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lunedì 24 marzo 2014

Puzzle a 5 stelle

  1. 80.000 iscritti al “blog” e 400.000+ in attesa
  2. democrazia diretta
  3. guida del M5S
  4. meme
  5. slogan
  6. astenuti
  7. espulsi
  8. memoria italiani
Queste sono varie tessere del mosaico del M5S (e non solo) che finalmente credo di essere riuscito a rimettere insieme. Da sole hanno poco o nessun significato ma osservandole nel loro insieme è possibile individuare uno schema.

La mia tessera di partenza è “ 80.000 iscritti al “blog” e 400.000+ in attesa”. Mi chiedevo come mai le registrazioni al viario di Grillo andassero avanti con esasperante lentezza. Non solo: ho già scritto (v. il terzo problema elencato in Grana pentastellata) delle mie perplessità a considerare gli iscritti a tale viario come la base del M5S: possibile che Grillo non sia consapevole di tale problema?

La seconda tessera è la “democrazia diretta”. A mio avviso la democrazia diretta non funziona e ne ho più volte spiegati i motivi (v., ad esempio, Democrazia (1/3)) eppure essa è uno dei “cavalli di battaglia” del M5S. Vale la pena citare anche il pezzo Grana pentastellata 2 (ma anche Grillo vs Renzi (3/2)...) dove cito un'affermazione di Massimo Fini che ha, dopo essersi sedimentata nei miei pensieri, contribuito a queste ultime conclusioni.

“Chi guida il M5S”? Buona domanda... Grillo dice di non influenzare i parlamentari; per esperienza personale so che la base non influenza i parlamentari; gli stessi parlamentari ripetono di essere completamente liberi nelle proprie decisioni. Eppure chi ha incontrato Renzi? Chi comunque è la voce più autorevole del M5S? Mi pare palmare che la risposta sia Grillo.

Su FB, forse sarà colpa delle cattive compagnie (!), sono subissato da “meme” pro M5S. Raramente però me la sento di condividerli a mia volta perché in genere si tratta di affermazioni non verificate ed evidentemente di parte. Da sempre ho evitato di propagare quella che considero informazione spazzatura e non ho certo intenzione di iniziare a farlo solo perché è favorevole al M5S o contro il PD...

Discorso analogo per gli “slogan”. Anche in parlamento la strategia pare essere quella di attaccare sempre e comunque magari anche con azioni eclatanti. Il programma per le europee, almeno l'ultima volta che l'ho guardato, era costituito da soli sette punti che definirei sette slogan. Il dialogo costruttivo con le altre forze politiche, a torto o a ragione, è bandito in nome di slogan come “tutti a casa!” o “con questi partiti non si può trattare”.

Qual è uno dei partiti più importanti in Italia ma con meno rappresentanti in Parlamento rispetto ai voti presi? Forse il M5S o Forza Italia?
No: si tratta del partito degli “astenuti” che alle scorse elezioni ha ottenuto (!) poco meno del 25% e nessun seggio in Parlamento...

Sugli “Espulsi” ho già scritto ben tre pezzi (di cui i primi due propedeutici) ai quali rimando: Grana pentastellata, Grana pentastellata 2 e Cartellini rossi...
In questi articoli ricostruisco bene gli eventi, ne evidenzio varie incoerenze ed errori ma alla fine la mia conclusione, più che spiegare, prende atto di quanto è successo.

E anche della “memoria degli italiani” ho già scritto: quella politica pare affetta da Alzheimer in fase avanzata con la conseguenza che i politici, con Renzi in testa, ne approfittano dichiarando qualsiasi cosa per poi smentirsi nei fatti a poche settimane, se non giorni, di distanza. Tanto gli italiani se ne saranno già dimenticati...

Ecco, queste tessere considerate isolatamente non dicono molto eppure, se le consideriamo nel loro insieme, acquistano una loro logica e ragion d'essere.
Premetto anche che la mia è un'interpretazione che combina e dà un senso a tutti questi singoli elementi ma è solo un'intuizione. Magari altre persone, partendo da queste stesse premesse, potrebbero arrivare a conclusioni completamente differenti...
In realtà questo dovrebbe essere ovvio a tutti ma, per sicurezza, ho preferito ribadirlo.

Riesaminiamo queste tessere dall'inizio aggiungendo la premessa “Grillo (almeno in questa fase della vita del movimento) non vuole la democrazia diretta”.
Non volendo la democrazia diretta non c'è interesse a certificare celermente tutte le persone che ne fanno richiesta. Grillo è infatti consapevole che fra questi molti non sono né attivisti né vicini al M5S. In questa fase non vuole però eliminare il problema alla radice, ad esempio, certificando i Meetup perché dando un'organizzazione, e quindi forza, alla base diventerebbe infatti molto più difficile non seguirne le indicazioni (leggi “democrazia diretta”).
Grillo vuole quindi tradire il M5S? Assolutamente no!
Credo si sia però rapidamente reso conto che la democrazia diretta è un bellissimo slogan ma soffre di tutti i limiti di cui io (e molti altri prima di me) ho già scritto. Affidare oggi la guida del M5S alla democrazia diretta equivalerebbe a un suicidio politico. Se il M5S vuole avere una minima possibilità di governare deve avere una strategia politica ben definita che non sia scopertamente evidente ai partiti tradizionali (sarebbe come giocare a poker mostrando le proprie carte agli avversari...). Con la democrazia diretta la strategia politica sarebbe pubblica ed, essendo mediata da decine di migliaia di teste, sarebbe ondivaga e inconcludente.
Grillo deve quindi mantenere il controllo del M5S ma senza farlo apertamente per non contraddirne i princìpi (come “uno vale uno”, “democrazia diretta”).
E quale sarebbe la strategia che “segretamente” Grillo cerca di portare avanti?
Secondo me un suo obiettivo è sottrarre voti al partito del “non voto”, ovvero guadagnare consensi fra gli astenuti.
In effetti, avendo tutti i principali media contro, è praticamente impossibile far passare al grande pubblico concetti complessi e profondi. Al contrario è molto più semplice fare azioni eclatanti che non possono passare sotto silenzio anche al costo di perdere qualche consenso fra gli elettori più moderati.
E per conquistare gli astenuti, che seguono poco o nulla la politica, il linguaggio si deve semplificare: ecco spiegati i messaggi corti e facili da ricordare, gli slogan appunto, che imperversano su FB.
Secondo me questa interpretazione può essere una chiave di lettura, sebbene non l'unica, dell'espulsione dei senatori: sicuramente non è stata democratica e probabilmente i veri motivi sono noti solo alla cerchia ristretta di Grillo. Posso immaginare che avesse ragione di ritenere che, magari a ridosso delle elezioni, questi senatori avrebbero danneggiato il suo progetto politico e per questo abbia preferito togliersi subito il dente contando, questa a volte a favore del M5S, della scarsa memoria degli italiani che fra due mesi, per le europee, se ne saranno già scordati...
E l'incontro con Renzi sembra fare l'occhiolino a chi odia la politica visto che il messaggio è: “noi non siamo assolutamente come voi”.

Conclusione: beh, la mia è un'intuizione. Come tale forse è sbagliata ma ha il pregio di spiegare alcuni aspetti dell'attuale situazione altrimenti poco comprensibili.
Siccome l'argomento è complesso probabilmente ci tornerò in futuro: voglio scrivere delle potenzialità di questa strategia, delle problematiche sul lungo termine e della sua validità morale.

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