Mi dispiace un po’ di annoiare i miei lettori con pezzi politici dove, quasi senza dati concreti, mi diverto a fare le mie previsioni: ma, appunto, la chiave è che “mi diverto”, quindi…
Ieri nel corto Video istruttivo ho segnalato una riflessione a due di Fusaro e di Toscano molto interessante. Per motivi di spazio mi ero limitato a evidenziare un’idea piuttosto filosofica: senza sovranità dello Stato non vi può essere democrazia, certo la sovranità può non essere sufficiente ma è condizione necessaria. Si tratta di un concetto che indirettamente avevo già compreso da solo ma Fusaro ha avuto il merito di esplicitarlo. Alcuni esempi di cui in passato ho già scritto: i trattati commerciali internazionali, con i loro arbitrati che superano le leggi nazionali, tolgono libertà ai cittadini che non possono fare altro che subirli; oppure le varie imposizioni della UE con l'evidente deficit democratico delle sue istituzioni: di nuovo la mancanza di sovranità limita la libertà dei cittadini di uno stato di scegliere, ad esempio, la politica economica più adatta alle proprie specifiche esigenze.
Fusaro è stato bravo a evidenziare che in queste situazioni di sovranità limitata una democrazia completa non solo è difficile ma è proprio impossibile: e ha ragione.
Ma in realtà oggi volevo scrivere di un’altra fondamentale osservazione fatta da Fusaro, questa volta decisamente meno filosofica ma più pratica.
Si tratta della divisione del potere all’interno della Lega: io conosco poco la Lega, che seguo solo da dopo le elezioni del 2018, ma con uno sforzo di immaginazione e buon senso avrei dovuto arrivarci.
Erroneamente ho sempre dato per scontato che la Lega fosse monolitica: che Salvini dopo averla raccattata al 3% e portata al 17% ne avesse il controllo completo. In realtà la Lega Nord di Bossi, che è la madre dell'attuale Lega, era a tutti gli effetti un populismo super apparente se non un vero e proprio partito tradizionale: io parlo di partito tradizionale mentre Fusaro, forse più correttamente, di partito sistemico. Entrambi intendiamo un partito che non fa gli interessi dei propri elettori ma dei propri parapoteri economici (e non solo) di riferimento.
Inevitabilmente anche nella Lega di Salvini, che ha ovviamente riciclato molti degli esponenti della Lega Nord, esiste una forte componente sistemica. Il capo di questa corrente tradizionalista (pro Europa e liberista) ha un nome e cognome: si tratta di Giancarlo Giorgetti.
Per Fusaro esiste poi il populismo che io chiamo reale (ovvero sinceramente dalla parte dei cittadini) può essere di stampo socialista oppure identitario: di stampo socialista significa che si cerca di fare il bene per il popolo con un significativo intervento dello Stato a favore dei più deboli; se lo stampo è identitario significa invece che l’accento (almeno secondo Wikipedia: non sono sicurissimo della sua attendibilità) è sull’opposizione alla globalizzazione, al liberismo, all’immigrazione, mentre invece difende le tradizioni e l’omogeneità culturale (*1).
Secondo Fusaro Salvini sarebbe un rappresentante di un populismo sovranista identitario, Giorgetti sarebbe invece sistemico mentre il M5S, almeno in partenza, era un populismo socialista (*2).
Ecco quindi spiegata la mia difficoltà nel capire la natura del populismo della Lega!
Da ormai oltre un anno sto cercando di comprendere il tipo di populismo della Lega e, più volte, avevo registrato decisioni chiaramente da populismo apparente mentre, almeno in economia, garante Bagnai, la Lega è un populismo reale…
Adesso il motivo di questa ambiguità, che io semplicemente attribuivo alla scaltrezza e all’opportunismo politico di Salvini, mi è molto più chiaro: è il risultato della forte pressione della corrente interna guidata da Giorgetti!
