Altra mini apparizione di Bagnai in tivvù, su La7:
Bagnai (Lega), licenziamenti Ideal Standard: 'Jobs Act ha indebolito i lavoratori dell'eccellenza' da La7.it
Intervento brevissimo (circa 4 minuti) ma denso di informazioni interessanti...
Aggiornamento. Anzi no, ma un pochino sì. - 27/2/2018
Oggi dovrei scrivere la puntata pilota della nuova serie “Fastweb Odissey” ma non ne ho voglia...
Ne approfitto allora per comunicare che continuo a procedere con la nuova versione dell'epitome: ho finito il sottocapitolo più “difficile” del nuovo capitolo “difficile” (anche se dovrò rimetterci le mani). Ora sono alle prese con un nuovo sottocapitolo un po' più facile ma lungo...
Chiaramente ancora non mi sbilancio con i tempi: anche perché questo nuovo capitolo mi costringerà a riscriverne altri. Infatti l'ho definito “difficile” perché mi ha costretto ad analizzare meglio alcuni concetti portandomi a nuove precisazioni e definizioni che a loro volta hanno avuto ripercussioni su altri concetti, etc...
Come al solito però mi apprezzo molto (!) e mi piace il lavoro che sta emergendo...
SPR - 7/3/2018
Ho finito di studiare Scissor, paper and rock delle Indica! Beh, anche perché lo spartito che avevo trovato contiene solo le prime 50 battute circa di cui solo 40 per la chitarra: e queste le ho imparate...
Come avevo già avuto modo di scrivere tecnicamente il brano è facile: la mia difficoltà è stata solo la velocità, un pelino alta per me. Comunque ci sono riuscito e di seguito la registrazione di tre esecuzioni e mezzo: sì, perché una l'interrompo dopo un grosso errore che non riesco a trattenermi dal commentare a caldo.
Attenzione! In quanto toscano le mie parole (*1) mi paiono pacate e giustificate però comprendo che potrebbero comunque turbare gli animi più sensibili: quindi ascoltate a vostro rischio e pericolo!
La registrazione è QUI!
Riguardo l'esecuzione vera e propria avrei potuto suonare meglio: il palm muting iniziale è tutt'altro che perfetto e il ritmo della seconda serie di accordi potrebbe essere migliore... ma ho voglia di cambiare!
Nota (*1): Ho leggermente modificato la mia voce...
NBA - 8/3/2018
Torino – Atalanta
...poi ho letto meglio:
Toronto – Atlanta
“Miracolo Allegri!” - 8/3/2018
Così titolava un giornale all'indomani della vittoria della Juve contro il Tottenham.
Io non ne sono convinto: ero fra quelli che ritenevano più probabile il passaggio del turno della squadra inglese e, nonostante la vittoria della Juventus, continuo a pensare di averci visto giusto.
Le mie ragioni:
A- Per gran parte della partita il Tottenham ha fatto il tiro al bersaglio contro la porta difesa da Buffon: solo per (s)fortuna ha fatto solo un gol.
B- La Juventus ha costruito pochissime opportunità e solo grazie ai suoi campioni è riuscita a concretizzarle.
C- La Juventus è riuscita a mantenere la calma e a conservare la lucidità necessaria per sfruttare le poche palle gol.
D- Allegri ha fatto dei buoni cambi.
Direi che la vittoria della Juve si è basata su: 50% fortuna, 25% i suoi campioni, 15% mentalità e 10% cambi indovinati. Ad Allegri spetta quindi un 10-25% (dando a lui anche il merito della mentalità) del successo ma decisiva è stata la fortuna.
Come ho già scritto altrove il gioco prudente e difensivo di Allegri sicuramente paga in campionato, dove la Juve è quasi sempre molto più forte degli avversari, ma, temo, in Champion's League, non sia sempre la strategia migliore.
martedì 27 febbraio 2018
domenica 25 febbraio 2018
Continuum e altri
Ho trovato una nuova (per me! Sono già alla quarta stagione...) serie interessante su Netflix: si chiama Continuum ed è di ambientazione fantascientifica/poliziesca.
Quello che mi piace è che la parte fantascientifica è credibile e non piena di buchi e stupidaggini come spesso accade in questi prodotti ma, soprattutto, apprezzo come gli sceneggiatori abbiano mischiato insieme elementi positivi e negativi.
Mi spiego meglio: nel 2077 le megacorporazioni hanno preso il potere negli USA e i cittadini sono divenuti solo lavoratori/consumatori senza diritti. Contro questa tirannia si battono da anni dei gruppi terroristici che vorrebbero riportare la “democrazia” in America: solo che i loro attacchi per colpire pochi supermegadirigenti causano migliaia di morti.
Io, ovviamente, parteggio per i terroristi e i loro ideali di libertà ma la protagonista è una superpoliziotta, grazie ai numerosi gadgets che la coadiuvano nel suo lavoro di investigazione, dalla parte delle megacorporazioni...
Quando l'azione si sposta nel 2012 la situazione si complica ulteriormente: la poliziotta è sola e ha un unico alleato: il giovane fondatore della più grande megacompagnia del 2077 che, grazie a lei, inizia a scoprire/intuire molte cose del proprio futuro. Anzi in una breve scena, un lampo dal passato, si vede il giovane, ormai divenuto anziano, che incontra nel 2075 la protagonista e la riconosce: anzi sembra essere proprio lui che arrangi le cose in maniera tale che ella venga rimandata indietro nel tempo insieme ai “cattivi”.
Mi aspetto quindi che, prima o poi, la poliziotta passi dalla parte dei “terroristi” e che il suo geniale amico del 2012 diventi il vero supercattivo...
Inoltre il titolo della serie fa pensare che quello che viene fatto nel 2012 causerà ripercussioni nel futuro e questo potrebbe dare innumerevoli spunti alla serie.
Oopss... il pezzo è ormai troppo lungo per essere ridotto a un corto (idea iniziale) e così ne approfitto per un altro paio di segnalazioni...
Altra serie che sembra molto promettente è “Dal tramonto all'alba” che, credo, si ispiri all'omonima pellicola. È una serie molto alla Tarantino, con personaggi sopra le righe, colori forti e una certa dose di violenza: il tutto sempre piacevolmente "eccessivo". In più c'è l'elemento fantastico di un culto precolombiano di adoratori dei serpenti e relativi mostri (dei vampiri-serpenti).
Per adesso le prime puntate sono state eccellenti: quello che mi lascia perplesso è come gli sceneggiatori possano mantenere alta la tensione. È come se fossero partiti col climax nella prima puntata ma ci sono ancora 3 o 4 stagioni con una dozzina di episodi l'una! Temo quindi che da un certo momento in poi la serie scadrà improvvisamente nel ridicolo o che si arrampicherà sugli specchi per proporre colpi di scena inverosimili. Comunque per adesso è fatta molto bene...
Ho poi provato a vedere una serie di cartoni prodotti da Netflix in collaborazione con la DreamWorks Animation: “Il cacciatore di Troll”.
Mi aspettavo qualcosa di tirato via e senza idea originali: un prodotto a basso costo mirato esclusivamente al pubblico dei bambini più piccoli...
Invece mi è piaciuto molto! La trama è ben realizzata e non banale, i personaggi sono divertenti e credibili... Molto meglio di tante serie prodotte senza un briciolo di fantasia!
Conclusione: insomma, nonostante i problemi con l'ADSL, quando posso non perdo occasione di guardare Netflix!
Quello che mi piace è che la parte fantascientifica è credibile e non piena di buchi e stupidaggini come spesso accade in questi prodotti ma, soprattutto, apprezzo come gli sceneggiatori abbiano mischiato insieme elementi positivi e negativi.
Mi spiego meglio: nel 2077 le megacorporazioni hanno preso il potere negli USA e i cittadini sono divenuti solo lavoratori/consumatori senza diritti. Contro questa tirannia si battono da anni dei gruppi terroristici che vorrebbero riportare la “democrazia” in America: solo che i loro attacchi per colpire pochi supermegadirigenti causano migliaia di morti.
Io, ovviamente, parteggio per i terroristi e i loro ideali di libertà ma la protagonista è una superpoliziotta, grazie ai numerosi gadgets che la coadiuvano nel suo lavoro di investigazione, dalla parte delle megacorporazioni...
Quando l'azione si sposta nel 2012 la situazione si complica ulteriormente: la poliziotta è sola e ha un unico alleato: il giovane fondatore della più grande megacompagnia del 2077 che, grazie a lei, inizia a scoprire/intuire molte cose del proprio futuro. Anzi in una breve scena, un lampo dal passato, si vede il giovane, ormai divenuto anziano, che incontra nel 2075 la protagonista e la riconosce: anzi sembra essere proprio lui che arrangi le cose in maniera tale che ella venga rimandata indietro nel tempo insieme ai “cattivi”.
Mi aspetto quindi che, prima o poi, la poliziotta passi dalla parte dei “terroristi” e che il suo geniale amico del 2012 diventi il vero supercattivo...
Inoltre il titolo della serie fa pensare che quello che viene fatto nel 2012 causerà ripercussioni nel futuro e questo potrebbe dare innumerevoli spunti alla serie.
Oopss... il pezzo è ormai troppo lungo per essere ridotto a un corto (idea iniziale) e così ne approfitto per un altro paio di segnalazioni...
Altra serie che sembra molto promettente è “Dal tramonto all'alba” che, credo, si ispiri all'omonima pellicola. È una serie molto alla Tarantino, con personaggi sopra le righe, colori forti e una certa dose di violenza: il tutto sempre piacevolmente "eccessivo". In più c'è l'elemento fantastico di un culto precolombiano di adoratori dei serpenti e relativi mostri (dei vampiri-serpenti).
Per adesso le prime puntate sono state eccellenti: quello che mi lascia perplesso è come gli sceneggiatori possano mantenere alta la tensione. È come se fossero partiti col climax nella prima puntata ma ci sono ancora 3 o 4 stagioni con una dozzina di episodi l'una! Temo quindi che da un certo momento in poi la serie scadrà improvvisamente nel ridicolo o che si arrampicherà sugli specchi per proporre colpi di scena inverosimili. Comunque per adesso è fatta molto bene...
Ho poi provato a vedere una serie di cartoni prodotti da Netflix in collaborazione con la DreamWorks Animation: “Il cacciatore di Troll”.
Mi aspettavo qualcosa di tirato via e senza idea originali: un prodotto a basso costo mirato esclusivamente al pubblico dei bambini più piccoli...
Invece mi è piaciuto molto! La trama è ben realizzata e non banale, i personaggi sono divertenti e credibili... Molto meglio di tante serie prodotte senza un briciolo di fantasia!
Conclusione: insomma, nonostante i problemi con l'ADSL, quando posso non perdo occasione di guardare Netflix!
sabato 24 febbraio 2018
La morale dell'astensione
Più o meno dal 2000 (non ricordo esattamente quando) fino alle elezioni del 2013 non avevo più votato. Mi ero reso conto che destra e sinistra erano, a parte le chiacchiere, sostanzialmente equivalenti (v. Douche & Turde): impegnati più ad accumulare potere che a cercare di fare il bene della popolazione.
A fine 2012 scoprii il M5S e per qualche tempo, diciamo un anno e mezzo circa, come è ben documentato in questo viario, ebbi una minima speranza per il futuro: ma non è di questo che voglio scrivere oggi.
Torniamo invece al periodo del mio astenzionismo: ricordo che non era facile spiegare la mia posizione e rispondere all'obiezione più comune, come mi muoveva mio padre, “eh, ma se non voti XXX allora fai vincere YYY e YYY è molto peggio di XXX!”.
Io cercavo di spiegare che, ammesso pure che YYY fosse peggio di XXX, io non trovavo giusto votare per un partito che non mi piacesse. Era una posizione difficile da sostenere perché andava contro l'esperienza comune dove la decisione più ovvia è proprio quella di optare per il male minore. Ad esempio, fra pagare una tassa da 1000€ o una multa da 3000€ è logico scegliere la prima possibilità no?
Con mia grande soddisfazione e orgoglio, alle elezione politiche del 2008 (o 2009? non ricordo...), convinsi mio zio ad astenersi, lui che non aveva mancato un'elezione da più di 50 anni!
Ma mio zio (v. Ricordo zio Gip) per certi versi mi assomigliava: nonostante l'età manteneva una freschezza ed elasticità mentale da fare invidia a molti giovani: lui era infatti capace di capire il senso più profondo delle mie parole e di accettare e far sua la mia logica anche se, all'epoca, non ero in grado di giustificare pienamente la mia posizione.
Arriviamo poi al corso di morale della giustizia (v. corso morale/giustizia e No, I Kant) che ha avuto il grandissimo merito di avermi fatto comprendere la posizione di diversi filosofi su varie questioni etiche.
Grazie a tale corso ho iniziato a scrivere che il non votare per un partito che non ci piace è una variante dell'imperativo categorico kantiano. Imperativo che io traduco con un “bisogna fare ciò che è giusto indipendentemente dalle conseguenze”: votare quindi un partito che non riteniamo all'altezza di governare (scelta non giusta) per non farne vincere un altro (conseguenza) è moralmente sbagliato.
Solo che, quando parlo a mio padre (e ad altri) dell'imperativo categorico, egli storce il naso e, soprattutto, chiude le orecchie: non mi ascolta cioè e, anche se sul momento riesco magari a estorcergli l'ammissione che ho ragione io, in verità non lo pensa veramente e, per questo, non agisce poi coerentemente con le proprie parole.
In effetti la sua posizione è comprensibile: chi non conosce tale filosofia e pensa con la propria testa perché dovrebbe accettare come veritiera la definizione di imperativo categorico su cui poi io poggio la mia argomentazione a favore dell'astensione? Alla fine potrebbe solo sembrare “aria fritta”, cioè discorsi campati in aria e irreali...
Dopotutto spiegare a qualcuno che non conosca Kant che “Kant dice così” non è una giustificazione ma un dogma: e per accettare in silenzio un dogma si deve avere fede, in questo caso nell'intelligenza e nella filosofia morale di Kant!
Però, pochi giorni fa, ho pensato a un bella analogia che fa comprendere bene la mia morale dell'astensione.
Sono partito dall'idea che votare un partito corrisponde ad aiutarlo nello svolgere poi la sua attività politica dandogli una frazione di potere in più; non votare corrisponde invece a non aiutare nessuno.
Ecco allora il mio esempio: supponiamo che si abbia la possibilità di aiutare a nostra scelta un assassino, un maniaco, un pedofilo o un borseggiatore; in questo caso mi pare evidente che anche aiutare il meno peggio, cioè il borseggiatore, non sia giusto: se le mie opzioni sono queste, tutte negative cioè, allora io preferisco non aiutare nessuno. Analogamente se nessun partito ci convince perché siamo sicuri che non farà il bene del paese allora è moralmente corretto non votarne nessuno, neppure quello ritenuto “meno peggio” degli altri.
Mi si potrebbe obiettare che la scelta giusta da fare, piuttosto che non aiutare nessuno, dovrebbe essere quella di bloccare l'omicida (o il maniaco o il pedofilo). Verissimo, solo che nel mio esempio tale possibilità non è prevista: dopotutto lo scopo di questa analogia è solo quello di far capire perché sia sbagliato scegliere il “meno peggio” e non ha senso estenderla oltre il suo ambito di significato: aiutare il borseggiatore non eviterebbe infatti gli omicidi e gli stupri compiuti dagli altri mentre votare il partito “meno peggio” potrebbe togliere un po' di forza a quelli ritenuti peggiori. Ma non è questo il punto della questione né dell'esempio!
Conclusione: ecco spiegati quindi i miei dubbi per le prossime elezioni e la mia titubanza a votare Lega o M5S: ho paura di aiutare dei borseggiatori!
A fine 2012 scoprii il M5S e per qualche tempo, diciamo un anno e mezzo circa, come è ben documentato in questo viario, ebbi una minima speranza per il futuro: ma non è di questo che voglio scrivere oggi.
Torniamo invece al periodo del mio astenzionismo: ricordo che non era facile spiegare la mia posizione e rispondere all'obiezione più comune, come mi muoveva mio padre, “eh, ma se non voti XXX allora fai vincere YYY e YYY è molto peggio di XXX!”.
Io cercavo di spiegare che, ammesso pure che YYY fosse peggio di XXX, io non trovavo giusto votare per un partito che non mi piacesse. Era una posizione difficile da sostenere perché andava contro l'esperienza comune dove la decisione più ovvia è proprio quella di optare per il male minore. Ad esempio, fra pagare una tassa da 1000€ o una multa da 3000€ è logico scegliere la prima possibilità no?
Con mia grande soddisfazione e orgoglio, alle elezione politiche del 2008 (o 2009? non ricordo...), convinsi mio zio ad astenersi, lui che non aveva mancato un'elezione da più di 50 anni!
Ma mio zio (v. Ricordo zio Gip) per certi versi mi assomigliava: nonostante l'età manteneva una freschezza ed elasticità mentale da fare invidia a molti giovani: lui era infatti capace di capire il senso più profondo delle mie parole e di accettare e far sua la mia logica anche se, all'epoca, non ero in grado di giustificare pienamente la mia posizione.
Arriviamo poi al corso di morale della giustizia (v. corso morale/giustizia e No, I Kant) che ha avuto il grandissimo merito di avermi fatto comprendere la posizione di diversi filosofi su varie questioni etiche.
Grazie a tale corso ho iniziato a scrivere che il non votare per un partito che non ci piace è una variante dell'imperativo categorico kantiano. Imperativo che io traduco con un “bisogna fare ciò che è giusto indipendentemente dalle conseguenze”: votare quindi un partito che non riteniamo all'altezza di governare (scelta non giusta) per non farne vincere un altro (conseguenza) è moralmente sbagliato.
Solo che, quando parlo a mio padre (e ad altri) dell'imperativo categorico, egli storce il naso e, soprattutto, chiude le orecchie: non mi ascolta cioè e, anche se sul momento riesco magari a estorcergli l'ammissione che ho ragione io, in verità non lo pensa veramente e, per questo, non agisce poi coerentemente con le proprie parole.
