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lunedì 19 febbraio 2024

Trotsky-Giovane

Siccome sono indietro con i pezzi da scrivere oggi ne comprimerò due insieme (sperando di riuscire a essere più sintetico del solito)…

Ho finito di leggere “La rivoluzione tradita” di Trotsky: eccezionale. Essenzialmente Trotsky era un’intelligenza notevole e straordinariamente lucida: la qualità del libro ne è una conseguenza.
Scritto nel 1936 vengono analizzati oggettivamente i difetti del regime comunista di Stalin che prese il potere negli anni successivi alla morte prematura di Lenin.
La conclusione di Trotsky, come si intuisce dal titolo, è che il regime comunista di Stalin abbia tradito i principi di Marx e Lenin per trasformarsi in una brutta copia, meno efficiente e capace, del capitalismo occidentale. La differenza importante, ma non sostanziale, è che al posto della borghesia si ha la burocrazia che, almeno in parte, si fonde col partito stesso.
Altro difetto è l’eliminazione della democrazia, e quindi della libertà di opinione e critica, all’interno del partito: questo porta con sé tutti i problemi del pensiero unico e, principalmente, di non rendersi conto dei propri errori.
Alla fine Trotsky non considera più l’URSS come un paese veramente socialista anche se continua a nutrire la speranza che lo possa diventare: col senno di poi si rischia di considerare Trotsky un po’ ingenuo perché incapace di giudicare la forza della repressione di Stalin e dell’indottrinamento della scuola come pure le convinzioni ideologiche dei comuni operai. Ma c’è da aggiungere che nutriva grande speranze nella forza innovatrice dei giovani: giustamente osserva che tale forza non può essere intrappolata e solo una valvola di sfogo come una guerra può alleviarne la pressione. Trotsky prevede anche la guerra con la Germania di Hitler ma, secondo me, ciò che era imprevedibile è il numero di morti che questa avrebbe provocato: si parla oggi di circa 20 milioni i morti. E questi morti sono soprattutto nella fascia di età in cui Trotsky riponeva le sue speranze.
Insomma la previsione dell’autore si è rivelata completamente sbagliata ma vi è stato un elemento imponderabile, il numero abnorme di morti provocati dalla guerra appunto, che non era possibile prevedere.
Meno interessanti le appendici con brevi saggi giovanili: spicca come la popolazione venga distinta fra “pensanti” e “non pensanti” di cui, prevedibilmente, i secondi sono la maggioranza (chiaramente non dà percentuali precise ma mi sembra di aver capito che ha in mente un rapporto di 1 a 10). Il popolo è quindi un potere che va controllato e non convinto: semplicemente la maggioranza delle persone non hanno gli strumenti culturali, mentali e (aggiungo io) psicologici per capire le sottigliezze di una ideologia: per questo il popolo va “nutrito” con slogan facilmente comprensibili e memorizzabili.
Molto attuale: anche oggi nella nostra democrazia degenerata la maggioranza del popolo viene facilmente controllata dall’influenza dei media: il potere agita il drappo rosso e il popolo viene subito aizzato contro il nemico di comodo…
Il libro è ottimo ma lo consiglio solo a chi abbia un interesse per la storia e la politica.