Venendo alla cronaca odierna (ore 11:00 ma in realtà mi baso sulle notizie lette verso le 8:00 stamani) il governo PD+M5S sembrerebbe prendere corpo. Apparentemente si allontana quindi l’ipotesi di rimpasto mentre si rafforza la possibilità di quello che io chiamo “governicchio” visto che potrebbe prendere tantissimi nomi diversi ma il cui unico scopo sarebbe solo quello di allontanare le elezioni.
In questo secondo caso io avevo proposto due possibilità: 1. governicchio “solido” al 35%; 2. governicchio “fragile” con scissione cioè nel M5S a opera Di Maio al 25%
Non cambio queste percentuali perché stare dietro al gioco delle dichiarazioni è assurdo, inutile e confonde solo le idee. Non mi preoccupo neppure del silenzio di Di Maio sulla possibile alleanza col PD (ieri, mi pare, l’aveva definita impossibile): farebbe infatti parte del suo “gioco” aspettare tale alleanza per avere il pretesto per provocare la spaccatura nel M5S che da tempo ipotizzo.
Intendiamoci, per quanto mi piaccia (sarebbe frutto esclusivo dell’applicazione della teoria dell’Epitome), ritengo l’ipotesi della scissione di Di Maio più improbabile rispetto alla sua fedele permanenza nel M5S: come ho scritto è il 35% contro il 25%.
Ribadisco quindi, in mancanza di dati concreti visto che le dichiarazione valgono zero, le percentuali che avevo già proposto:
- rimpasto di governo → 35%
- governicchio “solido” → 35%
- governicchio “fragile” → 25%
- voto in autunno → 5%
Ieri ho poi visto un video di ByoBlu con interviste fatte a caldo a numerosi politici (principalmente M5S e Lega), filosofi, giornalisti e altro allo scoppio della crisi di governo e le loro valutazioni.
Avevo una mezza idea di farci un pezzo e mi ero quindi preso molti appunti. Il video è di per sé interessantissimo ma mi rendo però conto di annoiare troppo i miei lettori e, comunque, tali interviste “a caldo” iniziano a essere ormai un po’ tiepide e superate dagli eventi…
Ripropongo però qui di seguito i miei appunti, appena rielaborati per renderli comprensibili a tutti (con un po’ di fantasia!) e non solo a me stesso…
Video di ByoBlu: La Lega di Salvini, Conte, e la crisi di Governo: opinioni a confronto #MaratonaByoblu
I vari interventi:
Becchi (ex-vicino M5S ora vicino Lega): crisi colpa del M5S, Lega deve far sue istanze populismo socialiste del M5S originario.
Cabras (M5S): anima della vecchia Lega Nord vicina ai poteri forti… (favorevole a Benetton e contraria a riforma giustizia e costituzionale)
Blondet (giornalista): spaccatura nata dal voto europeo, no elezioni subito (contro M5S, PD, presidente, Conte, oligarchia europea, magistratura); alla prossima “Sea Watch” con nuova denuncia Salvini sarà imputato. Salvini sarà triturato da media, BCE, banche… solo quando non sarà più temibile si avrà il voto…
Telese (giornalista): M5S avrebbe dovuto rompere prima con la Lega (?); Salvini voleva togliersi di torno Giorgetti mandandolo in Europa: non voleva questa rottura (?), su richiesta anche di esponenti del nord Italia Lega (per autonomia non concessa): Salvini voleva un rimpasto con 4 ministeri pesanti: Ambiente, difesa, giustizia, etc. Frattura di potere all’interno del PD: Zingaretti vorrebbe le nuove elezioni perché non controlla i gruppi parlamentari renziani.
Nesci (M5S): propaganda, vale/dice zero… (Lega aveva paura di fare finanziaria difficile)
Bifarini (sovranista): prima o poi governo doveva cadere ma i tempi sono sbagliati a causa della manovra da fare; pericolo esercizio provvisorio.
