Premessa: lunedì pomeriggio avevo scritto il seguente pezzo ma, una volta terminato, non l'avevo pubblicato. Rileggendolo mi erano infatti venuti seri dubbi sulla forza e validità di un passaggio chiave che, già nel testo originale, indicavo come “l'anello debole”. Così l'avevo lasciato in sospeso in attesa di nuove informazioni.
Però, proprio stasera, sono stato a una riunione dove un attivista mi ha fornito nuovi elementi che vanno a rafforzare la mia teoria nel suo punto più debole. Volendo fare le cose per bene avrei dovuto riscrivere tutto il pezzo da capo ma, prima di tutto sono pigro e, secondo, mi piace mostrare l'evoluzione del mio pensiero: per questo ho deciso di lasciare la versione originale immutata e di aggiungere invece in corsivo le nuove considerazioni frutto della recente conversazione.
Oggi nel M5S si vota per le europee o, meglio, si vota per scegliere i candidati al parlamento europeo.
Quello che mi ha colpito è la rapidità con cui si sta dipanando l'intera procedura.
Nel recente Puzzle a 5 stelle avevo ipotizzato una teoria, non proprio ortodossa, sulla situazione interna del movimento. Quello che avevo fatto era stato unire i puntini, dati dalle varie incongruenze e/o stranezze che avevo notato, arrivando a una possibile interpretazione che desse un senso logico al disegno risultante.
Il nocciolo della mia conclusione era che, almeno in questa fase, Grillo non volesse realmente la democrazia diretta all'interno del movimento. I motivi per cui ero giunto a questa conclusione sono all'interno di detto articolo e non starò quindi adesso a ripeterli.
Quello che mi preme sottolineare è però come tale teoria possa, almeno in parte, spiegare i motivi di queste precipitose elezioni interne.
Ripercorro rapidamente la cronistoria dei recenti eventi: mercoledì si viene a sapere che, chi ha i requisiti, può candidarsi. Entro sabato alle 14:00 (mi pare): le candidature vengono chiuse. Domenica non si sa ancora niente sui candidati. E oggi, lunedì, fino alle 21:00 si ha tempo per votare con “calma” scegliendo fra “solamente” 276 nomi.
Quale sarà la logica conseguenza di questa votazione? La base, o meglio gli iscritti al viario di Grillo (*1), con quale criterio sceglieranno chi votare?
Volendo valutare per almeno un minuto ciascun candidato sarebbero necessari 276 minuti, ovvero 4 ore e 36 primi. Considerando che la maggior parte dei votanti oggi è a lavorare ci si rende conto che non c'è modo di esaminare seriamente pregi e difetti dei candidati...
Eppure, in questo video dello scorso ottobre, lo stesso Grillo spiega, piuttosto informalmente a degli attivisti, che per le europee vorrebbe dei candidati molto in gamba che rimangano fedeli al movimento (questo lo si capisce da altre dichiarazioni). Come spiegare allora il frettoloso metodo adottato?
Sicuramente data la mancanza di tempo per approfondire, anche minimamente, la conoscenza dei candidati ci si limiterà a votare i nomi più “noti”. E chi possono essere i nomi “noti” fra comuni cittadini? Secondo me solo quelli “consigliati”...
Ecco questo è l'anello più debole della mia ipotesi: Grillo dovrebbe aver delegato un gruppo di parlamentari di cui si fida che, a loro volta, potrebbero aver suggerito, magari indirettamente tramite interposta persona, dei candidati affidabili ai rispettivi Meetup del proprio territorio. C'è da aggiungere anche che alcuni candidati sembrano essere stati molto più pronti degli altri a preparare video di presentazione, siti personali e curricoli: che fossero stati avvisati prima degli altri sulle scadenze o hanno solamente “riflessi” (*2) migliori?
Prove concrete a supporto di questa teoria non ne ho nessuna. Ripeto: prove, NESSUNA.
Ripeto: non ho nessuna prova, è solo una mia congettura!
Secondo l'attivista con cui ho parlato le persone “note” esistono già: sono quelle più attive sui social network spesso da anni vicine a Grillo e i collaboratori dei parlamentari (mi ha fatto anche dei nomi specifici che non sto a ripetere). E io ai “collaboratori dei parlamentari” aggiungo “persone di fiducia dei parlamentari”.
Mi pare evidente come questo nuovo elemento si integri perfettamente con la mia teoria.
Però questa interpretazione degli eventi spiegherebbe molto bene il perché della rapidità della procedura: da una parte si lascia alla “base” (*1) una parvenza di controllo diretto sui candidati ma, dall'altra, la si imbocca con figure già scelte in precedenza. Intendiamoci, lo scopo non sarebbe quello di favorire amici o parenti, come fanno regolarmente i partiti tradizionali, ma arrivare a una selezione di candidati in tutti i sensi affidabili.
Però, per quanto io stesso trovi impraticabile la democrazia diretta (almeno nelle forme viste fino a questo momento), non sopporto che la base, della quale anch'io mi sento di fare parte, venga presa in giro. Anzi, che la base venga presa in giro non mi importa: non mi va di essere io quello preso in giro! Una soluzione che dovrò valutare sarà quella di uscire dalla base...
Comunque ho sondato altri attivisti (che ne sanno più o meno quanto me) per avere altre interpretazioni della vicenda: ovviamente, non chiamandosi KGB (!), sono molto meno sospettosi del sottoscritto!
La prima ipotesi, e credo la più diffusa, è che si tratti di semplice inefficienza e carenza di pianificazione ma in completa buona fede. Cioè tutti sono dal seccato all'arrabbiato per la rapidità con cui si deve votare ma, in generale, non ci vedono secondi fini...
Poi c'è chi percepisce la stranezza della faccenda senza però riuscire a spiegarsela: insomma vedono i “puntini” ma non li hanno uniti con il lapis!
C'è anche chi, senza molta convinzione, ipotizza giustificazioni tecniche come, ad esempio, il pericolo di attacchi informatici...
Un altro parere interessante ipotizza che l'estrema rapidità sia voluta onde evitare accordi di voto fra gruppi diversi su un medesimo candidato.
In conclusione la mia interpretazione è di gran lunga la più eretica e complottista. Io stesso nutro dei dubbi sul suo passaggio più debole ovvero quello dove gli stessi parlamentari sarebbero complici di una sorta di raggiro nei confronti della base. Vedremo in futuro come evolverà la situazione e se nuovi elementi andranno a confermare o smentire questa mia teoria...
Nuova conclusione. Parlando a quattrocchi è emerso che la mia posizione non è poi così assurda come pensavo!
Devo anche aggiungere che mi era venuto un altro forte dubbio: mi chiedevo “ma Grillo (o chi per lui) avendo in mano il sistema informatico con il quale si effettuano le votazioni non poteva dare tutto il tempo necessario a soddisfare gli elettori e poi, semplicemente, manipolare opportunamente i risultati?” Sempre il medesimo attivista mi ha però obiettato che, dando abbastanza tempo, gli elettori avrebbero potuto fare dei controlli incrociati col rischio di smascherare palesi distorsioni del voto. Dando così poco tempo questo rischio non c'è. E, dopotutto, eventuali manipolazioni saranno poi comunque più facili da realizzare se necessario...
Nota (*1): che come ho più volte spiegato non coincidono e, anzi, col passare del tempo tendono a divergere sempre di più. Vedi il terzo punto in Grana pentastellata...
Nota (*2): sembra assurdo ma rischiano di essere candidati alle europee per il M5S non i migliori ma i più rapidi a organizzarsi in poche ore!
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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