«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB e applica la tua mente alla SUA istruzione» Pv. 22,17
Qui si straparla di vari argomenti: 1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda 2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui 3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)
Ho finito di leggere Lila dice di Chimo, (E.) Mondadori, 1997, trad. di Fabio Gambaro.
Sono perplesso: lessi la traduzione in inglese una ventina d’anni fa, tutta d’un fiato, e mi piacque molto di più. Non riesco a stabilire se sia colpa della mia memoria o della traduzione in italiano.
Della prima lettura ricordo il linguaggio e le costruzioni spesso elementari unite alle belle immagini. In questa versione italiana lo stile piano l’ho percepito molto meno e poi, ogni tanto, vi ho trovato dei singoli vocaboli che mi stonavano.
In teoria (verificherò su Wikipedia se c’è qualche notizia in più) Chimo, l’autore, è un giovane immigrato magrebino di seconda generazione che vive in una periferia disagiata di Parigi: differentemente dai suoi coetanei ha una sensibilità spiccata che però nasconde per mescolarsi con i suoi amici. Solo una professoressa anni prima e Lila poi si accorgono del suo lato profondo e riflessivo che lui matura lentamento raccontando la propria vita su dei quaderni.
Chiaro che non sia facile da tradurre: ed è evidente che il dialetto di un sobborgo di Parigi non ha un equivalente in nessun dialetto italiano. Per questo alcune parole gergali secondo me avrebbero dovuto essere tradotte in un italiano quotidiano e non dialettale (*1)…
Nota (*1): almeno credo che facciano parte di un qualche dialetto italiano: io non le conoscevo...
Cambio sponda - 21/8/2019
Inevitabilmente, avendo visto da bambino al cinema nel 1977 “Guerre stellari”, ho sempre considerato con sufficienza “Star Trek” anche se guardavo tutte le puntate che passavano in tivvù negli anni ‘80. Anche le tre pellicole realizzate per il cinema della serie Star Trek, per quanto ben realizzate, non potevano competere col fascino di “Guerre stellari”.
Poi però George Lucas ha cagato il “prequel” e anche le più recenti pellicole, benché migliorate, sono lontane dal fascino della trilogia originaria.
In questi giorni, a occhio nel giro di una settimana, mi sono invece guardato ben 4 stagioni della serie “Star Trek: Enterprise” che è di antefatto alla serie originale: veramente piacevole. Ho apprezzato moltissimo l’attenzione e il rispetto per la serie originale (andato completamente perso nei vari “Star Wars”)…
E ora me ne inizio a guardare un’altra!
Conclusione: “Star Wars” è stato tradito dal suo stesso autore, “Star Trek”no.
Di Battista sul PD - 22/8/2019
“...il loro obiettivo è che noi un giorno diventiamo come loro...”
Obiettivo in via di raggiungimento?
Raffrescamento - 23/8/2019
Appena farà un po’ più fresco inizierò la nuova versione dell’Epitome. Oggi tanti tuoni e nuvole minacciose ma niente acqua...
Male e pere - 23/8/2019
Da piccino Sant’Agostino era una peste: un giorno, insieme a dei suoi amici, rubò delle pere da un albero, non per mangiarle ma solo per amore del male!! Poi sull’episodio scrisse vari capitoli nelle sue Confessioni…
Però, tolti i continui ringraziamenti a Dio, è un’interessante autobiografia: cerco di immaginarmi la persona: sicuramente estremamente brillante ma non sono sicuro che mi sarebbe piaciuto né, probabilmente, io a lui…
Percepisco qualcosa di profondamente incompatibile: forse lui era troppo estroverso quanto io lo sono introverso? E comunque io mai e poi mai avrei rubato delle pere indipendentemente da quello che avrebbero fatto i miei compagni di giochi!
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