In effetti la sua posizione è comprensibile: chi non conosce tale filosofia e pensa con la propria testa perché dovrebbe accettare come veritiera la definizione di imperativo categorico su cui poi io poggio la mia argomentazione a favore dell'astensione? Alla fine potrebbe solo sembrare “aria fritta”, cioè discorsi campati in aria e irreali...
Dopotutto spiegare a qualcuno che non conosca Kant che “Kant dice così” non è una giustificazione ma un dogma: e per accettare in silenzio un dogma si deve avere fede, in questo caso nell'intelligenza e nella filosofia morale di Kant!
Però, pochi giorni fa, ho pensato a un bella analogia che fa comprendere bene la mia morale dell'astensione.
Sono partito dall'idea che votare un partito corrisponde ad aiutarlo nello svolgere poi la sua attività politica dandogli una frazione di potere in più; non votare corrisponde invece a non aiutare nessuno.
Ecco allora il mio esempio: supponiamo che si abbia la possibilità di aiutare a nostra scelta un assassino, un maniaco, un pedofilo o un borseggiatore; in questo caso mi pare evidente che anche aiutare il meno peggio, cioè il borseggiatore, non sia giusto: se le mie opzioni sono queste, tutte negative cioè, allora io preferisco non aiutare nessuno. Analogamente se nessun partito ci convince perché siamo sicuri che non farà il bene del paese allora è moralmente corretto non votarne nessuno, neppure quello ritenuto “meno peggio” degli altri.
Mi si potrebbe obiettare che la scelta giusta da fare, piuttosto che non aiutare nessuno, dovrebbe essere quella di bloccare l'omicida (o il maniaco o il pedofilo). Verissimo, solo che nel mio esempio tale possibilità non è prevista: dopotutto lo scopo di questa analogia è solo quello di far capire perché sia sbagliato scegliere il “meno peggio” e non ha senso estenderla oltre il suo ambito di significato: aiutare il borseggiatore non eviterebbe infatti gli omicidi e gli stupri compiuti dagli altri mentre votare il partito “meno peggio” potrebbe togliere un po' di forza a quelli ritenuti peggiori. Ma non è questo il punto della questione né dell'esempio!
Conclusione: ecco spiegati quindi i miei dubbi per le prossime elezioni e la mia titubanza a votare Lega o M5S: ho paura di aiutare dei borseggiatori!
venerdì 23 febbraio 2018
Telecom Odissey 19
Dallo scorso corto Telecom Odissey 18 del 5 febbraio sono successe diverse cose ma non ho avuto voglia di appuntarmele.
1. L'intervento dell'operatrice (il 5/2) che mi aveva cambiato il “profilo” mi aveva riportato la velocità a valori accettabili, diciamo sui 3Mbit.
2. Ero in attesa dell'intervento alla linea a circa 1Km da casa mia: secondo me non mi interessava direttamente ma fino a quando non aggiustavano tale problema non aveva senso insistere affinché riparassero/sostituissero il cavo a 100m da casa mia.
3. Ho cambiato operatore! Sono passato a Fastweb: ho solo una lieve speranza che le cose migliorino ma sono sicuro che non possono andare peggio... e comunque spenderò sensibilmente meno.
Intorno al 7 febbraio giorno più o giorno meno hanno cambiato il palo rotto a 1Km da casa mia ma senza cambiare i cavi: neppure quelli danneggiati in maniera ridicola e rattoppati in più punti! Quindi ovviamente l'intervento non ha minimamente migliorato la situazione...
Nel frattempo la mia linea ha continuato a degradarsi sempre più, in genere dopo giornate di pioggia. Più volte ho ricontattato il 187 spiegando che cambiando il mio “profilo” riuscivo a navigare seppure lentamente e ogni volta ho avuto un po' di “sollievo” ritornando a navigare seppure via via sempre più piano. Poi due giorni fa, il 20 febbraio, ho scoperto l'arcano: cambiare “profilo” significa abbassare la velocità in maniera che la linea diventi più stabile. Il problema, mi ha spiegato però l'ultima operatrice con cui ho parlato, è che ormai ho il profilo da 2,2Mbit e di più bassi non ce ne sono!
In realtà in questi giorni (dall'ultima pioggia) in pratica viaggio sotto 1Mbit e spesso non ho proprio linea: inoltre si sentono tutta una serie di interferenze (anche a router spento), non presenti lo scorso novembre, che indicano chiaramente che il cavo si sta deteriorando sempre più...
Ieri, il 21/2, sarebbe dovuto intervenire il tecnico locale ma non si è visto nessuno. Oggi ho richiamato il 187 e mi è stato detto che l'intervento sarebbe stato fatto in giornata. Nessuno si è fatto vivo o mi ha telefonato ma in tarda serata devono avermi ricambiato profilo rialzando la velocità massima: adesso infatti riesco a stare connesso solo per pochi secondi prima di riperdere la linea.
Domani mattina richiamo e spiego che la “soluzione” ha peggiorato il problema.
Conclusione: fra il 5 e il 20 febbraio la mia chiamata iniziale deve essere stata chiusa (probabilmente quando la mia velocità era tornata sui 3Mbit) senza che fosse stato fatto niente anche perché io avevo abbassato la guardia. Adesso però la situazione è tornata a essere drammatica e quindi nei prossimi giorni gli starò col fiato sul collo: se mi riesce collegarmi cercherò di scrivere le mie critiche sul sito. Ho infatti notato che se lascio dei messaggi scritti mi prendono molto più sul serio: suppongo che una volta che quando un messaggio è inserito nel loro DB poi anche chi controlla (gerarchicamente) i tecnici può leggerli e, via via che un problema sale di priorità, diviene sempre più probabile che lo faccia e capisca come stanno le cose, ovvero chi non lavora e chi fa il proprio dovere; invece se ci si limita a parlare con il 187 tutto rimane nebuloso e la voce del cliente (la mia!) non viene ascoltata...
1. L'intervento dell'operatrice (il 5/2) che mi aveva cambiato il “profilo” mi aveva riportato la velocità a valori accettabili, diciamo sui 3Mbit.
2. Ero in attesa dell'intervento alla linea a circa 1Km da casa mia: secondo me non mi interessava direttamente ma fino a quando non aggiustavano tale problema non aveva senso insistere affinché riparassero/sostituissero il cavo a 100m da casa mia.
3. Ho cambiato operatore! Sono passato a Fastweb: ho solo una lieve speranza che le cose migliorino ma sono sicuro che non possono andare peggio... e comunque spenderò sensibilmente meno.
Intorno al 7 febbraio giorno più o giorno meno hanno cambiato il palo rotto a 1Km da casa mia ma senza cambiare i cavi: neppure quelli danneggiati in maniera ridicola e rattoppati in più punti! Quindi ovviamente l'intervento non ha minimamente migliorato la situazione...
Nel frattempo la mia linea ha continuato a degradarsi sempre più, in genere dopo giornate di pioggia. Più volte ho ricontattato il 187 spiegando che cambiando il mio “profilo” riuscivo a navigare seppure lentamente e ogni volta ho avuto un po' di “sollievo” ritornando a navigare seppure via via sempre più piano. Poi due giorni fa, il 20 febbraio, ho scoperto l'arcano: cambiare “profilo” significa abbassare la velocità in maniera che la linea diventi più stabile. Il problema, mi ha spiegato però l'ultima operatrice con cui ho parlato, è che ormai ho il profilo da 2,2Mbit e di più bassi non ce ne sono!
In realtà in questi giorni (dall'ultima pioggia) in pratica viaggio sotto 1Mbit e spesso non ho proprio linea: inoltre si sentono tutta una serie di interferenze (anche a router spento), non presenti lo scorso novembre, che indicano chiaramente che il cavo si sta deteriorando sempre più...
Ieri, il 21/2, sarebbe dovuto intervenire il tecnico locale ma non si è visto nessuno. Oggi ho richiamato il 187 e mi è stato detto che l'intervento sarebbe stato fatto in giornata. Nessuno si è fatto vivo o mi ha telefonato ma in tarda serata devono avermi ricambiato profilo rialzando la velocità massima: adesso infatti riesco a stare connesso solo per pochi secondi prima di riperdere la linea.
Domani mattina richiamo e spiego che la “soluzione” ha peggiorato il problema.
Conclusione: fra il 5 e il 20 febbraio la mia chiamata iniziale deve essere stata chiusa (probabilmente quando la mia velocità era tornata sui 3Mbit) senza che fosse stato fatto niente anche perché io avevo abbassato la guardia. Adesso però la situazione è tornata a essere drammatica e quindi nei prossimi giorni gli starò col fiato sul collo: se mi riesce collegarmi cercherò di scrivere le mie critiche sul sito. Ho infatti notato che se lascio dei messaggi scritti mi prendono molto più sul serio: suppongo che una volta che quando un messaggio è inserito nel loro DB poi anche chi controlla (gerarchicamente) i tecnici può leggerli e, via via che un problema sale di priorità, diviene sempre più probabile che lo faccia e capisca come stanno le cose, ovvero chi non lavora e chi fa il proprio dovere; invece se ci si limita a parlare con il 187 tutto rimane nebuloso e la voce del cliente (la mia!) non viene ascoltata...
giovedì 22 febbraio 2018
Non opere di bene ma fiori
Finalmente con l'avvicinarsi della primavera sto iniziando a sfruttare il libro Che fiore è questo? di Spohn, Aichele, Golte-Bechtle, Spohn, Franco Muzio Editore, 2014.
Ieri ho identificato (sicuro al 100%) una pianta di “tossilaggine comune” detta anche “farfaro”: è facile da riconoscere perché alla fioritura non ha foglie.
Oggi invece ho identificato (sicuro all'80%) una mammola o “viola mammola”. In questo caso non sono completamente sicuro perché sia la “viola silvestre” che la “viola di Rivinus” sono molto simili. Quello che mi fa propendere per la mammola è l'altezza della pianta: la mammola è decisamente più bassa...
Intervista a Bagnai - 24/2/2018
Ho trovato una recente intervista al Prof. Bagnai: Elezioni 2018, il prof che sfida Renzi: "I veri estremisti sono i difensori dell'Europa" da FirenzeToday.it
Ovviamente è brevissima e superficiale, come del resto tutti gli articoli in linea dei giornalisti italiani (avete mai letto quelli della BBC?), ma ha il pregio di fare una panoramica a 360°.
Personalmente apprezzo il passaggio finale dove spiega che i veri estremisti sono quelli che sostengono la politica scellerata dell'Europa...
Ancora Bagnai - 25/2/2018
Breve (10 min.) intervista audio ad Alberto Bagnai. Si potrà anche non essere d'accordo con lui ma almeno parla in maniera limpida e chiara: (AUDIO) Elezioni-Bagnai, Lega: “L’Euro? Vi spiego perché è un fallimento…” da RadioSieve.it
PS: quanto mi piacerebbe vedere un confronto in tivvù Renzi-Bagnai!
Telecom Odissey 20 - 26/2/2018
Con la punatata di oggi si conclude la seconda parte della seconda stagione (*1) dell'acclamata serie “Telecom Odissey”. Ma niente paura: nei prossimi giorni partirà uno spin off, “Fastweb Odissey”, dove ritroveremo molti dei migliori personaggi minori della serie principale: il mio cavo tagliato in due punti e rattoppato con nastro adesivo (causa di tutti i problemi) e, temo, il tecnico Telecom imbranato e fannullone a cui spetta il compito di gestire l'ultimo miglio...
Come tutte le serie che si rispettino anche “Telecom Odissey” ha il suo finale inconclusivo: giovedì scorso (22/2) mi apprestavo a stare col fiato sul collo ai vari tecnici/operatori quando ho scoperto che martedì 27 ci sarebbe stato il passaggio a Fastweb. A questo punto ho lasciato perdere...
Lascio quindi la Telecom con uno 0.7Mbit di media e con poche speranze di migliorare con Fastweb ma almeno, con la certezza che non potrà andare peggio...
Conclusione: sono un inguaribile ottimista: lo sanno tutti che al peggio non c'è mai fine!
Nota (*1): La prima stagione fu prodotta nel 2010, sempre su questo viario. La prima parte della seconda stagione è iniziata nel novembre 2017 e la seconda parte a fine gennaio 2018. Vi risparmio i collegamenti.
Altri fiori - 26/2/2018
Oggi mi ero armato di macchina fotografica per fotografare i fiori che ho identificato fino a questo momento: sfortunatamente il calo di temperatura di quasi 15° rispetto a sabato non mi ha aiutato. Molti fiori sono semplicemente spariti mentre altri se ne stanno rattrappiti e sono quasi irriconoscibili! E io ho preso un gran freddo...
Comunque oltre al farfaro e alla mammola sono riuscito a identificare altri due fiori: la veronica di campo (98%) e la calta palustre (100%)!
Ieri ho identificato (sicuro al 100%) una pianta di “tossilaggine comune” detta anche “farfaro”: è facile da riconoscere perché alla fioritura non ha foglie.
Oggi invece ho identificato (sicuro all'80%) una mammola o “viola mammola”. In questo caso non sono completamente sicuro perché sia la “viola silvestre” che la “viola di Rivinus” sono molto simili. Quello che mi fa propendere per la mammola è l'altezza della pianta: la mammola è decisamente più bassa...
Intervista a Bagnai - 24/2/2018
Ho trovato una recente intervista al Prof. Bagnai: Elezioni 2018, il prof che sfida Renzi: "I veri estremisti sono i difensori dell'Europa" da FirenzeToday.it
Ovviamente è brevissima e superficiale, come del resto tutti gli articoli in linea dei giornalisti italiani (avete mai letto quelli della BBC?), ma ha il pregio di fare una panoramica a 360°.
Personalmente apprezzo il passaggio finale dove spiega che i veri estremisti sono quelli che sostengono la politica scellerata dell'Europa...
Ancora Bagnai - 25/2/2018
Breve (10 min.) intervista audio ad Alberto Bagnai. Si potrà anche non essere d'accordo con lui ma almeno parla in maniera limpida e chiara: (AUDIO) Elezioni-Bagnai, Lega: “L’Euro? Vi spiego perché è un fallimento…” da RadioSieve.it
PS: quanto mi piacerebbe vedere un confronto in tivvù Renzi-Bagnai!
Telecom Odissey 20 - 26/2/2018
Con la punatata di oggi si conclude la seconda parte della seconda stagione (*1) dell'acclamata serie “Telecom Odissey”. Ma niente paura: nei prossimi giorni partirà uno spin off, “Fastweb Odissey”, dove ritroveremo molti dei migliori personaggi minori della serie principale: il mio cavo tagliato in due punti e rattoppato con nastro adesivo (causa di tutti i problemi) e, temo, il tecnico Telecom imbranato e fannullone a cui spetta il compito di gestire l'ultimo miglio...
Come tutte le serie che si rispettino anche “Telecom Odissey” ha il suo finale inconclusivo: giovedì scorso (22/2) mi apprestavo a stare col fiato sul collo ai vari tecnici/operatori quando ho scoperto che martedì 27 ci sarebbe stato il passaggio a Fastweb. A questo punto ho lasciato perdere...
Lascio quindi la Telecom con uno 0.7Mbit di media e con poche speranze di migliorare con Fastweb ma almeno, con la certezza che non potrà andare peggio...
Conclusione: sono un inguaribile ottimista: lo sanno tutti che al peggio non c'è mai fine!
Nota (*1): La prima stagione fu prodotta nel 2010, sempre su questo viario. La prima parte della seconda stagione è iniziata nel novembre 2017 e la seconda parte a fine gennaio 2018. Vi risparmio i collegamenti.
Altri fiori - 26/2/2018
Oggi mi ero armato di macchina fotografica per fotografare i fiori che ho identificato fino a questo momento: sfortunatamente il calo di temperatura di quasi 15° rispetto a sabato non mi ha aiutato. Molti fiori sono semplicemente spariti mentre altri se ne stanno rattrappiti e sono quasi irriconoscibili! E io ho preso un gran freddo...
Comunque oltre al farfaro e alla mammola sono riuscito a identificare altri due fiori: la veronica di campo (98%) e la calta palustre (100%)!
Voterò Lega? Forse...
In questi giorni sto cercando di decidere se e cosa votare alle prossime elezioni: la mia posizione di totale sfiducia l'avevo illustrata in Con tristezza verso le elezioni poi però la candidatura del Bagnai (v. Bagnai legato) ha rimesso tutto in discussione. Ed è da qui che voglio ripartire: non potendo votare direttamente Bagnai ha senso votare comunque la Lega? Il Bagnai ovviamente dice di sì: è utile rafforzare la “sua” squadra ma, in realtà, la Lega è la squadra di Salvini. Il mio punto di partenza è stato quindi cercare di capire che persona sia Salvini...
Premetto che ancora non ho l'idea chiare e che, anzi, spero che scrivere questo pezzo mi aiuti a chiarirmele.
La mia "vecchia" teoria era che Salvini avesse candidato la “figurina Bagnai” per coprire con essa la pochezza del programma economico della Lega e, contemporaneamente, attirare i voti potenziali dei lettori di Goofynomics. Pensavo insomma che l'interesse di Salvini per la questione euro fosse solo superficiale e di facciata.
Contemporaneamente avevo la mia “solita” perplessità (v. ad esempio Riflessioni primarie del 2012) ovvero perché un politico onesto e riformatore dovrebbe entrare in un partito ormai compromesso e avvelenato dal potere e cercare di cambiarlo dall'interno. Questa era la mia principale obiezione a Renzi, che all'epoca cercavo disperatamente di farmi piacere (con scarso successo!), mi cito:
«Certo che la strada intrapresa da Renzi di cercare di rivoluzionare un partito dall'interno (vedi il concetto di “rottamazione") è molto ardua. È come se una persona cercasse di sollevarsi da terra tirandosi su per i propri capelli...
Sembra un'operazione contro natura, un'illusione che il 90% dei gerarchi del partito, gente che ha dedicato tutta la propria vita al potere, rinunci ad esso in virtù di regole nuove: è molto più probabile che si ribelli con tutte le forze (vedi ipotesi brogli) per mantenere i propri privilegi...»