Rinaldi (Lega EU): è stato il M5S a sfiduciare Conte con mozione contraria alla TAV. Elezioni subito.
Paragone (M5S): parapoteri avevano preparato questa rottura: Lega è di sistema soprattutto con Giorgetti amico di Draghi, etc.. Sistema aveva paura del M5S e ora invece festeggia.
Giarrusso (M5S EU): chiacchiere e propaganda: tradimento di Salvini…
Donato (Lega EU): crisi annunciata… pregiudiziali del M5S: da crepe a frattura. Ritorno al voto. Taglio parlamentari richiede un anno extra.
Parenzo (Giornalista): crisi pianificata nei dettagli da Salvini: pistola fumante (?) Salvini già in campagna elettorale, punta alla maggioranza.
Ferrara (M5S): Lega irresponsabile, vicina a poteri forti che non vogliono cambiamenti (né taglio parlamentari, né giustizia, né legge bilancio). Propaganda.
Zanni (ex M5S ora Lega EU): alleanza rotta da elezioni europee (ribaltamento rapporti di forza) + voto favorevole Von der Leyen. Prevede ritorno al voto: no spazio governicchio.
Amodeo (scrittore: aveva paventato governo tecnico Draghi): tempi non maturi per governo Draghi (manca lo schock politico e sociale nel paese che lo “giustifichi”) va quindi “disattivato” Salvini e, per farlo, deve andare al governo (!?) senza alleati da usare come capro espiatorio. Salvini fallirà come premier facendo promesse che non potrà mantenere a causa dei vincoli EU oppure deciderà di andare contro l’EU (magari minacciando uscita Italia).
Rauti (Fratelli d’Italia): M5S e Lega troppo diversi non potevano stare insieme e fare riforme efficaci. Auspica voto subito. Alleanza possibile ma va fatta prima delle elezioni.
Fusaro (filosofo): sollievo parapoteri per aver spaccato il governo (singolarmente sistemici ma insieme combinazione esplosiva). Non era destra contro sinistra ma basso contro l’alto e, proprio per questo, particolarmente inviso ai parapoteri che avevano da subito cercato di spaccarlo: con magistratura, con spread, con EU + crisi immigrazione di massa. Vi sono riusciti grazie a Lega di Giorgetti (animo liberista e istituzionale)
Mattei (docente): M5S paga impreparazione e incapacità, messo in scacco da Salvini (tanghero!). L’unica soluzione è che il M5S inizi a fare politica e vada da Zingaretti per cercare un accordo con scopi ben precisi. Mettere Salvini in un angolo senza andare a elezioni aspettando (per almeno un anno e mezzo) che si sgonfi. C’è però il pericolo che tale governo non funzioni e finisca per far crescere ancora di più Salvini.
ByoBlu: Secondo le nostre (alte) fonti il M5S vuole tornare al voto puntando però su… Conte!! (e non Di Maio o Di Battista!)...
Conclusione: non so perché mi affanno tanto con questi pezzi di politica, dubito che prima di settembre succeda qualcosa. Mi aspetto solo le ovvie dichiarazioni di rito a partire dal Mattarella, dai burocrati della UE, gli scambi di accuse fra M5S e Lega, il PD col cappello in mano e simili...
Nota (*1): io preferisco la mia definizione più semplice di populismo reale: ovvero sulla sincera volontà di tutelare i più deboli. I mezzi per farlo sono indifferenti e, anzi, secondo me sono interdipendenti e inevitabilmente devono sovrapporsi. (Comi si possono adottare politiche di aiuto sociale ed essere contemporaneamente globalisti?)
Nota (*2): a Fusaro manca però la categoria del “populismo apparente” (è una definizione simile a “sistemico” ma ha sfumature significative diverse) e questo gli rende praticamente impossibile comprendere le contraddizioni del M5S il quale, o tutto o almeno in gran parte, è appunto apparente.
L'esempio di Benjamin Franklin
6 ore fa
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