Rifletto “a voce alta” ma in realtà scrivendo.
Pensavo alla propaganda dei media occidentali: a quella della pandemia e a quella sull’Ucraina.
In entrambi i casi la tecnica è la medesima: i media propongono una vera e propria realtà alternativa alla quale tutti si attengano: gli ospiti che non recitano il copione desiderato semplicemente non vengono più invitati; si sopprimono le voci in Rete, che abbiano una certa soglia minima di pubblico, spacciando le loro notizie come bufale o, se usano piattaforme private, vengono accusati di violare genericamente il contratto d’uso.
Con la pandemia questo sistema ha funzionato alla grande. Con la guerra in Ucraina invece ci sono molti più problemi. Come mai? Quali sono le differenze?
È questo il problema su cui voglio riflettere oggi.
Io credo che una prima differenza importante sia sulla materia: quanti sono gli esperti di virus?
Gli esperti di virus sono i virologi ai quali è giusto aggiungere gli epidemiologi: nel complesso un numero molto ristretto di persone.
Quante sono le persone che hanno esperienza di pandemia?
Se per pandemia si intende una vera e propria epidemia globale e non solo il suo rischio teorico allora si può dire che tale numero era zero.
Viceversa quante sono le persone con una discreta conoscenza geopolitica?
Almeno di tre e forse più ordini di grandezza più numerose rispetto al numero di virologi ed epidemiologi.
Quante sono le persone che hanno esperienza di guerra?
Non ne ho idea, ma penso diversi milioni.
Questo significa che le persone che avevano una certa autorità a parlare della pandemia erano in un numero estremamente esiguo e decisamente più facili da controllare (ed eventualmente ricattare).
Le persone che legittimamente possono dire la propria sulla guerra in Ucraina invece sono in un numero estremamente maggiore: si va dal giornalista, al militare passando per il veterano (un canale che seguo è quello di un veterano statunitense pro Ucraina). Dato l’alto numero di persone in questo caso è molto più difficile controllarle tutte: inevitabilmente ci saranno persone che sanno quello che dicono (e sono quindi credibili) e che non sono ricattabili. Certo si possono sempre censurare ma anche questo non è facile quando il loro numero è molto alto.
In pratica direi che questo primo elemento si può riassumere dicendo che il numero di persone che conoscono la verità e che la possono diffondere è molto più alto per la guerra in Ucraina che per la pandemia.
La seconda differenza è la verificabilità delle notizie.
I media propongono fantomatici esperti che dicono la loro opinione, rigorosamente in accordo con la narrativa ufficiale, appellandosi non a ricerche scientifiche specifiche (che ormai affermano verità in contrasto con quanto vorrebbero i media) ma alla loro autorità.
L’unica maniera per controbattere queste vere e proprie bufale dei media tradizionali sulla pandemia è quella di ricercare e verificare cosa dicono le ricerche scientifiche: queste ultime però sono sempre in ritardo sui tempi di diversi mesi e, a causa della loro complessità, non sono verità evidenti per la persona comune che spesso non ha la voglia, né le conoscenze scientifiche, né il tempo per capirle.
Sulla guerra in Ucraina viene citata direttamente la propaganda ucraina oppure i servizi segreti occidentali (specialmente quello inglese le spara grosse!). Al massimo si distorcono le notizie provenienti dalla Russia o, più semplicemente, le si tacciano.
Il fatto è che qui le bugie sulle vittorie ucraine hanno vita breve.
Per esempio pochi giorni fa scrissi il pezzo Aggiornamento sulla guerra in Ucraina e, a poche ore di distanza, venne fuori la notizia della controffensiva ucraina nel sud del paese per la riconquista di Cherson. Zelensky parlava di un esercito di un milione di soldati con armi occidentali. Ne avete saputo più nulla? Eppure io seguii anche il video di un esperto tedesco (dal canale DW) che diceva che era una notizia “plausibile”.
Quando i media occidentali si concilieranno con la verità sul campo? Per quanto ancora possono permettersi di mentire per essere smentiti talvolta a giorni, più spesso a poche settimane di distanza?
Sarebbe interessante leggere i quotidiani italiani del 1944: per esempio il Corriere della Sera raccontava che Germania e Italia potevano ancora vincere la guerra? Io credo di sì.
E questo ribaltamento totale dei fatti continuiamo a vederlo nei media tradizionali attuali: del resto mentire non costa niente e la credibilità se la sono già bruciata da anni, quindi non hanno nulla da perdere…
In definitiva non sono sicuro di quali conclusioni trarre.
I media hanno adottato la stessa tecnica di ribaltamento della realtà sia per la pandemia che per l’Ucraina: nonostante le differenze significative viste sopra non mi pare però ci sia alcun cambiamento di strategia. Mi viene il dubbio che l’evidenza delle bugie occidentali sulla situazione in Ucraina non sia tale per tutti, un po’ anche perché l’avanzata delle truppe russe è molto lenta per minimizzare le perdite. Però cosa diranno quando l’Ucraina fra N settimane, sarà costretta ad accettare la pace? Come faranno a spiegare perché, se l’Ucraina stava vincendo, ha dovuto accettare delle significative perdite territoriali?
Conclusione: niente, è un ragionamento ancora in corso… magari i nostri capi di governo, guidati dal demente senile, hanno in mente di alzare la posta con un allargamento del conflitto? Spero di no perché sarebbe l’ennesima cazzata di questo branco di incapaci, incompetenti e traditori.
Politicizzazione (s.f.)
6 minuti fa
Nessun commento:
Posta un commento