.

Uno di questi elementi è il meccanismo elettorale basato sulle alleanze.
In questo caso per il M5S, che corre da solo, non cambierebbe niente; anche per il PD, che si è circondato di partiti “civetta”, cambierebbe poco. Molto più complicata la situazione all'interno del centro-destra. Vediamo i vari casi possibili.
Se l'alleanza di centro-destra si ripresentasse tale e quale probabilmente FI perderebbe voti a favore di Lega e Fratelli d'Italia (FdI) mentre la Lega ne acquisterebbe anche di nuovi (ad esempio dal bacino degli astenuti).
Un'alleanza FI + FdI senza la Lega penalizzerebbe tutte queste forze politiche e pertanto non mi sembra troppo verosimile: la Lega da sola, anche crescendo, non potrebbe prendere più voti dell'alleanza di centro-destra alle ultime elezioni; FI rischierebbe di annichilirsi ma anche FdI perderebbe voti.
Interessante invece il caso Lega + FdI senza FI. FI, come nel caso precedente, rischierebbe di sparire del tutto scendendo sotto il 5% ma non è chiaro se Lega e FdI (che in parte ne assorbirebbero i voti) riuscirebbero a compensarne la fuoriuscita. Io credo che, più o meno, otterrebbero lo stessa percentuale di voti: non abbastanza per vincere le elezioni e poter governare.
Complessivamente a tutte e tre le forze del centro-destra converrebbe ripresentarsi uniti ad eventuali nuove elezioni: talvolta però (e questo è il “succo” di una nuova legge del potere) è decisivo non tanto il guadagno complessivo ma chi ha più da rimetterci. Da una parte è quindi vero che FI rischia di divenire un partito insignificante ma da un'altra c'è anche il rischio per Salvini di perdere la possibilità, abbastanza concreta, di guidare un governo. Berlusconi ha quindi una buona leva per far pressione a Salvini che, paradossalmente, è colui che forse rischia di più.

Ma un altro elemento determinante sarebbe anche la situazione politica che provocasse il ritorno al voto: in particolare se una forza politica venisse percepita dagli elettori come “inaffidabile” (in senso lato: non costruttiva) rischierebbe di venire punita da essi.

In quali condizioni quindi una forza sarebbe ritenuta inaffidabile?
Principalmente, direi, se tale forza non cerca un accordo ragionevole, che non stravolga i propri principi/programma, ma si arrocca su condizioni inaccettabili. Secondariamente anche dire una cosa e poi farne un'altra sarebbe sintomo di inaffidabilità ma da questo punto di vista la memoria degli elettori è particolarmente breve e imprecisa...

Per questo la situazione attuale non è così banale da valutare come sembrerebbe: non siamo infatti a conoscenza di tutti i contatti sotterranei che sicuramente avvengono fra le diverse forze politiche in particolare fra FI e PD e fra M5S e PD.
Attualmente l'atteggiamento rigido di Di Maio mi pare penalizzante per il M5S a differenza di quello più ragionevole di Salvini col suo ipotetico passo indietro: ma questo è solo l'inizio di un balletto di cui noi vediamo solo alcuni passi, quelli più evidenti e rilanciati dai comunicati ufficiali dei diversi partiti.
Il punto fermo è però che nessun partito vorrebbe essere considerato “inaffidabile” (nel senso precedentemente indicato) e causa del pericolo di nuove elezioni o comunque di indisporre i propri elettori: contemporaneamente tutti i partiti cercherebbero quindi di addossare ad altri la “colpa” del ritorno alle urne.

Consideriamo quindi i veti incrociati attualmente dichiarati: M5S no a FI, Lega no a PD, PD (Renzi) no a M5S. Di questi tre quello più traballante è quello del PD al M5S: se Renzi facesse, o fosse costretto a fare, un passo indietro probabilmente il matrimonio si potrebbe fare. Da questo punto di vista sarebbe importante conoscere i contatti “segreti” fra M5S e PD: capire cioè che concessioni (ministeri e magari altre cariche) sarebbe disposto a concedere il M5S al PD, magari anche a uomini/donne vicine a Renzi (*2). Come ho sempre scritto l'unione fra PD e M5S (che ricordiamolo è populismo solo apparente!) sarebbe la più naturale per non cambiare niente e continuare a seguire le distruttive direttive di Bruxelles...

Partendo dall'ipotesi che la Lega sia invece un populismo reale (è una mia speranza ma non certamente una certezza! (*3)) continuo a vedere più difficile un'alleanza con il M5S. Gli obiettivi reali sarebbero infatti molto diversi. Credo che Salvini (pur non avendo letto la mia Epitome!) si renda conto che al governo col M5S non riuscirebbe a realizzare niente finendo invece per screditarsi.
Contemporaneamente per la Lega di Salvini è fondamentale non spaccare il centro-destra: sia per dimostrare la propria affidabilità sia per, in caso di nuove elezioni, massimizzare le proprie probabilità di vittoria e quindi di governo.
Ecco quindi spiegati i motivi strategici per cui Salvini ripete al M5S di essere disponibile sì al governo ma insieme alle altre forze della sua alleanza: egli non ha paura di un ritorno al voto che al momento andrebbe tutto a suo vantaggio.

FI avrebbe come detto interesse a non tornare al voto: se così fosse tutte le possibilità (vedi sopra) la vedrebbero infatti pesantemente penalizzata.
La speranza dei suoi parlamentari è quindi quella di rimanere attaccati alla propria poltrona e far passare più tempo possibile magari per cogliere nuove opportunità, cambiare schieramento o simili. Da questo punto di vista a FI andrebbe benissimo un governo “istituzionale” (o tecnico o del presidente o di scopo o come volete chiamarlo...) anche col PD: il problema è che non vuole essere la prima a sfasciare l'alleanza di centro-destra (“affidabilità”) senza aver la certezza di NON tornare subito alle elezioni. Il problema dell'alleanza col PD (visto che, come detto, anch'esso non vuole tornare subito al voto) è che mancano i numeri: ci vorrebbe almeno Lega o M5S.
Di nuovo qui è determinante la differenza fra populismo reale (Lega) e apparente (M5S). Per il M5S partecipare a un governo istituzionale, una volta assodato che non ci siano altre alternative percorribili, può essere accettabile; al contrario per la Lega non avrebbe senso e sarebbe anzi controproducente.
Molto dipende dall'ambizione di Di Maio e di quanto sia disposto a concedere per poter governare...

