
Eppure, da questo caos proteiforme, un'immagine ha preso forma: un'idea, una traccia venuta dal nulla. E che probabilmente non vale nulla...
Il materiale
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Valido, vedo un muro intorno a me,
una banda gialla ininterrotta,
su terreno purpureo, come una corona di carta.
Un muro di noia, indifferenza vuoto al dilà e vuoto al di qua.
Sulla cima di un colle spoglio, un muro bianco ne racchiude la gvetta.
Tutto brullo e sterile, vuoto sia qua che al di là...
È la testa di un gigante valva von una corona di cara.
Un gigante foille che segue la sua strada. A caso...
Un gigante che non sa dove va...
Noi siamo solo pidocchi divisi da barriere immaginarie....
Dall'alto della collina vedo che i pericoli che ci circondano. Urlo a squarcia gola ma nessuno ascolta la piccola pulce.
E le altre pulci mi guardano, sorridono sapute e non mi capiscono...
L'idea...
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Sono su una collina brulla e violacea,
desolata, silenziosa e riarsa dal sole.
Una fragile barriera di carta ne fortifica la vetta
e io ne sono il suo ultimo stanco difensore.
Oltre la barriera non c'è nulla: altra terra color porpora
più screpolata, sudicia e puzzolente ma sempre spoglia.
Alzo lo sguardo e lontano vedo fiamme feroci,
baratri oscuri che ridono famelici:
oscillano tutt'intorno come costellazioni impazzite.
Abbasso lo sguardo e solo ora noto i miei simili,
larve indifferenti, che si muovono indaffarate e indifferenti:
guardano solo il proprio naso e lo seguono fedelmente;
Si incontrano, si scontrano, si amano e si odiano. Indifferenti, falsi e vuoti.
Poi capisco: anch'io sono un pidocchio come loro,
siamo sulla testa di un gigante folle che si crede di un re.
Egli, immenso e immensamente goffo,
barcolla ubriaco fra pericoli mortali che
il suo vuoto cervello non capisce né comprende.
Allarmato urlo a squarciagola “Cambiamo strada! Cambiamo strada!”
È possibile? Forse no, ma dovremmo provare...
Ma gli altri pidocchi mi guardano, scuotono la testa,
mi sorridono saputi, ma non capiscono.
Non mi ascoltano...
Rifinitura
*+*+*+*+*
Su una collina brulla e violacea,
desolata e silenziosa, vago.
Una fragile barriera di carta
ne fortifica l'estrema vetta.
È gialla, dipinta di stelle
immense, animate e colorate.
Della vana e spoglia fortezza
sono l'ultimo stanco difensore.
Oltre il muro non c'è niente:
altra terra dura color porpora,
più screpolata, sudicia e puzzolente,
ma sempre consumata e arida.
Alzo lo sguardo e, lontano, vedo
Fiamme feroci e baratri oscuri:
ridono famelici, aspettano fiduciosi.
Si avvicinano improvvisi, i loro artigli
ci sfiorano, poi lesti si allontanano.
Come costellazioni impazzite,
su una giostra degli orrori,
ruotano danzando intorno a noi.
Abbasso lo sguardo e noto i miei simili,
larve indifferenti e indaffarate:
vedono solo il proprio naso
e lo seguono fedelmente.
Si incontrano, si scontrano,
si amano e si odiano.
Ma è apparenza, sono fantasmi
sempre falsi e vuoti:
ombre di ciò che dovrebbero essere.
Recitano una tragica commedia:
sgomitano per essere protagonisti
di una farsa che nessuno mai vedrà.
Dovrebbero essere disperati ma
vedono le immagini sul muro
e si illudono di esistere. Povere ombre...
Poi chiudo gli occhi e capisco:
siamo solo miserabili pulci!
Sulla testa calva di un gigante folle
che si crede un re incoronato, viviamo.
Egli, immenso e immensamente goffo,
barcolla ubriaco fra pericoli mortali
ma il suo cranio vuoto non lo comprende.
Allarmato urlo a squarciagola:
- “Cambiamo strada! Cambiamo strada!”
È possibile? Credo di no,
ma dovremmo provarci...
Gli altri pidocchi mi guardano,
scuotono il capino e mi sorridono saputi:
non capiscono né rallentano.
Mi sentono, forse,
ma non mi ascoltano...
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