La stessa perplessità l'avevo con Salvini e il suo tentativo di cambiare la Lega e, attraverso di essa, l'Italia. Così ho letto la sua pagina su Wikipedia: Matteo Salvini
Tutto sommato credo che avrei preferito leggere una storia di contiguità e intrallazzi col potere: ciò avrebbe infatti tagliato la testa al toro: avrei fatto i miei migliori auguri al Bagnai ma mi sarei astenuto senza dubbi o incertezze.
Invece la biografia di Salvini ha molti aspetti che mi piacciano.
1. Entra nella Lega giovanissimo nel 1990 e ne diviene attivista l'anno successivo. Dal 1993 diviene consigliere comunale a Milano. Da qui la sua carriera politica entra in una stasi: rimane infatti consigliere comunale fino al 2004 quando viene eletto nel Parlamento Europeo.
Non che fare il consigliere comunale a Milano faccia schifo ma non c'è stata una scalata al potere improvvisa e fulminea che potrebbe far pensare ad appoggi segreti o connivenze col potere.
Salvini mi dà l'idea di una persona che politicamente si è fatta da sola e sia riuscita a emergere grazie alle proprie capacità.
2. È stato vicino al centro sociale Leoncavallo e in seguito, nel 1997, è stato capolista dei “comunisti padani” nel parlamentino della Lega. Mi fa pensare a una persona con degli ideali che non ha paura di essere in minoranza e perdere opportunità di potere.
3. Non si è laureato fermandosi a 5 esami dalla laurea. Su Wikipedia è scritto: Nel 2008 dichiara che sarebbe arrivata «prima la Padania libera della mia laurea»
Non è solo l'autoironia che apprezzo: pensate infatti a quanti politici di “buona famiglia” hanno comunque ottenuto la loro laurea con mezzi più o meno sospetti? Di nuovo emerge l'immagine di una persona che non ha ricevuto “spinte” o “aiutini”.
4. È almeno dal 2013 che Salvini è contro l'euro e ha posizioni affini a quelle di Bagnai: la sua crociata contro l'euro non è quindi un'operazione di facciata per raccattare qualche voto in più di malcontento ma è qualcosa in cui crede veramente.
5. All'accusa di essersi schierato in Europa con l'estrema destra aveva risposto qualcosa del tipo (non ritrovo più il passaggio esatto) che non rinnega il suo passato di sinistra ma che ormai la sinistra non c'è: solo le destre, difendendo la sovranità nazionale, aiutano in effetti i più deboli.
Ovviamente questo apparente paradosso ha trovato la mia approvazione.
6. Ha tirato le uova a D'Alema!
Poi ovviamente c'è una caterva di controversie e contraddizioni più o meno evidenti: ma ormai, dopo aver seguito attentamente Grillo, so bene come i media distorcono la realtà estraendo frasi dal loro contesto. Quindi sì, tengo presenti tutte queste “macchie” ma do loro scarsa importanza...
In definitiva la biografia di Salvini mi è piaciuta e sicuramente egli merita lo stesso beneficio del dubbio che diedi a suo tempo a Renzi. Anzi merita ancora più “beneficio” perché il suo passato politico e personale è molto più limpido di quello di Renzi.
Quindi? Quindi ancora non ho deciso cosa fare...
È importante essere coerenti con le proprie idee, nel mio caso fortemente negative verso la Lega, ma anche sapere prendere decisioni difficili riuscendo a cambiare le proprie convinzioni più o meno inveterate. Per poterlo fare bisogna cercare di rimanere oggettivi e lucidi, senza lasciarsi influenzare da preconcetti ma basandosi sui fatti.
Immodestamente mi pare di aver dato prova di avere entrambe queste capacità: due pezzi recenti che lo dimostrano sono Il chitarrista tetragono e Mollata a San Valentino.
Cambiare idea sulla Lega non deve quindi essere un'eresia. Oltretutto, l'ho sempre ammesso, seguo la poltica MOLTO distrattamente ed è quindi facile che il cambiamento di rotta impresso da Salvini alla Lega da quando ne è il segretario (2013) mi sia del tutto sfuggito.
Quello che adesso digerisco poco è l'alleanza della Lega con FI e simili. Capisco però anche la posizione di Salvini: la Lega da sola non ha i voti per governare e deve quindi allearsi per cercare di ottenere qualcosa.
C'è poi da dire che la mia fiducia nel Bagnai, non solo nelle sue idee economiche ma come uomo integerrimo, è massima. In realtà credo che, ammesso che Salvini sia realmente in buona fede, la Lega potrà fare pochissimo per il bene dell'Italia; la mia speranza è tutta nel Bagnai: mi auguro infatti che divenendo senatore possa ottenere quella maggiore visibilità che gli permetta di far conoscere se stesso e, soprattutto, le sue idee. Se infatti i dati economici evidenziati da Bagnai, che i media liquidano come “populismo”, fossero più conosciuti e diffusi allora anche gli altri partiti sarebbero costretti ad andare incontro all'opinione pubblica.
Una speranza flebilissima, lo so, ma probabilmente meglio di un'assoluta tristezza e disperazione.
Avrei in realtà molte altre cose da scrivere ma non voglio dilungarmi ulteriormente: cercherò di riproporre a parte le più interessanti...
Conclusione: Voterò Lega? Forse...
Premetto che ancora non ho l'idea chiare e che, anzi, spero che scrivere questo pezzo mi aiuti a chiarirmele.
La mia "vecchia" teoria era che Salvini avesse candidato la “figurina Bagnai” per coprire con essa la pochezza del programma economico della Lega e, contemporaneamente, attirare i voti potenziali dei lettori di Goofynomics. Pensavo insomma che l'interesse di Salvini per la questione euro fosse solo superficiale e di facciata.
Contemporaneamente avevo la mia “solita” perplessità (v. ad esempio Riflessioni primarie del 2012) ovvero perché un politico onesto e riformatore dovrebbe entrare in un partito ormai compromesso e avvelenato dal potere e cercare di cambiarlo dall'interno. Questa era la mia principale obiezione a Renzi, che all'epoca cercavo disperatamente di farmi piacere (con scarso successo!), mi cito:
«Certo che la strada intrapresa da Renzi di cercare di rivoluzionare un partito dall'interno (vedi il concetto di “rottamazione") è molto ardua. È come se una persona cercasse di sollevarsi da terra tirandosi su per i propri capelli...
Sembra un'operazione contro natura, un'illusione che il 90% dei gerarchi del partito, gente che ha dedicato tutta la propria vita al potere, rinunci ad esso in virtù di regole nuove: è molto più probabile che si ribelli con tutte le forze (vedi ipotesi brogli) per mantenere i propri privilegi...»
La stessa perplessità l'avevo con Salvini e il suo tentativo di cambiare la Lega e, attraverso di essa, l'Italia. Così ho letto la sua pagina su Wikipedia: Matteo Salvini
Tutto sommato credo che avrei preferito leggere una storia di contiguità e intrallazzi col potere: ciò avrebbe infatti tagliato la testa al toro: avrei fatto i miei migliori auguri al Bagnai ma mi sarei astenuto senza dubbi o incertezze.
Invece la biografia di Salvini ha molti aspetti che mi piacciano.
1. Entra nella Lega giovanissimo nel 1990 e ne diviene attivista l'anno successivo. Dal 1993 diviene consigliere comunale a Milano. Da qui la sua carriera politica entra in una stasi: rimane infatti consigliere comunale fino al 2004 quando viene eletto nel Parlamento Europeo.
Non che fare il consigliere comunale a Milano faccia schifo ma non c'è stata una scalata al potere improvvisa e fulminea che potrebbe far pensare ad appoggi segreti o connivenze col potere.
Salvini mi dà l'idea di una persona che politicamente si è fatta da sola e sia riuscita a emergere grazie alle proprie capacità.
2. È stato vicino al centro sociale Leoncavallo e in seguito, nel 1997, è stato capolista dei “comunisti padani” nel parlamentino della Lega. Mi fa pensare a una persona con degli ideali che non ha paura di essere in minoranza e perdere opportunità di potere.
3. Non si è laureato fermandosi a 5 esami dalla laurea. Su Wikipedia è scritto: Nel 2008 dichiara che sarebbe arrivata «prima la Padania libera della mia laurea»
Non è solo l'autoironia che apprezzo: pensate infatti a quanti politici di “buona famiglia” hanno comunque ottenuto la loro laurea con mezzi più o meno sospetti? Di nuovo emerge l'immagine di una persona che non ha ricevuto “spinte” o “aiutini”.
4. È almeno dal 2013 che Salvini è contro l'euro e ha posizioni affini a quelle di Bagnai: la sua crociata contro l'euro non è quindi un'operazione di facciata per raccattare qualche voto in più di malcontento ma è qualcosa in cui crede veramente.
5. All'accusa di essersi schierato in Europa con l'estrema destra aveva risposto qualcosa del tipo (non ritrovo più il passaggio esatto) che non rinnega il suo passato di sinistra ma che ormai la sinistra non c'è: solo le destre, difendendo la sovranità nazionale, aiutano in effetti i più deboli.
Ovviamente questo apparente paradosso ha trovato la mia approvazione.
6. Ha tirato le uova a D'Alema!
Poi ovviamente c'è una caterva di controversie e contraddizioni più o meno evidenti: ma ormai, dopo aver seguito attentamente Grillo, so bene come i media distorcono la realtà estraendo frasi dal loro contesto. Quindi sì, tengo presenti tutte queste “macchie” ma do loro scarsa importanza...
In definitiva la biografia di Salvini mi è piaciuta e sicuramente egli merita lo stesso beneficio del dubbio che diedi a suo tempo a Renzi. Anzi merita ancora più “beneficio” perché il suo passato politico e personale è molto più limpido di quello di Renzi.
Quindi? Quindi ancora non ho deciso cosa fare...
È importante essere coerenti con le proprie idee, nel mio caso fortemente negative verso la Lega, ma anche sapere prendere decisioni difficili riuscendo a cambiare le proprie convinzioni più o meno inveterate. Per poterlo fare bisogna cercare di rimanere oggettivi e lucidi, senza lasciarsi influenzare da preconcetti ma basandosi sui fatti.
Immodestamente mi pare di aver dato prova di avere entrambe queste capacità: due pezzi recenti che lo dimostrano sono Il chitarrista tetragono e Mollata a San Valentino.
Cambiare idea sulla Lega non deve quindi essere un'eresia. Oltretutto, l'ho sempre ammesso, seguo la poltica MOLTO distrattamente ed è quindi facile che il cambiamento di rotta impresso da Salvini alla Lega da quando ne è il segretario (2013) mi sia del tutto sfuggito.
Quello che adesso digerisco poco è l'alleanza della Lega con FI e simili. Capisco però anche la posizione di Salvini: la Lega da sola non ha i voti per governare e deve quindi allearsi per cercare di ottenere qualcosa.
C'è poi da dire che la mia fiducia nel Bagnai, non solo nelle sue idee economiche ma come uomo integerrimo, è massima. In realtà credo che, ammesso che Salvini sia realmente in buona fede, la Lega potrà fare pochissimo per il bene dell'Italia; la mia speranza è tutta nel Bagnai: mi auguro infatti che divenendo senatore possa ottenere quella maggiore visibilità che gli permetta di far conoscere se stesso e, soprattutto, le sue idee. Se infatti i dati economici evidenziati da Bagnai, che i media liquidano come “populismo”, fossero più conosciuti e diffusi allora anche gli altri partiti sarebbero costretti ad andare incontro all'opinione pubblica.
Una speranza flebilissima, lo so, ma probabilmente meglio di un'assoluta tristezza e disperazione.
Avrei in realtà molte altre cose da scrivere ma non voglio dilungarmi ulteriormente: cercherò di riproporre a parte le più interessanti...
Conclusione: Voterò Lega? Forse...
sabato 17 febbraio 2018
Genio compreso
Conclusi il corto ETA H con l'allusione a una mia riflessione sul genio che però avrei rimandato a un'altra occasione. Ovviamente, a meno di 24 ore di distanza, me ne ero già completamente scordato... Ma un'amica mi ha fatto tornare sull'argomento e, tutto sommato, credo che valga effettivamente la pena scriverne.
Nel corto sullodato, proprio perché breve, non sono potuto entrare nei dettagli della mia valutazione dei racconti di Hoffmann: anzi, la mia sintesi di “racconti piacevoli e di buon livello” poteva lasciar pensare anche a una mia certa supponenza nei confronti dell'autore.
La realtà è invece molto diversa: ho trovato i racconti, e quindi il loro autore, geniali per la loro evidente carica innovativa. Il fatto che Poe, di circa una generazione posteriore a Hoffmann, ne sia stato così evidentemente influenzato mi ha portato all'intuizione di cui avevo accennato nella mia conclusione.
Il genio porta l'intellettuale (che sia uno scrittore, uno scienziato, un artista etc...) a eccellere nel proprio campo. Ma maggiori sono le sue capacità e più lontano queste lo portano dal comune sentire del proprio tempo. La conseguenza è che l'uomo comune non ha la capacità di riconoscere il genio: se lo incontrasse e avesse la possibilità di parlarci sul treno magari si accorgerebbe della sua diversità ma, visto che gli strambi sono molto più numerosi dei geni, finirebbe per considerarla solo una stramberia.
Solo quando il genio riesce in qualche modo ad affermarsi allora viene considerato tale anche dalla massa dei contemporanei: non perché la gente comune improvvisamente arrivi a comprenderlo ma solo perché è in grado di riconoscere il successo, specialmente se sancito dalle autorità del tempo.
Altre volte però il genio, nel suo anticipare il presente, si proietta in un futuro che non è necessariamente quello che verrà percorso dal resto dell'umanità: in questo caso può venire a mancare il suo riconoscimento universale: magari l'intellettuale potrà essere anche molto stimato nella propria epoca o nelle successive ma la piena magnitudine delle sue capacità non sarà completamente compresa.
Con un'importante eccezione: i pochi individui in grado di pensare e valutare con la propria testa senza farsi influenzare dalla massa. Ovvero solo un genio può comprendere, indipendentemente dall'opinione comune, un altro genio: ed è questo che mi pare sia avvenuto con Poe. Il fatto che i suoi racconti ricordino quelli di Hoffmann significa che ne è stato fortemente impressionato: deve aver percepito vividamente gli incubi descritti dall'autore tedesco, come se fosse entrato in risonanza con essi, e per questo ha deciso, magari inconsciamente, di costruire le proprie storie su quelle stesse basi, ovviamente reinterpretandole ed espandendole col proprio genio creativo: cioè non imitando meccanicamente ma evolvendo, anche notevolmente.
Conclusione: è buffo come in un istante si possano avere intuizioni piuttosto complesse come questa appena esposta. Un giorno mi dovrò decidere a spiegare una mia vecchia teoria, un po' strampalata e non propriamente scientifica, al riguardo...
Nel corto sullodato, proprio perché breve, non sono potuto entrare nei dettagli della mia valutazione dei racconti di Hoffmann: anzi, la mia sintesi di “racconti piacevoli e di buon livello” poteva lasciar pensare anche a una mia certa supponenza nei confronti dell'autore.
La realtà è invece molto diversa: ho trovato i racconti, e quindi il loro autore, geniali per la loro evidente carica innovativa. Il fatto che Poe, di circa una generazione posteriore a Hoffmann, ne sia stato così evidentemente influenzato mi ha portato all'intuizione di cui avevo accennato nella mia conclusione.
Il genio porta l'intellettuale (che sia uno scrittore, uno scienziato, un artista etc...) a eccellere nel proprio campo. Ma maggiori sono le sue capacità e più lontano queste lo portano dal comune sentire del proprio tempo. La conseguenza è che l'uomo comune non ha la capacità di riconoscere il genio: se lo incontrasse e avesse la possibilità di parlarci sul treno magari si accorgerebbe della sua diversità ma, visto che gli strambi sono molto più numerosi dei geni, finirebbe per considerarla solo una stramberia.
Solo quando il genio riesce in qualche modo ad affermarsi allora viene considerato tale anche dalla massa dei contemporanei: non perché la gente comune improvvisamente arrivi a comprenderlo ma solo perché è in grado di riconoscere il successo, specialmente se sancito dalle autorità del tempo.
Altre volte però il genio, nel suo anticipare il presente, si proietta in un futuro che non è necessariamente quello che verrà percorso dal resto dell'umanità: in questo caso può venire a mancare il suo riconoscimento universale: magari l'intellettuale potrà essere anche molto stimato nella propria epoca o nelle successive ma la piena magnitudine delle sue capacità non sarà completamente compresa.
Con un'importante eccezione: i pochi individui in grado di pensare e valutare con la propria testa senza farsi influenzare dalla massa. Ovvero solo un genio può comprendere, indipendentemente dall'opinione comune, un altro genio: ed è questo che mi pare sia avvenuto con Poe. Il fatto che i suoi racconti ricordino quelli di Hoffmann significa che ne è stato fortemente impressionato: deve aver percepito vividamente gli incubi descritti dall'autore tedesco, come se fosse entrato in risonanza con essi, e per questo ha deciso, magari inconsciamente, di costruire le proprie storie su quelle stesse basi, ovviamente reinterpretandole ed espandendole col proprio genio creativo: cioè non imitando meccanicamente ma evolvendo, anche notevolmente.
Conclusione: è buffo come in un istante si possano avere intuizioni piuttosto complesse come questa appena esposta. Un giorno mi dovrò decidere a spiegare una mia vecchia teoria, un po' strampalata e non propriamente scientifica, al riguardo...
giovedì 15 febbraio 2018
E l'epitome?
Come spiegato nella conclusione di È arrivata Morrigan per la nuova versione dell'epitome ho tentato un nuovo approccio: scrivere “con più calma, diluendo nel tempo i miei sforzi”.
Sfortunatamente, appena mi sono trovato a dovere esprimere dei concetti difficili e impegnativi, mi sono bloccato: avrei infatti avuto bisogno di dedicarci il tempo necessario a sbrogliare la matassa... solo che col nuovo approccio, dello scrivere senza fretta e (relativamente) impegno, ciò non era possibile.
Ieri però, durante la lunga attesa dal dentista, ho riconsiderato il capitolo sul quale mi ero fermato e, praticamente, di ridefinire ciò che volevo scrivere e come esprimerlo. Oggi ho sostanzialmente riscritto da capo tale capitolo e, da adesso in poi, dovrebbe essere più semplice proseguirne la stesura: speriamo bene!