Riassumendo: la Lega non teme il ritorno al voto ma idealmente vorrebbe farlo mantenendo il centro-destra unito per massimizzare così le probabilità di vittoria e cementare il proprio ruolo di principale riferimento della coalizione. Contemporaneamente ipotizzo che Salvini non si fidi del M5S e non voglia fare un governo con esso (populismo reale contro apparente).
FI vuole evitare a ogni costo nuove elezioni e vedrebbe quindi di buon occhio anche un governo istituzionale: prima però di prendere posizione in tal senso e magari spaccare l'alleanza di centro-destra deve avere la certezza del non voto.
Anche il PD vuole evitare le elezioni: al suo interno ci sono due anime. Quella maggioritaria, guidata da Renzi, vorrebbe il governo istituzionale; quella di minoranza invece potrebbe anche fare da spalla al M5S (con qualche contentino, leggi ministro, anche per i fedeli di Renzi). La prima opzione mi pare quella più percorribile ma dipende da quali concessioni è disposto a fare Di Maio al PD per comprarne l'appoggio.
Il M5S, ma intendo Di Maio, forse si illude di convincere il PD o la Lega a sostenere un suo governo. L'ipotesi di un governo istituzionale può andare bene al M5S in quanto populismo apparente ma probabilmente non all'ambizione di Di Maio: nell'ipotesi che si arrivi a tale possibilità non escludo un conflitto fra Grillo e Di Maio che porti all'espulsione dal movimento del secondo.

In definitiva credo che le contrattazioni (specialmente segrete fra PD e M5S) andranno per le lunghe ma difficilmente Di Maio otterrà ciò che spera. La lunga attesa darà al Presidente la scusa di invocare al “buon senso” a cui risponderanno prontamente PD e FI: in questa evenienza Di Maio dovrà fare un passo indietro oppure verrà espulso ma anche il M5S darà il suo appoggio, magari esterno, a questo tipo di governo. Lega quindi all'opposizione e FdI spaccata in due.

Ovviamente il precedente è quello che ritengo lo scenario più probabile ma non è l'unico: l'altra possibilità è che Di Maio riesca a ottenere i voti del PD superando le resistenze di Renzi (che non verrebbe fatto fuori ma otterrebbe delle contropartite) oppure che la Lega (ovvero Salvini) si persuada che è possibile governare col M5S oppure il M5S potrebbe far cadere il proprio veto sui rappresentanti di FI in maniera che l'intera coalizione di centro-destra possa andare al governo.
La differenza fra questi due casi non è solo nel diverso numero di parlamentari di sostegno al governo ma nei diversi ruoli di forza fra Salvini e Di Maio.
M5S + Lega implicano infatti un Di Maio primo ministro; in caso di M5S + Centro-destra invece il candidato naturale a primo ministro sarebbe Salvini (ma in questo caso potrebbe invece essere Berlusconi a mettere il veto per puntare a un governo istituzionale). Ovviamente per Di Maio e Salvini non è una questione di poco conto.

Tutto sommato è forse Salvini colui che ha più da rimetterci: è la sua Lega infatti che, in caso di governo istituzionale, rischia di rimanere fuori dai giochi per 5 anni (perché tali governi, ormai lo sappiamo, non muoiono mai e vegetano sempre). Paradossalmente Salvini ha dalla sua Di Maio stesso che, in caso di governo istituzionale, rischierebbe di rimanere tagliato fuori. Ma in effetti non è da escludere che uno dei due finisca per fare grosse concessioni all'altro per non perdere tutto...

Conclusione: per previsioni affidabili mancano troppe informazioni. I tre scenari illustrati sono tutti possibili: il primo forse è il più probabile e facile da realizzare, il secondo sarebbe l'esito sperato da Di Maio, il terzo (con i suoi due sottocasi) quello più improbabile e molto dipendente dalla personalità/ambizione di Di Maio e Salvini.

Nota (*1): e alcuni sondaggi che mi capitò poi di ascoltare sembravano confermare questa mia intuizione.
Nota (*2): questo perché Renzi si è circondato di molti fedelissimi ed è quindi difficile da scalzare dalla guida del PD se lui per primo non decide di fare un passo indietro.
Nota (*3): come spiegato nella mia Epitome solo governando un populismo rende palese di che pasta è fatto...

domenica 25 marzo 2018

Percentuali

Ah! Ah! Questa l'avevo indovinata bene! In I due presidenti ho spiegato che ieri mattina, quando ancora non si era trovato l'accordo sul nome della Casellati, avevo iniziato a scrivere un pezzo che non ho poi concluso.

In tale articolo mi ero divertito a inventarmi una stima della forza dei vari partiti basata sul numero dei parlamentari ma modificata da vari elementi. Uno di questi elementi era la “fedeltà” dei propri parlamentari: l'idea era che è inutile avere 100 parlamentari se poi solo 50 fanno ciò che ha deciso il loro stratega. Riguardo a FI avevo scritto:
«...
Ovviamente considerare il numero dei parlamentari per valutare la forza di ogni singolo potere all'interno della coalizione è un'approssimazione molto grossolana. Innanzi tutto stiamo parlando di singoli individui e non di cannoni: e i singoli individui sono esseri autonomi a cui, in questo caso la costituzione italiana, garantisce larga autonomia d'azione. Bisognerebbe allora valutare, ad esempio, la fedeltà dei singoli parlamentari ai loro “strateghi”.



Berlusconi ha invece scelto i suoi candidati frugando nella pattumiera della politica italiana e quindi propongo uno 0.6...
...
»
Inizialmente avevo scritto un 0.5 ma poi mi sembrava di essere stato troppo punitivo e avevo corretto con lo 0.6 che vedete sopra.