L’altro libro di cui volevo scrivere è invece “Tipi psicologici” di Jung.
Ho finito il capitolo pesantissimo su Schiller come pure il seguente su Nietzsche.
La mia critica a Jung è metodologica: invece di esporre le sue teorie, e solo successivamente confrontarle con le similitudini dei precedenti storici, l’autore si getta in analisi sottili e approfondite del pensiero di questi autori con però il lettore, che ancora non conosce la sua teoria, che rischia continuamente di confondersi a causa della terminologia variabile e del non sapere dove si voglia arrivare. Io fortunatamente un po’ me la cavo perché conosco le basi della teoria dei tipi di Meyer e Briggs che è fondata a sua volta sul lavoro di Jung.
In pratica nel primo capitolo Jung mostra come gli antichi avessero intuito la differenza fra introversione ed estroversione; successivamente come Schiller avesse intuito la differenza fra funzione razionale e funzione sentimento; poi come Nietzsche avesse intuito a differenza fra funzione di sensitività e funzione di intuizione.
Che poi, a parte forse il caso di Schiller, queste “intuizioni” mi sembrano estremamente forzate: è Jung che si dà da fare per vedervi analogie e similitudini ma a me sembrano piuttosto arbitrarie…
Comunque nel capitolo attuale, “4. Il problema dei tipi nella conoscenza degli uomini”, il pensiero di Jung inizia a essere più esplicito. In realtà anche qui imposta il tutto confrontandosi con un altro autore ma, trattandosi di uno psicologo a lui contemporaneo (Jordan), contesto e linguaggio sono psicologici: non si devono più seguire le sottili e impalpabili analogie intuite da Jung (*1).
Ma oggi mi hanno soprattutto colpito dei dettagli, delle profonde intuizioni a cui non avevo pensato e che mi sembrano corrette, oltretutto estremamente rivelanti della mia personalità (e, in vero, più o meno di quelle di tutti).
Jung riassume così il pensiero dello psicologo (tale Jordan) da cui ha preso spunto: «Chi osserva e giudica l’estroverso è portato a considerare i pensieri e i sentimenti affioranti come un tenue velo che ricopre solo imperfettamente una fredda e sottile intenzione personale. Chi cerca di comprendere l’introverso non potrà fare a meno di pensare che una violenta passione è a stento tenuta a freno da fittizi ragionamenti.» (*2)
Si tratta di affermazioni forti e nette ma in effetti talvolta mi è parso di percepire qualcosa del genere negli estroversi e, in me stesso, come introverso la “violenta passione” e i “fittizi ragionamenti”.
Ma vediamo come Jung spiega il tutto: «Entrambi i giudizi sono corretti ed errati a un tempo. Il giudizio è errato quando il punto di vista cosciente, la coscienza in genere è forte e in grado di opporre una resistenza nei riguardi dell’inconscio; ma è esatto quando il punto di vista cosciente debole si trova di fronte a un inconscio forte e deve, all’occasione, cedergli. In quest’ultima eventualità prorompe ciò che stava in fondo: nell’uno l’intenzione egoistica, nell’altro la passione sfrenata, l’affettività elementare che sfugge a qualsiasi considerazione.» (*2)
In altre parole la descrizione dei comportamenti degli estroversi e degli introversi è corretta quando in questi prevale l’inconscio (e prima o poi può accadere a tutti) ma in generale questo non è il caso.
Tanto tempo fa scrissi un pezzo in cui spiegavo che consideravo mio padre come completamente razionale e mia mamma come completamente irrazionale: mentre io a mia volta mi descrivevo come di natura al 90% emotiva e 10% razionale che però mi comportavo il 90% razionalmente e il 10% irrazionalmente (*3). Chiaramente mi piaceva l’inversione delle percentuali ma oggi, con una maggiore comprensione della psicologia e (forse) di me stesso, ritengo tali numeri decisamente eccessivi: ero io impressionato dalla forza delle mie passioni ma in realtà sottovalutavo la forza della mia razionalità! Forse oggi direi 35% emotivo e 65% razionale (*4).
Mi pare che in questa mia visione di me stesso, soprattutto sul comportamento, rifletta bene la teoria di Jung: in genere il mio conscio ha il controllo della situazione ma, occasionalmente, prevale l’inconscio con le sue passioni…

In seguito Jung aggiunge che per capire l’inconscio altrui si deve usare il proprio inconscio e questo corrisponde a usare la funzione dell’intuizione (*1).

Un altro frammento che mi sembra descriva bene le mie sensazioni giovanili (*3) e che, erroneamente, mi avevano fatto pensare di essere di natura emotiva (*4): «Quanto la sua [dell’introverso] coscienza è logica e saldamente ordinata, tanto la sua affettività è elementare, confusa e indomabile. A codesta affettività manca la nota propriamente umana: è sproporzionata, irrazionale, è un fenomeno naturale che infrange ogni ordinamento umano [...]» (*5)

Usando la mia intuizione mi sembra di iniziare a individuare uno schema nei dualismo del sistema MBTI: la funzione principale e secondaria, che saranno una di elaborazione (T o F) e l’altra di ricezione dati (N o S), sono usate dal conscio: la terziaria e la debole dall’inconscio.

Conclusione: soprattutto su Trotsky avrei avuto da scrivere di più ma ho dovuto/voluto limitarmi...

