La Germania propone oggi di abolire il diritto di veto per singolo Stato all’interno della UE: col sistema attuale non è infatti possibile prendere decisioni comuni in maniera efficace. Se la UE vuole continuare a essere una potenza globale.
Ovviamente al disperato appello non poteva non aggiungersi la voce chiocciante della Baronessa tedesca…
Ho chiesto cosa ne pensano le mie conoscenze su FB: vedremo se/cosa mi verrà risposto.
La Germania ha perfettamente ragione quando dice che così l’UE rimarrà sempre bloccata: è infatti semplicemente impossibile che 27 Stati siano d’accordo su qualsiasi decisione.
Se ben ricordo infatti il potere di veto fu voluto dal Regno Unito che, a mio parere, entrò nell’unione col solo scopo di evitare che divenisse qualcosa di diverso da un semplice mercato comune in maniera che non potesse contrastare, neppure in prospettiva, gli USA: cosa di meglio di poter mettere il proprio veto senza se e senza ma?
Io trovo la questione di fondamentale importanza: un metodo accettabile da tutti con cui far prendere le decisioni importanti a una federazione di Stati è uno dei fili conduttori di “The framers’ coup” (che descrive come fu redatta e approvata la Costituzione statunitense del 1789).
Come avevano risolto il problema gli americani?
Prima della Costituzione avevano gli “articoli”: un accordo creato dalle tredici colonie che si ribellarono al Regno Unito. In questi articoli non c’era il potere di veto: già con 13 Stati sarebbe stato estremamente difficile prendere decisioni all’unanimità.
Ingenuamente qualche lettore potrebbe pensare: perché non prendere le decisioni a maggioranza sul numero di Stati?
Perché gli americani non erano fessi: gli stati del sud erano consapevoli di aver interessi diversi (e per certi versi contrapposti) a quelli del nord ed, essendo in grado di contare, sapevano benissimo di essere in sei stati del sud contro sette del nord. Nelle decisioni a maggioranza semplice avrebbero deciso sempre gli Stati del nord cosa che, a quelli del sud, logicamente non andava bene.
Gli Articoli quindi prevedevano che per certe decisioni importanti fosse necessaria una cosiddetta super maggioranza di 8 stati contro 5. In pratica una maggioranza del 60% che non era per niente facile da raggiungere.
Non per nulla una degli argomenti più convincenti della necessità di una vera e propria costituzione fu la sostanziale paralisi decisionale dell’Unione.
Con la Costituzione si superò poi il sistema di voto per singoli stati creando un parlamento con due camere: il Congresso e il Senato. I vari Stati eleggevano un numero di congressisti più o meno proporzionale alla popolazione del singolo stato, mentre per il senato ogni stato mandava sempre e comunque solo due senatori.
Si trattò in pratica di un compromesso: gli Stati più piccoli temevano di non contare più nulla se la rappresentanza fosse stata basata unicamente sulla popolazione, al contrario gli Stati più grandi (e che avrebbero messo più risorse nel sistema) non volevano rischiare di essere tiranneggiati dai più piccoli. In pratica quindi il Congresso avrebbe dovuto tutelare gli stati più grandi mentre il Senato quelli più piccoli.
Ovviamente la situazione è ancora molto più complessa di come lo descritta io in poche parole (non per niente “The framers’ coup” è di quasi 800 pagine scritte in piccolo!). I padri fondatori battagliarono lungamente fra loro per tutelare le esigenze dei propri Stati e le divisioni/alleanze erano multiple non solo Nord/Sud o stati piccoli/stati grandi…
La struttura dell’UE sembra essere stata creata per bloccare alla radice qualsiasi ulteriore integrazione. Il parlamento europeo, l’unica rappresentanza direttamente votata dagli europei alla fine si limita a ratificare le decisioni prese dal Consiglio Europeo in cui ogni Stato manda il proprio rappresentante e che prende le sue decisioni a porte chiuse lontano dagli occhi dei cittadini e dei pur compiacenti media.
Soprattutto mi sembra che il problema di trovare un sistema in cui ogni Stato venga tutelato non si è neppure posto: cioè lo si è risolto banalmente col potere di veto che però porta alla paralisi.
Suppongo che l’obiettivo sarebbe quello di “vendere” in futuro l’idea delle decisioni a maggioranza: sapete chi allora conterebbe più degli altri? Lo Stato che è più forte e ha maggior potere di persuadere quelli più piccoli e a esso vicini: il paese di cui, guarda caso, il cancelliere si è lamentato che si debbano prendere decisioni all’unanimità.
Conclusione: come scritto il problema di prendere le decisioni all’unanimità è reale: sfortunatamente però non ha soluzioni semplici: è la struttura dell’UE a fare acqua da tutte le parti. La sua struttura andrebbe cambiata da cima a fondo perché così com’è, oltre a non essere democratica, non può funzionare. Ma per cambiare un’istituzione pachidermica e burocratica in corsa occorrerebbero statisti non i politicanti traditori e antidemocratici che sono in giro oggi.
Una possibilità che mi pare percorribile, seppure difficile, è che si formi all’interno della UE una sorta di super unione: l’unico stato abbastanza forte da poter fare da aggregante è la Germania ma il suo attuale cancelliere ha già dimostrato la sua completa incapacità con le sanzioni autolesionistiche alla Russia. Quindi nisba: questa nave è destinata ad affondare.
Il figlio della Concetta
11 ore fa
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