Oggi ho letto questo articolo sui retroscena del voto per la presidenza del senato: Forza Italia, “Caro presidente, vaffan…”. E Berlusconi cacciò Romani e Brunetta di Fabrizio d'Esposito da IlFattoQuotidiano.it
Viene quindi da pensare che i 60 voti che sono venuti a mancare a Fico siano il frutto di questa spaccatura in FI: ebbene 60 su 105 corrisponde al 57% dei deputati di FI. Alla fine la mia stima sulla scarsa fedeltà dei deputati di FI era addirittura ottimistica!

Altri fiori - 27/3/2018
Passata l'ultima gelata ho ripreso a fotografare e cercare di identificare i fiori che incontro intorno a casa mia. In realtà oggi avrei voluto proprio pubblicare un pezzo corredato da foto ma Internet mi va lento (dovrei pubblicare un aggiornamento anche su questa situazione) e non ho voglia di stressarmi.

Comunque oggi ho identificato due nuovi fiori: il primo è un ranuncolo lanuto (sicuro al 97%: la fitta peluria è caratteristica); il secondo è un geranio volgare (sicuro al 90%: ci sono molte altre varietà di geranio simili).
Volendo avrei “identificato” anche la primula comune ma in realtà la conoscevo già e l'ho solo ricercata sul mio libro: a dire il vero sul libro è data unicamente con i petali gialli mentre io ne ho molte viola e di un colore intermedio fra il giallo e il viola. Probabilmente quelle viola sono una varietà di allevamento che si sta inselvatichendo.

Notturno - 28/3/2018
La seguente riflessione è di un paio di notti fa (la mattina dopo non ero a casa e ieri non ci ho pensato) e non mi fece chiudere occhio.

Mi sveglio di colpo nel cuore della notte e penso: “certo che è strano l'invecchiamento...”
Se dipende dal DNA perché non ci sono persone con una vita particolarmente più lunga delle altre? Mi pare che attraverso la genetica si possano eliminare molte malattie ma non l'invecchiamento stesso che, se ho ben capito, è causato dalle stesse cellule che introducono via via dei piccoli errori nella loro duplicazione che poi, sommandosi insieme, danno vita ai vari fenomeni della vecchiaia. E comunque questo passaggio mi suona strano (*1): come succede che l'errore in tante singole cellule porti, ad esempio, alla formazione di una ruga? O perché diminuisce la produzione di un certo ormone? Perché da bambini invece di invecchiare si cresce? Ma gli scienziati, studiando altre specie animali, cosa hanno scoperto? perché elefanti, tartarughe e (credo) squali vivono così a lungo? Che differenza c'è fra le loro cellule e le nostre?

Tutte queste domande, e altre che adesso non ricordo, mi sono passate per la mente impedendomi di dormire. La mia conclusione è stata che l'invecchiamento ci pare naturale perché siamo abituati a osservarlo quotidianamente ma, riflettendoci, è un fenomeno stranissimo e misterioso...

Nota (*1): di nuovo la teoria degli automi cellulari può venirci in soccorso mostrandoci come regole fisse a livello di singole cellule possono produrre schemi a un livello più alto...

Democrazia ed espulsi - 28/3/2018
[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

L'ipocrisia delle espulsioni di funzionari russi di questi giorni mi irrita notevolmente.
Secondo voi in quanti paesi, delle dozzine che hanno espulso diplomatici russi, la popolazione locale era a favore di esse? Io credo solo in una piccola minoranza di questi...

Ma la “democrazia” non dovrebbe eseguire la volontà del popolo? Invece sembra che gli USA schiocchino la frusta e i vari stati europei obbediscano...

Ma questo è solo un aspetto di ciò che mi irrita: la verità è che questo riacutizzarsi delle tensioni fra USA e Russia è evidentemente voluto da qualche parapotere, probabilmente dai produttori di armi. La Russia è quindi solo la scusa per aumentare le spese militari.

I media ovviamente, con la loro usuale sfacciataggine, ci propongono solo la versione ufficiale del governo inglese: ma le prove dove sono?

Conclusione: nella mie Epitome si illuminano gli aspetti oscuri di questa vicenda: anzi della teoria per cui accadano queste vicende...

Da approfondire - 29/3/2018
Articolo interessante: Carriere, lo studio: “La fortuna conta più del talento. Per questo i mediocri battono chi ha maggiori abilità” di Mauro Del Corno da IlFattoQuotidiano.it

Da confrontare col mio “classico” del 2011 4 aneddoti e 1 domanda.

Questa ricerca, che è basata su una simulazione, nasconde un grande problema di “metodo”: dall'articolo è spiegato che vengono considerati fattori come intelligenza, determinazione e ovviamente fortuna, ma cosa significa “considerare”? In un modello equivale ad attribuire una certa importanza e ambiti di uso a ciascuno di essi: il risultato della simulazione è però che essa dipende dal peso (e dall'uso) arbitrariamente assegnato a ciascuno dei parametri (*1).
Dimostrare che anche un singolo parametro è usato bene è molto complesso. Quando, come in questo caso, ce n'è più di uno allora le cose si complicano ulteriormente (esplosione combinatoria).

Mi piacerebbe quindi sapere come gli studiosi dell'università di Catania abbiano risolto questo problema ma, ovviamente, l'articolo non fornisce alcun collegamento alla ricerca vera e propria...

Nota (*1): detto in altre parole significa che c'è il pericolo che il ricercatore, giocando con diversi parametri, ottenga il risultato che voglia.

I due presidenti

Ieri avevo iniziato a scrivere un pezzo che mi sarebbe dovuto servire poi come bozza per un sottocapitolo dell'epitome: però ne ho perso il controllo finendo per tralignare nella politica italiana. Alla fine avevo già scritto tre pagine (i miei pezzi sono in genere di due) e non ero ancora arrivato a niente. Ho deciso di lasciar perdere perché poi era in parte già stato superato dagli eventi ovvero l'elezione dei presidenti di camera e senato...