Conclusione: ancora non mi azzardo a fare previsioni ma comunque confermo che almeno ho ripreso a scrivere...
ETA H - 15/2/2018
Ho finito di leggere un buon libro “da bagno”: L'uomo della sabbia e altri racconti di Ernst T. A. Hoffmann, Fabbrie Editori, 1996, trad. Ervino Pocar.
Si tratta di una raccolta di cinque racconti di genere fantastico, tutti piacevoli e di buon livello.
Non entro nei dettagli ma voglio sottolineare che mi hanno ricordato molto Poe e, più indirettamente, Lovecraft. Un po' per l'atmosfera fantastica, a tratti onirica, ma soprattutto per il contrasto fra il protagonista e l'antagonista femminile di turno, spesso causa e motivo di orrore. Forse uno strano rapporto con la madre?
Ho avuto anche la sensazione che i racconti fossero basati su dei sogni: in particolare nella “Notte di San Silvestro” le prime due parti sembrano molto slegate dalla principale, la terza. Io credo che fossero dei sogni, solo vagamente connessi al sogno principale, ma che l'autore ha aggiunto perché gli suscitavano emozioni profonde come solo i propri sogni riescono a fare.
Conclusione: ne avrei una sul genio ma è abbastanza complessa e forse è meglio dedicargli un pezzo a sé stante.
Monsanto - 19/2/2018
Oggi ho scritto (faticosamente!) un po' di epitome e ho intenzione di proseguire in serata. Non ho quindi molta voglia di scrivere sul viario ma non posso esimermi da questo corto...
Ieri ho ricevuto un'epistola da Avaaz.org che è la traduzione in italiano di questa loro pagina: Send a message to Monsanto
Non sto a riassumerne il contenuto: leggetelo, si tratta di poche righe.
Voglio però suggerire tre riflessioni:
1. Questo è un ottimo esempio di asimmetria della cosiddetta “giustizia”: da una parte un colosso mondiale (50 miliardi di dollari) con un esercito di avvocati al proprio servizio; dall'altra un'ONG con un bilancio di circa 9 milioni di dollari (v. Avaaz.org su Wikipedia).
2. Grazie a una montagna di documenti legali la multinazionale è in grado di ostacolare, con degli evidenti pretesti, l'azione di Avaaz. Evidentemente la legge è dalla parte di Monsanto visto che un giudice americano ha emanato l'ordine di esibizione: supponendo che il giudice abbia agito seguendo le regole, questa è la riprova che la legge è scritta a favore dei forti.
3. Monsanto può permettersi queste iniziative contrarie all'opinione pubblica perché le persone comuni non sono i suoi clienti diretti: un'eventuale perdita d'immagine non si traduce in una proporzionale diminuzione dei ricavi.
Depresso - 20/2/2018
Oggi sono stato dal nuovo dentista: tutta un'altra cosa rispetto alla precedente (v. Mollata a San Valentino)...
Professionale con l'infermiera, mezzi informatici, telecamerina e radiografie molto più nitide e ricche di dettagli. La visita è stata scrupolosa: ha annotato tutto ciò che ha riscontrato con calma e precisione.
Riguardo il collegamento fra otturazione fatta male e carie non si è sbilanciato però ha detto che un'altra delle otturazioni era tutta sbagliata. Io ho sommato due più due.
Sono però depresso perché è saltato fuori che le capsule ai miei incisivi, ormai vecchie di quasi trent'anni, hanno dei problemi ma che probabilmente non si possono neppure cambiare: in pratica è meglio non intervenire fino a quando la situazione non peggiora...
Conclusione: sono contentissimo di avere cambiato dentista: non era una scelta facile perché avevo pochi elementi su cui basarmi e psicologicamente il legame di fiducia con il proprio medico, a meno che non ne combini una grossa, è molto forte.
Buco di memoria - 22/2/2018
Una buffa anomalia nel programma di studio di Anki (che uso per esercitare la memoria):
In genere devo studiare una decina di parole ogni giorno: negli istogrammi, in verde scuro, sono rappresentate quelle che so già (o che dovrei sapere!) e che mi vengono riproposte a distanza di mesi se non di anni; in verdolino invece quelle più nuove che mi vengono richieste a distanza di giorni o settimane. In pratica ci si può immaginare lo “strato verdolino” come se scivolasse sopra quello verde scuro.
Il numero minimo di parole (fra “vecchie” e più recenti) di solito è tre, forse una volta due, ma nel caso evidenziato mi si sta prospettando uno zero!
Molto raro e insolito!
Sfortunatamente, appena mi sono trovato a dovere esprimere dei concetti difficili e impegnativi, mi sono bloccato: avrei infatti avuto bisogno di dedicarci il tempo necessario a sbrogliare la matassa... solo che col nuovo approccio, dello scrivere senza fretta e (relativamente) impegno, ciò non era possibile.
Ieri però, durante la lunga attesa dal dentista, ho riconsiderato il capitolo sul quale mi ero fermato e, praticamente, di ridefinire ciò che volevo scrivere e come esprimerlo. Oggi ho sostanzialmente riscritto da capo tale capitolo e, da adesso in poi, dovrebbe essere più semplice proseguirne la stesura: speriamo bene!
Conclusione: ancora non mi azzardo a fare previsioni ma comunque confermo che almeno ho ripreso a scrivere...
ETA H - 15/2/2018
Ho finito di leggere un buon libro “da bagno”: L'uomo della sabbia e altri racconti di Ernst T. A. Hoffmann, Fabbrie Editori, 1996, trad. Ervino Pocar.
Si tratta di una raccolta di cinque racconti di genere fantastico, tutti piacevoli e di buon livello.
Non entro nei dettagli ma voglio sottolineare che mi hanno ricordato molto Poe e, più indirettamente, Lovecraft. Un po' per l'atmosfera fantastica, a tratti onirica, ma soprattutto per il contrasto fra il protagonista e l'antagonista femminile di turno, spesso causa e motivo di orrore. Forse uno strano rapporto con la madre?
Ho avuto anche la sensazione che i racconti fossero basati su dei sogni: in particolare nella “Notte di San Silvestro” le prime due parti sembrano molto slegate dalla principale, la terza. Io credo che fossero dei sogni, solo vagamente connessi al sogno principale, ma che l'autore ha aggiunto perché gli suscitavano emozioni profonde come solo i propri sogni riescono a fare.
Conclusione: ne avrei una sul genio ma è abbastanza complessa e forse è meglio dedicargli un pezzo a sé stante.
Monsanto - 19/2/2018
Oggi ho scritto (faticosamente!) un po' di epitome e ho intenzione di proseguire in serata. Non ho quindi molta voglia di scrivere sul viario ma non posso esimermi da questo corto...
Ieri ho ricevuto un'epistola da Avaaz.org che è la traduzione in italiano di questa loro pagina: Send a message to Monsanto
Non sto a riassumerne il contenuto: leggetelo, si tratta di poche righe.
Voglio però suggerire tre riflessioni:
1. Questo è un ottimo esempio di asimmetria della cosiddetta “giustizia”: da una parte un colosso mondiale (50 miliardi di dollari) con un esercito di avvocati al proprio servizio; dall'altra un'ONG con un bilancio di circa 9 milioni di dollari (v. Avaaz.org su Wikipedia).
2. Grazie a una montagna di documenti legali la multinazionale è in grado di ostacolare, con degli evidenti pretesti, l'azione di Avaaz. Evidentemente la legge è dalla parte di Monsanto visto che un giudice americano ha emanato l'ordine di esibizione: supponendo che il giudice abbia agito seguendo le regole, questa è la riprova che la legge è scritta a favore dei forti.
3. Monsanto può permettersi queste iniziative contrarie all'opinione pubblica perché le persone comuni non sono i suoi clienti diretti: un'eventuale perdita d'immagine non si traduce in una proporzionale diminuzione dei ricavi.
Depresso - 20/2/2018
Oggi sono stato dal nuovo dentista: tutta un'altra cosa rispetto alla precedente (v. Mollata a San Valentino)...
Professionale con l'infermiera, mezzi informatici, telecamerina e radiografie molto più nitide e ricche di dettagli. La visita è stata scrupolosa: ha annotato tutto ciò che ha riscontrato con calma e precisione.
Riguardo il collegamento fra otturazione fatta male e carie non si è sbilanciato però ha detto che un'altra delle otturazioni era tutta sbagliata. Io ho sommato due più due.
Sono però depresso perché è saltato fuori che le capsule ai miei incisivi, ormai vecchie di quasi trent'anni, hanno dei problemi ma che probabilmente non si possono neppure cambiare: in pratica è meglio non intervenire fino a quando la situazione non peggiora...
Conclusione: sono contentissimo di avere cambiato dentista: non era una scelta facile perché avevo pochi elementi su cui basarmi e psicologicamente il legame di fiducia con il proprio medico, a meno che non ne combini una grossa, è molto forte.
Buco di memoria - 22/2/2018
Una buffa anomalia nel programma di studio di Anki (che uso per esercitare la memoria):
In genere devo studiare una decina di parole ogni giorno: negli istogrammi, in verde scuro, sono rappresentate quelle che so già (o che dovrei sapere!) e che mi vengono riproposte a distanza di mesi se non di anni; in verdolino invece quelle più nuove che mi vengono richieste a distanza di giorni o settimane. In pratica ci si può immaginare lo “strato verdolino” come se scivolasse sopra quello verde scuro.
Il numero minimo di parole (fra “vecchie” e più recenti) di solito è tre, forse una volta due, ma nel caso evidenziato mi si sta prospettando uno zero!
Molto raro e insolito!
mercoledì 14 febbraio 2018
Mollata a San Valentino
Ieri alle 17:00 sono stato dalla mia dentista (v. Alvaro e la dentista) per quella che credevo essere una semplice otturazione saltata. Ho invece scoperto che il problema è ben peggiore: la dottoressa mi ha comunicato che “sotto” l'otturazione ho una grossa carie che, a giudicare dalla radiografia, potrebbe arrivare al nervo richiedendo quindi la devitalizzazione dell'intero dente...
Magari si è trattata di semplice sfortuna ma:
1. Fin da subito quella otturazione fatta (novembre 2010) dalla bella dentista mi aveva dato un po' di fastidio: come se sporgesse e mi comprimesse il dente.
2. Ricordo che all'epoca lei disse che non era facile lavorarci perché si trovava fra due denti.
3. Circa un anno e mezzo dopo, quando andai a farmi la pulizia dei denti, la feci ricontrollare e infatti nella mia scheda c'è una radiografia proprio di quel dente del 2012.
4. A luglio 2016, sempre alla pulizia dei denti (che faccio ogni 2 anni perché mi si forma pochissima placca), mi feci ricontrollare il solito dente ma non fu trovato niente. Forse lo stesso è accaduto anche a luglio 2014 ma onestamente non me lo ricordo.
5. La dentista sembra essere molto amica della sua infermiera e, quando non lavora nella bocca del paziente, è tutto un chiacchierare delle loro questioni private.
6. Per anni periodicamente sono andato con uno stuzzicadenti a pungolarmi quel dente, come a cercare di grattarmelo: gliel'ho detto alla dentista? Non so. Ma se così non fosse allora lei non mi ha posto le domande giuste (magari per fretta e/o scarsa attenzione)...
Aggiungo che la mia visita era stata fissata per le 17:00 ma a causa di ritardi accumulatisi ero stato fatto entrare alle 17:30. Constatata la situazione, visto che non ho dolore, per “fare il lavoro con calma” mi era stato proposto di fissare un nuovo appuntamento ma personalmente ebbi la sgradevole sensazione che preferissero liberarsi di me per ritornare in orario...
Ora, lo sapete, non mi chiamo KGB per niente: sono sospettoso al limite e talvolta entro la paranoia. Durante la notte ho rimuginato sui sei punti elencati qui sopra arrivando alle seguenti conclusioni.
A. la dottoressa è sempre un po' distratta, sicuramente non concentrata al 100% sul paziente: di solito non è un problema ma ogni tanto il suo lavoro può risentirne. Delle tre otturazioni che mi fece nel 2010 due non mi hanno mai dato problemi ma questa, sicuramente la più complicata, sì. L'otturazione sporgendo un po' causava un continuo accumulo di resti di cibo che, in breve, hanno portato alla carie. Sempre la mancanza di attenzione, la costante fretta e la scarsa attenzione e considerazione delle mie parole non le hanno fatto verificare con sufficiente accuratezza che una carie non si nascondesse sotto o dietro l'otturazione (e comunque non si è mai deciso di indagare o proporre interventi che, forse, avrebbero potuto evitare il problema). Lei ieri mi ha detto che una carie come la mia si può formare nel giro di un anno: sicuramente è possibile ma mi pare strano che i miei continui fastidi a quel dente fossero irrelati. In conclusione temo che la carie sia stata causata dalla sua otturazione tutt'altro che perfetta e che, comunque, ci siano state molte occasioni per scoprirla prima che divenisse così grave.
Oppure:
B. È tutta una coincidenza. La carie si è formata nel corso dell'ultimo anno (dopo l'ultima pulizia dei denti) e l'otturazione del 2010 non ha influito.
Ora per stabilire le probabilità di A e B dovrei essere un dentista che mi conosce bene (in particolare la mia grande resistenza alle carie) ma comunque sia la mia fiducia nella dottoressa si è incrinata. Se avessi un numero infinito di denti allora potrei anche darle un'altra possibilità ma siccome ne ho solo la dotazione standard non me la sento di rischiarne potenzialmente altri...
Per questo motivo verso le 3:45 AM di oggi (avevo già dormito le mie 3 ore... v. L'arruffato delfino blu) mi sono alzato e ho scritto al mio amico ingegnere-chitarrista (*1) per chiedergli chi fosse il suo dentista e, oggi a mezzogiorno, ho fissato l'appuntamento.
La vicenda ha avuto anche una coda interessante: la segretaria del nuovo dentista mi ha chiesto di richiedere allo studio dentistico una copia della radiografia fatta ieri in maniera da non dovermela rifare. Nel pomeriggio sono passato di persona ma la segretaria (del vecchio studio dentistico) mi ha detto che non poteva darmela perché loro non hanno lo scanner. Ovviamente ieri la dottoressa ha scansionato la mia radiografia e me l'ha mostrata sul suo portatile per indicarmi l'ombra che sarebbe la mia carie.
Io non ho insistito ma mi sembra che l'episodio la dica lunga sulla professionalità dello studio: bastava accedere al portatile e copiare il relativo archivio sulla chiavetta che avevo portato con me...
Sono consapevole che oggi è il famigerato San Valentino: per onorarlo degnamente pubblico quindi un disegno (eseguito a memoria) della mia bella e benamata ex-dentista, così come la vedrò sempre nei miei ricordi quando, china sul mio volto, mi rovistava nella bocca.
In verità quando lavorava su di me indossava sempre una maschera antigas: la ricostruzione della sua tenera bocca e labbra succose è quindi un po' fantasiosa ma, probabilmente, corretta.
Il disegno è piuttosto modesto però il colore delle sue iridi usato qui è proprio quello vero: veramente degli occhi bellissimi e ipnotici... sigh... mi manca già!
Conclusione: Lo so... mollare la mia amata dentista per San Valentino è stata proprio una porcata però... ho i denti contati!
L'appuntamento fissato per martedì 20 alle 12:30 è solo per una ricognizione iniziale: prevedo però che scriverò un aggiornamento sulla mia carie e sull'opinione del nuovo dentista su di essa.
Nota (*1): il motivo è pratico: conosco molte altre persone in zona ma questo mio amico è un perfezionista, metodico e oggettivo. Inutile sprecare forze a cercare il medico (o l'idraulico o l'elettricista, etc...) migliore quando sono comunque convinto che lui abbia già fatto verifiche più accurate di quanto avrei la pazienza di fare io!
Magari si è trattata di semplice sfortuna ma:
1. Fin da subito quella otturazione fatta (novembre 2010) dalla bella dentista mi aveva dato un po' di fastidio: come se sporgesse e mi comprimesse il dente.
2. Ricordo che all'epoca lei disse che non era facile lavorarci perché si trovava fra due denti.
3. Circa un anno e mezzo dopo, quando andai a farmi la pulizia dei denti, la feci ricontrollare e infatti nella mia scheda c'è una radiografia proprio di quel dente del 2012.
4. A luglio 2016, sempre alla pulizia dei denti (che faccio ogni 2 anni perché mi si forma pochissima placca), mi feci ricontrollare il solito dente ma non fu trovato niente. Forse lo stesso è accaduto anche a luglio 2014 ma onestamente non me lo ricordo.
5. La dentista sembra essere molto amica della sua infermiera e, quando non lavora nella bocca del paziente, è tutto un chiacchierare delle loro questioni private.
6. Per anni periodicamente sono andato con uno stuzzicadenti a pungolarmi quel dente, come a cercare di grattarmelo: gliel'ho detto alla dentista? Non so. Ma se così non fosse allora lei non mi ha posto le domande giuste (magari per fretta e/o scarsa attenzione)...
Aggiungo che la mia visita era stata fissata per le 17:00 ma a causa di ritardi accumulatisi ero stato fatto entrare alle 17:30. Constatata la situazione, visto che non ho dolore, per “fare il lavoro con calma” mi era stato proposto di fissare un nuovo appuntamento ma personalmente ebbi la sgradevole sensazione che preferissero liberarsi di me per ritornare in orario...
Ora, lo sapete, non mi chiamo KGB per niente: sono sospettoso al limite e talvolta entro la paranoia. Durante la notte ho rimuginato sui sei punti elencati qui sopra arrivando alle seguenti conclusioni.
