Come temevo la mia “vacanza” di ieri è stata un po’ avvelenata da un messaggio su WhatsApp: poi a sera ho risolto tutto ma per un quattro ore sono stato piuttosto teso e irritato. Per far “pari” mi prenderò libero anche oggi (e non controllerò né posta né WhatsApp)!
A dire il vero mi sentivo un po’ strano ieri: mi è venuto il dubbio di avere la pressione alta a causa del tè preso massicciamente da mio padre e, in giornata, quello fortissimo indiano qui da me. Non ho la macchinetta per verificare ma nel dubbio sospendo di nuovo il tè indiano e limiterò l’altro.
Questa premessa per dire che, nonostante tutto, (ovvero il silenzio, l’assenza di zanzare, la temperatura ideale) ho dormito male.
Mi sono svegliato verso le 4:30 dopo aver fatto un sogno decisamente stressante: ero a casa dei miei nonno materni e, per qualche motivo che non ricordo, avevo da leggere in loro vece un discorso, preparato vari decenni fa, alla festa di paese che sarebbe passata per la strada principale sotto la finestra della camera da letto dei nonni.
Sulla credenza prima trovo un foglietto intitolato “Versione corretta del discorso del Rattini”, che suppongo essere ciò che dovrò leggere, poi trovo anche il testo completo: oltre una dozzina di fogli A4, ingialliti dal tempo e scritti a macchina, spillati insieme.
Per capire la situazione dovrei avere il tempo per controllare dove si trovi il discorso del Rattini nel programma generale ma mi affaccio alla finestra e mi accorgo che il corteo è ormai quasi arrivato: fra pochi secondi dovrò leggere il foglietto (sperando che sia effettivamente quello corretto) e così gli do un’occhiata. Con orrore mi accorgo che ci sono anche delle frasi in greco antico che non so leggere!
In pochi secondi decido che l’opzione migliore è quello di bleffare e leggerle con sicurezza, con un accento un po’ strano: quante saranno le persone in grado di capire il greco antico a questa festa di paese?
Fortunatamente sento che è arrivata anche mia cugina: lei conosce bene il greco antico quindi la chiamo e le dico che, proprio per questo, deve leggerlo lei il discorso. Stranamente non protesta e si accolla l’incombenza a me sgraditissima.
Nel frattempo però avevo visto nella folla in strada un mio amico che da giorni sto cercando di contattare (temo abbia qualche problema famigliare) che, per conto suo, si sta allontanando rapidamente.
Scendo quindi in strada per parlargli e qui le cose si fanno stressanti: non mi riesce raggiungerlo! Cerco di accelerare il passo ma mi viene subito il fiatone e più volte mi devo fermare. L’inseguimento dura a lungo con io che fatico per non perderlo di vista ma senza riuscire ad avvicinarmi. Alla fine mi sfugge in un parcheggio labirintico a più piani dove aveva evidentemente lasciato la macchina.
Qui mi sveglio completamente spossato: credo di essermi davvero mosso nel sonno. Contemporaneamente mi viene il sospetto di avere la pressione alta di cui ho scritto prima. Mi metto a leggere alle 5:00 per oltre un’ora con l’idea che tanto recupererò in mattinata.
Mentre sono a letto ripenso al sogno e al testo del Rattini (cognome mai sentito prima) e in particolare al testo in greco. Inizio a ragionare sulle lingue e a come esse influenzano il pensiero di chi le parla.
Rifletto che apparentemente l’italiano, con la sua corrispondenza precisa fra scrittura e pronuncia, dovrebbe portare a chiarezza di pensiero e di espressione: ma basta pensarci un attimo per rendersi conto che non è così. L’italiano sembra essere la lingua ideale per gli ipocriti che possono parlare a lungo senza dire niente.
Ho pensato così all’inglese: la struttura delle frasi più semplici, meno tempi e modi verbali, il soggetto sempre esplicito. Una lingua in cui, sebbene la pronuncia non si accordi con la scrittura (*1), ha una grammatica essenziale che rende più facile essere chiari e diretti.
In altre parola la pronuncia sembra irrilevante mentre la grammatica decisiva.
Per associazione di idee mi è tornato in mente un video che avevo visto qualche giorno fa sui “dad jokes” (non chiedetemi perché l’ho guardato!) in cui si gioca proprio su queste ambiguità per costruire doppi sensi e battute.
Allora, mezzo addormentato ho pensato il mio “dad joke” da dire se un’intervistatrice inglese mi chiedesse se so cosa sia: “Of course I know what a dad joke is: it is a joke so funny that you die. PAUSA. This dad joke is mine: I mean mine here, not in North East USA.”
Un amico inglese di mio padre diceva che avevo un umorismo molto inglese: forse aveva ragione…
Conclusione: spero sbuchi il sole per andare a leggere in giardino: al momento la mattinata non sembra promettere bene ma c’è tempo per migliorare!
Nota (*1): spesso ci sono parole scritte nello stesso modo ma con pronunce diverse in base al significato. Per esempio “lead” (piombo) si legge “led” mentre “to lead” (condurre) si legge “liid”. Oppure stessa pronuncia ma scrittura e significato diverso per esempio “red” (rosso) e “read” (letto, verbo leggere al passato). E infine stessa pronuncia e scrittura ma significati diversi: “light” può significare sia “leggero” che “chiaro”...
La kuestione salariale
44 minuti fa
Nessun commento:
Posta un commento