L'idea alla base era quella di chiarirmi una nuova legge del potere da inserire poi nell'apposito capitolo della mia Epitome: non so, forse ci riproverò, forse no...

A questo punto ne approfitto per un rapido commento politico sulle elezioni di Fico e Casellati.
Chi ci guadagna e chi ci rimette?
Il M5S ci guadagna più di tutti: ha avuto un ruolo centrale e determinante e ha ottenuto la carica più importante (anche se in teoria è la 3° e non la 2°) del presidente della Camera; non voleva Romani ed è riuscito a forzare un altro nome. Quantizzo con un +10% (*1).
Poi viene FI: Berlusconi è riuscito a piazzare una propria donna nonostante che FI sia il secondo partito della coalizione di centro-destra perché “ufficialmente”, Salvini della Lega è il candidato primo ministro anche se difficilmente diverrà tale. Forse questo è un contentino a Berlusconi ma comunque l'apparenza in politica conta e quindi quantizzo con un +5%.

Il riconoscimento del ruolo di mediatore di Salvini fra M5S e FI è importante: il suo valore si esprimerà più nel medio-lungo termine che nel breve. È ovvio che Salvini vuole diventare la guida del centro-destra al posto di Berlusconi: ma deve avere pazienza e non può fare una prova di forza per non spezzare l'alleanza. Quantizzo con un +3%.

Il PD non ha toccato palla rimanendo completamente escluso dai giochi. Al di là delle parole non credo che fosse quello che si proponeva Renzi. Quantizzo con un -2%.

Per tutti gli altri partiti, come ad esempio FdI, non cambia niente...

Ma veniamo ai due nuovi presidenti.
Fico non mi ha mai entusiasmato: sembra un fedele burocrate dallo scarso carisma personale, per capirci l'equivalente di Maroni nella vecchia Lega Nord.
La Casellati non l'avevo mai sentita nominare (come sapete non seguo la politica). Personalmente diffido degli individui con più nomi e cognomi ma ovviamente è un'impressione a cui non do valore. Leggendo la sua biografia su Wikipedia mi pare una fedele di Berlusconi sebbene non di primo piano: brutto l'episodio della figlia voluta come portaborse ma, considerato il pattume da cui Berlusoni ha scelto i propri candidati, probabilmente non era possibile trovare molto di meglio...

Conclusione: mi sono persuaso di dover riprendere in mano almeno alcune parti del pezzo che avevo iniziato ieri perché erano valide: credo che potrei trarne un bel pezzo di politica...

Nota (*1): di forza immaginaria: nel pezzo che ho abortito avevo elaborato un complesso sistema di valutazione che attribuiva una forza a ogni partito non basata esclusivamente sul numero di deputati ma anche su altre valutazioni. In particolare alcuni eventi possono farla fluttuare.

venerdì 23 marzo 2018

Nuovi esempi per una vecchia idea

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Da qualche giorno mi sono appassionato a una nuova serie su Netflix: Designated survivor.
Ricorda un po' il capolavoro House of Cards ma meno complesso e raffinato e più d'azione; e soprattutto con un presidente buono e onesto e le varie agenzie federali che lavorano a beneficio dei propri cittadini: insomma mette l'accento sul lato buono della democrazia americana e non su quello negativo.
Ma oggi non voglio scrivere della serie in sé (*1) ma piuttosto voglio prendere lo spunto da due episodi della sua trama per approfondire un argomento che avevo iniziato ad affrontare a novembre del 2014 e sul quale non ero più tornato. Spiegherò però di quale pezzo si tratta solo dopo aver illustrato i seguenti due eventi.

ATTENZIONE SCIUPATRAMA DI “DESIGNATED SURVIVOR” DA QUI IN POI!

Nella prima puntata accade l'avvenimento chiave che dà il la alla serie: dei terroristi distruggono con una gigantesca esplosione il Campidoglio durante la cerimonia di insediamento del presidente USA. Muore il presidente con tutta la sua squadra di governo, tutti i parlamentari e i membri della corte suprema.
Il solo sopravvissuto è il cosiddetto “designated survivor”: la costituzione americana prevede infatti che quando tutto il governo (in senso lato) è riunito insieme ci sia comunque un parlamentare, che si trovi in un luogo diverso, il quale diventi automaticamente il nuovo presidente nell'improbabile eventualità catastrofica che muoia tutta la linea di comando politico del paese (*2).

Ovviamente questo evento non è molto credibile: occorre un po' di sospensione dell'incredulità per poi potersi godere il resto della serie con l'improbabile presidente buono e sincero alla guida degli USA!

Personalmente, mentre guardavo la puntata, ho subito pensato che:
0. (dettaglio tecnico irrilevante) il protagonista non ode il boato dell'esplosione del Campidoglio né vi sono vibrazioni o simili.
1. Nessun gruppo terrorista tradizionale avrebbe la capacità di eludere le sicuramente eccellenti misure di sicurezza: di conseguenza ho ipotizzato che dietro l'attentato ci debbano essere i parapoteri economici americani (*3).
2. Per i parapoteri economici è molto più facile e meno rischioso influenzare la politica americana da dietro le quinte, senza cercare di prendere direttamente il controllo del potere, magari sostenendo candidati a essi vicini.

