Il titolo è un po' fuorviante, un po' parecchio in effetti... Me lo ripetevo per ricordarmi tre spunti su cui basare altrettanti corti...
Ma ho invece deciso di scriverci un pezzo unico: i tre argomenti sono completamente irrelati ma, forse non ci crederete, per me è più impegnativo scrivere tre corti. Il dover rientrare nel limite delle 17.2 righe mi fa perdere un sacco di tempo e, spesso, limare a lungo quanto ho già scritto togliendo parti e riscrivendo periodi...
Invece se scrivo un pezzo “normale” non ho di queste preoccupazioni e se mi va di divagare (come adesso!) lo faccio senza pormi problemi. Non so se sia meglio o peggio: potenzialmente il risultato finale potrebbe essere più interessante ma anche più noioso...
Comunque... andiamo con ordine...
Arruffato
Il KGB delle mie vignette in realtà non mi assomiglia molto: paradossalmente è un'immagine un po' idealizzata. In particolare i capelli non sono come nei miei disegni.
Prima di tutto ho qualche capello in più anche se non abbastanza da poter mantenere una pettinatura decente. E poi li tengo alla lunghezza un po' ridicola di 3mm: troppo corti per tentare di nascondere la calvizie ma, anzi, abbastanza lunghi da evidenziare la mia “piazza centrale” circondandola con un peristilio (*1) di capelli. Soprattutto un mio amico insiste spesso sulla questione dicendomi che tagliandoli a zero starei meglio. Probabilmente, anzi sicuramente, ha ragione: ma il mio aspetto mi interessa troppo poco per compiere lo sforzo di tagliarli spesso e mantenerli cortissimi. E poi avrei freddo alla testa: anche i miei pochi capelli mi danno un minimo di protezione termica...
Ma ho divagato...
Volevo sottolineare che nei miei disegni i miei capelli sembrano ricciuti ma in verità non è così: i miei capelli sono sottilissimi e morbidi però, quando li avevo lunghi, erano sempre arruffati!
Da una parte era un po' colpa mia: ovviamente ero troppo pigro e disinteressato al mio aspetto per pettinarmi con attenzione. Ma in parte è colpa della moltitudine di ritrose (*2) che imperversano sul la mia testa...
Ricordo che quando (raramente) andavo dal barbiere mi divertivo a fargliele contare: non ricordo il numero esatto ma era di molto oltre la decina! Già il giorno dopo i miei capelli si ribellavano alle direzioni ordite dal barbiere e iniziavano ad andare dove preferivano...
A ripensarci mi viene da sorridere ma all'epoca era molto seccante: non solo mi comportavo da matto ma, per colpa dei miei capelli, lo sembravo pure a un primo sguardo!
Anche adesso, quando i capelli iniziano a essere più lunghi dei 3mm teorici, si vedono chiaramente dei principi di ciuffi che mi schizzano qua e là fuori dalla testa: in genere, quando me ne accorgo, cerco di vincere la mia pigrizia e mi decido a ripassarli col tosatore...
Delfino
Ho spesso scritto della insonnia. Soprattutto negli anni dell'università fu devastante: non tanto per se stessa quanto per le “cure” decisamente più dannose del male che distrussero la mia memoria e capacità di studio.
Ricordo che nei periodi peggiori dormivo dalle 0 alle 3 ore (non consecutive) per notte. E il dottore diceva: “non è possibile: ti sembra di essere sveglio ma in realtà dormi molto più a lungo”.
In realtà io ero molto sicuro delle mie stime: per la maggior parte del tempo mi trovavo infatti in uno stato di dormiveglia in cui ero comunque consapevole di ciò che avveniva intorno a me. L'unica differenza rispetto alla veglia vera e propria è che il senso del tempo era alterato e un'ora mi passava in quelli che mi sembravano essere 10 minuti. Ma ne ero consapevole e, basandomi su questa relazione, ero in grado di prevedere l'ora mostrata dalla mia sveglia digitale.
Come mezza conferma delle mie parole c'è un'altra caratteristica “strana” del mio sonno: sono in grado di tenere qualcosa in mano (tipicamente un fazzoletto!) per tutta la notte: normalmente nel sonno profondo i muscoli si rilassano e ciò che si tiene in mano ci sfugge. Eppure nella mia particolare dormiveglia, quella che il mio dottore diceva che confondevo col sonno, ciò non avveniva...
