Quale dovrebbe essere la priorità dell’Italia? Oppure: se aveste una bacchetta magica quale problema risolvereste?
Ci sarebbe l’economia visto che se a livello macroeconomico spariscono decine di miliardi poi ne rimangono meno per tutto il resto.
Oppure ci sarebbe il lavoro: mal retribuito, scarso quando non assente per i giovani, e con sempre meno diritti per il lavoratore.
O magari la giustizia? Processi interminabili, sentenze che non corrispondono alla morale del paese, penitenziari pieni, delinquenti arrestati e subito rilasciati…
Anche la sanità pubblica, sempre più abbandonata a se stessa per favorire indirettamente quella privata, potrebbe meritare la nostra attenzione: quante vite si potrebbero salvare con una sanità migliore?
Oppure l’istruzione, da cui dipende la cultura e la formazione delle nuove generazioni ma sulla quale non si investe mai, con scuole fatiscenti (quando non pericolanti) e senza mezzi…
Oppure le infrastrutture, la messa in sicurezza del suolo, l’inquinamento, la protezione dell’ambiente (non rubate il futuro a Greta!), la lotta alla criminalità organizzata o la gestione dell’immigrazione (*1).
Insomma di problemi ce ne sarebbero anche troppi: ci sarebbe semmai il problema di decidere da dove partire, a quali dare la priorità, quali cioè cercare di risolvere per primi.
Data l’abbondanza non dovrebbe essere difficile inventarsi un programma, magari utopistico, che miri a risolvere uno o più dei problemi sopraelencati.
Invece no: le intelligenze crepuscolari delle sardine, dopo un mesetto di riflessione, hanno alla fine partorito un mini programma in 6 punti di cui i primi 5 sono delle forme più o meno dirette di censura mentre il sesto propone l’abrogazione del decreto sicurezza di Salvini (*2). Vedi Il programma delle Sardine, dopo la manifestazione a Roma: «Il nostro obiettivo è superiore al 25%» di Fabrizio Caccia da Corriere.it
Gli italiani quindi, secondo le Sardine, hanno solo bisogno di meno libertà. Per la precisione la loro logica è un po’ più “astuta”: sono evidentemente partiti dall’osservazione della comunicazione di Salvini e hanno deciso di proporre (anzi pretendere!) tutta una serie di vincoli per limitarla.
Nelle loro intelligenze crepuscolari il problema principale dell’Italia è che la Lega riscuote successo non perché approccia le problematiche in maniera diversa dagli altri e con proposte concrete ma solo grazie alle bufale.
Non c’è quindi necessità di proposte alternative, magari migliori di quelle di Salvini, ma semplicemente si devono eliminare le bufale: il resto va bene così, anzi, viva il MES, viva l’UE che ci ha donato 100 anni di pace e che ci ha resi tutti più ricchi facendoci pure lavorare di meno (*3)…
Del resto è conoscenze comune che dal niente non nasce niente. Nel paradosso di un movimento basato sull’antinomia di avere come principio ispiratore l’essere contro l’odio ma che poi riesce a coagulare in qualcosa di concreto la sua diafana essenza solo nell’odio contro Salvini, è ovvio che dietro al sorriso del suo giovane promotore, Mattia Santori, non potesse esserci altro: cioè il vuoto. Dietro cioè la corrusca chiostra dentale di Mattia non c’è un’intelligenza politica ma, evidentemente, egli è solo un utile burattino: una faccia allegra e simpatica che piace nonostante la totale assenza di contenuti.
Ci sarebbe poi da commentare l’uso del verbo “pretendere” al posto di “proporre” (o simili). Esso mostra chiaramente la protervia di chi è certo di possedere la verità, chi predica tolleranza, ma non ha alcun rispetto per le idee diverse dalle proprie. Chi dà del fascista a chi ha la colpa di pensarla diversamente ma poi è il primo a proporre più censura (ovvero meno libertà), a voler limitare l’attività politica dell’opposizione (“avete il diritto di parlare ma non di essere ascoltati”) e che non vuole democraticamente “proporre” ma che “pretende”. E i “fascisti” sarebbero gli altri, eh?
Conclusione: davvero non mi pare che ci sia bisogno di aggiungere altro… Sarei solo curioso di saperne di più sull’ambiente culturale e famigliare di Mattia: così, per completare il quadro psicologico che mi sono fatto di lui. Non mi stupirei se provenisse da una delle famiglie più ricche di Bologna...
Nota (*1): si può discutere se i porti debbano essere aperti o chiusi ma credo che tutti siano d’accordo che l'immigrazione andrebbe comunque essere gestita meglio, oltre l'emergenza, no?
Nota (*2): ma i decreti non sono a tempo con scadenza automatica se non convertiti in legge? Allora di che si preoccupano le Sardine? Sicuramente PD e M5S (il problema del resto è solo la Lega) modificheranno opportunamente o faranno decadere tale decreto…
Nota (*3): beh, in effetti l’UE è riuscita a farci lavorare meno: la disoccupazione, soprattutto giovanile, è alle stelle...
L'esempio di Benjamin Franklin
7 ore fa
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