Ma fingiamo che le cose non stiano così e ragioniamo sulle condizioni necessarie per un attentato gigantesco del tipo proposto dalla serie. L'unica cosa che mi viene in mente è che sarebbe necessario una “grande dose” di collaborazione dall'interno. Non basterebbe cioè corrompere una persona ma, magari una decina. È ovvio che in questa maniera la probabilità di essere scoperti salirebbe esponenzialmente: occorrerebbe cioè un numero troppo alto di traditori. Un singolo lo si può forzare (magari con la violenza o ricatti) a ubbidire ma tale metodo è rischioso e inefficiente: in genere è più sicuro corrompere col denaro. Ma allora si arriva a una situazione dove l'individuo deve mettere sul piatto della bilancia da una parte il proprio guadagno personale e dall'altra il principio democratico rappresentato dalla vita dei membri del proprio governo. Certo, questi ipotetici corrotti non sarebbero a conoscenza dell'intero piano ma sarebbero comunque consapevoli che ciò che gli viene proposto non sarà sicuramente lecito e che, almeno in parte e potenzialmente, potrebbe compromettere la sicurezza del Campidoglio: insomma alla fine si arriva sempre alla "bilancia" con denaro da una parte e principi dall'altra.
Quando diviene quindi più probabile l'esistenza di tale individui corruttibili?
Quando la popolazione incomincia a non credere più ai protomiti, e in particolare agli equimiti, su cui si basa la stabilità della propria nazione: chi crede che i propri politici siano tutti corrotti, che non fanno l'interesse del paese ma solo quello delle multinazionali, metterà più facilmente a rischio la loro sicurezza in cambio di denaro. Una persona è corruttibile quando non crede più al proprio ruolo, al suo protomito, e questo è contesto a tutti gli equimiti che tengono insieme la società.

Nella quarta (o quinta?) puntata il neo presidente manda una squadra speciale ad affrontare una missione pericolosissima in Algeria per catturare un terrorista. Il presidente incontra personalmente questi soldati ammirandoli per il loro valore e coraggio. Questi rispondono che hanno sì paura ma che questo è il loro lavoro e che comunque “servono” con gioia il proprio paese anche a costo della propria vita.

Apparentemente in questo caso abbiamo delle persone che in cambio di denaro (è il loro lavoro) mettono a rischio la propria vita.
Ma in realtà l'equazione non è così semplice: lo stipendio di un soldato specializzato sarà alto ma certo non abbastanza da giustificare da solo il rischio. Questi soldati mettono sul “piatto della bilancia” non solo il denaro ma anche dei valori come “l'orgoglio di servire il proprio paese” e altri motivi patriottici: insomma dei protomiti sostanzialmente favorevoli alla propria nazione. Questi soldati sono convinti che, adempiendo al loro dovere, fanno del bene alla propria nazione e, quindi, ai propri concittadini. Principalmente per questo motivo sono disposti a mettere a rischio la propria vita.

Supponiamo al contrario che a uno di questi soldati venga detto: “nella prossima missione metterai a rischio la tua vita ma, se avrai successo, allora l'1% della popolazione americana diverrà un po' più ricca mentre il 99% un po' più povera”. Ecco che da questo punto di vista la prospettiva di morire in missione non sembra più così giustificata e nobile...

Insomma anche in questo caso, forse ancor più che nel precedente, la forza dei protomiti è determinante. Nel primo esempio l'attentato sarebbe stato plausibile solo con addetti alla sicurezza che avessero creduto debolmente agli equimiti del tempo; nel secondo esempio invece i soldati devono credere fortemente agli stessi equimiti per rischiare la propria vita. In entrambi i casi i protomiti sono determinanti nelle scelte morali degli individui.

Ecco che adesso posso riesumare il vecchio pezzo di cui ho accennato nella premessa: ora mi sembra vecchio perché all'epoca non mi ero ancora inventato i concetti di protomito ed equimito ma l'idea di fondo comunque già c'è.
Il pezzo è KGB sullo stato del mondo (2/3). In particolare scrissi:
«...
Un'ultima considerazione: molti uomini agiscono in una certa maniera perché credono fermamente in specifici principi o ideali. Il punto non è se questi ideali siano giusti o sbagliati ma che gli uomini (almeno alcuni) siano disposti ad andare contro il proprio benessere immediato in nome di essi.
Quale impatto avrà quindi negli USA la perdita di valori come giustizia e libertà?
Mi spiego meglio: la stragrande maggioranze delle persone che lavorano nella macchina statale USA sicuramente credono che il loro governo persegua certi ideali e sono quindi disposti a molti sacrifici per esso. Ma quando lentamente la consapevolezza che il governo USA persegue gli interessi delle multinazionali e solo in subordine dei propri cittadini cosa accadrà?
Ha senso essere patriottici per uno Stato che fa gli interessi di pochissimi e non di tutti?
Edward Snow ci ha dato la sua risposta. Probabilmente la maggior parte delle persone, anche condividendo la sua opinione, non avrebbero il suo coraggio di rinunciare a una vita privilegiata per le proprie convinzioni: di sicuro però lavorerebbero sempre meno e peggio facendo il minimo indispensabile. Tanto per fare un confronto storico una delle cause del collasso dell'URSS fu la crescente inefficienza delle proprie organizzazioni: ricordo che negli ultimi anni una parte spropositata della produzione agricola veniva ricavata da singoli contadini (v. Agricolture in Soviet Union). Cito wikipedia: «Although accounting for a small share of cultivated area, private plots produced a substantial share of the country's meat, milk, eggs, and vegetables. Although never more than 4% of the arable land in the USSR, private plots consistently yielded a quarter to a third of total produce. In other words, private plots were more than 8 to 12 times as productive.»
La ragione di questa maggiore efficienza, oltre all'incentivo del guadagno personale, certamente sta nel fatto che i lavoratori dei “kolchoz” non credevano più nell'ideologia comunista e facevano quindi il minimo indispensabile...
Il punto di questa mia intuizione è che una società deve basarsi su ideali e non si può fondare sull'ipocrisia quando questa è percepita come tale.

...»

Ma quando è che la gente diviene consapevole dell'ipocrisia di alcuni protomiti? La risposta più semplice è: quando inizia a vivere peggio che in passato. Allora le persone iniziano a cercare nuove soluzioni, nuove risposte. Nelle democrazie occidentali questa ricerca corrisponde ad affidarsi ai populismi. Ma tutti questi concetti li ho ampiamente esposti nella mia Epitome alla quale quindi rimando.

Conclusione: spero che con i due esempi proposti oggi questo concetto sia divenuto più comprensibile...

PS: dopo una trentina d'anni che ci ragiono sono finalmente giunto alla conclusione su quale sia la vera causa della caduta dell'impero romano: la dissoluzione dei suoi equimiti a causa degli squilibri sociali: ognuno pensava più a se stesso che all'impero...
Ma sicuramente prima o poi tornerò più ampiamente su questo argomento... più poi che prima!