A. la dottoressa è sempre un po' distratta, sicuramente non concentrata al 100% sul paziente: di solito non è un problema ma ogni tanto il suo lavoro può risentirne. Delle tre otturazioni che mi fece nel 2010 due non mi hanno mai dato problemi ma questa, sicuramente la più complicata, sì. L'otturazione sporgendo un po' causava un continuo accumulo di resti di cibo che, in breve, hanno portato alla carie. Sempre la mancanza di attenzione, la costante fretta e la scarsa attenzione e considerazione delle mie parole non le hanno fatto verificare con sufficiente accuratezza che una carie non si nascondesse sotto o dietro l'otturazione (e comunque non si è mai deciso di indagare o proporre interventi che, forse, avrebbero potuto evitare il problema). Lei ieri mi ha detto che una carie come la mia si può formare nel giro di un anno: sicuramente è possibile ma mi pare strano che i miei continui fastidi a quel dente fossero irrelati. In conclusione temo che la carie sia stata causata dalla sua otturazione tutt'altro che perfetta e che, comunque, ci siano state molte occasioni per scoprirla prima che divenisse così grave.
Oppure:
B. È tutta una coincidenza. La carie si è formata nel corso dell'ultimo anno (dopo l'ultima pulizia dei denti) e l'otturazione del 2010 non ha influito.
Ora per stabilire le probabilità di A e B dovrei essere un dentista che mi conosce bene (in particolare la mia grande resistenza alle carie) ma comunque sia la mia fiducia nella dottoressa si è incrinata. Se avessi un numero infinito di denti allora potrei anche darle un'altra possibilità ma siccome ne ho solo la dotazione standard non me la sento di rischiarne potenzialmente altri...
Per questo motivo verso le 3:45 AM di oggi (avevo già dormito le mie 3 ore... v. L'arruffato delfino blu) mi sono alzato e ho scritto al mio amico ingegnere-chitarrista (*1) per chiedergli chi fosse il suo dentista e, oggi a mezzogiorno, ho fissato l'appuntamento.
La vicenda ha avuto anche una coda interessante: la segretaria del nuovo dentista mi ha chiesto di richiedere allo studio dentistico una copia della radiografia fatta ieri in maniera da non dovermela rifare. Nel pomeriggio sono passato di persona ma la segretaria (del vecchio studio dentistico) mi ha detto che non poteva darmela perché loro non hanno lo scanner. Ovviamente ieri la dottoressa ha scansionato la mia radiografia e me l'ha mostrata sul suo portatile per indicarmi l'ombra che sarebbe la mia carie.
Io non ho insistito ma mi sembra che l'episodio la dica lunga sulla professionalità dello studio: bastava accedere al portatile e copiare il relativo archivio sulla chiavetta che avevo portato con me...
Sono consapevole che oggi è il famigerato San Valentino: per onorarlo degnamente pubblico quindi un disegno (eseguito a memoria) della mia bella e benamata ex-dentista, così come la vedrò sempre nei miei ricordi quando, china sul mio volto, mi rovistava nella bocca.
In verità quando lavorava su di me indossava sempre una maschera antigas: la ricostruzione della sua tenera bocca e labbra succose è quindi un po' fantasiosa ma, probabilmente, corretta.
Il disegno è piuttosto modesto però il colore delle sue iridi usato qui è proprio quello vero: veramente degli occhi bellissimi e ipnotici... sigh... mi manca già!
Conclusione: Lo so... mollare la mia amata dentista per San Valentino è stata proprio una porcata però... ho i denti contati!
L'appuntamento fissato per martedì 20 alle 12:30 è solo per una ricognizione iniziale: prevedo però che scriverò un aggiornamento sulla mia carie e sull'opinione del nuovo dentista su di essa.
Nota (*1): il motivo è pratico: conosco molte altre persone in zona ma questo mio amico è un perfezionista, metodico e oggettivo. Inutile sprecare forze a cercare il medico (o l'idraulico o l'elettricista, etc...) migliore quando sono comunque convinto che lui abbia già fatto verifiche più accurate di quanto avrei la pazienza di fare io!
martedì 13 febbraio 2018
L'arruffato delfino blu
Il titolo è un po' fuorviante, un po' parecchio in effetti... Me lo ripetevo per ricordarmi tre spunti su cui basare altrettanti corti...
Ma ho invece deciso di scriverci un pezzo unico: i tre argomenti sono completamente irrelati ma, forse non ci crederete, per me è più impegnativo scrivere tre corti. Il dover rientrare nel limite delle 17.2 righe mi fa perdere un sacco di tempo e, spesso, limare a lungo quanto ho già scritto togliendo parti e riscrivendo periodi...
Invece se scrivo un pezzo “normale” non ho di queste preoccupazioni e se mi va di divagare (come adesso!) lo faccio senza pormi problemi. Non so se sia meglio o peggio: potenzialmente il risultato finale potrebbe essere più interessante ma anche più noioso...
Comunque... andiamo con ordine...
Arruffato
Il KGB delle mie vignette in realtà non mi assomiglia molto: paradossalmente è un'immagine un po' idealizzata. In particolare i capelli non sono come nei miei disegni.
Prima di tutto ho qualche capello in più anche se non abbastanza da poter mantenere una pettinatura decente. E poi li tengo alla lunghezza un po' ridicola di 3mm: troppo corti per tentare di nascondere la calvizie ma, anzi, abbastanza lunghi da evidenziare la mia “piazza centrale” circondandola con un peristilio (*1) di capelli. Soprattutto un mio amico insiste spesso sulla questione dicendomi che tagliandoli a zero starei meglio. Probabilmente, anzi sicuramente, ha ragione: ma il mio aspetto mi interessa troppo poco per compiere lo sforzo di tagliarli spesso e mantenerli cortissimi. E poi avrei freddo alla testa: anche i miei pochi capelli mi danno un minimo di protezione termica...
Ma ho divagato...
Volevo sottolineare che nei miei disegni i miei capelli sembrano ricciuti ma in verità non è così: i miei capelli sono sottilissimi e morbidi però, quando li avevo lunghi, erano sempre arruffati!
Da una parte era un po' colpa mia: ovviamente ero troppo pigro e disinteressato al mio aspetto per pettinarmi con attenzione. Ma in parte è colpa della moltitudine di ritrose (*2) che imperversano sul la mia testa...
Ricordo che quando (raramente) andavo dal barbiere mi divertivo a fargliele contare: non ricordo il numero esatto ma era di molto oltre la decina! Già il giorno dopo i miei capelli si ribellavano alle direzioni ordite dal barbiere e iniziavano ad andare dove preferivano...
A ripensarci mi viene da sorridere ma all'epoca era molto seccante: non solo mi comportavo da matto ma, per colpa dei miei capelli, lo sembravo pure a un primo sguardo!
Anche adesso, quando i capelli iniziano a essere più lunghi dei 3mm teorici, si vedono chiaramente dei principi di ciuffi che mi schizzano qua e là fuori dalla testa: in genere, quando me ne accorgo, cerco di vincere la mia pigrizia e mi decido a ripassarli col tosatore...
Delfino
Ho spesso scritto della insonnia. Soprattutto negli anni dell'università fu devastante: non tanto per se stessa quanto per le “cure” decisamente più dannose del male che distrussero la mia memoria e capacità di studio.
Ricordo che nei periodi peggiori dormivo dalle 0 alle 3 ore (non consecutive) per notte. E il dottore diceva: “non è possibile: ti sembra di essere sveglio ma in realtà dormi molto più a lungo”.
In realtà io ero molto sicuro delle mie stime: per la maggior parte del tempo mi trovavo infatti in uno stato di dormiveglia in cui ero comunque consapevole di ciò che avveniva intorno a me. L'unica differenza rispetto alla veglia vera e propria è che il senso del tempo era alterato e un'ora mi passava in quelli che mi sembravano essere 10 minuti. Ma ne ero consapevole e, basandomi su questa relazione, ero in grado di prevedere l'ora mostrata dalla mia sveglia digitale.
Come mezza conferma delle mie parole c'è un'altra caratteristica “strana” del mio sonno: sono in grado di tenere qualcosa in mano (tipicamente un fazzoletto!) per tutta la notte: normalmente nel sonno profondo i muscoli si rilassano e ciò che si tiene in mano ci sfugge. Eppure nella mia particolare dormiveglia, quella che il mio dottore diceva che confondevo col sonno, ciò non avveniva...
Sviluppai così una teoria scherzosa: ovvero che dormivo come i delfini, ovvero con metà cervello alla volta (in maniera da non affogare presumo!). Corollario a questa mia teoria era l'idea che raramente fossi completamente sveglio. Non ricordo se ne ho mai scritto qui sul viario ma quando (molto raramente!) decido di impegnarmi al massimo in qualcosa allora ho la netta sensazione che il mio cervello si surriscaldi: è però allora che sono veramente capace e mi considero pienamente sveglio. In realtà lo faccio raramente perché mi stanco molto: a dire il vero adesso non so neppure se ne sarei ancora capace, almeno coscientemente...
Curiosamente qualche mese (anno?) fa mi capitò di imbattermi in un trafiletto che riassumeva una ricerca scientifica secondo la quale alcune persone, particolarmente intelligenti (ovviamente!), dormano proprio come capita a me. Anzi secondo la stessa ricerca tali persone non dovrebbero neppure guidare proprio perché in loro la soglia del sonno si confonde con la veglia (*3).
...
Allora ho iniziato a fare una ricerca tramite Google e alla fine sono arrivato alla parola chiave “short sleeper” o “dormitori brevi”. In pratica vari articoli confermano che alcune persone possono dormire tranquillamente sulle 4 ore e stare benissimo (*4); meno chiara la relazione con l'intelligenza. Non ho però trovato l'accenno che ricordavo al fatto che i “dormitori brevi” siano un po' addormentati anche da svegli: che me lo sia “sognato”?!
Per la cronaca adesso mediamente faccio “dormitone” di un 5 ore per notte se non ho particolari preoccupazioni che mi causino ansia.
Blu
Questa è breve...
Ho ritrovato una piccola pietra che trovai in Inghilterra, una trentina di anni fa, a Londra in uno scavo di lavori in corso lungo una strada. È una pietra di un blu scuro molto intenso, liscia e compatta al tatto, relativamente abbastanza pesante. Mi chiedo che tipo di pietra possa essere: per le mie casuali nozioni di petrografia imparate grazie (o per colpa!) di Anki direi che assomiglia a un diaspro o “silice compatta”. Nella relativa scheda ho una foto di una pietra rosso/marrone che, a parte il colore, assomiglia alla mia come apparenza superficiale... Però il blu scuro non è fra i possibili colori elencati: che sia una varietà più rara?
Più probabile che sia una pietra di un genere totalmente diverso...
...
Nuova ricerca su Google: Sorpresa!! Il mio “sasso” assomiglia moltissimo a un lapislazzuli (v. Pietre preziose blu e azzurre) della varietà più scura.
Ora provo a indagare più specificatamente sui lapislazzuli: magari scopro se si trovano nel Tamigi...
…
Bo... la mia pietra assomiglia veramente molto a un lapislazzuli: l'unica mia (grande) perplessità è che non ho trovato riferimenti a giacimenti nei cantieri londinesi!
Insomma non sono sicuro di che tipo di pietra si tratti ma comunque le sono affezionato perché la trovai io (*5) e mi è sempre piaciuta.
Vabbè, vedrò di aggiungere poi qualche foto del mio “lapislazzuli”...
Conclusione: Interessante o noioso?
Nota (*1): a proposito di divagazioni: indovinate quale parola ho sbagliato durante il mio quotidiano studio su Anki (per la memoria) di ieri. Magari adesso l'ho memorizzata per bene...
Nota (*2): altra divagazione: secondo Treccani.it ritrosa è un toscanismo ma non mi dà sinonimi per esso: consiglio quindi ai miei lettori non toscani di imparare il significato di tale termine. Dopotutto, secondo me i toscanismi non esistano: sono solo parole di italiano che Dante, Petrarca, Boccaccio e compagnia bella si sono dimenticati di inserire nelle loro opere. Ma magari le hanno usate nelle bozze, quindi...
Nota (*3): ovviamente ciò non si applica a me: io sono sempre abbastanza sveglio da poter guidare anche quando dormo!
Nota (*4): infatti il mio problema all'università non erano tanto le ore totali di sonno ma che non fossero consecutive: anche all'epoca dicevo sempre che se avessi dormito tre ore di seguito sarei stato benissimo!
Nota (*5): immaginatevi una colonna di garruli studenti italiani che cammina, lungo un'affollata strada londinese, sopra una pedana di legno ai lati di alcuni lavori in corso: chi potrebbe essere l'unico studente che, silenzioso e con lo sguardo basso, intravede nella melma un sasso interessante e che rapidamente (prima che altri glielo rubino!) si tuffa a raccoglierlo?
Ma ho invece deciso di scriverci un pezzo unico: i tre argomenti sono completamente irrelati ma, forse non ci crederete, per me è più impegnativo scrivere tre corti. Il dover rientrare nel limite delle 17.2 righe mi fa perdere un sacco di tempo e, spesso, limare a lungo quanto ho già scritto togliendo parti e riscrivendo periodi...
Invece se scrivo un pezzo “normale” non ho di queste preoccupazioni e se mi va di divagare (come adesso!) lo faccio senza pormi problemi. Non so se sia meglio o peggio: potenzialmente il risultato finale potrebbe essere più interessante ma anche più noioso...
Comunque... andiamo con ordine...
Arruffato
Il KGB delle mie vignette in realtà non mi assomiglia molto: paradossalmente è un'immagine un po' idealizzata. In particolare i capelli non sono come nei miei disegni.
Prima di tutto ho qualche capello in più anche se non abbastanza da poter mantenere una pettinatura decente. E poi li tengo alla lunghezza un po' ridicola di 3mm: troppo corti per tentare di nascondere la calvizie ma, anzi, abbastanza lunghi da evidenziare la mia “piazza centrale” circondandola con un peristilio (*1) di capelli. Soprattutto un mio amico insiste spesso sulla questione dicendomi che tagliandoli a zero starei meglio. Probabilmente, anzi sicuramente, ha ragione: ma il mio aspetto mi interessa troppo poco per compiere lo sforzo di tagliarli spesso e mantenerli cortissimi. E poi avrei freddo alla testa: anche i miei pochi capelli mi danno un minimo di protezione termica...
Ma ho divagato...
Volevo sottolineare che nei miei disegni i miei capelli sembrano ricciuti ma in verità non è così: i miei capelli sono sottilissimi e morbidi però, quando li avevo lunghi, erano sempre arruffati!
Da una parte era un po' colpa mia: ovviamente ero troppo pigro e disinteressato al mio aspetto per pettinarmi con attenzione. Ma in parte è colpa della moltitudine di ritrose (*2) che imperversano sul la mia testa...
Ricordo che quando (raramente) andavo dal barbiere mi divertivo a fargliele contare: non ricordo il numero esatto ma era di molto oltre la decina! Già il giorno dopo i miei capelli si ribellavano alle direzioni ordite dal barbiere e iniziavano ad andare dove preferivano...
A ripensarci mi viene da sorridere ma all'epoca era molto seccante: non solo mi comportavo da matto ma, per colpa dei miei capelli, lo sembravo pure a un primo sguardo!
Anche adesso, quando i capelli iniziano a essere più lunghi dei 3mm teorici, si vedono chiaramente dei principi di ciuffi che mi schizzano qua e là fuori dalla testa: in genere, quando me ne accorgo, cerco di vincere la mia pigrizia e mi decido a ripassarli col tosatore...
Delfino
Ho spesso scritto della insonnia. Soprattutto negli anni dell'università fu devastante: non tanto per se stessa quanto per le “cure” decisamente più dannose del male che distrussero la mia memoria e capacità di studio.
Ricordo che nei periodi peggiori dormivo dalle 0 alle 3 ore (non consecutive) per notte. E il dottore diceva: “non è possibile: ti sembra di essere sveglio ma in realtà dormi molto più a lungo”.
In realtà io ero molto sicuro delle mie stime: per la maggior parte del tempo mi trovavo infatti in uno stato di dormiveglia in cui ero comunque consapevole di ciò che avveniva intorno a me. L'unica differenza rispetto alla veglia vera e propria è che il senso del tempo era alterato e un'ora mi passava in quelli che mi sembravano essere 10 minuti. Ma ne ero consapevole e, basandomi su questa relazione, ero in grado di prevedere l'ora mostrata dalla mia sveglia digitale.
Come mezza conferma delle mie parole c'è un'altra caratteristica “strana” del mio sonno: sono in grado di tenere qualcosa in mano (tipicamente un fazzoletto!) per tutta la notte: normalmente nel sonno profondo i muscoli si rilassano e ciò che si tiene in mano ci sfugge. Eppure nella mia particolare dormiveglia, quella che il mio dottore diceva che confondevo col sonno, ciò non avveniva...
Sviluppai così una teoria scherzosa: ovvero che dormivo come i delfini, ovvero con metà cervello alla volta (in maniera da non affogare presumo!). Corollario a questa mia teoria era l'idea che raramente fossi completamente sveglio. Non ricordo se ne ho mai scritto qui sul viario ma quando (molto raramente!) decido di impegnarmi al massimo in qualcosa allora ho la netta sensazione che il mio cervello si surriscaldi: è però allora che sono veramente capace e mi considero pienamente sveglio. In realtà lo faccio raramente perché mi stanco molto: a dire il vero adesso non so neppure se ne sarei ancora capace, almeno coscientemente...
Curiosamente qualche mese (anno?) fa mi capitò di imbattermi in un trafiletto che riassumeva una ricerca scientifica secondo la quale alcune persone, particolarmente intelligenti (ovviamente!), dormano proprio come capita a me. Anzi secondo la stessa ricerca tali persone non dovrebbero neppure guidare proprio perché in loro la soglia del sonno si confonde con la veglia (*3).
...
Allora ho iniziato a fare una ricerca tramite Google e alla fine sono arrivato alla parola chiave “short sleeper” o “dormitori brevi”. In pratica vari articoli confermano che alcune persone possono dormire tranquillamente sulle 4 ore e stare benissimo (*4); meno chiara la relazione con l'intelligenza. Non ho però trovato l'accenno che ricordavo al fatto che i “dormitori brevi” siano un po' addormentati anche da svegli: che me lo sia “sognato”?!
Per la cronaca adesso mediamente faccio “dormitone” di un 5 ore per notte se non ho particolari preoccupazioni che mi causino ansia.
Blu
Questa è breve...