Nota (*1): e adesso, proprio grazie a quanto appreso proprio da queste pagine, mi appare evidente che la funzione principale di Jung è Ni (quindi IN-J compatibile con INFJ come indicato dalla banca dati, non affidabile, su cui normalmente mi baso). In verità dovrei distinguere: quanto ho scritto è vero nel sistema MBTI mentre letteralmente Jung dice qualcosa di diverso...
Nota (*2): tratto da “Tipi psicologici” di Carl Gustav Jung, (E.) Bollati Boringhieri, 2022, trad. Cesare L. Musatti e Luigi Aurigemma, pag. 164.
Nota (*3): In realtà è un pensiero di quando facevo l’università, diciamo quindi vecchio di una trentina d’anni!
Nota (*4): il lettore potrà trovare forse la stima della mia parte emotiva più alta di quanto il mio scrivere potrebbe far pensare ma: 1. scrivendo con calma, avendo tempo per riflettere, è più facile tenere a bada il proprio inconscio; 2. io credo che da bambino di essere stato INFP (prima dei 6 anni) e di essermi trasformato in INTP successivamente. Il punto 2 spiegherebbe la forza dei miei principi che è l’unico aspetto che mi distingue dallo stereotipo degli INTP (che di solito hanno principi deboli).
Nota (*1): ibidem, pag. 168.

15 commenti:

  1. Inutile girarci intorno, chi crede o credeva al Comunismo è o era un coglione.
    Sia per ragioni tecniche sia perché è manifestamente una pseudo-religione che finge "materialismo" mentre fa della metafisica.
    Quella che tu chiami "ingenuità" è fede cieca.

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    1. Non sono d'accordo: il comunismo sovietico è stata una terribile dittatura e, chiaramente, non ha funzionato. Però, proprio come spiega questo libro di Trotsky, quello sovietico NON era comunismo: Stalin lo chiamava così e l'occidente ha accettato tale definizione ma il pensiero di Marx/Lenin era molto diverso.

      Tutte le ideologie sono pseudo-religioni: anche il capitalismo!

      > Quella che tu chiami "ingenuità" è fede cieca.

      Oggi sono puntiglioso: l'ho definita "ingenuità" perché l'opinione si basa su valutazioni errate ma vorrebbe essere razionale; la "fede cieca" si basa sui dogmi e non ha relazioni con la razionalità.

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    2. Messer Vapore Sodo, uno degli assiomi del comunismo è la uguaglianza degli esseri umani.
      E' ovvio che sia bacato, non esiste alcuna uguaglianza neppure tra due pezzi industriali, anche semplici, dello stesso lotto di produzione, figuriamoci tra esseri umani.
      Da un insieme di assiomi bacati non può che seguire una serie di teoremi falsi.
      E' la stessa razionalità irrazionale della decrescita intelligente che postula un agire intelligente delle persone, negando il fatto che la etologia ha caratteristiche definite dall'evoluzione e non razionali.

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    3. L'uguaglianza fra gli esseri umani del comunismo è stata presa dal cristianesimo! Che a sua volta la basa sul fatto che tutte le anime, che sono ciò che conta, sono uguali.

      Poi nello specifico mi pare fosse un uguaglianza più di diritti che letterale. Del resto uno dei motti era "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo le sue necessità" (credo Marx, "Manifesto del partito comunista"). Insomma già si presupponeva differenza di capacità quindi non uguaglianza letterale.

      Che poi anch'io sono scettico sulla fattibilità del comunismo ma per altri motivi! (Vedi [E] appendice D se le interessa! ;-) )

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    4. Ribadisco, chi crede nel Comunismo è fondamentalmente un coglione.
      Perché il Comunismo non è una setta eretica del Cristianesimo, che esplicitamente richiede la fede a partire dal fatto che Dio esista, invece il Comunismo NEGA il Cristianesimo (oppio dei popoli) e si spaccia per esito del "materialismo dialettico", cioè una teoria pseudo-scientifica che vuole descrivere i comportamenti umani sulla base dei meccanismi economici e della Lotta di Classe.

      A parte che poi la dottrina è tecnicamente sbagliata, è la truffa di vendere metafisica come se fosse "scienza". La differenza la spiegava bene Popper quando diceva che non è "scientifica" una dottrina che non ammette e non considera di potere essere falsificata. Il trucco consiste nello spostare i fondamenti e gli esiti della dottrina in un "altrove" che è irraggiungibile e quindi intangibile. Vedi il Regno dei Cieli del Comunismo che è un distante futuro dove, avendo abbastanza fede, si realizzerà la società ideale dell'anarchia. Nel frattempo dobbiamo fidarci dei funzionari del Partito che applicano il marxismo-leninismo.