Nota (*1): comunque estremamente godibile (sono alla 10° puntata mi pare) anche se non so come riusciranno a reggere l'attuale ritmo di colpi di scena senza cadere nel ridicolo o nell'assurdo o nell'improbabile.
Nota (*2): la serie puntualizza più volte che il “designated survivor” è solo l'undicesima carica che può rimpiazzare il presidente: cioè ce ne sono altre dieci prima di lui... Non so di chi sia l'idea ma mi piace immaginare che sia la trovata di un genio come Benjamin Franklin!
Nota (*3): in un frammento del discorso del presidente c'è un accenno alla diseguaglianza economica sociale con l'1% della popolazione sempre più ricco e il resto più povero.

giovedì 22 marzo 2018

Dalla parte sbagliata

Oops! Altro “corto” che mi è venuto troppo lungo!

Riguardo a quanto già scritto in Pericoli veri e presunti oggi i media italiani hanno scoperto che la pubblicità in rete ha influenzato il risultato delle elezioni di Trump e del referendum sulla BREXIT: ebbene i geniali giornalisti hanno scoperto un grande segreto: la pubblicità serve appunto a influenzare le persone!

Ho poi identificato meglio ciò che mi irrita nelle loro disquisizioni sul caso: sembra che il problema non sia tanto l'abuso dei dati personali (che avviene continuamente quando ad esempio, usando il proprio navigatore, si riceve tutta una serie di pubblicità mirata) ma sullo specifico risultato (che poi non è così diretto ma solo correlato (*1)) dell'elezione di Trump e della vittoria del “sì” alla BREXIT. Sembra quasi che se lo stesso metodo fosse stato usato dalla Clinton o dal comitato del “no” allora non sarebbe stato un problema.

Di nuovo Kant (imperativo categorico) la pensa come me: non è importante il risultato finale (chi vince le elezioni) ma l'atto in sé (ovvero l'abuso dei dati riservati).

Ma il comportamento dei media è comprensibile: anche loro erano stati massicciamente usati per influenzare le sopraddette elezioni: si erano infatti in gran parte schierati dalla parte della Clinton e a favore del “no” alla BREXIT, senza provocare scandali per la loro parzialità, solo che da tempo stanno perdendo la propria credibilità e quindi sono stati meno efficaci della pubblicità su FB!

Chiaro quindi che il modo attuale dei media di presentare la vicenda ha due scopi:
1. come obiettivo tattico nel breve termine, delegittimare la vittoria di Trump e del “sì” alla BREXIT: dopotutto i media rimangono schierati con i parapoteri favorevoli agli sconfitti.
2. come obiettivo strategico nel medio/lungo termine, cercare di ostacolare qualsiasi altro mezzo di informazione non tradizionale: questo fa parte della grande caccia alle streghe che sarebbe la guerra alle bufale (*2) il cui vero scopo è di censurare indirettamente l'informazione non tradizionale (viari, piccoli siti di informazione, etc...) con una lunga serie di impedimenti e bavagli legali.

Conclusione: ecco spiegata l'ipertrofica attenzione data a questa notizia...

Nota (*1): Cioè Trump non ha vinto solo ed esclusivamente grazie alla pubblicità su FB ma perché è stato percepito dalla popolazione americana più adatto a risolvere tutta una serie di difficoltà REALI rispetto alla Clinton, più vicina invece ai parapoteri che alle vere esigenze della gente. Cambridge Analytica ha certamente contribuito alla vittoria di Trump grazie alla pubblicità mirata ma non ne è stata la causa principale.
Nota (*2): che gli anglofoni italiani chiamano fake news perché suona serio e pericoloso e non una semi-sciocchezza come in realtà sono le bufale (v. anche la riflessione centrale in L'etichettatore).

martedì 20 marzo 2018

Umorismo e intelligenza

Ho letto lo studio sulla relazione fra umorismo e intelligenza generale: interessante anche se per capirne i dettagli, e soprattutto la rilevanza dei dati, bisognerebbe avere almeno un'infarinatura di statistica (*1).

L'articolo originale, per gli interessati, è questo: Humor as a Mental Fitness Indicator

L'ipotesi dello studio è che l'umorismo sia un mezzo usato per dimostrare alla società e a potenziali compagni sessuali la propria intelligenza (psicologia evolutiva). Da altre ricerche sembra infatti che l'intelligenza sia un elemento positivo ricercato dai potenziali compagni (*2).

Ai soggetti dello studio sono stati fatti fare varie prove per misurarne l'intelligenza generale, la personalità e l'umorismo. Ovviamente misurare l'umorismo era la parte più critica dell'esperimento visto che non ci sono tecniche assodate per farlo. Inoltre, come giustamente osservano gli autori, in questo esperimento si sono persi degli aspetti fondamentali dell'umorismo come la spontaneità o la conoscenza di un contesto comune in cui inserirlo (*3).

Alla fine dopo una lunga serie di operazioni statistiche (c'era ad esempio il problema che i giudici dell'umorismo non hanno valutato tutte le prove ma solo un sottoinsieme: e questo causa potenziali problemi di uniformità di giudizio e consistenza) che suppongo corrette si è arrivati alla conclusione che esiste una correlazione fra umorismo e:
1. L'intelligenza (generale)
2. Estroversione
3. Apertura mentale (openess)
4. Altezza
5. Peso

I punti 4 e 5 significano che le persone più alte e più pesanti hanno più umorismo! Anche i ricercatori ne sono rimasti stupiti e hanno quindi verificato se c'era una relazione con l'indice di massa corporea (BMI), cioè fra ciccioni e umorismo, ma non è così.

Poi, dopo altri calcoli statistici (regressioni), si è isolato come significativi solo:
1. L'intelligenza (generale)
2. Estroversione

La relazione fra estroversione e umorismo è spiegata col fatto che i soggetti estroversi sono i più motivati a cercare di apparire simpatici agli altri.

