Conclusi il corto ETA H con l'allusione a una mia riflessione sul genio che però avrei rimandato a un'altra occasione. Ovviamente, a meno di 24 ore di distanza, me ne ero già completamente scordato... Ma un'amica mi ha fatto tornare sull'argomento e, tutto sommato, credo che valga effettivamente la pena scriverne.
Nel corto sullodato, proprio perché breve, non sono potuto entrare nei dettagli della mia valutazione dei racconti di Hoffmann: anzi, la mia sintesi di “racconti piacevoli e di buon livello” poteva lasciar pensare anche a una mia certa supponenza nei confronti dell'autore.
La realtà è invece molto diversa: ho trovato i racconti, e quindi il loro autore, geniali per la loro evidente carica innovativa. Il fatto che Poe, di circa una generazione posteriore a Hoffmann, ne sia stato così evidentemente influenzato mi ha portato all'intuizione di cui avevo accennato nella mia conclusione.
Il genio porta l'intellettuale (che sia uno scrittore, uno scienziato, un artista etc...) a eccellere nel proprio campo. Ma maggiori sono le sue capacità e più lontano queste lo portano dal comune sentire del proprio tempo. La conseguenza è che l'uomo comune non ha la capacità di riconoscere il genio: se lo incontrasse e avesse la possibilità di parlarci sul treno magari si accorgerebbe della sua diversità ma, visto che gli strambi sono molto più numerosi dei geni, finirebbe per considerarla solo una stramberia.
Solo quando il genio riesce in qualche modo ad affermarsi allora viene considerato tale anche dalla massa dei contemporanei: non perché la gente comune improvvisamente arrivi a comprenderlo ma solo perché è in grado di riconoscere il successo, specialmente se sancito dalle autorità del tempo.
Altre volte però il genio, nel suo anticipare il presente, si proietta in un futuro che non è necessariamente quello che verrà percorso dal resto dell'umanità: in questo caso può venire a mancare il suo riconoscimento universale: magari l'intellettuale potrà essere anche molto stimato nella propria epoca o nelle successive ma la piena magnitudine delle sue capacità non sarà completamente compresa.
Con un'importante eccezione: i pochi individui in grado di pensare e valutare con la propria testa senza farsi influenzare dalla massa. Ovvero solo un genio può comprendere, indipendentemente dall'opinione comune, un altro genio: ed è questo che mi pare sia avvenuto con Poe. Il fatto che i suoi racconti ricordino quelli di Hoffmann significa che ne è stato fortemente impressionato: deve aver percepito vividamente gli incubi descritti dall'autore tedesco, come se fosse entrato in risonanza con essi, e per questo ha deciso, magari inconsciamente, di costruire le proprie storie su quelle stesse basi, ovviamente reinterpretandole ed espandendole col proprio genio creativo: cioè non imitando meccanicamente ma evolvendo, anche notevolmente.
Conclusione: è buffo come in un istante si possano avere intuizioni piuttosto complesse come questa appena esposta. Un giorno mi dovrò decidere a spiegare una mia vecchia teoria, un po' strampalata e non propriamente scientifica, al riguardo...
L'esempio di Benjamin Franklin
5 ore fa
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