      Torniamo sempre al solito discorso, il Comunismo fa presa sugli psicopatici per le possibilità di fare carriera massacrando il prossimo ma fa presa soprattutto sulla "base" di idioti e di ineducati o diseducati i quali non hanno la capacità di distinguere la merda dalla cioccolata. Il giretto retorico "non era vero Comunismo" non si può leggere/sentire e prova per l'ennesima volta che chi lo usa è pesantemente diseducato ergo inadeguato. NON A CASO, perché niente succede per caso.

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  2. Il popolo non ha i mezzi per capire le sottigliezze
    Va controllato non convinto.

    Le sottigliezze sono assiomi bacati e i teoremi da essi sviluppati. In effetti, metafisica / religione, con tutte le liturgie del caso.
    Il primo assioma ad essere smentito nei fatti è la presunta uguaglianza che ci sfrantuma gli scroti dall'illuminismo.
    Talmente disuguali che Trotzsky dice: quelli (diversi / inferiori rispetto a noi, casta di eletti/illuminati di rosso) non ce la fanno a capire.

    Siamo agli antipodi di Vox populi, voi Dei che riconosceva una saggezza popolare "divina" non intaccata da certe fini sottigliezze arzigogoli del falso.
    Non c'è da stupirsi che i popoli rozzi ci sono ancora, il comunismo è, come presunta soluzione, nelle teste di sparuti nostalgici con conflitti colla realtà.

    Non servono grandi capacità di osservazione e acume per collegare tutto questo alla dissociazione di gran parte dei "compagni" (più evidente più si sale di livello) tra il dire e il fare.

    UUiC

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    1. Doppio livello di follia.
      Primo livello, perché qualcuno dovrebbe volere vivere in un mondo dove il popolo non è in grado di capire e quindi va controllato.
      Secondo livello, chi fa questa affermazione apparentemente pensa di non essere popolo e quindi di capire e di non essere controllato.

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    2. Mi scusi UUiC, ma mi ero dimenticato di rispondere a questo vostro commento!

      > Il popolo non ha i mezzi per capire le sottigliezze
      > Va controllato non convinto.

      La cosa per me drammatica è che questo è vero anche nelle democrazie occidentali: semplicemente i mezzi di persuasione e controllo sono diversi ma non il loro effetto finale di controllare la popolazione.

      >Il primo assioma ad essere smentito nei fatti è la presunta uguaglianza che ci sfrantuma gli
      > scroti dall'illuminismo.

      Argomento complesso: dipende tutto da cosa si intende per uguaglianza (concetto che viene largamente diffuso in occidente dal cristianesimo).

      > Talmente disuguali che Trotzsky dice: quelli (diversi / inferiori rispetto a noi, casta di
      > eletti/illuminati di rosso) non ce la fanno a capire.

      La cosa interessante è che anche Mazzini pensava la stessa cosa della maggioranza degli italiani: troppo ignoranti per capire andavano controllati e guidati.
      Evidentemente questa concezione doveva essere molto diffusa fra i rivoluzionari ottocenteschi ed è sopravvissuta nel XX secolo.
      E in realtà la penso anch’io così: gli uomini hanno troppi limiti ([E] 1) per aspettarsi che prendano razionalmente le decisioni corrette soprattutto quando, senza rendersene conto, vengono manipolati e influenzati dai media.

      > Non servono grandi capacità di osservazione e acume per collegare tutto questo alla
      > dissociazione di gran parte dei "compagni" (più evidente più si sale di livello) tra il dire e il
      > fare.

      Ne abbiamo già “discusso”: personalmente credo che la sinistra di oggi non sia più una sinistra ma, esattamente come la destra, un partito sistemico. Il suo scopo è solo quello di mantenere lo status quo dando alla popolazione l’illusione di democrazia.

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    3. Le oligarchie esistono. Nelle democrazie agiscono sulla persuasione di massa (vedo i lavaggi dei cervelli per imporre il mondo al contrario) affinché i loro obiettivi si realizzino.
      Però..
      Come osservo sempre, meglio una bottiglia con etichetta "piscio" che una con "bianco extra milledimato collezione reale ottenuto da diversamente vitigninorganici

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    4. Mi è scappato il pubblica prima di aver finito e corretto il commento.
      Insomma, la adulterazione ideologica è un problema in sé che, sempre, tenta di occultare altri problemi più gravi.
      Per questo considero la sx un problema in sé ovvero per il plagio e la manipolazione concettuale, simbolica attuate per imporre la propria metafisica, il proprio falso e ipocrita ugualismo.
      Fasci e nazi erano molto più schietti (non è un caso che siano soccombuti vari decenni prima).
      UUiC

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    5. Sono d'accordo UUiC...