Un altro dato interessante è che l'umorismo delle donne è stato ritenuto meno divertente (la spiegazione degli autori è che per trovare potenziali compagni sessuali l'umorismo è più utile ai maschi che alle femmine) contemporaneamente però la relazione fra umorismo e intelligenza era maggiore nelle donne: in altre parole è più probabile che una donna con molto senso dell'umorismo sia molto intelligente rispetto a un uomo; o, viceversa, è più probabile che un uomo con molto senso dell'umorismo sia stupido rispetto a una donna (*4).

Alla fine la ricerca piuttosto che risposte certe fornisce indizi probabili. È plausibile quindi che l'umorismo sia un indicatore di intelligenza (un po' di più per le donne) ma questo è solo un primo passo. Ho poi notato che questa ricerca è del 2008 e che ce n'è un'altra del 2011 intitolata Humor ability reveals intelligence, predicts mating success, and is higher in males: ormai visto che sono nell'argomento mi leggo anche questa (che dal titolo sembra confermare la ricerca precedente)...

Conclusione: la parte della ricerca sull'importanza dell'umorismo nell'attrarre le donne mi fa dubitare di averne anche in dosi omeopatiche... In realtà, a parte gli scherzi, credo che la risposta sia come al solito nella funzione normale (quella a forma di campana): il mio umorismo è anomalo e, proprio per questo, non ben compreso né apprezzato...

Nota (*1): che nonostante qualche pigro tentativo in tale direzione non ho acquisito...
Nota (*2): questa ricerca non la confermo!
Nota (*3): ero curioso di sapere quanto tempo avevano a disposizioni i partecipanti alla prova per “produrre” il loro umorismo ma non ne ho trovato accenni. Secondo me sarebbe stato un dato interessante.
Nota (*4): mi rendo conto di essere stato infelicemente poco chiaro, faccio quindi un ultimo tentativo: una persona con un buon senso dell'umorismo è probabile che sia anche intelligente e se tale individuo è una donna allora è ancora più probabile.

lunedì 19 marzo 2018

Altre varie +

Oggi volevo scrivere un pezzo basato sui commenti di vari notizie/articoli che avevo lasciato aperti sul mio navigatore: ieri sera poi, senza pensarci, ho chiuso tutte le applicazioni aperte perdendo quindi le tre/quattro pagine da commentare.

In realtà volendo, magari aiutandomi con la cronologia, potrei probabilmente ritrovare tutto quanto: oltretutto ricordo anche alcune delle pagine...

Una era "sull'attentatore" italo/lituano arrestato grazie alla segnalazione dell'FBI nata da alcuni commenti su FB. Potete immaginarvi cosa avessi in mente di scrivere: e il fatto che non ci siano novità mi fa sospettare che avessi ragione...

Un'altra pagina era un breve articolo in cui si considera il senso dell'umorismo come previsore dell'intelligenza. Però ho scaricato lo studio vero e proprio quindi, se mi ricordo di leggerlo, probabilmente lo commenterò a parte...

E poi un altro articolo era sull'identificazione dei geni legati all'intelligenza: in una prima ricerca erano circa 50, nella più recente 500. Secondo me sono ancora pochi. La mia idea è che l'intelligenza sia legata all'intera natura umana, sia immanente a essa, e non la si possa quindi separare e isolare. Ovviamente è un'intuizione pura, basata cioè sul nulla...

Ah! E un articolo era sulla EU che sembra volersi preoccupare delle fake news o bufale. Inutile dire che bufale saranno tutti gli articoli contro l'UE e quanto voluto dal consorzio dei parapoteri internazionali. Fa sorridere il suggerimento di citare sempre le fonti in ogni articolo: lo fa il Bagnai in Goofynomics; non lo fanno i giornali “seri” e “affidabili” (pro EU e parapoteri)...

Detto questo qualche aggiornamento spiccio.

Sabato ero di umore cupo: quell'umore nero che ti fa sentire la faccia pesante, che scivola verso il basso. Temo di essermi regalato qualche ruga in più...
Domenica ho avuto un breve rimbalzo positivo ma oggi sono di nuovo nervoso e irritato.
Non c'è un motivo: è una sensazione che è nata da sola... e poi un retrogusto ominoso nella bocca: preoccupazioni non chiaramente identificabili, più per i miei cari che per me.

Ma nonostante questa disposizione negativa dell'animo sono comunque andato avanti nell'Epitome.
Ho deciso di tirar via alcune parti nuove: l'idea è di affrettarne la pubblicazione e di fare poi un'iterazione o due in più per riscrivere meglio le parti trascurate.
È psicologia per farmi portare a termine quanto ho iniziato...
Ah, da adesso in poi scriverò Epitome con la “E” maiuscola: dopotutto, almeno su questo viario, si tratta dell'Epitome per antonomasia!

Mi chiedevo se, impegnandomi maggiormente, avrei potuto completare la mia Epitome più velocemente. Sicuramente avrei potuto affrettarne la stesura ma credo anche che alcune idee hanno bisogno di maturare nel tempo: non importa quanto ci si rifletta a tavolino, alla fine si chiariscono solo dopo una notte di sonno.

Aggiungo al minestrone anche una riflessione. L'ho maturata nelle ultime settimane (v. ad esempio Musica e reti sociali) ma è nata da una vecchia idea di intervista al mio amico chitarrista.
Mi chiedevo cosa avrebbe risposto a una domanda di questo genere: “Che rapporto c'è fra bravura, successo e gusti del grande pubblico”. La mia sensazione è che la risposta sia poco o niente.
Più un artista è geniale e innovativo e meno sarà capito e apprezzato dal grande pubblico. Alla fine l'artista che vuole avere successo deve blandire il pubblico, edulcorare le proprie idee e il proprio stile.
Questo è vero per i musicisti ma credo si possa applicare in molti altri ambiti.
Se i gusti della popolazione sono distribuiti su una normale (la famosa funzione a forma di campana) allora ciò che si trova alle sue estremità, anche quando eccelle, non verrà apprezzato per quanto vale.
Forse gli artisti di maggior successo sono sì dei geni ma di un tipo in cui predomina la voglia di piacere agli altri: senza rendersene conto percepiscono chiaramente i gusti delle masse e si limitano a introdurre nel proprio stile un minimo elemento di novità che li renda originali. Nel senso che potrebbero essere molto più innovativi ma inconsciamente finiscono per subordinare il proprio gusto a quello del grande pubblico.
Il rovescio della medaglia è che ci devono essere anche artisti geniali che però sono incompresi e solo un pugno di persone li apprezza...

