Oggi non ho voglia di proseguire la stesura di Strabuccino pensavo di dedicarmi invece a una “piccola” indagine.
Più o meno l’anno scorso mi lessi “Scacco all’Europa” di Danilo Taino (v. Scacco all’Europa) per “allineare” le mie intuizioni sulla Cina con dei dati più concreti.
Questo mi portò a riorganizzare l’Epitome aggiungendo fra le altre cose il capitolo [E] 12.6, “Globalizzazione cinese”. In questo capitolo spiegavo che la Cina (lo Stato non le singole imprese) faceva degli accordi bilaterali per la costruzione di infrastrutture (in genere dei progetti faraonici) da far realizzare ad aziende cinesi e manodopera cinese. Sempre la Cina prestava, tramite un’apposita banca, i fondi necessari (in genere si parla di miliardi di dollari) alla sua realizzazione.
Come ho detto queste opere erano spesso sovradimensionate per le reali necessità del paese in cui erano costruite: questo portava poi una crescita economica, un ritorno per l’investimento, minore del previsto. In moltissimi casi gli stati che avevano stipulato questi accordi si sono ritrovati nell’impossibilità di pagare: in questo caso allora la Cina faceva nuovi prestiti in cambio di altre concessioni: per esempio una base militare nel paese, la gestione della struttura per 50 anni e altre svariate concessioni politiche simili.
Come ho già avuto modo di dire però la mia fonte preferita di informazioni sulla guerra in Ucraina, il canale The new Atlas, è fortemente pro cinese. Per esempio sulla crisi economica dello Sri Lanka dice che l’80% del debito del paese è detenuto dall’occidente mentre la percentuale cinese è del 10% o meno (cifre da prendere con le molle perché ancora non ho visto il video).
La mia interpretazione è che il debito occidentale è debito di “mercato” ovvero obbligazioni dello Sri Lanka, comprate dagli istituti finanziari occidentali (beh, poi ci potrebbero anche essere prestiti diretti del FMI o della Banca Mondiale con le loro condizioni: in genere collegati a varie liberalizzazioni del mercato). Il debito cinese è invece direttamente con la Cina: se non paghi una rata non viene un banchiere a bussare alla porta ma l’ambasciatore cinese con tutto ciò che questo comporta.
Ovviamente questa è solo una mia illazione per conciliare insieme i vari dati e, in particolare, come mai il debito verso la Cina sia così importante anche se, in assoluto, minoritario rispetto all’indebitamento complessivo.
La mia idea è quindi quella di vedermi i vari video di The new Atlas sull’argomento per capire per bene il suo punto di vista.
In seguito voglio poi guardare questo video: Why do they accept Beijing's foolish projects? 9 nations are also on the brink of bankruptcy dal canale China Insights. Si tratta di un canale, chiaramente anti cinese, ma che ha il merito di non esagerare e, quindi, mi pare credibile. Cioè se si vuole parlare male della Cina secondo me è sufficiente, per esempio, mostrare come funziona il sistema di “credito sociale” (al quale in realtà punta il verdepasso italiano): non c’è cioè bisogno di inventare niente. Quando guardo i video di questo canale il mio “senso per la verità” non inizia a mandare segnali di allarme! Insomma al momento (ho visto troppi pochi video per esserne sicuro al 100%) lo ritengo affidabile e quindi credo che mi darà delle indicazioni credibili.
Anche l’ordine è poi importante: siccome la mia posizione è già scettica sulla Cina voglio prima guardare i video di The new Atlas e solo dopo quello di China Insights.
Vediamo quindi cosa ne esce fuori!
Ho visto due video di The new Atlas sulla crisi in Sri Lanka. Ce ne sarebbe anche un terzo ma dura più di un’ora: magari lo ascolterò in seguito tenendolo in sottofondo…
I video sono i seguenti: SHORT: Debt Trap Diplomacy - Who Really Owns Sri Lanka's Debt? e US Fingerprints Found Behind Sri Lanka Unrest.
Ho preso degli appunti (per tutti i dati forniti il bloggatore fornisce i collegamenti agli articoli originali, in genere fonti occidentali in maniera che non ci siano dubbi che siano pro Cina).
A. Come è diviso il debito dello Sri Lanka:
47% Mercato
13% Asian Development Bank
10% Cina
10% Giappone
9% Banca Mondiale
3% Altri
2% India
Il 47% (obbligazioni come immaginavo) è posseduto dai grandi istituti finanziari occidentali: Black Rock, UBS e altri.
B. L’aumento dei prezzi è provocato dalle sanzioni occidentali alla Russia.
C. Dietro all’attuale protesta ci sono gli USA. Qui Brian Berletic, il bloggatore, ha fatto un ottimo lavoro di investigazione. Fra i tre fondatori dell’attuale protesta c’è anche un esperto informatico che ha lavorato per un anno, come volontario, per un’organizzazione sovvenzionata dagli USA fra cui vertici figurano personaggi con un passato tutt’altro che limpido.
