La guerra in Ucraina va male e l'Occidente non sa più che fare per salvare almeno la faccia. Macron ha avuto la bella trovata di mandare soldati a combattere: soldati che però non sono proprio francesi dato che si tratta della legione straniera però... alla Russia questa ambiguità non sta bene. Non so cosa giri sui media italiani ma secondo le “mie” fonti i rapporti fra Russia e occidente stanno ulteriormente peggiorando.
In pratica Mosca ha convocato gli ambasciatori di vari paesi che hanno ipotizzato di mandare le proprie truppe in Ucraina e gli ha fatto sapere che, in tal caso, li considererà aggressori e di conseguenza colpirà obiettivi anche fuori dall’Ucraina per proteggersi.
Che significa “fuori dall’Ucraina”? Significa anche i centri di comando in Romania o Polonia; forse anche in Francia o UK se tali paesi manderanno truppe o daranno a Kiev armi capaci di colpire anche a grande distanza nel territorio russo. Non si escludono le nucleari tattiche…
Cosa significa l’uso di armi nucleari? In breve sarà la fine del mondo o, nel caso migliore, dell’Europa.
Ma i nostri politici non sono preoccupati e pensano che Putin stia bleffando.
Si dice che Burns (il capo della CIA) stia facendo di tutto per convincere la Casa Bianca che la minaccia è reale e che, forse, è un confine che sarebbe meglio non oltrepassare. Ma Blinken e Sullivan, badanti di Biden, hanno paura di perdere la faccia e così non è chiaro quale sarà la decisione del Presidente che, in condizioni normali, sarebbe stata scontata.
Non c’è pericolo reale? Bo, io non sarei così tranquillo: la prima guerra mondiale è cominciata per molto meno. Durante la guerra fredda più volte si è sfiorato il conflitto nucleare per semplici errori e incomprensioni: qui le possibilità per incomprensioni le stiamo volutamente moltiplicando.
E non è che abbiamo una strategia complessa che miri a chissà quali obiettivi: il problema è che siamo guidati da dei cretini irresponsabili che non sanno quello che fanno. Bambini che giocano col fuoco perché tanto, credono, a bruciarsi non saranno loro.
Personalmente non so cosa pensare: come ho scritto in passato la prudenza di Putin è stata scambiata dai nostri politici e dai media come debolezza. E i bulli non interrompono le loro angherie con chi si dimostra debole, anzi.
Contemporaneamente però Putin ha dimostrato di essere uno dei pochi adulti nella stanza: essendo interessato al bene del proprio paese (non, sfortunatamente, come i nostri politici) sicuramente non vuole la guerra. Ma, a differenza di altri, mantiene ciò che dice…
Io credo quindi che una possibile risposta di Mosca potrebbe essere colpire un centro di comando al di fuori dell’Ucraina ma non con nucleari tattiche ma con un paio di missili ipersonici.
Sarebbe una risposta sufficiente per far tornare l’Occidente sui propri passi?
Se avessimo dei politici normali sì. Ma se avessimo dei politici normali non ci saremmo ritrovati in questa situazione. In realtà i nostri guidoni si sono rivelati essere stupidi, incompetenti e impegnati a favorire gli interessi non della popolazione ma dell’apparato militare industriale.
La situazione è insomma molto grave e onestamente mi chiedo se i nostri media, ormai abituati a mentire sistematicamente, abbiano la capacità di spiegare adesso come stanno le cose.
Il loro problema è che da anni hanno portato avanti la narrativa di una Russia stremata economicamente e con soldati reclutati nelle steppe “sdentati” e armati solo di pale: ammettere che la Russia non subisce e basta ma mette dei punti fermi sarebbe corrisponderebbe a darsi dei bugiardi. Non so, magari potrebbero mascherare la richiesta sotto la maschera della "follia" di Putin. Il cane rabbioso minaccia di colpire l'Occidente non "se" ma a prescindere. Ed ecco fatta l'informazione...
Intanto BlackRock, uno degli investitori in Ucraina, è a battere cassa con Zelensky: si dice che sperasse nella conclusione della guerra l’anno scorso e che adesso si accontenterebbe invece di limitare le perdite.
Qui potrebbe subentrare un meccanismo interessante: gli ucraini credono di combattere per la propria terra e, hanno dimostrato, sono disposti a battersi con coraggio per difenderla. Sono piuttosto sicuro che non abbiano capito che le ricchezze della loro terra siano state vendute alle multinazionali occidentali. E l’obiettivo di queste ultime è quello di salvaguardare le loro proprietà: non se ne fanno di niente se queste vengono distrutte…
Ecco che dice Brecht:
«FAVRE La Guardia Nazionale, ecco la sfortuna del paese. Per patriottismo abbiamo compiuto il sacrificio di armare la teppa contro i prussiani. Ora hanno le armi… contro di noi. Lei ha ragione, però è anche vero… si potrebbe anche dire… che quella gente difende Parigi, insomma che si combatte!
THIERS Mio caro Favre, che cos’è Parigi? Tra quella gente se ne parla come d’un santuario che sarebbe meglio bruciare, piuttosto che cederlo al nemico! Ci si dimentica, però, che è composto di tante cose che hanno un valore; e chi è che lo dimentica? Chi non ha nulla! La teppaglia è pronta a far saltare tutto: tanto, non è roba loro! Urlano chiedendo petrolio: ma per le autorità, per noi, Parigi non è un simbolo: è una proprietà. Bruciarla non significa difenderla.» (*1)
Per la cronaca Thiers e Favre sono personaggi storici: il primo era il presidente francese dell’epoca mentre il secondo un importante politico. Ci sono analogie e differenze con la situazione attuale: ma… ci ho ripensato, non voglio essere pedante, giudicate voi le varie similitudini…
Insomma potrebbero essere i poteri economici a chiedere che la guerra finisca; sarebbe poi “divertente” se i soldati ucraini esigessero, una volta terminata la guerra, di non patire la fame e di avere parte delle ricchezze del paese che hanno difeso. Da noi si parlerebbe di “eccesso di democrazia” o, magari, di “interferenze russe”: ma io lo troverei molto divertente…
Conclusione: situazione pericolosissima che personalmente mi preoccupa il giusto ma che non dovrebbe far dormire sonni tranquilli a chi, a differenza di me, ha figli e si augura per loro un futuro migliore… o almeno un futuro...
Nota (*1): tratto da “I Giorni della Comune” di Bertolt Brecht, (E.) Einaudi, 1982, trad. Giulio Gatti, pag. 22.
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4 ore fa
Le nuvole all'orizzonte son sempre più cupe, Vapore Sodo.
RispondiEliminaSebbene io abbia una certa simpatia per i Russi dovuta alla loro resistenza alla corruzione, alla liquefazione che impesta i paesi consumisti, opulenti, non penso che essi siano immacolati o nella parte della completa ragione.
Gli Ucraini hanno diritto di autodeterminazione e,considerarndo le nefandezze (eufemismo) subite in passato dai criminali comunisti sovietici, capisco la loro volontà di stare più lontano possibile dai Russi.
Il fatto che Putin abbia in mente gli interessi della (popolazione in) Russia non significa che ciò non causi problemi altrove.
I Russi considerano l'Ucraina come una piccola Russia ma non gli Ucraini.
Ecco che i piani, le mire russo-putiniani diventano un problema per altri.
Infine i grandi manovratore, SUA e anglosfera, che usano gli Ucraini contro la Russia.
Sangue, merda, sporco a strati sovrapposti e intrallacciati.
UUiC