Conclusione: ecco spiegato perché il mio viario piace solo a me!

Carbone alterato

Finalmente ho scoperto un'altra serie (dopo Stranger Things) di altissima qualità su Netflix: Altered Carbon.
Nonostante il titolo infelice è proprio una bella serie: straordinaria ambientazione (con un approfondimento serio di molteplici implicazioni), begli effetti visivi, ottima trama, ottima regia, discreti attori. Realizzato senza badare al risparmio: sembra un film diluito su più puntate...

Per adesso non vi ho trovato contraddizioni evidenti e sono stato più volte sorpreso dalla storia (*1).
Ah! e sono alla puntata 9 o 10.

Nota (*1): di solito, pur cercando di non pensarci, tendo a prevedere facilmente gli sviluppi di una trama...

Pericoli veri e presunti - 20/3/2018
Di questi giorni lo “scandalo” sulla società Cambridge Analytica colpevole di aver sfruttato i dati personali di milioni di utenti FB per orientarne il voto, sia nella campagna presidenziale di Trump che nel referendum per la BREXIT.

Quattro commenti:
- Sono sicuro che anche la Clinton ha fatto una campagna in rete: solo che la società a cui si è affidata usava programmi peggiori per identificare i possibili elettori.
- Su questo pericolo, usare i dati personali per orientare gli elettori incerti, ho avvisato diversi anni fa (v. ad esempio Accertamento inutile del 2011)
- Sembra quasi, da come i media pongono la notizia, che il problema sia chi ha usato i servizi della Cambridge Analytica: come se invece di Trump fosse stata la Clinton ad appoggiarsi a tale società allora sarebbe stata brava e moderna. Idem per il comitato del NO alla BREXIT. In realtà il vero problema di fondo è che FB (e quindi il governo USA) raccolgono e vendono (magari indirettamente) dati personali: l'abuso è automatico e inevitabile.
- L'accusa rivolta alla Cambridge Analytica è di aver comprato i dati da una società che li aveva originariamente raccolti per una ricerca psicologica: beh, io leggo le norme sulla riservatezza e in genere c'è scritto quando i dati possono essere rivenduti a società terze. Il problema è che nessuno legge tali avvisi o è pienamente consapevole delle loro conseguenze (senza contare gli analfabeti funzionali!)

Notizie non dette - 21/3/2018
Avevo già visto girare la notizia su FB ma oggi è apparso anche il seguente articolo: Italia-Francia, ripudiato l’accordo (firmato Gentiloni) sulle acque territoriali: amplia le zone di pesca di Parigi di Virginia Della Sala e Carlo Di Foggia dal IlFattoQuotidiano.it (*1).

Apparentemente l'allora ministro degli esteri Gentiloni (governo Renzi) aveva firmato un accordo bilaterale con la Francia tutto a favore di questi ultimi. Perché? Non si sa... (*2)

Ma la cosa interessante è che il telegiornale di Sky (*3) delle 12:00 non ne ha fatto menzione: eppure Calenda ci racconta che i governi Renzi e Gentiloni sono stati i migliori degli ultimi mille anni, sarebbe quindi stato interessante chiedere la ragione di tale accordo (che poi non è stato ratificato dal parlamento italiano ed è quindi, credo, decaduto). Invece no, l'ho seguito tutto ma non se ne è parlato.

Questo comportamento è indicativo del giornalismo italiano: succube del potere e che non osa mai rivolgere le domande “difficili” che invece aiuterebbero gli italiani a capire meglio ciò che succede...

Nota (*1): Mi sono accorto che questo articolo appartiene alla sezione “Premium” de IlFattoQuotidiano.it, di solito riservata agli utenti abbonati, ma apparentemente adesso è visibile a tutti: spero rimanga così!
Nota (*2): Una mia ipotesi, pensata sul momento, è che potesse essere uno scambio per avere il sostegno francese all'assegnazione della sede dell'agenzia europea sui farmaci, poi andata all'Olanda...
Nota (*3): quello di Sky è un telegiornale che nella forma si spaccia come indipendente ma che nella sostanza è molto filogovernativo e pro-europa (quella tossica delle banche, non quella ideale dei popoli). Magari controllerò anche i vari giornali in linea per verificare se hanno questa notizia e che risalto le danno...

Collegamento mnemonico - 22/3/2018
Il pezzo Nuovi esempi per una vecchia idea mi ha fatto ricordare una teoria sulla moralità di mio zio (v. Deriva morale).

La questione era in quali periodi storici la moralità di una nazione cresce e in quali diminuisce e mio zio, dopo averci rimuginato un paio di secondi, mi rispose che in prima approssimazione la moralità è collegata alla ricchezza: quando la ricchezza aumenta la moralità diminuisce e viceversa.

Ora ritengo che tale teoria, sebbene a grandi linee, fosse corretta ma che rientra nel quadro più ampio di reazione al cambiamento degli epomiti. Quando gli equimiti vanno in crisi si cercano alternative (nuovi protomiti) e a volte la risposta può essere morale.

Nel caso italiano vediamo che i politici sono quasi unanimemente considerati corrotti ed ecco che la risposta, anzi la parola d'ordine, costantemente ripetuta dal M5S è “onestà”. Tutti coloro che credono sinceramente nel M5S ne condividono, almeno parzialmente, i protomiti: ed ecco quindi che l'onestà, e quindi la moralità, riacquista valore.

The wall - 23/3/2018
Due caccia hanno rotto il muro del suono in Lombardia: e ora chi paga le riparazioni?