No, non si tratta di una galassia... MC 53 sta per "MC microcomputer" numero 53.
MCmicrocomputer era una rivista mensile di informatica (non so se esiste ancora) e, il numero 53, uscì nel giugno 1986.
Come potete immaginare, questa rivista, è un'altra delle amenità che ho recuperato da Pisa. Per me fu molto importante perchè recensì, entusiasticamente, il Commodore Amiga (1000) che, infatti, troneggiava sulla prima di copertina.
Per chi non lo sapesse, l'Amiga, fu un prodigio di ingegneria che, quando nacque, ebbe una decina di anni di vantaggio sulla concorrenza. Questo grande potenziale fu gestito malamente e, col tempo, le sue prestazioni furono raggiunte e superate dai cosiddetti "IBM/AT compatibili".
Però non voglio parlare dell'Amiga...
Mi sono messo a sfogliare la rivista e a ricordare i "vecchi tempi".
Tanto per dare l'idea il primo IBM/AT (basati sulla famiglia 80286) era stato recensito solo 3 mesi prima e, al momento, "furoreggiavano" i computer IBM/XT (basati sui CPU 8088): nell'angolo della posta, gli esperti spiegano, che i 286 sono molto più potenti ma ancora non c'è molto software che sfrutta il loro set specifico di istruzioni...
Da una pubblicità (quindi un computer nuovo e potente!):
Caratteristiche del sistema base:
Regolare licenza Microsoft DOS 3.2 e GW BASIC 3.2
CPU Intel 80286
Clock 6/8 MHz
Memoria 512 Kb
Scheda grafica monocromatica ad alta risoluzione (720 x 348 punti)
Drive da 5"1/4 da 1.2Mb
Alcuni modelli più evoluti avevano perfino un hard disk interno che raggiungeva i 20 Mb di capacità...
In generale, nelle foto, si vedono dei desktop enormi, come degli enormi cassetti di un grande armadio, con sopra dei monitor piccini piccini (immagino 14 pollici...).
Altra pubblicità: dischi rigidi da 5Mb a 100Mb...
Altra pubblicità: Per il tuo computer: Giochi e utility su cassetta! Load'n'run se hai lo spectrum; MSX Computer Magazine: Tutto sull'MSX; COM 64: Raccolta speciale, Commodore 64, una fantastica compilation.
Comunque è la struttura della rivista ad essere interessante: due recensioni di computer (Amiga 1000 e Sperry PC/IT); 5 pagine di recensioni di giochi; ben 4 articoli di matematica ("Numeri stravaganti", "I pentamini", "Ancora sui numeri primi", "Riconosciamo la lingua parlata") e 1 prettamente di informatica ("Memoria virtuale, paginazione, segmentazione"); poi paginate di software (quasi tutto nei vari dialetti di BASIC) da copiare con la lente di ingradimento per diverse piattaforme: assembler 8086/8088, Apple, MSX, C-128, C-64, Vic-20, Spectrum e Sharp PC-1500; un corso di dBASEIII; ancora software MBASIC; infine varie rubriche: posta, news, micromarket, guidacomputer (listino prezzi)...
All'epoca, l'informatica, non era ancora un fenomeno di massa ed era considerata molto più vicina alla matematica che all'ingegneria. Non so, forse mi sbaglio, ma all'epoca il laureato in informatica doveva sembrare una sorta di guru con conoscenze arcane ed esoteriche...
I computer erano rari e chi li sapeva utilizzare (per non dire programmare) era considerato uno stregone. Per rendere l'idea, dall'articolo sul corso di dBASEIII, "Il programma per gli stipendi è un problema diffusissimo nel quale si sono imbattute o si stanno imbattendo tutte quelle aziende piccole o medie, nelle quali la dimensione del problema non è tale da rendere obbligatoria la soluzione informatica, ma che la diffusione dell'informatica sta comunque investendo proponendo soluzioni più economiche di quelle tradizionali, in tutte le attività di tipo gestionale e in molte di tipo produttivo.". Da notare che, implicitamente, viene detto che ci sono aziende piccole, e perfino, medie, che non usano il computer per calcolare gli stipendi!!
Concludo con una chicca. È un po' lunga (e mi fa fatica ricopiarla) ma ne vale la pena:
"Come fare a procurarsi il software
...
La procedura per l'acquisto all'estero non è né semplice né rapida. Occorre munirsi di un assegno circolare, intestato al fornitore, per l'importo. Le banche, comunque, non rilasciano tale assegno se non sono in possesso della fattura relativa alla merce acquistata, e, ovviamente, il fornitore americano non invia la fattura, con la merce, se non è stato pagato. Sembrerebbe un gatto che si morde la coda se non esistesse un machiavello.
Chi desidera qualcosa può inviare al fornitore od al produttore chiedendo che gli sia inviata una fattura proforma per la merce che si desidera acquistare (è opportuna precisare nella lettera di far includere ed evidenziare anche le spese postali, che, per l'invio per posta aerea, non sono trascurabili). Alla ricezione, si fornisce tale fattura alla banca, che l'accetta sotto condizione della fornitura successiva della documentazione originale ed emette l'assegno corrispondente. A questo punto è possibile effettuare l'acquisto (diverse banche provvedono ad inoltrare direttamente l'assegno, altrimenti è opportuno inviarlo con assicurata con ricevuta di ritorno internazionale, di color rosso); generalmente tutta l'operazione si risolve in un paio di mesi se si ha l'accortezza di inviare tutta la corrispondenza per espresso e di farsi inviare la merce per posta aerea. All'arrivo, la merce viene generalmente trattenuta in dogana e ci verrà richiesto l'invio della fattura (ancora vale la pro-forma in fotocopia): dopo qualche giorno il pacchetto sarà in ufficio postale, gravato di dazio che, in buona parte dei casi, si riduce alla tassa di trasporto di 3500 lire.
..."
Tassi alcolemici
1 minuto fa
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