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mercoledì 28 febbraio 2024

Raffica di Rawls

Pezzo diverso dal solito oggi: mi sono messo in pari copiandomi (in un apposito archivio) delle potenziali epigrafi di Rawls scorrendo una ventina di pagine di annotazioni.

Il fatto è che difficilmente arriveranno sulla mia Epitome dato che di Rawls ne uso già quattro e voglio scendere a una, massimo due o tre per autore. Allo stesso tempo è però un peccato non evidenziarle un minimo perché sono molto profonde e talvolta belle nella loro chiarezza.

Le seguenti sono tutte tratte da “Una teoria della giustizia” di John Rawls, (E.) Feltrinelli, 2021, trad. Ugo Santini dalle pagine indicate.

«Perciò, nonostante certe somiglianze tra il mercato e le elezioni, il meccanismo di mercato e la procedura legislativa ideali sono diversi in punti cruciali. Essi mirano a raggiungere scopi diversi: il primo, quello dell’efficienza, il secondo, se possibile, quello della giustizia.» pag. 344-345
Beh, questo paragrafo sembra un po’ monco ma potenzialmente lo userei come epigrafe per un sottocapitolo dove spiego che idealmente si dovrebbe massimizzare sia l’efficienza che la giustizia della democrazia ([E] 11.2 “Efficienza e giustizia”).

«È senza dubbio possibile immaginare un sistema giuridico in cui il credere in coscienza che la legge è ingiusta è accettato come difesa per la non osservanza.» pag. 351.
Questa breve frase (e per essere breve ottiene un bonus) potrebbe forse entrare nell’Epigrafe ([E] 18.1 “Obiettivi e doveri”) sostituendone un’altra sempre di Rawls.
Una delle mie idee più controverse (nella mia testa!) è quella di inserire nella costituzione, come primo articolo, un qualcosa del tipo: «Il cittadino ha il dovere di non obbedire alle leggi o agli ordini inumani».
Chiaramente questa idea avrebbe ripercussioni profonde ma non entro nei dettagli visto che l’essenza dei pro e contro sarà riassunta mirabilmente da Rawls in una delle prossime epigrafi qui di seguito.

«E, data la tendenza delle nazioni, e in particolare delle grandi potenze, a impegnarsi in guerre ingiustificabili e a mettere in moto l’apparato dello stato per eliminare il dissenso, il rispetto accordato al pacifismo serve allo scopo serve allo scopo di risvegliare l’attenzione dei cittadini sulle ingiustizie che i governi sono pronti a commettere in loro nome.» pag. 354.
Come non pensare all’attuale guerra in Ucraina dove la propaganda occidentale è spacciata come informazione fattuale? Possibile che ancora non si comprenda che la democrazia è un gioco truccato dove chi comanda non è il popolo ma delle cricche di potenti? Possibile che non si capisca che tutta l’informazione non indipendente sia progettata per influenzare e manipolare il pubblico e renderlo acquiescente verso le decisioni politiche più perniciose?
Evidentemente la risposta è sì.

«Si può quindi protestare per il fatto che la descrizione precedente non stabilisce chi debba dire quando le circostanze sono tali da giustificare la disobbedienza civile. Essa inviterebbe all’anarchia, poiché incoraggia ognuno a decidere per se stesso, e ad abbandonare l’interpretazione pubblica dei principi politici. Si può rispondere che in realtà ciascuno deve prendere le proprie decisioni. Anche se, di norma, gli uomini ricercano consigli e suggerimenti e accettano le imposizioni di coloro che detengono l’autorità, quando ciò sembri loro ragionevole, essi sono pur sempre responsabili delle proprie azioni. Non possiamo spogliarci delle nostre responsabilità e riversarne il peso sugli altri.» pag. 370.
Ecco: questo è il passaggio più ampio dove Rawls prende in considerazione l’ipotesi di un meccanismo che giustifichi ufficialmente la disobbedienza alla legge.

«È vero che esistono opere dotate di autorità, ma esse rappresentano la somma del consenso di numerose persone, ciascuna delle quali decide per se stessa, L’assenza di un’autorità suprema che decida, e quella di un’interpretazione ufficiale che tutti debbono accettare, non conduce alla confusione, è, invece, la condizione per un progresso teorico.» pag. 371.
E non poteva mancare un accenno alla scienza (utile per [E] 9.1 “La natura del potere scientifico” oppure 9.5 “Necessità e pericoli per la scienza”) che deve essere libera per poter progredire.
Ovviamente il contrario di quello che è successo durante la crisi pandemica (e sta ancora accadendo con diversi tipi di censura su più fronti): a chi, e intendo medici e scienziati, la pensava diversamente non è stato permesso di esprimere le proprie opinioni e anzi, spesso, sono stati costretti al silenzio oppure ridicolizzati.
La scienza dovrebbe funzionare così? Ovviamente no.
La ragione è chiara prima si è voluto garantire il profitto di alcune case farmaceutiche e adesso si vogliono coprire le responsabilità politiche di scelte avventate e che probabilmente hanno moltiplicato il numero delle vittime invece di ridurlo.

Conclusione: pezzo breve ma le frasi di Rawls dovrebbero far riflettere a lungo...

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