Nel precedente Speciale Coronavirus 26 non avevo scritto il mio consueto aggiornamento sui video di MedCram. Riprendo quindi da dove ero arrivato…
#103 del 20/8/2020
- Spiega dei numerosi focolai di covid scoppiati in un’università americana che aveva provato a tenere corsi dal vivo. Ne avevo accennato anch’io nel mio precedente speciale senza citare MedCram…
- Il resto della puntata è molto interessante e tutto dedicato alla terapia basata sul plasma dei convalescenti. Ne ripercorre la storia a partire dal marzo 2020 fino ad arrivare alle statistiche americane basate su un campione di 36.000 malati. Ebbene, manca la riprova coi placebo etc., la mortalità si riduce significativamente se il plasma viene somministrato nei primi 3 giorni in cui si presenta la malattia (*1).
- Ma il 19/8 la FDA ha bloccato questa terapia affermando che le prove sulla sua efficacia sono troppo deboli! (Sciupatrama: la FDA ha poi riconcesso l’autorizzazione all’uso. Quando negli USA fanno una cazzata non giocano a rimpallarsi le responsabilità ma badano a rimediare il più rapidamente possibile).
- Riguardo agli esami rapidi e poco costosi qualcosa sembra che si stia muovendo…
#104 del 26/8/2020
- Puntata rapidissima: solo un accenno alla notizia delle tre persone reinfettata dal covid-19. Cita il dr. Mina che spiega esattamente quello che avevo ipotizzato io col mio cervellino: le reinfezioni non sono solo possibili ma anche probabili. L’importante è che a ogni successiva infezioni il sistema immunitario riesce a reagire in maniera più efficace rendendo il malato asintomatico o quasi.
#105 del 1/9/2020
- Il dr. Sehuelt fa una cosa che avrei voluto fare io ma che a cui ho poi rinunciato perché mi faceva fatica ricercare i vecchi pezzi! In pratica riassume quali sono gli strumenti principali per combattere il virus: 1. l’antivirale Remdesivir; 2. il Dexamethasone (se ho scritto bene!) un corticosteroide; 3. il plasma. E poi ribadisce per l’ennesima volta l’importanza degli esami rapidi per individuare non tanto gli infetti ma gli infettanti.
- Ritorna poi sul caso dei reinfetti citando il primo caso americano che, contrariamente ai precedenti, ha avuto una seconda infezione più grave della prima. Anche qui nessun allarme: semplicemente il suo sistema immunitario non aveva “registrato bene” il virus la prima volta. Raro ma può succedere. Occorrerà del tempo per capire quanto questa possibilità sia comune e il suo eventuale impatto sui vaccini.
- Il vaccino “Oxford” è entrato nella seconda fase di sperimentazione con 30.000 soggetti reclutati in tutto il mondo (soprattutto là dove la vita costa meno).
#106 del4/9/2020
- Nella prima parte spiega il dato dell’OMS che dei morti per covid-19 solo il 6% aveva esclusivamente tale virus come causa di decesso. Beh, la spiegazione del Dr. Sehuelt è come al solito molto interessante ma non ho voglia di ripeterla: in pratica NON si muore di solo covid-19 è il 6% indicato dall’OMS è dato da certificati di morte compilati male. Non ce n’era bisogno secondo me ma la riprova si può avere osservando confrontando il numero di morti nel 2020 con la media degli scorsi anni: sia in USA che in UK l’aumento nei mesi di picco della malattia è significativo e molto maggiore del 6%…
- Una nuova ricerca spiega (i dettagli non li ho capito perché Sehuelt li ha sorvolati) che il covid-19 favorisce anche l’accumulo di liquidi nel corpo (tramite particolari enzimi e simili). E sapete cosa può ridurre questo rischio? Ancora una volta la vitamina D…
- Altra ricerca: su 76 pazienti casualmente divisi in due gruppi e ricoverati in ospedale per covid-19, 50 hanno avuto un trattamento “aggressivo” di vitamina D e 26 placebo. Risultato: dei 50 pazienti trattati con vitamina D (*1) solo il 2% è andato in terapia intensiva e lo 0% è morto; dei 26 trattati con placebo il 50% è finito in terapia intensiva e il 7,7% è morto. I dati SONO statisticamente significativi anche se l’esperimento andrebbe ripetuto con un campione più ampio.
Ma volevo tornare sulla domanda fondamentale che mi ero posto nel precedente Speciale Coronavirus 26 ovvero se e quanto è cambiata la gravità del covid-19. Non voglio stare a ripetere tutte le argomentazioni già fatte ma preferisco riprendere direttamente da dove ero arrivato.
La mia premessa era:
«La domanda da porsi è quindi “Come mai con 1000 nuovi contagiati abbiamo solo 64 persone in terapia intensiva?”.
