Stamani ho lavorato in giardino: lo odio, però sento che mi fa anche bene distrarmi con delle attività manuali. Credo che mi aiuti a essere più lucido quando poi posso riconcentrarmi sul teorico…
Oggi non ho voglia di scrivere niente di particolarmente impegnativo e così ne voglio approfittare per fare una panoramica dei libri che sto leggendo.
Secondo GoodReads.com sto leggendo 8 libri contemporaneamente. Seguo l’elenco partendo da quelli iniziati prima.
1. Per prima cosa mi sono accorto che non vedo “Vite parallele” di Plutarco: poi indagherò.
Comunque al momento sono fermo: ho quasi terminato il secondo volume della mia edizione in quattro libri. Un mese o due fa ho finito di leggere la vita di Cimone.
Però, siccome è un’edizione molto bella, non la scarabocchio con i miei appunti ma così facendo mi è difficile scriverne a distanza di tempo: è per questo che ultimamente delle “Vite parallele” non parlo mai…
2. “Social Psychology” di Myers e David: in realtà questo libro non l’ho iniziato molto tempo fa ma lo inserii su GoodReads appena comprato.
Come sapete è il libro sul quale cerco di concentrare maggiormente i miei sforzi: voglio completarlo per poi fare una revisione completa del primo capitolo dell’Epitome. Il problema è che sono quasi in fase di rigetto: non so se faccio bene a insistere o se invece dovrei andare dietro ai miei ritmi…
Non che non sia interessante, anzi! Anche oggi ho letto un paio di pagine e potenzialmente avrei da scriverci un pezzo: è che la psicosociologia inizia a uscirmi dalle orecchie!
3. “The Framers’ coup” di Klarman. Bel libro ma anche bello lungo e scritto in piccolo. Avanzo piano piano e mi sembra di non fare progressi nelle sue oltre 700 pagine!
Però è un’opera MOLTO importante per la mia formazione personale (non lo consiglierei assolutamente ad altri!): la descrizione precisa delle varie discussioni politiche, con le esigenze contrastanti delle parti coinvolte, è illuminante. Da una parte fa capire cosa sia il pragmatismo politico e la sua complessità, da un’altra, totalmente diversa, rende evidente come mai l’UE sia un aborto, nato senza la minima attenzione alla libertà e alla giustizia, confidando solo nella “buona volontà” di fare sempre il meglio per tutti dei suoi burocrati. Non ci siamo preoccupati di garantire pari dignità a tutti gli stati né che i cittadini la possano controllare e ora ci ritroviamo con uno stato (la Germania) che decide per tutti e la popolazione europea non ha voce in capitolo.
4. “Fenomenologia e genealogia della verità” di Zhok. Mi feci allettare dallo sconto importante di Amazon ma è un mattone. Al momento lo uso per tappare le porte USB del mio calcolatore in maniera che non vi entri la polvere.
5. “Una teoria della giustizia” di Rawls. Libro bello e importante: al momento però è disperso. Non vedendolo a giro non lo leggo. E comunque va gustato a bocconcini altrimenti non lo si digerisce. Meno male che ha i sottocapitoli di poche pagine!
6. “Il canto della meditazione” di Osho. L’ho iniziato a leggere per curiosità e basse aspettative: invece si sta rivelando molto piacevole: tutta un’altra profondità rispetto a Tolle!
7. “Agguato al lago rosso” di Peter Genito. È il mio libro “leggero”, quello che leggo quando sono troppo stanco per letture più impegnative ma da diversi giorni non vado avanti: infatti non mi sento stanco! Inoltre non ero ancora arrivato a quel punto di non ritorno quando la curiosità di conoscere come va a finire la storia ti spinge ad andare avanti nella lettura…
8. “Che guerra sarà” di Fabio Mini. Interessantissimo! Oggi ho letto altre due pagine ed ero fortemente tentato di scriverci un pezzo. Oltretutto vi ho trovato anche una riflessione da aggiungere alla mia Epitome…
9. “Who we are and how we got here” di Reich. Altro libro molto bello ma non l’ho trovato scritto molto chiaramente. Probabilmente l’autore è più bravo come ricercatore che come scrittore!
Per dare l’idea di come procedo nelle mie letture oggi ho letto circa un’oretta sulla sdraio in giardino. Vediamo così, senza toccare i libri, cosa mi ricordo!
Sono partito con Osho: ho letto la conclusione di un suo pensiero sull’illuminazione difficile da riassumere in poche parole: anche perché è uno di quei concetti che non si possono rinchiudere nel recinto delle definizioni e, infatti, l’autore procede per metafore, esempi e favole.
Poi sono passato alla tassa: la solita psicosociologia. Sto leggendo un capitolo che non mi stimola molto sul pregiudizio. Il motivo è che le ricerche riportate si basano su una tecnica psicologica che misura la velocità di risposta con cui si fanno delle associazioni: l’idea non mi tornava molto perché mi sembra che principalmente misuri la familiarità con alcuni concetti piuttosto che altro. Se io vivo circondato da facce bianche è ovvio che reagisco più lentamente a una faccia nera ma da qui a derivarne che uno è inconsciamente razzista ce ne passa. Molti psicologhi la pensano come me ma gli autori, mi pare più attenti a voler sostenere teorie politicamente corrette piuttosto che la verità scientifica, si limitano a citare questi dubbi ma poi vanno avanti per la loro strada.