Ho ritrovato una piccola pietra che trovai in Inghilterra, una trentina di anni fa, a Londra in uno scavo di lavori in corso lungo una strada. È una pietra di un blu scuro molto intenso, liscia e compatta al tatto, relativamente abbastanza pesante. Mi chiedo che tipo di pietra possa essere: per le mie casuali nozioni di petrografia imparate grazie (o per colpa!) di Anki direi che assomiglia a un diaspro o “silice compatta”. Nella relativa scheda ho una foto di una pietra rosso/marrone che, a parte il colore, assomiglia alla mia come apparenza superficiale... Però il blu scuro non è fra i possibili colori elencati: che sia una varietà più rara?
Più probabile che sia una pietra di un genere totalmente diverso...
...
Nuova ricerca su Google: Sorpresa!! Il mio “sasso” assomiglia moltissimo a un lapislazzuli (v. Pietre preziose blu e azzurre) della varietà più scura.
Ora provo a indagare più specificatamente sui lapislazzuli: magari scopro se si trovano nel Tamigi...
…
Bo... la mia pietra assomiglia veramente molto a un lapislazzuli: l'unica mia (grande) perplessità è che non ho trovato riferimenti a giacimenti nei cantieri londinesi!
Insomma non sono sicuro di che tipo di pietra si tratti ma comunque le sono affezionato perché la trovai io (*5) e mi è sempre piaciuta.
Vabbè, vedrò di aggiungere poi qualche foto del mio “lapislazzuli”...
Conclusione: Interessante o noioso?
Nota (*1): a proposito di divagazioni: indovinate quale parola ho sbagliato durante il mio quotidiano studio su Anki (per la memoria) di ieri. Magari adesso l'ho memorizzata per bene...
Nota (*2): altra divagazione: secondo Treccani.it ritrosa è un toscanismo ma non mi dà sinonimi per esso: consiglio quindi ai miei lettori non toscani di imparare il significato di tale termine. Dopotutto, secondo me i toscanismi non esistano: sono solo parole di italiano che Dante, Petrarca, Boccaccio e compagnia bella si sono dimenticati di inserire nelle loro opere. Ma magari le hanno usate nelle bozze, quindi...
Nota (*3): ovviamente ciò non si applica a me: io sono sempre abbastanza sveglio da poter guidare anche quando dormo!
Nota (*4): infatti il mio problema all'università non erano tanto le ore totali di sonno ma che non fossero consecutive: anche all'epoca dicevo sempre che se avessi dormito tre ore di seguito sarei stato benissimo!
Nota (*5): immaginatevi una colonna di garruli studenti italiani che cammina, lungo un'affollata strada londinese, sopra una pedana di legno ai lati di alcuni lavori in corso: chi potrebbe essere l'unico studente che, silenzioso e con lo sguardo basso, intravede nella melma un sasso interessante e che rapidamente (prima che altri glielo rubino!) si tuffa a raccoglierlo?
lunedì 12 febbraio 2018
Bagnai legato!
Ieri ho fatto la mia periodica visita su Goofynomics e, sorpresa, il professor Bagnai si candida alle prossime politiche nella Lega!!
A quanto pare si è trattato di una decisione abbastanza improvvisa, presa poche settimane fa: non mi ha stupito molto la decisione di presentarsi con la Lega, visto che messaggi di stima li aveva già lanciati: in E la Lega? ne avevo scritto...
La vicinanza del professore alla Lega è dovuta alle idee simili sull'euro e sui mali che ha provocato e sta provocando all'economia italiana. E magari il Bagnai condivide anche l'opposizione all'immigrazione della Lega, non per motivazioni razziste o di pancia, ma puramente economiche (vede gli immigrati come uno degli strumenti sfruttati per abbassare i salari in Italia).
Sempre in E la Lega? avevo scritto che avrei provato ad approfondire maggiormente la politica della Lega ma ovviamente non solo non l'ho fatto ma me ne sono anche completamente dimenticato, non mi ha sfiorato neppure di striscio l'anticamera del cervello...
E infatti, confrontando quanto scrissi quasi un anno fa in E la Lega? con il recente Con tristezza verso le elezioni, la mia opinione sul partito di Salvini non è cambiata di una virgola: la mia sensazione (dovrei approfondire per esserne sicuro) è che si tratti di un populismo apparente, inefficace e rinunciatario secondo le definizioni della mia Epitome.
La candidatura di Bagnai nella Lega ha due letture: da una parte la Lega può dare una patina di credibilità scientifica (protomiti profondi e ben articolati) ai suoi improperi (distorsioni) verso euro e immigrati; dall'altra sono convinto che il professore sia in buona fede quando ritiene che, in buona sostanza, la lega sia un populismo reale (che voglia cioè realmente cambiare la situazione) e non apparente (ovvero che dica di voler cambiare per attirare consenso ma senza la concreta intenzione di farlo veramente). Il matrimonio Lega-Bagnai reca benefici a entrambi: la Lega ne riceve una legittimazione “scientifica” mentre il Bagnai vede crescere la sua visibilità. Soprattutto se riuscisse a venire eletto, data anche la piaggeria dei media verso il potere, potrebbe riuscire a far conoscere molto più facilmente le proprie teorie. Magari col rischio però di perdere qualcosa in credibilità a causa dell'accostamento alla Lega: dopotutto, come spiego nell'Epitome, la forza di un potere, in questo caso la credibilità del potere/singolo/intellettuale Bagnai, trasferita alla Lega per ottenere la candidatura viene persa dall'individuo.
Personalmente voterei senza esitazioni il Bagnai se fosse nel mio collegio elettorale (per lo stesso motivo per cui voterei un candidato affidabile del M5S, v. Con tristezza verso le elezioni) ma la sua candidatura non basta per farmi votare la Lega come partito.
Mi piacerebbe che il professore mi convincesse a farlo perché allora significherebbe che avrei una speranza, cosa che non guasta all'umore, ma per adesso ho trovato un solo articolo dove affronta la questione: il suo argomento è più o meno quello di votare comunque Lega anche dove egli non è candidato perché tale voto rafforza la "sua" squadra aumentando, almeno potenzialmente, la sua capacità di incidere nella politica italiana.
A me pare un argomento debole: visto che il capo della Lega è Salvini e non Bagnai la squadra che si rafforza votando la Lega è quella di Salvini (di cui non mi fido) non quella del Bagnai (di cui mi fido). Spero, ma sono piuttosto certo della cosa, che prossimamente pubblicherà articoli con ragioni più convincenti per votare comunque la Lega indipendentemente dal candidato.
Da parte mia rinnovo il mio impegno a cercare di valutare Salvini senza pregiudizi ma, almeno a occhio, la vedo dura...
Interessante la domanda di quanti voti porterà in dote il Bagnai alla Lega. Tempo fa mi sembra che stimai la diffusione del sito Goofynomics equivalente a quella di un piccolo quotidiano: ma questo era prima che prendesse una posizione politica così netta. Anche nel mio piccolo ho notato che prendere posizioni decise su certe questioni allontana molti dei lettori che la pensano diversamente senza farne guadagnare altrettanti di nuovi. In realtà l'ipocrisia intellettuale di non schierarsi fa guadagnare più lettori dell'onestà di scrivere ciò che si pensa.
Attualmente il professore ha pesantemente diradato i suoi articoli su Goofynomics mentre aggiorna quotidianamente la sua pagina su FB (v. Alberto Bagnai). A mio avviso molto significativamente i suoi seguaci su tale piattaforma sociale sono al momento appena 2.782 (circa un decimo di quelli che avevo stimato essere i suoi lettori quotidiani).
Insomma alla fine il seguito del professore si dimostra molto minore di quanto, credo, lui stesso si immaginasse...
Ad esempio, per un confronto, la pagina di Salvini ha quasi 2 milioni di seguaci; Pier Ferdinando Casini 27.600; Maria Elena Boschi 156.300; Berlusconi circa 1 milione; Renzi 1.100.000; Pietro Grasso 126.400. Beh, certo questi sono figure politiche da anni sotto la luce dei riflettori mentre Bagnai è un professore universitario che ha aperto un semplice viario molto tecnico: comunque io mi sarei aspettato che un 10.000 seguaci (un po' meno di metà dei suoi lettori quotidiani) lo seguissero, invece...
Conclusione: vabbè, vedremo nei prossimi giorni. Per esercizio adesso vado a leggere un articolo su Salvini per documentarmi: quel che trovo trovo...
A quanto pare si è trattato di una decisione abbastanza improvvisa, presa poche settimane fa: non mi ha stupito molto la decisione di presentarsi con la Lega, visto che messaggi di stima li aveva già lanciati: in E la Lega? ne avevo scritto...
La vicinanza del professore alla Lega è dovuta alle idee simili sull'euro e sui mali che ha provocato e sta provocando all'economia italiana. E magari il Bagnai condivide anche l'opposizione all'immigrazione della Lega, non per motivazioni razziste o di pancia, ma puramente economiche (vede gli immigrati come uno degli strumenti sfruttati per abbassare i salari in Italia).
Sempre in E la Lega? avevo scritto che avrei provato ad approfondire maggiormente la politica della Lega ma ovviamente non solo non l'ho fatto ma me ne sono anche completamente dimenticato, non mi ha sfiorato neppure di striscio l'anticamera del cervello...
E infatti, confrontando quanto scrissi quasi un anno fa in E la Lega? con il recente Con tristezza verso le elezioni, la mia opinione sul partito di Salvini non è cambiata di una virgola: la mia sensazione (dovrei approfondire per esserne sicuro) è che si tratti di un populismo apparente, inefficace e rinunciatario secondo le definizioni della mia Epitome.
La candidatura di Bagnai nella Lega ha due letture: da una parte la Lega può dare una patina di credibilità scientifica (protomiti profondi e ben articolati) ai suoi improperi (distorsioni) verso euro e immigrati; dall'altra sono convinto che il professore sia in buona fede quando ritiene che, in buona sostanza, la lega sia un populismo reale (che voglia cioè realmente cambiare la situazione) e non apparente (ovvero che dica di voler cambiare per attirare consenso ma senza la concreta intenzione di farlo veramente). Il matrimonio Lega-Bagnai reca benefici a entrambi: la Lega ne riceve una legittimazione “scientifica” mentre il Bagnai vede crescere la sua visibilità. Soprattutto se riuscisse a venire eletto, data anche la piaggeria dei media verso il potere, potrebbe riuscire a far conoscere molto più facilmente le proprie teorie. Magari col rischio però di perdere qualcosa in credibilità a causa dell'accostamento alla Lega: dopotutto, come spiego nell'Epitome, la forza di un potere, in questo caso la credibilità del potere/singolo/intellettuale Bagnai, trasferita alla Lega per ottenere la candidatura viene persa dall'individuo.
Personalmente voterei senza esitazioni il Bagnai se fosse nel mio collegio elettorale (per lo stesso motivo per cui voterei un candidato affidabile del M5S, v. Con tristezza verso le elezioni) ma la sua candidatura non basta per farmi votare la Lega come partito.
Mi piacerebbe che il professore mi convincesse a farlo perché allora significherebbe che avrei una speranza, cosa che non guasta all'umore, ma per adesso ho trovato un solo articolo dove affronta la questione: il suo argomento è più o meno quello di votare comunque Lega anche dove egli non è candidato perché tale voto rafforza la "sua" squadra aumentando, almeno potenzialmente, la sua capacità di incidere nella politica italiana.
A me pare un argomento debole: visto che il capo della Lega è Salvini e non Bagnai la squadra che si rafforza votando la Lega è quella di Salvini (di cui non mi fido) non quella del Bagnai (di cui mi fido). Spero, ma sono piuttosto certo della cosa, che prossimamente pubblicherà articoli con ragioni più convincenti per votare comunque la Lega indipendentemente dal candidato.
Da parte mia rinnovo il mio impegno a cercare di valutare Salvini senza pregiudizi ma, almeno a occhio, la vedo dura...
Interessante la domanda di quanti voti porterà in dote il Bagnai alla Lega. Tempo fa mi sembra che stimai la diffusione del sito Goofynomics equivalente a quella di un piccolo quotidiano: ma questo era prima che prendesse una posizione politica così netta. Anche nel mio piccolo ho notato che prendere posizioni decise su certe questioni allontana molti dei lettori che la pensano diversamente senza farne guadagnare altrettanti di nuovi. In realtà l'ipocrisia intellettuale di non schierarsi fa guadagnare più lettori dell'onestà di scrivere ciò che si pensa.
Attualmente il professore ha pesantemente diradato i suoi articoli su Goofynomics mentre aggiorna quotidianamente la sua pagina su FB (v. Alberto Bagnai). A mio avviso molto significativamente i suoi seguaci su tale piattaforma sociale sono al momento appena 2.782 (circa un decimo di quelli che avevo stimato essere i suoi lettori quotidiani).
Insomma alla fine il seguito del professore si dimostra molto minore di quanto, credo, lui stesso si immaginasse...
Ad esempio, per un confronto, la pagina di Salvini ha quasi 2 milioni di seguaci; Pier Ferdinando Casini 27.600; Maria Elena Boschi 156.300; Berlusconi circa 1 milione; Renzi 1.100.000; Pietro Grasso 126.400. Beh, certo questi sono figure politiche da anni sotto la luce dei riflettori mentre Bagnai è un professore universitario che ha aperto un semplice viario molto tecnico: comunque io mi sarei aspettato che un 10.000 seguaci (un po' meno di metà dei suoi lettori quotidiani) lo seguissero, invece...
Conclusione: vabbè, vedremo nei prossimi giorni. Per esercizio adesso vado a leggere un articolo su Salvini per documentarmi: quel che trovo trovo...
sabato 10 febbraio 2018
Trauma informatico
Premessa: questo è uno dei pezzi che avevo scritto quando non ero collegato (il 2 febbraio per la precisione) e che poi mi sono dimenticato di pubblicare. In realtà a rileggerlo adesso non mi pare neppure molto interessante ma ormai l'ho scritto...
Come informatico faccio pena e una delle poche cose che so, o che pensavo di sapere, degli spinotti USB è che sono progettati per essere tolti e inseriti in qualsiasi momento senza rischi per l'hardware: ovviamente se si toglie una chiavetta mentre vengono trasferiti dei dati si rischia di sciupare l'archivio aperto ma, comunque, non di danneggiare la chiavetta stessa né tantomeno il calcolatore.
Questa è la teoria che conoscevo, poi ieri mi è successo quanto segue...
Come al solito stavo facendo sospendere il calcolatore e, proprio durante le fasi finali della procedura, non ho avuto voglia di aspettare oltre e ho tolto una chiavetta USB che mi serviva per l'indomani (*1).
Mentre esco di camera mi accorgo che sullo schermo è apparsa la videata blu dell'avvio del Bios: non ci faccio troppo caso e do per scontato di aver riavviato della macchina invece di averla sospesa. Mi appunto mentalmente di tornare a controllare dopo qualche minuto ma, ovviamente, me ne dimentico...
Dopo cena torno al calcolatore e mi accorgo che è spento: questo in effetti avrebbe dovuto allarmarmi visto che è una situazione incompatibile col riavvio della macchina ma probabilmente avevo altro per la testa e mi limito quindi a premere il pulsante dell'accensione.
Sempre sovrappensiero non presto attenzione allo scorrere delle solite scritte che appaiano all'avvio della macchina poi però, improvvisamente, il calcolatore si spegne senza aver caricato il sistema operativo!
Mi ritorna in mente l'estrazione brusca della chiavetta e lo strano riavvio che avevo notato al mio tentativo si “sospendere” la macchina e così scollego tutti i dispositivi USB ancora collegati. Non molti in realtà: un adattatore Bluetooth e una multiporta USB su cui non vi era collegato niente (*2).
Riavvio la macchina e questa volta osservo attentamente le scritte che si susseguono sullo schermo: se ben ricordo appare il messaggio “USB device over current detected” e poi il conto alla rovescia per lo spegnimento in una manciata di secondi!
Improvvisamente sono preoccupato perché, visto che di dispositivi USB collegati non ce ne sono, temo di aver fritto l'interfaccia USB sulla scheda madre: alla faccia del fatto che si può sempre connettere e sconnettere i dispositivi USB senza rischi per l'hardware!
Ci penso un attimo e tento un nuovo esperimento: riavvio la macchina ed accedo alla configurazione del BIOS dove trovo la gestione delle porte USB e la disattivo: salvo, esco e il sistema operativo viene caricato senza problemi. Non avendo Internet non posso indagare, spippolo un po', poi vado a dormire dicendomi che se le porte USB sono realmente rotte prenderò l'occasione per comprarmi un nuovo calcolatore visto che l'attuale ha oltre 10 anni!
Durante la notte mi chiedo però se lo sbalzo di corrente registrato alla mia improvvida estrazione della chiavetta USB non possa essere stato registrato dal BIOS e non più aggiornato. L'indomani allora riavvio la macchina con la fatidica chiavetta inserita: appaiono delle scritte diverse dal solito che non leggo con attenzione e mi limito a premere i tasti indicati per procedere (come detto non sono un buon informatico!), mi pare F9 e poi F12...
Comunque Linux viene caricato senza problemi. Allora riavvio per l'ennesima volta con l'idea di rientrare nel BIOS e provare a riattivare la gestione delle porte USB: con mia sorpresa sono già attive. Il sistema operativo è caricato normalmente e uso senza problemi la chiavetta salvandoci sopra alcuni archivi. Poi devo andare da mio padre e lascio perdere.
A sera, tornato a casa, avvio la macchina: stranamente ci sono delle scritte diverse dal solito però il sistema operativo si avvia e tutto sembra normale. Dico che “sembra” normale perché mi accorgo che l'orario è sballato di circa un giorno e tre ore: come se l'orologio interno fosse rimasto fermo per tale periodo di tempo (e in effetti ricordo di aver letto durante l'avvio dei messaggi sulla data...).
Mi accorgo poi che c'è l'icona del “floppy disk” che sembra attivo: peccato che sulla mia macchina non sia mai stato presente!
Insomma non so cosa sia successo ma sembra che la scheda madre abbia avuto una sorta di ictus informatico e che la memoria del BIOS abbia perso la sua usuale configurazione, oppure l'abbia modificata autonomamente riprendendosi dalla scossa che gli avevo fatto ricevere...