Sviluppai così una teoria scherzosa: ovvero che dormivo come i delfini, ovvero con metà cervello alla volta (in maniera da non affogare presumo!). Corollario a questa mia teoria era l'idea che raramente fossi completamente sveglio. Non ricordo se ne ho mai scritto qui sul viario ma quando (molto raramente!) decido di impegnarmi al massimo in qualcosa allora ho la netta sensazione che il mio cervello si surriscaldi: è però allora che sono veramente capace e mi considero pienamente sveglio. In realtà lo faccio raramente perché mi stanco molto: a dire il vero adesso non so neppure se ne sarei ancora capace, almeno coscientemente...
Curiosamente qualche mese (anno?) fa mi capitò di imbattermi in un trafiletto che riassumeva una ricerca scientifica secondo la quale alcune persone, particolarmente intelligenti (ovviamente!), dormano proprio come capita a me. Anzi secondo la stessa ricerca tali persone non dovrebbero neppure guidare proprio perché in loro la soglia del sonno si confonde con la veglia (*3).
...
Allora ho iniziato a fare una ricerca tramite Google e alla fine sono arrivato alla parola chiave “short sleeper” o “dormitori brevi”. In pratica vari articoli confermano che alcune persone possono dormire tranquillamente sulle 4 ore e stare benissimo (*4); meno chiara la relazione con l'intelligenza. Non ho però trovato l'accenno che ricordavo al fatto che i “dormitori brevi” siano un po' addormentati anche da svegli: che me lo sia “sognato”?!
Per la cronaca adesso mediamente faccio “dormitone” di un 5 ore per notte se non ho particolari preoccupazioni che mi causino ansia.
Blu
Questa è breve...
Ho ritrovato una piccola pietra che trovai in Inghilterra, una trentina di anni fa, a Londra in uno scavo di lavori in corso lungo una strada. È una pietra di un blu scuro molto intenso, liscia e compatta al tatto, relativamente abbastanza pesante. Mi chiedo che tipo di pietra possa essere: per le mie casuali nozioni di petrografia imparate grazie (o per colpa!) di Anki direi che assomiglia a un diaspro o “silice compatta”. Nella relativa scheda ho una foto di una pietra rosso/marrone che, a parte il colore, assomiglia alla mia come apparenza superficiale... Però il blu scuro non è fra i possibili colori elencati: che sia una varietà più rara?
Più probabile che sia una pietra di un genere totalmente diverso...
...
Nuova ricerca su Google: Sorpresa!! Il mio “sasso” assomiglia moltissimo a un lapislazzuli (v. Pietre preziose blu e azzurre) della varietà più scura.
Ora provo a indagare più specificatamente sui lapislazzuli: magari scopro se si trovano nel Tamigi...
…
Bo... la mia pietra assomiglia veramente molto a un lapislazzuli: l'unica mia (grande) perplessità è che non ho trovato riferimenti a giacimenti nei cantieri londinesi!
Insomma non sono sicuro di che tipo di pietra si tratti ma comunque le sono affezionato perché la trovai io (*5) e mi è sempre piaciuta.
Vabbè, vedrò di aggiungere poi qualche foto del mio “lapislazzuli”...
Conclusione: Interessante o noioso?
Nota (*1): a proposito di divagazioni: indovinate quale parola ho sbagliato durante il mio quotidiano studio su Anki (per la memoria) di ieri. Magari adesso l'ho memorizzata per bene...
Nota (*2): altra divagazione: secondo Treccani.it ritrosa è un toscanismo ma non mi dà sinonimi per esso: consiglio quindi ai miei lettori non toscani di imparare il significato di tale termine. Dopotutto, secondo me i toscanismi non esistano: sono solo parole di italiano che Dante, Petrarca, Boccaccio e compagnia bella si sono dimenticati di inserire nelle loro opere. Ma magari le hanno usate nelle bozze, quindi...
Nota (*3): ovviamente ciò non si applica a me: io sono sempre abbastanza sveglio da poter guidare anche quando dormo!
Nota (*4): infatti il mio problema all'università non erano tanto le ore totali di sonno ma che non fossero consecutive: anche all'epoca dicevo sempre che se avessi dormito tre ore di seguito sarei stato benissimo!
Nota (*5): immaginatevi una colonna di garruli studenti italiani che cammina, lungo un'affollata strada londinese, sopra una pedana di legno ai lati di alcuni lavori in corso: chi potrebbe essere l'unico studente che, silenzioso e con lo sguardo basso, intravede nella melma un sasso interessante e che rapidamente (prima che altri glielo rubino!) si tuffa a raccoglierlo?
L'esempio di Benjamin Franklin
5 ore fa
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