La stupidità del mondo moderno, la sensazione di essere prigionieri in un treno che corre verso un baratro, dove la maggior parte dei passeggeri non si preoccupa di quello che accade ma, obliosa, cicaleggia garrula di tutt’altro: tutto questo mette fortemente il dubbio che la presunta uguaglianza degli uomini, che si riduce e annega poi nel mito della democrazia, sia veramente un’idea positiva se porterà alla distruzione della stessa umanità.
Ecco allora che la filosofia di Nietzsche acquista fascino.
La Cina oggi, recuperato lo svantaggio scientifico e tecnologico con l’occidente, prospera perché ha una cultura basata sul confucianesimo e non sul cristianesimo. Perché, in ultima analisi, non ha un governo “democratico”, asservito a pochi, ma ha una dittatura che, pur commettendo errori e ingiustizie, cerca di fare gli interessi della collettività.
Eppure, visto che la dittatura non ci piace, si dovrebbero cercare alternative politiche che salvaguardino l’uguaglianza superando però i limiti dell’attuale democrazia occidentale: quest’ultima infatti rappresenta non il “potere del popolo” ma ma quello dei superficiali parolai asserviti agli indicibili interessi dei pochi.
Io ci ho provato: se persone più preparate di me facessero altrettanto forse si arriverebbe a qualche risultato interessante e utile.
Il problema è la zavorra ideologica che ci trasciniamo dietro: non solo le idiosincrasie delle religioni ma anche i concetti obsoleti di categorie politiche ottocentesche come sinistra e destra. E soprattutto si dovrebbe smettere di avvelenare il nostro pensiero con principi irrazionali, privi di basi logiche, ma che distorcono il nostro modo di pensare portandoci a conclusioni errate. Penso alla follia del politicamente corretto ma gli esempi sarebbero tanti come la confusione fra razionalizzazione e razionalità, l'uso a sproposito della scienza, considerare assiomi dei principi che non lo sono...
Il punto è che dovremmo fermarci e chiederci: cos’è l’uguaglianza degli uomini? Cosa si intende con essa?
L’esperienza comune è che nessuno sia uguale a noi: nessuno ha il nostro identico aspetto e, soprattutto, i nostri stessi pensieri. Eppure ripetiamo, come galline incapaci di riflettere, di essere tutti uguali e sulla base di questa premessa, che interpretata letteralmente è totalmente fallace, arriviamo a conclusioni sballate.
Uguaglianza poi di cui ci riempiamo la bocca ma che peraltro è solo apparente: affermata ed esaltata a parole ma non nei fatti. L’unica uguaglianza del mondo attuale è quella data dal denaro: la discriminazione fra poveri e ricchi è il vero razzismo della nostra epoca. Razzismo che nell’ipocrisia o stupidità generale è invece considerato legittimo: la ricchezza, anche quando va oltre la ragionevolezza ed anzi è causa di povertà per milioni se non miliardi di persone, è ritenuta sempre e comunque accettabile.
Ciò che si può comprare è ritenuto legittimo possedere ma invece talvolta non dovrebbe essere neppure lecito venderlo. Alla fine la stessa vita, sotto forme diverse (per esempio tempo e salute), è messa in vendita e comprata da chi può permettersela.
Allora ripensiamo a cosa vogliamo intendere per uguaglianza: uguaglianza di diritti? Di doveri? Di felicità? Di ricchezza? Di possibilità?
Non lo so, vediamo: ragioniamoci e confrontiamoci. Ma cerchiamo di essere razionali e pragmatici di distinguere fra ciò che è possibile e cosa no. Poi vediamo di trovare una strategia per raggiungere effettivamente, e non solo a parole, gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Certo c’è un pesante “ma” in questa ipotesi: chi non capisce la problematica dovrebbe fare un passo indietro e lasciare che altri decidano al suo posto. Questo però non risolverebbe il problema: a decidere rimarrebbero chi davvero avrebbe le capacità per farlo e chi invece si illuderebbe solo di averle!
Il problema è che non si può trovare un’alternativa democratica alla democrazia attuale usando procedure democratiche: il limite della democrazia è lo stesso che limita l’efficienza del processo decisionale. Una maggioranza, per quanto preponderante e numerosa, difficilmente arriverà a soluzioni migliori di quelle trovate da una minoranza illuminata.
E questo per non dire della strenua opposizione a qualsiasi alternativa democratica da chi ha più da rimetterci dal cambiare quella attuale: il potere politico che prospera nei difetti della democrazia, i ricchissimi e tutto il loro apparato di propaganda.
Mi riferisco ai media che a volte ci distraggono con piacevoli intrattenimenti: film, serie, sport, ballerine e altre pagliacciate; più spesso propalano bugie: che questo è il migliore dei mondi possibili, che non esistono alternative, che chi governa ha a cuore i nostri interessi e che chi è ricchissimo è buono e intelligente e quindi merita quanto ha.
Chi si oppone all’ingiustizia diviene un nemico dei media: essi prima gli gettano fango addosso e, quando l’evidenza è impossibile da nascondere, lo ignorano. Vedete la sorte capitata ad Assange o a Snowden.
Ma vi avverto: la stupidità ha già vinto, l’ingiustizia ha trionfato, la finta uguaglianza imperversa. Gli avversari sono troppo forti, sanno bene come stanno le cose, sono compatti nella difesa dei propri interessi, hanno tutti gli strumenti a propria disposizione e le istituzioni dalla loro parte.
I “buoni”, coloro che hanno capito di vivere in un mondo ipocrita e bugiardo, un mondo che parla di giustizia e uguaglianza ma che legalizza l’ingiustizia e favorisce la diseguaglianza, sono pochi. Coloro che vorrebbero un mondo migliore per tutti e non solo per chi è nato baciato dalla sorte sono invece disuniti, con scarsi o senza mezzi, privi di un’unica strategia comune: e per di più sono sbeffeggiati quando non insultati dalla massa che invece vorrebbero disinteressatamente proteggere.
Solo nelle favole vince il buono: nella realtà vince il forte. Anche la religione, seppure specialista in illusioni, su questo deve concedere ai buoni la vittoria solo nel prossimo mondo, mai in questo: anzi dice “non combattete neppure per un mondo migliore, così la vostra gloria nell’aldilà sarà maggiore”: insomma è quasi sempre parte del problema e non della soluzione.
Quindi non so: se qualche lettore mi ha per sbaglio compreso gli conviene fare come tutti. Chiudere gli occhi e illudersi di vivere in un mondo bellissimo: saprà che non è vero, che prima o poi i suoi figli o i suoi nipoti ne pagheranno le conseguenze ma, visto che non ha mezzi per evitarlo, è inutile che si faccia cattivo sangue come il sottoscritto che ulula alla Luna.
Conclusione: piccolo sfogo.
alla prima stazione
1 ora fa
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