Conclusione: a parte le stranezze all'avvio il calcolatore pare funzionare normalmente: meglio così anche se non mi sarei strappato i capelli che non ho se ne avessi dovuto comprare uno nuovo! Ad oggi non ho più riavviato la macchina (sono su linux!) e quindi non so quale sia la situazione del Bios...
Nota (*1): essendo senza Internet vi avevo copiato un pezzo per il viario e altri archivi utili in maniera da poter mettere il tutto in rete da casa di mio padre...
Nota (*2): tastiera e topo sono vecchi e non USB...
Come informatico faccio pena e una delle poche cose che so, o che pensavo di sapere, degli spinotti USB è che sono progettati per essere tolti e inseriti in qualsiasi momento senza rischi per l'hardware: ovviamente se si toglie una chiavetta mentre vengono trasferiti dei dati si rischia di sciupare l'archivio aperto ma, comunque, non di danneggiare la chiavetta stessa né tantomeno il calcolatore.
Questa è la teoria che conoscevo, poi ieri mi è successo quanto segue...
Come al solito stavo facendo sospendere il calcolatore e, proprio durante le fasi finali della procedura, non ho avuto voglia di aspettare oltre e ho tolto una chiavetta USB che mi serviva per l'indomani (*1).
Mentre esco di camera mi accorgo che sullo schermo è apparsa la videata blu dell'avvio del Bios: non ci faccio troppo caso e do per scontato di aver riavviato della macchina invece di averla sospesa. Mi appunto mentalmente di tornare a controllare dopo qualche minuto ma, ovviamente, me ne dimentico...
Dopo cena torno al calcolatore e mi accorgo che è spento: questo in effetti avrebbe dovuto allarmarmi visto che è una situazione incompatibile col riavvio della macchina ma probabilmente avevo altro per la testa e mi limito quindi a premere il pulsante dell'accensione.
Sempre sovrappensiero non presto attenzione allo scorrere delle solite scritte che appaiano all'avvio della macchina poi però, improvvisamente, il calcolatore si spegne senza aver caricato il sistema operativo!
Mi ritorna in mente l'estrazione brusca della chiavetta e lo strano riavvio che avevo notato al mio tentativo si “sospendere” la macchina e così scollego tutti i dispositivi USB ancora collegati. Non molti in realtà: un adattatore Bluetooth e una multiporta USB su cui non vi era collegato niente (*2).
Riavvio la macchina e questa volta osservo attentamente le scritte che si susseguono sullo schermo: se ben ricordo appare il messaggio “USB device over current detected” e poi il conto alla rovescia per lo spegnimento in una manciata di secondi!
Improvvisamente sono preoccupato perché, visto che di dispositivi USB collegati non ce ne sono, temo di aver fritto l'interfaccia USB sulla scheda madre: alla faccia del fatto che si può sempre connettere e sconnettere i dispositivi USB senza rischi per l'hardware!
Ci penso un attimo e tento un nuovo esperimento: riavvio la macchina ed accedo alla configurazione del BIOS dove trovo la gestione delle porte USB e la disattivo: salvo, esco e il sistema operativo viene caricato senza problemi. Non avendo Internet non posso indagare, spippolo un po', poi vado a dormire dicendomi che se le porte USB sono realmente rotte prenderò l'occasione per comprarmi un nuovo calcolatore visto che l'attuale ha oltre 10 anni!
Durante la notte mi chiedo però se lo sbalzo di corrente registrato alla mia improvvida estrazione della chiavetta USB non possa essere stato registrato dal BIOS e non più aggiornato. L'indomani allora riavvio la macchina con la fatidica chiavetta inserita: appaiono delle scritte diverse dal solito che non leggo con attenzione e mi limito a premere i tasti indicati per procedere (come detto non sono un buon informatico!), mi pare F9 e poi F12...
Comunque Linux viene caricato senza problemi. Allora riavvio per l'ennesima volta con l'idea di rientrare nel BIOS e provare a riattivare la gestione delle porte USB: con mia sorpresa sono già attive. Il sistema operativo è caricato normalmente e uso senza problemi la chiavetta salvandoci sopra alcuni archivi. Poi devo andare da mio padre e lascio perdere.
A sera, tornato a casa, avvio la macchina: stranamente ci sono delle scritte diverse dal solito però il sistema operativo si avvia e tutto sembra normale. Dico che “sembra” normale perché mi accorgo che l'orario è sballato di circa un giorno e tre ore: come se l'orologio interno fosse rimasto fermo per tale periodo di tempo (e in effetti ricordo di aver letto durante l'avvio dei messaggi sulla data...).
Mi accorgo poi che c'è l'icona del “floppy disk” che sembra attivo: peccato che sulla mia macchina non sia mai stato presente!
Insomma non so cosa sia successo ma sembra che la scheda madre abbia avuto una sorta di ictus informatico e che la memoria del BIOS abbia perso la sua usuale configurazione, oppure l'abbia modificata autonomamente riprendendosi dalla scossa che gli avevo fatto ricevere...
Conclusione: a parte le stranezze all'avvio il calcolatore pare funzionare normalmente: meglio così anche se non mi sarei strappato i capelli che non ho se ne avessi dovuto comprare uno nuovo! Ad oggi non ho più riavviato la macchina (sono su linux!) e quindi non so quale sia la situazione del Bios...
Nota (*1): essendo senza Internet vi avevo copiato un pezzo per il viario e altri archivi utili in maniera da poter mettere il tutto in rete da casa di mio padre...
Nota (*2): tastiera e topo sono vecchi e non USB...
venerdì 9 febbraio 2018
Ereditarietà della colpa
Premessa: altro pezzo (v. Trauma informatico) che avevo scritto qualche giorno fa, quando ero senza ADSL, e che solo oggi ho completato e pubblico retrodatandolo (a ieri per dargli un minimo di visibilità anche se credo di averlo scritto il 5)...
In una delle ultime lezioni del corso di filosofia della morale e giustizia (v. il corso Filosofia della morale e giustizia di Harvard) il professor Sandel introdusse un interessante e dibattuto problema che, almeno negli USA, è fortemente sentito: la responsabilità morale collettiva.
In particolare negli USA ci sono delle leggi a favore di alcune minoranze, considerate ad esempio vittime dello schiavismo di oltre cento anni fa, che si basano proprio su questo principio morale: il professore riportava l'esempio dell'accesso all'università (negli USA molto costosa) dove, nel calcolare il punteggio per il merito (*1), alle minoranze viene concesso un “piccolo” (*2) bonus. Questa pratica, apparentemente corretta, ha però un rovescio della medaglia e il professore presentò il caso reale di una ragazza bianca che, proprio a causa di questo bonus, veniva sorpassata nella classifica da ragazzi appartenenti a minoranze e lei, non avendo una famiglia facoltosa, perdeva così la possibilità di accedere all'università o, comunque, rimaneva personalmente danneggiata. Il professore faceva notare che alla specifica ragazza non poteva essere imputata nessuna colpa e che lei subiva un torto e, quindi, invitava a riflettere sulla giustizia della specifica legge.
Come ebbi modo a suo tempo di osservare nelle ultime lezioni, quelle sui casi più attuali e quindi “spinosi”, il professore lasciava la questione in “sospeso”, senza ciò arrivare a concludere cosa fosse sbagliato o giusto ma limitandosi a presentare i vari aspetti del problema lasciando così liberi gli studenti di riflettere e darsi le proprie risposte.
Stanotte (non so perché!) ci ho riflettuto e credo di aver compreso meglio questa questione morale individuando dei principi da seguire, in mancanza dei quali, anche le leggi ben intenzionate finiscono per comportare delle ingiustizie.
Aggiungo che si tratta di un'evoluzione del mio pensiero: in passato tagliavo nettamente la testa al toro negando completamente il concetto di responsabilità collettiva ereditaria soprattutto se riferite a colpe o ingiustizie avvenute in un passato lontano di molti decenni se non secoli (v. ad esempio Colpa degli eruli o Preferisco MacGyver).
Partirò quindi dall'enunciazione di questi principi per poi analizzarne le conseguenze, capire gli errori delle leggi che non li seguono e suggerirne invece di più corrette.
1. Le colpe non si trasmettono per via ereditaria.
2. I diritti al risarcimento per torti subiti non si trasmettono per via ereditaria.
3. È un dovere della società attuale correggere le storture nel presente causate da ingiustizie del passato compiute dalla società del tempo.
Il primo punto mi pare ovvio anche se l'esempio della legge citato dal professor finiva per violare tale principio punendo una ragazza che personalmente non aveva colpe.
Molto più sottile è il punto due che, eppure, è moralmente legittimato dalla sua simmetria col primo principio enunciato.
La legge americana cercava, giustamente, di applicare il punto tre ma lo faceva nella maniera sbagliata violando il primo principio e non considerando, come vedremo, il secondo.
La conseguenza di questi tre punti è che l'ingiustizia, generata da un torto iniziale, si propaga nella società e nel tempo. Questo non significa che sia però un tratto genetico: l'ingiustizia si trasmette sì nella società ma non automaticamente dal padre ai figli.
È solo una errata semplificazione umana considerare una minoranza come un blocco omogeneo con particolari diritti.
Vediamo di riconsiderare l'intera situazione alla luce di quanto scritto.
Lo schiavismo fu un'ingiustizia compiuta dall'intera società americana del XIX secolo e precedenti.
È ragionevole pensare che la povertà delle minoranze americane di colore sia causata, sebbene indirettamente tramite una catena di povertà e razzismo, proprio dall'originale ingiustizia dello schiavismo.
In altre parole significa che il terzo principio è applicabile ed è quindi un dovere dell'attuale società americana risolvere o almeno cercare di mitigare l'ineguaglianza odierna.
Attenzione però! Il secondo principio ci dice che non si devono aiutare le minoranze in quanto tali ma coloro che ancora subiscono le conseguenze, anche indirette, dell'ingiustizia originaria.
Non è la stessa cosa! I giovani appartenenti sì a minoranze ma di famiglia ricca, o comunque di tenore superiore alla media delle famiglie americane (*3), non devono avere particolari benefici: è una conseguenza del secondo principio. Analogamente anche il giovane appartenente a una minoranza ma figlio di genitori immigrati negli USA negli anni '80, anche se di famiglia povera, non ha diritto a particolari agevolazioni (*4) perché, considerato il terzo principio, la sua condizione di povertà non deriva dallo schiavismo (*5).
È quindi giusto che la legge americana favorisca l'accesso all'università dei giovani “poveri” (per semplificare) appartenenti alle minoranze vittime (nel passato) dello schiavismo ma non lo deve fare, per il primo principio, a scapito di singoli come invece accadeva nell'esempio proposto dal professor Sandel.
Una soluzione potrebbe essere quella di fornire uno specifico bonus economico a tali famiglie: in questo caso infatti tale vantaggio sarebbe pagato dall'intera società (giusto per il terzo principio) e non da singoli (ingiusto per il primo principio).
Bisogna inoltre considerare che comunque l'importanza dell'ingiustizia originaria sul tenore di vita degli appartenenti a minoranze diminuisce nel tempo in quanto altri fattori indipendenti si affiancano a essa: ad esempio la recente crisi economica per non parlare delle singole scelte individuali.
Il problema sarebbe forse stabilire l'entità di questo compenso economico: una base di partenza potrebbe essere la differenza fra la ricchezza media di una famiglia americana e la media delle famiglie di minoranze. Tale differenza andrebbe poi moltiplicata per un coefficiente (minore di 1) per considerare il trascorrere del tempo: idealmente dovrebbe arrivare a zero nell'arco di 50-100 anni.
Si potrebbe obiettare che non è possibile dare una quantificazione economica ai torti subiti da uno schiavo. Verissimo ma qui subentra il secondo principio: lo scopo della legge non sarebbe quello di compensare il torto della schiavitù (perché tale diritto alla compensazione non si trasmette di generazione in generazione) ma, per il terzo principio, riparare all'attuale ingiustizia provocata da essa; ingiustizia che, attualmente, si riduce sostanzialmente a uno squilibrio economico. Ecco perché il bonus economico avrebbe senso.
Conclusione: in realtà la questione sarebbe ancora più complessa: me ne rendo conto ma ho preferito non appesantire questo pezzo con vari distinguo e precisazioni e ho cercato invece di concentrarmi sull'essenziale. Magari in futuro, forse sull'Epitome, potrei approfondire l'argomento...
Nota (*1): forse per ottenere borse di studio o iscrizioni gratuite: non conosco i dettagli...
Nota (*2): fra virgolette solo perché in realtà non ho idea dell'entità e forma del bonus.
Nota (*3): per la precisione neanche gli appartenenti a famiglie povere ma che in passato avessero goduto di ricchezza superiore alla media: questo perché la loro attuale povertà non sarebbe più dipesa dall'ingiustizia dello schiavismo ma da altri fattori. Ovviamente fermo restando quanto specificato nella nota (*4), ovvero che tutti i poveri, in quanto tali, dovrebbero avere diritto ad agevolazioni.
Nota (*4): se non, ovviamente, alle agevolazioni che dovrebbero essere concesse a tutti i poveri.
Nota (*5): si potrebbe obiettare che lo schiavismo ha danneggiato anche coloro che sono rimasti in Africa e i loro discendenti: a mio avviso però tale relazione è troppo incerta e opinabile. Troppi altri elementi sono intervenuti (per esempio il colonialismo europeo) per attribuire la responsabilità all'attuale società americana.
In una delle ultime lezioni del corso di filosofia della morale e giustizia (v. il corso Filosofia della morale e giustizia di Harvard) il professor Sandel introdusse un interessante e dibattuto problema che, almeno negli USA, è fortemente sentito: la responsabilità morale collettiva.
In particolare negli USA ci sono delle leggi a favore di alcune minoranze, considerate ad esempio vittime dello schiavismo di oltre cento anni fa, che si basano proprio su questo principio morale: il professore riportava l'esempio dell'accesso all'università (negli USA molto costosa) dove, nel calcolare il punteggio per il merito (*1), alle minoranze viene concesso un “piccolo” (*2) bonus. Questa pratica, apparentemente corretta, ha però un rovescio della medaglia e il professore presentò il caso reale di una ragazza bianca che, proprio a causa di questo bonus, veniva sorpassata nella classifica da ragazzi appartenenti a minoranze e lei, non avendo una famiglia facoltosa, perdeva così la possibilità di accedere all'università o, comunque, rimaneva personalmente danneggiata. Il professore faceva notare che alla specifica ragazza non poteva essere imputata nessuna colpa e che lei subiva un torto e, quindi, invitava a riflettere sulla giustizia della specifica legge.
Come ebbi modo a suo tempo di osservare nelle ultime lezioni, quelle sui casi più attuali e quindi “spinosi”, il professore lasciava la questione in “sospeso”, senza ciò arrivare a concludere cosa fosse sbagliato o giusto ma limitandosi a presentare i vari aspetti del problema lasciando così liberi gli studenti di riflettere e darsi le proprie risposte.
Stanotte (non so perché!) ci ho riflettuto e credo di aver compreso meglio questa questione morale individuando dei principi da seguire, in mancanza dei quali, anche le leggi ben intenzionate finiscono per comportare delle ingiustizie.
Aggiungo che si tratta di un'evoluzione del mio pensiero: in passato tagliavo nettamente la testa al toro negando completamente il concetto di responsabilità collettiva ereditaria soprattutto se riferite a colpe o ingiustizie avvenute in un passato lontano di molti decenni se non secoli (v. ad esempio Colpa degli eruli o Preferisco MacGyver).
Partirò quindi dall'enunciazione di questi principi per poi analizzarne le conseguenze, capire gli errori delle leggi che non li seguono e suggerirne invece di più corrette.
1. Le colpe non si trasmettono per via ereditaria.
2. I diritti al risarcimento per torti subiti non si trasmettono per via ereditaria.
3. È un dovere della società attuale correggere le storture nel presente causate da ingiustizie del passato compiute dalla società del tempo.
Il primo punto mi pare ovvio anche se l'esempio della legge citato dal professor finiva per violare tale principio punendo una ragazza che personalmente non aveva colpe.
Molto più sottile è il punto due che, eppure, è moralmente legittimato dalla sua simmetria col primo principio enunciato.
La legge americana cercava, giustamente, di applicare il punto tre ma lo faceva nella maniera sbagliata violando il primo principio e non considerando, come vedremo, il secondo.
La conseguenza di questi tre punti è che l'ingiustizia, generata da un torto iniziale, si propaga nella società e nel tempo. Questo non significa che sia però un tratto genetico: l'ingiustizia si trasmette sì nella società ma non automaticamente dal padre ai figli.
È solo una errata semplificazione umana considerare una minoranza come un blocco omogeneo con particolari diritti.
Vediamo di riconsiderare l'intera situazione alla luce di quanto scritto.
Lo schiavismo fu un'ingiustizia compiuta dall'intera società americana del XIX secolo e precedenti.
È ragionevole pensare che la povertà delle minoranze americane di colore sia causata, sebbene indirettamente tramite una catena di povertà e razzismo, proprio dall'originale ingiustizia dello schiavismo.
In altre parole significa che il terzo principio è applicabile ed è quindi un dovere dell'attuale società americana risolvere o almeno cercare di mitigare l'ineguaglianza odierna.
Attenzione però! Il secondo principio ci dice che non si devono aiutare le minoranze in quanto tali ma coloro che ancora subiscono le conseguenze, anche indirette, dell'ingiustizia originaria.
Non è la stessa cosa! I giovani appartenenti sì a minoranze ma di famiglia ricca, o comunque di tenore superiore alla media delle famiglie americane (*3), non devono avere particolari benefici: è una conseguenza del secondo principio. Analogamente anche il giovane appartenente a una minoranza ma figlio di genitori immigrati negli USA negli anni '80, anche se di famiglia povera, non ha diritto a particolari agevolazioni (*4) perché, considerato il terzo principio, la sua condizione di povertà non deriva dallo schiavismo (*5).
È quindi giusto che la legge americana favorisca l'accesso all'università dei giovani “poveri” (per semplificare) appartenenti alle minoranze vittime (nel passato) dello schiavismo ma non lo deve fare, per il primo principio, a scapito di singoli come invece accadeva nell'esempio proposto dal professor Sandel.
