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domenica 11 agosto 2019

Soverato e altro

Parto dall’“altro”…
Ovviamente sto cercando di scoprire più notizie possibile sulla crisi di governo ma è praticamente impossibile trovare dati utili: le dichiarazioni sui media sono pressoché inutili, da qualunque fonte/parte provengano, sono ricostruzioni che non valgono la carta su cui sono scritte.
Per questo sto spigolando Twitter alla ricerca di qualche “parola” (non mi aspetterei di più) utile che sveli qualcosa di quello che non viene detto davanti ai giornalisti.
Oggi un tale “G. *** ACCETTO MINIBOT ***”, illustre sconosciuto, ha cinguettato una sua ricostruzione della crisi in sette punti: niente di straordinario, tutte osservazioni di buon senso e generalmente condivisibili.
Claudio Borghi (un esponente della Lega e presidente della commissione bilancio) ha commentato il cinguettio di “G. *** ACCETTO MINIBOT ***” con una frase sibillina: “Mancano alcuni punti che ovviamente non puoi sapere ma l’analisi è ottima”.
Quali siano i punti che mancano ovviamente Borghi non lo spiega ma è già di per sé significativa come conferma che ci siano elementi importanti di cui non siamo a conoscenza. Certo questo commento NON può essere una conferma della mia teoria della frattura nel M5S (che ho ipotizzato solamente grazie alla teoria dell’Epitome) ma evidentemente significa che Salvini ha un qualche asso nella manica…
Di sicuro Salvini, per qualche ragione (io le mie IPOTESI le ho già spiegate nei giorni scorsi), non teme un governicchio del presidente: anzi tutto farebbe pensare che sia convinto di ottenere un rapido ritorno alle urne cosa che a me (che però, lo ripeto, non ho nessuna notizia di quello che avviene dietro le quinte della politica) pare al momento altamente improbabile (ho dato a nuove elezioni politiche il 5% di probabilità).

Riguardo Soverato ho in realtà già scritto mesi fa quello che intendo ripetere oggi.
Sfortunatamente non riesco a ritrovare il vecchio pezzo in questione (roba scritta da 6 mesi a 1 anno fa) forse magari era solo un corto, non so…
Pazienza, mi ripeterò: Salvini viene spesso accusato di violenza verbale (vedi, ad esempio, il recente episodio con la “zingaraccia”) ma lui stesso e tutti i leghisti sono bersagliati da una vera e propria campagna d’odio di cui non ricordo precedenti in tempi recenti.
Qualcosa di analogo era forse capitato a Berlusconi ma almeno i suoi elettori erano al massimo considerato degli ingenui (o dei furbi!) e non offesi con i peggiori epiteti…

I problemi di questa violenza verbale contro Salvini, la Lega e perfino i loro simpatizzanti sono essenzialmente due.
Il primo pericolo è che degli individui, ovviamente dei labili particolarmente instabili, possano decidere di passare dalle parole ai fatti. Il perenne clima d’odio fomentato, anche da alcuni media, contro Salvini costituisce infatti un humus dal quale potrebbero germogliare pericolosi eccessi che potrebbero anche portare a risultati tragici. Di esaltati che si credono partigiani in assenza di fascismo iniziano a essercene parecchi: fra questi non è da escludere che ci possa essere qualcuno capace di compiere veri e propri atti di violenza criminale, illudendosi di essere un eroe, perché sostenuto da un’ideologia superficiale che si riduce alle demonizzazione di Salvini.
Il secondo pericolo è per il bene del paese: un’opposizione sana che spiegasse, almeno dal suo punto di vista, quali fossero gli errori della Lega (penso ad esempio a immigrazione ed economia) e proponesse delle alternative concrete farebbe bene a tutti. Porterebbe a un dibattito di idee costruttivo e utile perfino alla Lega che, in presenza di obiezioni forti e credibili, sarebbe costretta a migliorare le proprie proposte.
Al contrario limitarsi a demonizzare l’avversario porta a un significativo degrado democratico: lo abbiamo visto con Berlusconi. Tutte le campagne elettorali della sinistra si sono basate sul semplice attacco alla persona del proprio avversario. E qual è stato il risultato? Quando la sinistra vinceva allora poteva fare tutto perché l’importante per i suoi elettori era che il nemico, il grande diavolo di Arcore, fosse stato relegato nel suo inferno. Qualsiasi legge porcheria, che non aveva niente a che fare con l’ideologia di sinistra (penso all’abolizione dell’articolo 18, la legge Fornero, etc), veniva accettata tranquillamente perché, comunque, “il diavolo/Berlusconi avrebbe fatto peggio”.

C’è da dire che è lo stesso Salvini il primo che tollera questo clima, non solo non costruttivo ma addirittura distruttivo: a mio avviso dovrebbe rispondere più spesso con delle denunce alle parole di odio che vengono rivolte a lui e ai leghisti, invece si limita sempre a rispondere con un “bacioni” e statemi bene…
Certo il forte che denuncia il debole, anche se per buone ragioni, non si attira troppe simpatie: la Boldrini in questo caso ha fatto scuola e ora, grazie al suo frequente ricorso alla Polizia Postale, si è guadagnata un alone di arroganza e di albagia che l’avvolge costantemente.
Però magari Salvini potrebbe, e secondo me dovrebbe, tutelare chi offende gratuitamente e immotivatamente i suoi elettori: sarebbe un primo passo per riportare il dibattito politico in un ambito di più civile confronto fra idee piuttosto che di insulti.

Conclusione: per oggi non voglio aggiornare le percentuali delle mie previsioni sull’esito della crisi anche se, a livello di dichiarazioni (che però valgono il giusto, cioè pochissimo), sembra prendere corpo l’ipotesi di un governicchio del presidente...

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