Comunque le pagine che ho letto oggi erano piuttosto interessanti. Vediamo se ricordo la catena di idee: il pregiudizio è provocato dalla frustrazione che, a sua volta dipende dalla competizione: quando le risorse sono poche la competizione si fa più agguerrita e nascono così i pregiudizi verso le varie minoranze. Poi vi era il concetto di gruppo: l’identificarsi in un gruppo fa parte della nostra natura e ci rende più soddisfatti di noi stessi. Chi non riesce a ottenere successi personali trova le proprie gratificazioni nei successi del proprio gruppo. Tutte idee che inserirò nell’Epitome: in verità ci sono già ma vedrò di riesporle in maniera più esplicita.
Poi ho finito di correggere il quarto capitolo dell’Epitome: utile per riprendere il fiato.
Ho letto poi un po’ di “Framers’ coup”: sono al capitolo dove vengono illustrate le argomentazioni contro la ratifica della costituzione da parte degli anti-federalisti e le relative istanze dei federalisti.
Per dare l’idea in particolare leggevo che gli stati del Sud, data l’uguale rappresentanza di ogni stato al senato, temevano che la federazione sarebbe stata guidata dalla maggioranza di 7 contro 6 degli stati del Nord. Questo perché mancava la “super maggioranza” (8 contro 5), necessaria sotto gli articoli, per stabilire trattati commerciali.
Nella pagina successiva, in alto a destra, viene fatta una citazione che mi è piaciuta. Premetto che all’epoca si pensava che la popolazione degli stati del Sud sarebbe cresciuta maggiormente di quella del Nord riequilibrando così, almeno al Congresso, il potere fra Nord e Sud (cosa che invece non sarebbe successa!). La citazione era qualcosa del genere: “Lo sperare in un aumento di potere futuro equivale a lasciarsi felicemente incenerire oggi nella speranza di reincarnarsi domani”!
Nella stessa pagina, in basso, si parla poi dei diversi punti di vista delle religioni. I battisti (perseguitati ancora nel 1770) erano contrari alla ratifica perché le diverse confessioni non erano sufficientemente tutelate. Al contrario ai protestanti sembrava che le protezioni alle altre religioni fossero perfino troppe e avrebbero voluto legare le funzioni pubbliche al giuramento di essere buoni cristiani o, almeno, di credere in Dio. La nota della pagina seguente (in basso a sinistra), con la difesa dei federalisti, spiega che comunque il giuramento non avrebbe garantito niente visto che un ateo avrebbe potuto giurare il falso non temendo la punizione divina per gli spergiuri!
Buffo come qui mi ricordo bene anche la posizione delle informazioni nella pagina: beh, in realtà le ricordo anche per il libro di psicosociologia ma lì è facile visto che è pieno di figure e colori…
E infine ho letto un nuovo sottocapitolo di “Che guerra sarà” di Mini. Qui ho messo un sacco di sottolineature triple, punti esclamativi e “B” cerchiati: insomma vi ho trovato parecchio materiale degno di nota!
Il nocciolo fondamentale, che dovrò cercare di integrare nella mia Epitome, riguarda due grandi tendenze geopolitiche: la tendenza degli USA, come unica superpotenza, a contrastare Russia e Cina nel tentativo di mantenere la propria egemonia. Interessante la previsione di Mini (il libro è del 2017) secondo il quale gli USA dovranno riasserire la propria posizione dominante entro 5 anni altrimenti, sebbene ancora inferiori, Russia e Cina prenderebbero troppo slancio per essere fermate poi.
L’altra tendenza è quella delle potenze economiche, multinazionali e simili, a conquistare con la forza dell’economia sempre nuovi mercati e, in genere, a farlo a scapito del potere locale, con gli Stati ridotti sempre più a esattori di tasse che non devono fornire alcun servizio alla popolazione.
Ma su questo sottocapitolo devo assolutamente scriverci un pezzo a parte: ci sono poi diverse frasi che varrà la pena citare.
Intendiamoci: si tratta di concetti che ho già espresso nella mia Epitome (per questo anche mi piacciono così tanto) ma il punto di vista militare di Mini, che le vede come vere e proprie guerre combattute con armi non convenzionali, mi dà un nuovo punto di vista. Soprattutto mi stuzzica l’idea di considerare la seconda globalizzazione come una guerra: e in effetti la politica economica estera della Cina ha a sua volta degli aspetti militari: cioè prestiti e cooperazione in cambio di influenza politica e, magari, basi militari. Vedete l’attuale crisi fra Cina e USA per le Isole Salomone.
Questo è quel che mi ricordo senza risfogliare le pagine lette: poi, ovviamente, tanti altri concetti mi possono tornare in mente appena un’associazione, anche lasca, mi stimoli un’analogia o comunque un collegamento. Ho da tempo notato che assorbo più di quanto ricordo coscientemente. E poi non ho scritto tutto ciò che ricordavo ma solo quello che mi sembrava interessante!
Conclusione: come ho già spiegato sto sforzandomi di leggere più del solito e per questo non sono in grado di stare dietro a commentare tutti gli spunti interessanti in cui mi imbatto (che poi è la maniera migliore per memorizzarli) qui su questo ghiribizzo...
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