Una soluzione potrebbe essere quella di fornire uno specifico bonus economico a tali famiglie: in questo caso infatti tale vantaggio sarebbe pagato dall'intera società (giusto per il terzo principio) e non da singoli (ingiusto per il primo principio).
Bisogna inoltre considerare che comunque l'importanza dell'ingiustizia originaria sul tenore di vita degli appartenenti a minoranze diminuisce nel tempo in quanto altri fattori indipendenti si affiancano a essa: ad esempio la recente crisi economica per non parlare delle singole scelte individuali.
Il problema sarebbe forse stabilire l'entità di questo compenso economico: una base di partenza potrebbe essere la differenza fra la ricchezza media di una famiglia americana e la media delle famiglie di minoranze. Tale differenza andrebbe poi moltiplicata per un coefficiente (minore di 1) per considerare il trascorrere del tempo: idealmente dovrebbe arrivare a zero nell'arco di 50-100 anni.
Si potrebbe obiettare che non è possibile dare una quantificazione economica ai torti subiti da uno schiavo. Verissimo ma qui subentra il secondo principio: lo scopo della legge non sarebbe quello di compensare il torto della schiavitù (perché tale diritto alla compensazione non si trasmette di generazione in generazione) ma, per il terzo principio, riparare all'attuale ingiustizia provocata da essa; ingiustizia che, attualmente, si riduce sostanzialmente a uno squilibrio economico. Ecco perché il bonus economico avrebbe senso.
Conclusione: in realtà la questione sarebbe ancora più complessa: me ne rendo conto ma ho preferito non appesantire questo pezzo con vari distinguo e precisazioni e ho cercato invece di concentrarmi sull'essenziale. Magari in futuro, forse sull'Epitome, potrei approfondire l'argomento...
Nota (*1): forse per ottenere borse di studio o iscrizioni gratuite: non conosco i dettagli...
Nota (*2): fra virgolette solo perché in realtà non ho idea dell'entità e forma del bonus.
Nota (*3): per la precisione neanche gli appartenenti a famiglie povere ma che in passato avessero goduto di ricchezza superiore alla media: questo perché la loro attuale povertà non sarebbe più dipesa dall'ingiustizia dello schiavismo ma da altri fattori. Ovviamente fermo restando quanto specificato nella nota (*4), ovvero che tutti i poveri, in quanto tali, dovrebbero avere diritto ad agevolazioni.
Nota (*4): se non, ovviamente, alle agevolazioni che dovrebbero essere concesse a tutti i poveri.
Nota (*5): si potrebbe obiettare che lo schiavismo ha danneggiato anche coloro che sono rimasti in Africa e i loro discendenti: a mio avviso però tale relazione è troppo incerta e opinabile. Troppi altri elementi sono intervenuti (per esempio il colonialismo europeo) per attribuire la responsabilità all'attuale società americana.
mercoledì 7 febbraio 2018
I soliti sospetti
Sono sospettoso e tendo a non fidarmi, lo so. Dei miei dubbi sugli SMS di beneficenza scrissi vari anni fa (v. Da FB e Banche e SMS del 2012): la velocità con cui le pubblicità che invitavano a donare apparivano a ogni emergenza mi faceva sospettare che ci fossero parecchi, troppi, interessi in ballo.
Adesso gli SMS sono obsoleti e ci sono invece delle APP molto più sofisticate che ogni mese prelevano automaticamente cifre prestabilite dalla carica/conto di chi le usa.
Su SKY è martellante la pubblicità dei 40 centesimi per nutrire un bambino per un giorno, ovvero 12€ al mese, cioè 144€ all'anno.
Ovviamente io non mi fido neppure di queste iniziative.
Da una parte ritengo che risolvere la fame del mondo sia una questione internazionale alla quale quindi gli stati, usando le proprie risorse (tasse dei cittadini), e non le singole persone (le donazioni) dovrebbero pensare. Una questione politica insomma. Se la soluzione alla fame nel mondo fosse così semplice come prospetta la pubblicità in questione allora, a maggior ragione, la comunità internazionale potrebbe risolverla facilmente.
A proposito: vediamola da un diverso punto di vista. Quanti bambini si sfamano per un giorno col costo di un F35 da 100 milioni? "Appena" 250 milioni oppure 694.000 per un anno...
Ecco cosa intendo per “questione politica”: le risorse, tagliando le spese veramente inutili, ci sarebbero e sarebbe quindi solo una questione di volontà. Ma evidentemente non è tutto così facile come mostra la pubblicità.
Il secondo aspetto che non mi piace è la mancanza di trasparenza. Mi pare che questa raccolta di fondi sia promossa da un ente internazionale: mi piacerebbe che sul suo sito ci fosse un resoconto dettagliato di come vengono spesi i soldi raccolti. Se dall'Italia arrivano X euro, dove vanno a finire? Quali bambini si aiutano? Solo quelli di alcune nazioni? Oppure con quale criterio? Chi fornisce effettivamente il cibo? Una multinazionale? La stessa che magari ha il monopolio dell'acqua e asseta l'intera regione? Oppure viene comprato sul posto? Con i soldi raccolti si fornisce solo cibo o anche “altro”?
Ovviamente dubito (l'ADSL non mi funziona) che il sito ufficiale vada oltre informazione generiche tipo “Col tuo aiuto abbiamo sfamato X bambini!”, qualche foto di bimbi sorridenti con ciotole di riso in mano e l'immancabile “Col tuo aiuto potremmo fare ancora di più!”.
Aggiornamento 7/2/2018: Adesso l'ADSL un po' mi funziona... comunque ecco il sito ufficiale: Share The Meal. Giudicate voi quanto sia trasparente (*1).
A rinfocolare i miei sospetti ci pensa un'altra pubblicità, decisamente più rara, che invita a “fidarsi” e a “donare con fiducia”. Mi pare una sorta di excusatio non petita, accusatio manifesta. Invece di combattere questa sfiducia, evidentemente diffusa, con, ad esempio, i dati reali sui risultati ottenuti si ricorre a della pubblicità superficiale.
Conclusione: la riprova che questo nuovo tipo di donazioni funzioni efficacemente e non venga abusato l'avremo (forse) solo fra qualche anno. Ma suppongo che chi dona lo faccia anche per pura generosità verso il prossimo e non gli importi troppo di come il denaro venga effettivamente speso: per queste persone le mie perplessità e dubbi sono totalmente irrilevanti. Beati loro...
Nota (*1): Non voglio influenzare negativamente col mio scetticismo possibili donatori ma personalmente non trovo il livello di trasparenza soddisfacente. Manca, ad esempio, il dato fondamentale del denaro usato nelle diverse emergenze e non lo si può quindi confrontare con i risultati ottenuti.
Adesso gli SMS sono obsoleti e ci sono invece delle APP molto più sofisticate che ogni mese prelevano automaticamente cifre prestabilite dalla carica/conto di chi le usa.
Su SKY è martellante la pubblicità dei 40 centesimi per nutrire un bambino per un giorno, ovvero 12€ al mese, cioè 144€ all'anno.
Ovviamente io non mi fido neppure di queste iniziative.
Da una parte ritengo che risolvere la fame del mondo sia una questione internazionale alla quale quindi gli stati, usando le proprie risorse (tasse dei cittadini), e non le singole persone (le donazioni) dovrebbero pensare. Una questione politica insomma. Se la soluzione alla fame nel mondo fosse così semplice come prospetta la pubblicità in questione allora, a maggior ragione, la comunità internazionale potrebbe risolverla facilmente.
A proposito: vediamola da un diverso punto di vista. Quanti bambini si sfamano per un giorno col costo di un F35 da 100 milioni? "Appena" 250 milioni oppure 694.000 per un anno...
Ecco cosa intendo per “questione politica”: le risorse, tagliando le spese veramente inutili, ci sarebbero e sarebbe quindi solo una questione di volontà. Ma evidentemente non è tutto così facile come mostra la pubblicità.
Il secondo aspetto che non mi piace è la mancanza di trasparenza. Mi pare che questa raccolta di fondi sia promossa da un ente internazionale: mi piacerebbe che sul suo sito ci fosse un resoconto dettagliato di come vengono spesi i soldi raccolti. Se dall'Italia arrivano X euro, dove vanno a finire? Quali bambini si aiutano? Solo quelli di alcune nazioni? Oppure con quale criterio? Chi fornisce effettivamente il cibo? Una multinazionale? La stessa che magari ha il monopolio dell'acqua e asseta l'intera regione? Oppure viene comprato sul posto? Con i soldi raccolti si fornisce solo cibo o anche “altro”?
Ovviamente dubito (l'ADSL non mi funziona) che il sito ufficiale vada oltre informazione generiche tipo “Col tuo aiuto abbiamo sfamato X bambini!”, qualche foto di bimbi sorridenti con ciotole di riso in mano e l'immancabile “Col tuo aiuto potremmo fare ancora di più!”.
Aggiornamento 7/2/2018: Adesso l'ADSL un po' mi funziona... comunque ecco il sito ufficiale: Share The Meal. Giudicate voi quanto sia trasparente (*1).
A rinfocolare i miei sospetti ci pensa un'altra pubblicità, decisamente più rara, che invita a “fidarsi” e a “donare con fiducia”. Mi pare una sorta di excusatio non petita, accusatio manifesta. Invece di combattere questa sfiducia, evidentemente diffusa, con, ad esempio, i dati reali sui risultati ottenuti si ricorre a della pubblicità superficiale.
Conclusione: la riprova che questo nuovo tipo di donazioni funzioni efficacemente e non venga abusato l'avremo (forse) solo fra qualche anno. Ma suppongo che chi dona lo faccia anche per pura generosità verso il prossimo e non gli importi troppo di come il denaro venga effettivamente speso: per queste persone le mie perplessità e dubbi sono totalmente irrilevanti. Beati loro...
Nota (*1): Non voglio influenzare negativamente col mio scetticismo possibili donatori ma personalmente non trovo il livello di trasparenza soddisfacente. Manca, ad esempio, il dato fondamentale del denaro usato nelle diverse emergenze e non lo si può quindi confrontare con i risultati ottenuti.
martedì 6 febbraio 2018
Il chitarrista tetragono
Dopo le mie perplessità (v. il corto Chitarra a rischio) a gennaio ho cercato di impegnarmi di più e...
Mi sono esercitato 22 giorni su 31: un ottimo risultato!
Ho deciso quindi di continuare a studiare con la speranza di progredire un altro po'...
Intanto ieri mi sono registrato (base su “Guitar Pro 6” ma con la traccia della chitarra muta in maniera che non si confonda con la mia esecuzione) mentre suonavo il “solito” She is my sin: l'ho suonata due volte, la prima senza registrarmi, tanto per rinfrescarmi la memoria e non vi ho fatto errori se non un'incertezza sulla battuta finale (la 136). La seconda volta, quando mi registravo, invece ho commesso numerose incertezze e un errore grave (mi sono confuso e ho sbagliato accordo).
Vabbè, non mi crederete... Comunque ecco la seconda esecuzione (molto peggiore della prima): QUI...
Finalmente decente! - 7/2/2018
Finalmente ho letto un libro di fantascienza che mi ha appassionato: negli ultimi anni (senza considerare le riletture di opere già note!) avevo collezionato molte delusioni...
Si tratta di L'enigma di Star's Rest di Michael W. Gear, Editrice Nord, 1997, trad. Rita Botter Pierangeli. Comprato usato per 3€, condizioni perfette, 477 pagine!
Vi ho trovato un'idea originale molto interessante (l'amore del capitano per la sua nave spaziale) e una vicenda che, complessivamente, scorre bene e ti stuzzica per andare avanti nella lettura. Inoltre non risente troppo dell'età anche se scritto nel 1990 (tipicamente calcolatori non credibili). In particolare l'IA della nave è una dei protagonisti...
L'unica pecca il finale un po' prevedibile.
Voto: 7
Strano... - 9/2/2018
Articolo: Scuola, in arrivo il codice deontologico per gli insegnanti: niente insulti in chat, vietato parlare male dei colleghi di Alex Corlazzoli da IlFattoQuotidiano.it
È stato realizzato un codice deontologico per i professori. Non entro nel merito del contenuto, che comunque mi convince poco, ma dei soggetti che hanno prodotto tale documento: Save the Children e l'Associazione Nazionale dei Presidi. Mi sarei aspettato che, essendo un codice deontologico, il testo fosse realizzato da un'associazione di professori e non imposto loro dall'alto.
Soprattutto a che titolo è intervenuto Save the Children? Sembra quasi che i nostri studenti debbano essere salvati dai loro insegnanti...
Occorrerebbe poi leggere il testo vero e proprio per scovare eventuali magagne. Il mio sospetto è però che, ricalcando una proposta del ministero dell'Istruzione del 2002, si tratti di un documento con un fine politico: un codice non a tutela dei ragazzi ma semplicemente con lo scopo di limitare l'autonomia dei professori. Soprattutto non poter criticare la scuola mi pare una regola incomprensibilmente censoria...
Bravo comune - 13/2/2018
Nel pomeriggio di venerdì 9 segnalai al mio comune, tramite posta elettronica, un albero pericolante.
Oggi, martedì 13, mi sono accorto (quindi il lavoro potrebbe anche essere stato fatto ieri) che sono intervenuti tagliando la parte pericolosa del tronco!
Una fortunata coincidenza? Possibile ma molto improbabile...
Foto di qualche settimana fa...
L'improbabile è possibile - 14/2/2018
Spesso, parlando con l'uomo comune, è difficile fargli comprendere che l'improbabile è comunque possibile. È un concetto che a me appare ovvio ma, col tempo, mi sono reso conto che non lo è per tutti: spesso infatti ciò che è improbabile viene confuso con l'impossibile; lo 0,001% è considerato come uno 0%.
Ho così pensato il seguente esempio per far comprendere questo concetto:
«La probabilità che lei [il mio interlocutore] ereditasse dai suoi genitori il vostro particolare corredo cromosomico è di 1 su 2 alla 46 ovvero circa 0,0000000000001 (*1) cioè lo 0,00000000001%. È una probabilità molto molto piccola eppure si può verificare visto che lei è nato...»
Nota (*1): ho stimato il numero di zeri calcolando semplicemente 46*ln(2)/ln(10)=13.847
Mi sono esercitato 22 giorni su 31: un ottimo risultato!
Ho deciso quindi di continuare a studiare con la speranza di progredire un altro po'...
Intanto ieri mi sono registrato (base su “Guitar Pro 6” ma con la traccia della chitarra muta in maniera che non si confonda con la mia esecuzione) mentre suonavo il “solito” She is my sin: l'ho suonata due volte, la prima senza registrarmi, tanto per rinfrescarmi la memoria e non vi ho fatto errori se non un'incertezza sulla battuta finale (la 136). La seconda volta, quando mi registravo, invece ho commesso numerose incertezze e un errore grave (mi sono confuso e ho sbagliato accordo).
Vabbè, non mi crederete... Comunque ecco la seconda esecuzione (molto peggiore della prima): QUI...
Finalmente decente! - 7/2/2018
Finalmente ho letto un libro di fantascienza che mi ha appassionato: negli ultimi anni (senza considerare le riletture di opere già note!) avevo collezionato molte delusioni...
Si tratta di L'enigma di Star's Rest di Michael W. Gear, Editrice Nord, 1997, trad. Rita Botter Pierangeli. Comprato usato per 3€, condizioni perfette, 477 pagine!
Vi ho trovato un'idea originale molto interessante (l'amore del capitano per la sua nave spaziale) e una vicenda che, complessivamente, scorre bene e ti stuzzica per andare avanti nella lettura. Inoltre non risente troppo dell'età anche se scritto nel 1990 (tipicamente calcolatori non credibili). In particolare l'IA della nave è una dei protagonisti...
L'unica pecca il finale un po' prevedibile.
Voto: 7
Strano... - 9/2/2018
Articolo: Scuola, in arrivo il codice deontologico per gli insegnanti: niente insulti in chat, vietato parlare male dei colleghi di Alex Corlazzoli da IlFattoQuotidiano.it
È stato realizzato un codice deontologico per i professori. Non entro nel merito del contenuto, che comunque mi convince poco, ma dei soggetti che hanno prodotto tale documento: Save the Children e l'Associazione Nazionale dei Presidi. Mi sarei aspettato che, essendo un codice deontologico, il testo fosse realizzato da un'associazione di professori e non imposto loro dall'alto.
Soprattutto a che titolo è intervenuto Save the Children? Sembra quasi che i nostri studenti debbano essere salvati dai loro insegnanti...
Occorrerebbe poi leggere il testo vero e proprio per scovare eventuali magagne. Il mio sospetto è però che, ricalcando una proposta del ministero dell'Istruzione del 2002, si tratti di un documento con un fine politico: un codice non a tutela dei ragazzi ma semplicemente con lo scopo di limitare l'autonomia dei professori. Soprattutto non poter criticare la scuola mi pare una regola incomprensibilmente censoria...
Bravo comune - 13/2/2018
Nel pomeriggio di venerdì 9 segnalai al mio comune, tramite posta elettronica, un albero pericolante.
Oggi, martedì 13, mi sono accorto (quindi il lavoro potrebbe anche essere stato fatto ieri) che sono intervenuti tagliando la parte pericolosa del tronco!
Una fortunata coincidenza? Possibile ma molto improbabile...
L'improbabile è possibile - 14/2/2018
Spesso, parlando con l'uomo comune, è difficile fargli comprendere che l'improbabile è comunque possibile. È un concetto che a me appare ovvio ma, col tempo, mi sono reso conto che non lo è per tutti: spesso infatti ciò che è improbabile viene confuso con l'impossibile; lo 0,001% è considerato come uno 0%.
Ho così pensato il seguente esempio per far comprendere questo concetto:
«La probabilità che lei [il mio interlocutore] ereditasse dai suoi genitori il vostro particolare corredo cromosomico è di 1 su 2 alla 46 ovvero circa 0,0000000000001 (*1) cioè lo 0,00000000001%. È una probabilità molto molto piccola eppure si può verificare visto che lei è nato...»
Nota (*1): ho stimato il numero di zeri calcolando semplicemente 46*ln(2)/ln(10)=13.847
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