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venerdì 31 maggio 2024

La setta

Premetto che ho iniziato a scrivere questo pezzo esattamente la scorsa settimana, poi l’ho abbandonato perché non mi convinceva. Ma gli eventi degli ultimi giorni continuamente tornano a suggerirmi ciò che avevo intenzione di dire: quindi vedrò di “ripulire” la parte “vecchia” e di aggiungerne una nuova per concludere il tutto.

[Parte vecchia]
Un po' di insonnia.

Ultimamente ho un dubbio: vedo dei politici statunitensi (gli unici che comandano, quelli europei solo obbediscono) che con le loro dichiarazioni sembrano voler coscientemente portare il mondo verso la guerra. Guardando le loro facce non vedo persone stupide ma malvagie: una freddezza, un cinismo, un intento focalizzato. Ecco, sì, è quest'ultimo che percepisco: la volontà ferma, pervicace quasi ossessiva di raggiungere uno scopo. Ci spingono verso la guerra a passi piccoli ma inesorabili.

Non si esita ad aumentare continuamente le provocazioni verso la Russia: ogni due o tre mesi l’occidente fa qualcosa in più rispetto a quanto aveva precedentemente detto di voler fare. E questo nonostante l'innegabile rischio che la situazione sfugga di mano. Durante la guerra fredda più volte si è sfiorata per errore la guerra nucleare per una serie di coincidenze sfortunate. Adesso stiamo correndo lo stesso rischio e, anzi, lo stiamo rendendo cento volte più probabile.

Ora questi politici stanno ipotizzando di fornire all'Ucraina il permesso di usare armi a lungo raggio in grado di colpire obiettivi all'interno della Russia: Putin ha già fatto sapere che in caso di attacco Mosca reagirà rifacendosi su obiettivi interni alla coalizione occidentale. Questo anche perché gli operatori di tali armi non sarebbero ucraini ma NATO: quindi un vero e proprio atto di guerra mascherato sotto il pallio della bandiera ucraina. Putin è serio e ha definito chiaramente che reagirà se tale limite verrà oltrepassato.

Lo stesso siparietto di minacce occidentali c'era stato mesi fa con il Regno Unito, poi era stata la volta delle minacce di Macron: in entrambi i casi la dura risposta di Mosca li aveva zittiti. Adesso però sono i politici americani a riprendere questo copione: ovvero suggerire di alzare il livello del conflitto.

Secondo una "mia" fonte (Alex Christoforou) siamo nella fase in cui questi attacchi sono già stati decisi e le dichiarazioni che stiamo ascoltando servono solo per preparare l'opinione pubblica occidentale. In realtà, per sua stessa ammissione, si tratta solo di una sua intuizione basata sull'osservazione di quanto detto e fatto dall'occidente negli ultimi anni. Il modello in passato è stato questo: quello che sei mesi prima era inconcepibile viene reso via via sempre più accettabile, poi lo si supera, si canta prematuramente vittoria, ma poco dopo se ne riconosce a denti stretti l’inutilità e si passa quindi al prossimo passo.

La domanda è quale sarà la risposta di Mosca: fortunatamente per noi il "folle" Putin non è pazzo e non vuole la guerra con la NATO: ma se fa una minaccia la deve mantenere. In questi anni la sua prudenza è stata scambiata per debolezza. Se non rispondesse a una provocazione a cui ha affermato che avrebbe risposto allora in breve ne subirebbe altre cento!

Io sospetto quindi che la reazione russa sarebbe relativamente moderata ma significativa: qualche missile a centri di comando NATO in Romania o magari in Polonia coinvolti nell'attacco alla Russia. Tale mossa sarebbe interpretata come un attacco o una risposta difensiva? Farebbe scattare l'articolo 5 della NATO, o no?
Bisognerebbe sperare che fra i badanti di Biden prevalga il buon senso: possibilissimo ma anche no.
[Fine parte vecchia]

E in questi giorni il teatrino della propaganda occidentale ha messo insieme un coro di dichiarazioni sempre più minacciose: “giusto che l’Ucraina si difenda come crede sia meglio con le armi che ha a disposizione”. Questa è la tesi proposta: nascondendo, ovviamente, le responsabilità dirette e indirette nell’uso di tali armi che avrebbe l’occidente.

La cosa per me strana è che neppure i parapoteri economici vogliono una vera e propria guerra: va benissimo speculare sulla produzione e vendita delle armi ma nel collasso della società anche la loro forza si ridurrebbe: sarebbe un salto nel buio inaccettabile. Tutti i poteri hanno paura dell'incertezza e del pericolo di perdere forza che essa comporta.
Questo per spiegare che anche nell’occidente ci sono delle forze di buon senso (sebbene interessato e tutto indirizzato verso la protezione dei propri interessi e non certo di quelli della popolazione) e che, forse, proprio per la loro resistenza il cammino verso la guerra è così lento.

Christoforou ipotizza che questi politici non si rendano conto della situazione, o che giunti alla disperazione, vedendo fallire nel successo della Russia tutti i loro piani, siano disposti a prendersi dei rischi spropositati. Che magari credano alle proprie bugie: sembra una sciocchezza ma è un fenomeno psicologico molto umano…

Io invece, eliminando gli scenari oramai non più concepibili, sono giunto a un’ipotesi improbabile: questi politici statunitensi agiscono come se facessero parte di una setta, una setta satanica votata alla distruzione e al sacrificio di una parte significativa dell’umanità.
Politici che agiscono nella convinzione che Lucifero li ricompenserà con potere/denaro/successo etc.
Lo so: sembra una sciocchezza ma al momento mi pare che questa stia divenendo la spiegazione più plausibile per il loro comportamento altrimenti totalmente illogico e controproducente (anche per loro).

Conclusione: ero tentato di aggiungere considerazioni e aggiornamenti sull’andamento della guerra ma non voglio divagare dall’argomento centrale del pezzo.

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