      Io non sono sicuro che "fasci e nazi" fossero più "schietti" nella loro informazione: credo che decisiva per la loro scomparsa fu la sconfitta militare.

      E poi c'è una grande differenza fra la propaganda di allora e quella di oggi: l'evoluzione tecnologica rende la propaganda attuale molto più persuasiva (basta pensare alla televisione e le sue immagini emotive), La tecnologia spia poi quello che pensiamo (o che almeno scriviamo in email o sulle reti sociali) e il potere sa così esattamente quanto può permettersi di fare senza ritrovarsi la gente con i forconi sotto casa...

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    6. > Doppio livello di follia.
      > Primo livello, perché qualcuno dovrebbe volere vivere in un mondo dove il popolo non è in
      > grado di capire e quindi va controllato.
      > Secondo livello, chi fa questa affermazione apparentemente pensa di non essere popolo e
      > quindi di capire e di non essere controllato.

      Secondo i miei “calcoli” dovrei rispondere a questo commento…

      1. Non si sceglie dove si nasce e, in genere, la comprensione di cosa non funzioni può richiedere molti anni rendendo il cambiare paese (ammesso che sia possibile) molto problematico.
      2. Il popolo non è un blocco unico: si può fare parte del popolo e avere idee diverse rispetto alla maggioranza di esso.

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  3. A proposito di "psicologia", per dire o per ridere, bisogna trovare una spiegazione al fatto che la "sinistra" che una volta era per la "Russia" contro l'America, Yankee go home, Vietnam e compagnia, viva l'OLP e Arafat, adesso è "Russia" infame, viva gli USA, viva Israele. La "destra" che una volta era per Rambo che ammazza Vietcong e poi "Russi" a bizzeffe (originariamente John Wayne in Berretti Verdi) e vabè gli Ebrei cosi cosi ma alla fine tocca tifare Israele perché le BR si addestrano con l'OLP, adesso "Russia" faro di civiltà, Americani vigliacchi e occupanti, Israele boia, viva Hamas.

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    1. È vero…
      Ma la differenza maggiore è che nel XX secolo sinistra e destra avevano politiche diverse e, di conseguenza, sostenevano stati/guerre diverse.
      Adesso invece sx e dx sono praticamente identiche e quindi sostengono i medesimi stati/guerre: per questa guerra non c’è nessuna protesta in piazza perché non c’è nessuna reale opposizione. Se il PD o il M5S fossero stati al potere avrebbero sostenuto le stesse guerre sostenute dal centro destra.

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  4. Siete ineducati e/o diseducati e quindi non sapete nulla del Novecento.

    "Fasci" e "Nazi" furono il prodotto di una precisa combinazione di fattori che possiamo semplificare nella "base" dei reduci della Grande Guerra e nell'opportunismo di Mussolini e Hitler. Sono fenomeni irripetibili come tutti i fenomeni socio-economici, questo incidentalmente ci dice che la "Economia" non può essere "scienza". Grazie al cazzo che Putin non è Hitler, nemmeno io sono mio nonno. Però io posso vestirmi come mio nonno e parlare come lui, cioè fare una imitazione o una parodia.

    I Comunisti erano l'ennesima incarnazione di un fenomeno sociologico utopista che si ripeteva periodicamente fino dal Medioevo e che nell'ultima incarnazione aveva trovato uno "pseudo-fondamento teorico" nelle opere di Marx (che poi a sua volta si fonda sulla filosofia tedesca). Come ho scritto, la base teorica è tecnicamente sbagliata ma io non ho le basi per trattarla in maniera appropriata. Il problema comunque è minore rispetto all'inganno che ho detto e cioè che il "pseudo-fondamento" è "pseudo-scientifico" e in realtà si tratta di metafisica, cioè di una "pseudo-religione". Metafisica perché si sottrae alla falsificazione e dire "non era vero Comunismo" è uno dei meccanismi classici di chi ha "fede", tipo "c'è stato il terremoto perché non avete pregato abbastanza". Non preghiamo mai abbastanza.

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