Ovviamente c’è il fattore del ritardo: le persone gravemente infettate oggi si sono ammalate circa due settimane fa. Il 7 agosto (ho cercato i dati ieri) i nuovi casi erano 552 quindi, nel caso peggiore ci dovremo aspettare circa 128 persone in terapia intensiva fra due settimane.»
Al momento sono passati solo 12 giorni (e non 14) e i malati in terapia intensiva sono circa 120 (dati da Il trend di terapie intensive e ricoveri da Lab24.IlSole24Ore.com).
In pratica le terapie intensive sono passate dal circa il 10% (in primavera) dei malati allo 0,4% (v. Coronavirus, boom di pazienti in terapia intensiva: i due motivi perché non è come la prima ondata di Fabio Di Todaro su LaStampa.it) ovvero circa 2 ordine di grandezza in meno.
Si può dire quindi che anche la gravità del covid-19 è diminuita di due ordine di grandezza?
In realtà no. L’incognita maggiore è il numero di infetti individuati sul totale: in primavera si testava solo i malati con sintomi evidenti, adesso gli esami sono molto più comuni ed è quindi normale che si individuino molti più casi che in precedenza. Questi maggiori controlli sono ovviamente un bene ma, dal punto di vista della gravità della malattia sono un male: in pratica la malattia sembra meno grave solo perché siamo a conoscenza di molte più persone con sintomi lievi o asintomatiche. Ma è una specie di illusione ottica: è come una montagna che ci appare più piccola solo perché la guardiamo da più lontano…
La mia SENSAZIONE, così a intuito, senza alcuna base scientifica, è che il covid-19 sia effettivamente meno pericoloso per i vari motivi indicati nel precedente speciale non però di due ordini di grandezza ma solo di uno.
Questo è male perché se il virus riprendesse a diffondersi in maniera incontrollata arriveremmo comunque alla saturazione delle terapie intensive con il contemporaneo aumento dei morti quando non si possono più garantire cure adeguate a tutti.
Da questo punto di vista continuo a essere molto preoccupato per la riapertura delle scuole. In paesi molto più organizzati e preparati del nostro (come USA e Israele) gli studenti tornati a scuola (o all’università) hanno immediatamente provocato numerosi nuovi focolai.
Non sono il solo a preoccuparmi: (articolo a pagamento ma basta il titolo per capirne il senso) Rientro a scuola, l’allarme dei virologi: “Le aule pollaio diffonderanno il contagio” di Giacomo Galeazzi da LaStampa.it
E se gli studenti si ammalano poi la malattia la portano anche all’interno delle famiglie (per non parlare degli insegnanti anziani di cui, come al solito, non importa niente a nessuno (*2)) con i risultati che è facile immaginare…
Stranamente per una volta il ministro Speranza avrebbe indovinato cosa fare: Covid: primo caso in una scuola a Roma, studente positivo da Ansa.it
In questo articolo, chi ha gli occhi buoni, può provare a leggere la “scheda” allegata: in pratica l’idea di Speranza è proprio quella propugnata negli USA dal Dr. Mina: ovvero esami rapidi e poco costosi (in Italia il prezzo è ovviamente lievitato a 5$…) per individuare non gli infetti ma i potenziali infettanti.
La mia unica obiezione a questa ottima iniziativa di Speranza è questa: non sarebbe meglio aspettare per essere pronti con questi esami prima di ricominciare la scuola? Perché se questi esami saranno disponibili solo fra due mesi nel frattempo si sarà reinfettata mezza Italia!
Poi lo so che multinazionali farmaceutiche hanno investito tanti soldini nel vaccino e contano di guadagnarcene dieci volte tanto ma invece di aspettare a gloria un prodotto ancora non disponibile e dalla dubbia efficacia (senza considerare i possibili effetti collaterali) perché non partire con massicce campagne di somministrazione di vitamina D? Sicuramente questa non fa male e ci sono ormai innumerevoli prove che è utilissima per prevenire o attenuare i sintomi del covid-19…
Conclusione: vedremo ma sono preoccupato...
Nota (*1): Il seguente è un segreto quindi non ditelo a nessuno: i potenti vengono curati meglio e più rapidamente dal nostro sistema sanitario. Avete capito quindi perché Berlusconi è stato prontamente ricoverato in ospedale? Ma non ditelo a nessuno: è un segreto!
Nota (*2): Vi rivelo un altro segreto: i NON potenti che si ammalano di covid-19 NON vengono ricoverati preventivamente in ospedale e NON gli vengono quindi fatte terapie col plasma o con la vitamina D. Ma non ditelo a nessuno: è un segreto!
sabato 5 settembre 2020
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