Qualche comunicazione prima di passare all'usuale recensione degli ultimi racconti letti.
Sono stato contattato da un amico che ha recentemente letto lo “stesso” libro: beh, si è scoperto che in realtà nella mia raccolta a volume unico (lui ha tre volumi) qualche racconto è stato eliminato (vaffa!) e questo spiega la confusione nelle date dei premi Hugo. Inoltre, come era prevedibile, per ogni anno ci sono più vincitori in base alle diverse categorie: in genere basate sulla lunghezza ma non solo e, col trascorrere degli anni, in numero sempre crescente...
L'ultimo castello è un altro racconto di Jack Vance. Non male: diciamo che, come il precedente (I signori dei draghi), è un po' al limite del mio gusto. Come ho ripetuto più volte a me piace che l'ambientazione sia solida e credibile e, in questo racconto, ci sono alcune idee su questa linea di confine. Un esempio per capirci: in una città la popolazione di nobili deve rimanere costante per legge e quindi, ogni nobile, può avere al massimo un figlio. Socialmente non ha molto senso che la élite dominante si limiti in questo modo ma, facciamo finta che sia così, io mi chiedevo però cosa succede se un nobile muore prima di avere un successore: si può ipotizzare che a un parente venga data la possibilità di avere un figlio aggiuntivo ma il racconto non lo spiega né si pone il problema. Questo è un banale esempio di dettaglio che rende, per il mio gusto, meno credibile l'ambientazione. Poi bisogna riconoscere all'autore che ha anche molte idee originali e affascinanti (gli energovagoni, lo sciroppo, le Phane...) che danno un grosso valore aggiunto al racconto.
Insomma nel complesso un buon racconto con un finale banale (arriva la “cavalleria” che salva la situazione) nel quale è stato ficcato un po' a forza la morale sull'importanza del dialogo e della comprensione in ottica guerra fredda.
Voto: 7- / 10
Stella di neutroni di Larry Niven, lo spiega Asimov, è un classico racconto di “fantascienza classica”, dove per “classica” si intende una storia che ruota intorno a un'idea scientifica. Questo non è il mio genere (che infatti è il favorito di Asimov e a me non piace Asimov!) o, per meglio dire, l'idea di per sé in teoria mi sarebbe neutra ma, nella pratica, spesso tale idea finisce per monopolizzare la trama a scapito di tutto il resto e, specialmente, dell'ambientazione.
Questo racconto non fa eccezione: tutto ruota intorno all'idea scientifica di base a cui viene solo aggiunto il dettaglio di alieni erbivori i cui barman preparano le bevande miscelandole con la bocca...
L'idea in sé è bellina ma, come detto, questo non mi basta in un racconto di fantascienza.
Voto: 6½ / 10
Infine ho letto La cerca del Weyr di Annie McCaffrey, autrice che non conoscevo. Il racconto promette bene con una protagonista dai misteriosi poteri che si finge una sguattera...
Prosegue altrettanto bene con una ambientazione credibile (alla Vance non alla Anderson!) e idee interessanti ma improvvisamente si interrompe! È un racconto lasciato a metà: sembrano i primi due capitoli di un normale romanzo! Rimangono numerosi dettagli, non secondari, in sospeso...
È incredibile che sia stato premiato con l'Hugo non perché non sia scritto bene ma perché non è un racconto! Questo rende difficile la mia valutazione: se considero la storia come se fosse i due capitoli iniziali di un romanzo allora le attribuirei un 7 promettente (che rischia cioè di arrivare a 8...) ma se invece la valuto per quel che è, ovvero un racconto tronco, allora devo considerarla da 4. Per il voto farò quindi la media togliendole qualcosina...
Voto: 5 / 10
Modificato 30/3/2014: ho voluto controllare su Wikipedia: la signora Anne ha scritto ben altri 22 romanzi e racconti basati sul ciclo I dragonieri di Pern del quale, il racconto che ho letto, è il primo della serie!
L'esempio di Benjamin Franklin
8 ore fa
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