Finalmente ho terminato di leggere Storia di Dio di Karen Armstrong, (E.) Marsilio, 1995, trad. Aldo Mosca.
Terribile!
L’idea alla base del libro in realtà era buona: descrivere l’evoluzione dell’idea di Dio nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam. Il problema è che l’autrice si dimostra priva di capacità di sintesi e non riesce a esporre in maniera chiara le tendenze che nel corso del tempo hanno guidato questa costante evoluzione. Invece, quello che si ha, è un’interminabile sequenza di nomi di teologi, filosofi e mistici di queste tre religioni ai quali dedica da mezza pagina a due pagine: per ciascuno di essi riassume, in maniera ovviamente stringata e ambigua, il pensiero elaborato nel corso della vita (quindi senza rendergli assolutamente giustizia) e ottenendo, in questa sequela di nomi lunga centinaia di pagine, che le varie idee si sovrappongano e si confondano fra loro.
Molto più utile sarebbe stato invece concentrarsi su poche figure chiave da approfondire in maggior dettaglio in maniera da evidenziare le dinamiche dell’evoluzione del concetto di Dio…
Ho dato un’occhiata alle recensioni su GoodReads.com (vedi Storia di Dio) e molte sono sorprendentemente buone: ho la sensazione che molte persone confondano la mole d’informazione con la qualità delle idee…
Comunque il “succo” del libro è semplice: l’idea di Dio non è fissa ma si è evoluta nel tempo in base alle necessità religiose del periodo.
Ecco, può darsi che le persone per cui questo concetto è un’assoluta novità abbiano anche trovato il libro interessante. Al contrario per me (e molti altri: sono presenti pure recensioni molto severe) tale concetto è poco più di una banalità e, anche per questo, trovo il tutto piuttosto sterile.
Ah, un’altra mancanza è che alla lunga lista di nomi di teologi e simile manca quello che sarebbe stato il dato più interessante: ovvero come si è evoluta l’idea di Dio nella popolazione…
Ricopio è incollo una critica estremamente severa ma che condivido pienamente:
«Karen Armstrong has no background in history nor in the academic study of religion, and it shows. This book's approach to the three Abrahamic religions is overly simplistic, presenting only Armstrong's often-erroneous views of these three prominent religions with almost no grounding in historical fact. She picks and chooses which sources to cite in accordance with her own biases and agenda, and it is clear that however much distance she might put between her life as a nun and her life as an armchair historian, she will never be able to escape her Catholic origins. [...]»
Già dimenticavo: anch’io, quando ha affrontato argomenti che conoscevo da altre fonti (tipo con lo zoroastrismo), ho notato numerose inesattezze…
Comunque stamani, mentre lottavo contro le ultime 20 pagine, ho avuto un’intuizione interessante: non c’è troppa differenza fra un testo sacro e un tema zen. Se si studia abbastanza a lungo un testo sacro alla fine lo si potrà interpretare in una pluralità di modi spesso convincendosi che la propria interpretazione sia la più ispirata e profonda.
Ovviamente si tratta di un esercizio fine a se stesso da cui, a causa della sua soggettività, non può derivare alcuna reale conoscenza: utile forse solo per la pace spirituale del singolo che può così coltivare le proprie illusioni religiose convincendosi di averne compreso il significato più profondo. E siccome questo difficilmente sarà esprimibile a parole allora lo si confonderà con la “fede”.
Ma in realtà se raccattate un sasso per strada e per un anno meditate sulla sua forma, le sue imperfezioni e impurità, i suoi spigoli, le sue sfumature di colore ecco che alla fine avrete delle intuizioni profonde e vedrete in esso una allegoria della vostra concezione della vita o di qualunque altra cosa vi stia a cuore compresa l'essenza di Dio. Ed ecco, se siete delle persone profondamente sensibili, creative e intelligenti, che avrete la vostra religione del sasso. Ogni assonanza è puramente casuale.
Conclusione: alla fine da queste 400 e passa pagine di noia verrà fuori (forse) una noticina alla mia Epitome: là dove scrivo che la religione si adatta alla morale della società aggiungerò che la stessa idea di Dio segue la medesima evoluzione...
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