Stanotte sono stato tentato di alzarmi per scrivere. Giornataccia: improvvisi problemi in famiglia che non so come e se sarò capace di gestire.
Comunque alle 23:00 circa sono andato a vedere, come al solito, le stelle: forse è stata la notte più luminosa in assoluto, intendo come quantità di stelle, Forse l’aria particolarmente secca, non so. Anche di stelle cadenti ne ho viste moltissime.
Solo che sono stato molestato da, credo, un riccio: in verità è la terza volta che passa da me. O non ha paura o ci vede malissimo ma si avvicina lui senza esitazione.
La prima volta mi mise in fuga: vidi arrivare questa macchiolina nera nell’erba che faceva un sacco di rumore e prudentemente me ne andai!
La seconda volta mi limitai a mettere i piedi sopra la sdraio e aspettai che se ne andasse.
Ieri ci siamo abbastanza ignorati: lui va a frugare sotto le foglie e io non mi preoccupo più.
Dopotutto Bisba, che mi sta sempre appiccicata quando scendo in giardino, lo ignora completamente pure lei: è buffo come riesca a catalogare bene i suoni fra inutili (il riccio), interessanti (si mette a puntare per capire cos’è) o pericolosi (si predispone alla fuga).
Tornato a casa mi sono rimesso a riflettere, a freddo, su quanto scrissi in Indignato e arrabbiato dello scorso inizio giugno, e sull’origine/significato delle mie emozioni.
Il punto è che la mia vicina mi è piaciuta da subito, in realtà (non credo di averlo scritto) l’avevo già vista per pochi secondi un anno fa (o erano due?) quando dovetti andare a Pisa per un’emergenza: ma ricordo di aver esplicitamente pensato “non può vivere qui”.
Ecco la differenza è proprio questa: non l’ho incontrata per strada, anche ieri ho visto due ragazze molto belle mentre ero in macchina, ma nel palazzo dove ho vissuto da studente.
Questo mi ha portato inevitabilmente a pormi questa domanda: “visto che ragazze evidentemente ideali per il mio tipo esistono perché il destino me le ha diligentemente nascosta quando ero più giovane?”.
Spesso si accusa però il destino per non accusare noi stessi. E allora ci ho ripensato un po’ più criticamente: ci sono state ragazze, ai tempi dell’università intendo, che mi avessero attratto a pelle in maniera altrettanto forte? E se sì, cosa feci io?
Con stupore mi sono ricordato che in effetti al primo anno, o forse al biennio, avevo notato una ragazza che mi piacque tantissimo a colpo d’occhio. E in effetti potrebbe essere la mamma della mia altrettanto bella vicina: le similitudini (almeno fisiche) sono tantissime ma non starò a descriverle, fidatevi se volete.
Ricordo che all’epoca stava in un gruppone sebbene un po’ sulle sue: sicuramente una I--- e non una E---.
La consideravo talmente bella che non mi passò mai neppure per la testa di rivolgerle la parola o anche solo di avvicinarla per osservarla meglio. Era qualcosa di assolutamente fuori dalla mia portata: è come, dovendo comprare un auto, non prendere in considerazioni il concessionario che vende solo Ferrari e Porsche…
Solo una cosa feci: scoprii il suo nome. E sapete cosa? Del periodo dell’università ho dimenticato amici e conoscenti, figuriamoci nomi e cognomi per cui non sono assolutamente portato, ma il suo lo ricordo ancora come fosse inciso nel marmo: Tiziana P. (e mi ricordo esattamente anche per cosa sta il “P”!).
Vabbè, il paragone non è però corretto: del resto Tiziana la potevo vedere (da lontano!) solo all’università dove era sempre circondata da tante persone, ragazzi (esibizionisti) e ragazze (bruttine). Sarebbe stata un’altra storia se ella avesse alloggiato nel mio stesso palazzo. O forse no?
Difficile dire… Per come sono ora, con un’esperienza extra pluridecennale, se mi ritrovassi all’interno del mio vecchio me sicuramente farei in modo di parlarle (sarei comunque troppo onesto e diretto e la spaventerei!) anche potendola incontrare solo all’università…
Più difficile è riuscire a ipotizzare cosa avrebbe fatto il mio vecchio me se Tiziana avesse abitato all’appartamento sotto il mio. Sicuramente avrei organizzato una sorveglianza massiccia per scoprirne orari e abitudini. Altrettanto sicuramente sarei caduto due o tre volte dalle scale distraendomi a guardarla sottecchi…
Fondamentale sarebbe stato ricorrere ai consigli di qualche amico perché davvero i mii punti di forza all’epoca (ma anche ora) erano pochissimi e non avrei saputo minimamente venderli.
C’è da dire che sicuramente avrebbe avuto un impatto notevole su di me: come tutti gli INTP, con un Fe inferiore assolutamente fuori controllo, avrei disperatamente fatto di tutto per piacerle: mi immagino quindi in palestra o a prendermi un po’ più cura della mia apparenza esteriore. Se avessi poi pensato di poterla avvicinare studiando insieme avrei facilmente preso tutti 30 e lode! Cose così…
Invece la guardai solo da lontano mentre un’unica volta (quando scoprii il suo nome) la vidi per bene da vicino (e ancora la ricordo) mentre mi passava accanto. La sua influenza su di me fu assolutamente nulla.
Un po’ come le stelle cadenti che amo così tanto guardare: bellissime, sfiorano per un attimo la Terra da lontano ma poi svaniscono perdendosi per sempre. Ecco, Tiziana mi passò accanto luminosa come una stella cadente…
Conclusione: beh, ho capito almeno che carattere avrebbe dovuto avere la mia ragazza ideale. N sicuramente, I o E indifferente (ma credo meglio I), T meglio che F e sicuramente P.
Quindi INTP, INFP, ENTP o ENFP.
Credo I meglio che E a causa della mia estrema introversione: come ho scritto (v. Amore e MBTI) I ed E insieme hanno un grande potenziale benefico per la coppia ma credo sia difficile che si sviluppi una sinergia positiva fra un I e un E estremi. Però magari leggermente E mi sarebbe più compatibile che una I come me… difficile fare previsioni assolute al riguardo...
Politicizzazione (s.f.)
6 minuti fa
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