Sto continuando a leggere il pessimo Storia politica del mondo di Jonathan Holslag, un testo a livello di scuola media… e pagato 32€!!!
Comunque una riflessione interessante sono arrivato a farla. L'autore insiste sulla similitudine fra Impero Romano e Impero Han e, in particolare, sulle enormi diseguaglianze sociali e di ricchezza che li caratterizzarono, sulle tasse insostenibili e sulla difesa affidata a truppe barbare.
Vediamo prima di ricapitolare la situazione in Cina sulla base della (confusa) sintesi che ho letto:
Nel 220 cade l’impero Han, che non è però immediatamente invaso dai barbari ma viene sconvolto da una guerra civile che lo divide in tre regni; nel 280 vi è una momentanea riunificazione ma, alla morte del nuovo imperatore, nel 290, l’impero si frammenta ancor di più con otto principi in guerra fra loro per una decina di anni. Solo a questo punto (nel 304) le popolazioni nomadi delle steppe del nord ne approfittano per invadere in forze la Cina. Un regno cinese tradizionale rimane a sud del fiume Giallo mentre i regni barbarici al nord assorbono la cultura cinese e ne adottano i costumi. Nel 620 si ha infine la riunificazione della Cina sotto la dinastia Tang: insomma più o meno 4 secoli dopo.
L’Impero Romano d’Occidente cade nel 476 ed è solo nell’800 che viene fondato il Sacro Romano Impero di Carlo Magno: in questo caso un po’ meno di 400 anni dopo.
Ma la differenza non è tanto nel numero degli anni quanto nel fatto che il Sacro Romano Impero è solo una sbiadita ombra, nonostante le buone intenzioni, dell’Impero Romano d’Occidente. Probabilmente un indicatore più utile sarebbe la quantità di popolazione. In Cina, con i Tang, si ritorna ai 60-80 milioni più o meno corrispondenti alla popolazione del periodo Han. Nell’Europa occidentale, non ho i dati, ma a memoria (da altre fonti intendo) mi pare di aver letto che si dovrà arrivare all’XI secolo per tornare a una popolazione sui livelli di quella dell’epoca romana. In questo caso il periodo “buio” sarebbe di circa 600 anni.
Un’altra possibile analogia potrebbe essere fra l’impero bizantino e il regno cinese a sud del fiume Giallo: insomma sud e nord contrapposti a est e ovest. Ma anche qui vi sono delle significative differenze. L’Impero Romano d’Oriente era già molto diverso, a partire dalla lingua, dalla diffusione del cristianesimo e dall’economia, da quello d’Occidente. Inoltre un fiume, per quanto vasto, è un confine più pervio rispetto a un mare: in altre parole il regno cinese del sud poté influenzare culturalmente molto più dell’impero bizantino le popolazioni barbare del nord.
Le popolazioni barbare che invasero il nord della Cina erano nomadi (me li immagino come una sorta di mongoli), quelle germaniche che si stabilirono nell’Europa occidentale erano contadini stanziali. Non ne ho conferma ma questo credo che impatti sui numeri: i nomadi sono, a parità di territorio, meno numerosi: questo influisce sulla possibilità di venire assorbiti dalla popolazione locale, non solo etnicamente ma anche culturalmente.
Indirettamente, da quello che ho letto, le popolazioni barbare a nord della Cina erano culturalmente più vicini ai cinesi di quanto non fossero gli analoghi germanici con i romani. La maggiore distanza culturale rese impossibile per le popolazioni germaniche adottare di punto in bianco le istituzioni e soprattutto l’amministrazione romana come invece accadde in Cina.
Quindi, al netto delle mie ipotesi per loro natura incerte, come si spiega questo diverso destino dell’impero Han e dell’Impero Romano: intendo dire che, tutto sommato, il periodo “barbaro” cinese mi sembra essere stato molto meno grave di quello che colpì l’Europa.
Si tratta solo di un caso, di una combinazioni di fattori come quelli per altro ipotizzati qui sopra, oppure potrebbe esserci una ragione più profonda?
Ovviamente non ne sono sicuro: dovrei conoscere molto meglio la storia cinese per poter valutare con maggiore affidabilità il peso dei diversi fattori.
Eppure ho avuto un’intuizione interessante…
La Cina, a causa della sua conformazione geografica, era a contatto a nord e nord-ovest con i barbari nomadi delle steppe; a ovest con i parti prima, poi i sassanidi, poi il Califfato; a nord-est il regno di Corea (beh, aveva un altro nome), a sud il regno del Tibet (e ancora oltre i vari regni indiani); a sud-est vari regni anche se all’epoca troppo deboli per avere un’influenza significativa (giungla e montagna, solo lungo la costa c’erano delle città più grandi); a est il mare e il Giappone.
L’Impero Romano aveva invece il confine sul Reno, quello sul Danubio e infine, a est, l’Impero dei parti prima e sassanide poi: dall’Atlantico e dal deserto del Sahara non potevano giungere pericoli.
E i confini sul Reno e sul Danubio, nonostante le periodiche incursioni germaniche, erano considerati sicuri dagli antichi romani che consideravano di gran lunga più potente e pericoloso l’Impero rivale a est.
Quello che voglio arrivare a dire è che l’Impero Romano corrispondeva, nella mia terminologia, a un sistema ([E] 4.2) molto più chiuso rispetto all’Impero Han.
Più un sistema è chiuso e più improbabili sono, per definizione, gli interventi di parapoteri esterni a esso che possano entrare a sconvolgerne l’equilibrio.
In genere questo è un vantaggio per la stabilità ma porta con se anche un pericolo molto ben nascosto che ho descritto in [E] 20.3 col nome di “Combinazione di globalizzazione ed effetto di omogeneizzazione”: la complessione ([E] 3.2) di un sistema chiuso (o quasi) può prendere delle tendenze negative che, a causa dell’effetto di omogeneizzazione, coinvolgono tutti i poteri che lo compongono senza eccezioni.
Questo comporta, ed è questo il nocciolo della mia intuizione, che l’Impero Romano arrivò a un livello di degenerazione socio-politica molto più basso di quello Han perché non c’erano vicini (poteri esterni al sistema) abbastanza forti da potersi approfittare di un livello di debolezza più leggero.
Anche l’Impero Romano fu più volte diviso in gravissime guerre civili ma le popolazioni barbariche confinanti non erano mai state abbastanza forti da approfittarne (vedi invece il caso delle invasioni barbariche in Cina del 304). Il fatto che tribù disorganizzate siano riuscite a insediarsi all’interno dell’impero romano d’occidente e a disgregarlo senza neppure dover combattere battaglie decisive è indice dell’incredibile livello di debolezza raggiunto da Roma (*1).
Ovviamente questa mia è solo un’intuizione che però mi sembra molto interessante e verosimile.
Mi piace perché potrebbe essere un esempio del pericolo di “Combinazione di globalizzazione ed effetto di omogeneizzazione” che, probabilmente, potrei generalizzare con “sistema chiuso” al posto di “globalizzazione”…
Conclusione: aggiungo al volo che confrontare la Cina, o perlomeno l’Impero Han, con l’Impero Romano è fuorviante: la Cina andrebbe confrontata con l’Egitto o con la Mesopotamia. Quando ancora i romani erano dei pastori insignificanti in Cina avevano già avuto Confucio (nato nel 551 a.C.)...
Nota (*1): Beh, il goti vinsero la battaglia di Adrianopoli nel 381 ma quella mi pare l’eccezione e non la regola.
sabato 19 settembre 2020
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