D. La protesta dello Sri Lanka si è basata molto sulle reti sociali, FB in testa. Chi, come me, durante il periodo come attivista del M5S ha provato a usare FB per fare gratuitamente pubblicità alle nostre iniziative ha capito che questa rete sociale, con i suoi algoritmi, evita che si diffondano messaggi sgraditi. Se FB diffonde i messaggi di un’organizzazione lo fa su ordine politico statunitense. Lo stesso vale per Google, YouTube e simili.
Incidentalmente anche la primavera araba, che beneficiò notevolmente delle reti sociali, fu progettata una decina di anni prima con la collaborazione degli USA prevedendo appunto l’uso massiccio di questi nuovi strumenti di propaganda.
E. Il pericolo per lo Sri Lanka è che vada al potere qualcuno completamente succube degli USA e che ne faccia gli interessi a discapito di quelli del proprio popolo. Qualcuno tipo Draghi per capirci.
In definitiva l’argomento principale di Berletic è che la crisi economica era già in gestazione da anni e che la Cina abbia una responsabilità in essa proporzionale al debito posseduto (10%).
Sicuramente quello che dice Berletic è corretto: è possibilissimo che la crisi economica non sia stata innescata dall’investimento cinese. Il punto fondamentale è però cosa riesce a ottenere la Cina da questo suo debito: come riesce cioè a trasformarlo in strumento di pressione politica.
Ora va detto che se gli USA riescono a piazzare nello Sri Lanka un proprio burattino allora la Cina non otterrà niente e sarà costretta, semplicemente, a spalmare il debito su un periodo più lungo o roba del genere. Questo però non ci dice niente su cosa succede nei paesi che non saltano completamente con le gambe all’aria: quando cioè rimane al potere il governo che ha contrattato le infrastrutture con la Cina…
Il punto B poi è solo affermato ma non argomentato.
Ma vediamo cosa dice Why do they accept Beijing's foolish projects? 9 nations are also on the brink of bankruptcy…
Anche qui evidenzio i miei appunti…
A. Nel 2009, alla fine di una lunga guerra civile, le prospettive dello Sri Lanka erano rosee: grazia al turismo aveva un attivo annuo di miliardi di dollari. Ma poi aderì alla Road & Belts Initiative…
B. Vengono poi mostrate le due infrastrutture principali costruite dalla Cina: il mega aeroporto internazionale con appena 5 voli settimanali, e il porto (in teoria strategico) a cui fanno scalo pochissime navi. Anche le altre opere secondarie non hanno portato i profitti sperati.
C. Nel 2015 in cambio di sconti sul debito il governo dello Sri Lanka concede alla Cina la gestione del porto e di una grande area circostante per 99 anni.
D. La gestione del potere nello Sri Lanka era famigliare con due fratelli che si alternavano come presidente e primo ministro. Questo potrebbe averne facilitato la corruzione visto che sono stati trovati finanziamenti al presidente per diversi milioni di dollari da parte delle aziendi cinesi.
E. È però anche vero che la crisi è stata innescata dalla pandemia di covid-19 che ha bloccato il turismo e dalla guerra Russia-Ucraina (a causa delle sanzioni).
F. Sul finale è apparso il demente senile a capo del G7 che annunciava un piano da 600 miliardi di dollari per costruire infrastrutture in giro per il mondo in maniera da contrastare la Cina nel suo stesso gioco: il video però era critico su questa idea visto che è distruttiva per i governi locali.
Che dire?
Adesso mi è tutto chiaro. Il mio capitolo [E] 12.6 resta valido.
Nello Sri Lanka abbiamo visto la (vera) risposta degli USA a questa strategia cinese: dove possibile si attua un cambio di governo che sfrutta la frustrazione della popolazione che, dopotutto ha motivo d’essere arrabbiata, per mettere al potere un proprio burattino.
Ovviamente questo non significa che il nuovo presidente opererà bene per il paese: anzi probabilmente farà ancora peggio di quello appena scacciato ma avrà dalla propria parte, almeno per un po’ di tempo, la popolazione locale grazie al controllo dei media e, soprattutto delle reti sociali. Insomma la situazione dello Sri Lanka era fra lo scegliere la padella o la brace…
Più in generale, come spiego già nella mia Epitome, stiamo assistendo a una nuova forma di colonizzazione con la novità che colpisce anche l’Europa.
Ah! dimenticavo: bisognerebbe vedere per bene le cifre anno per anno per esserne sicuri ma, a occhio, NON è stato il debito verso la Cina a far fallire il paese: è però vero che la Cina aveva comunque realizzato il suo obiettivo strategico di avere, almeno per 99 anni, una base nel paese...
Conclusione: qualche giorno fa un tizio molto in gamba che seguo su FB (v. Bambini limitati per adulti illimitati?) ha pubblicato un pezzo sullo Sri Lanka: all’epoca l’avevo saltato perché non mi sentivo in grado di giudicare/capire. Adesso andrò a leggere cosa dice...
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