Che pasticcio!
L'ultima lezione è iniziata con un super ritardo: come al solito la cosa mi ha messo di pessimo umore ma, essendo anche piuttosto assonnato, ho cercato di non preoccuparmi più di tanto. Infatti, da quando abbiamo cambiato sede (e orario), non abbiamo mai iniziato la lezione all'ora stabilita (ritardi di pochi minuti) ma, oggettivamente, questo non aveva mai creato problemi...
La lezione mi era sembrata scorrere come al solito e, solo una volta tornato a casa, mi sono reso conto del problema: fra le novità c'è un nuovo brano (inserito perché si suonano le corde a vuoto) degli AC/DC. Il maestro me lo aveva descritto spiegandomene alcuni passaggi/trucchi/peculiarità e, sul momento, mi era sembrato tutto chiaro.
Quando però, una volta a casa, ho provato a suonarlo mi sono reso conto che c'erano troppe cose, tanti piccoli dettagli, che non mi erano chiari e, in questa situazione, non sapevo nemmeno come partire...
Qual è il punto? L'origine del problema è che non abbiamo avuto tempo per provarlo a lezione: sono sicuro che mi basterebbe poco per capire cosa farci, forse è anche colpa di una mia eccessiva titubanza a provare, così tanto per fare... Sono però dell'idea che se me l'avesse fatto provare per 5 minuti adesso non avrei problemi. E al posto di quei 5 minuti cosa abbiamo fatto? Niente: sono stati fagocitati dal ritardo (molto maggiore).
Per il resto è stata una lezione di assestamento: anche gli esercizi non sono cambiati troppo.
A un giro delle progressioni che mi creava particolari noie abbiamo spostato una pausa di 1/4 e il problema si è risolto. Analogamente, nell'esercizio Potente, quello sui power chord, ne abbiamo sostituito uno che non mi riusciva con un altro più semplice e ora mi trovo bene.
Ah, abbiamo anche aggiunto un nuovo esercizio... beh, proprio nuovo no: la forma è diversa ma la sostanza è la stessa del vecchio incastro. Dovrebbe essere un esercizio per stimolare la mia creatività musicale ma non mi piace.
Non mi piacciono infatti gli esercizi che lasciano troppe decisioni all'allievo: li vivo sempre nell'incertezza di farli in maniera troppo semplice o, viceversa, troppo complessa. Mi irritano. Beh, in questo periodo sono particolarmente irritabile. A me piace quando quello che c'è da fare è ben chiaro e inequivocabile. E anche la presunta creatività dell'esercizio non mi attira: non si tratta di vera libertà ma di una pappina precotta che consiste nel dover mettere insieme una dozzina di note secondo degli schemi fissi. L'ho già detto che sono di cattivo umore, vero?
Non mi pare che ci sia altro da aggiungere: se riesco a racimolare un poco di pazienza, che non credo di avere, stasera proverò a tornare alla carica del brano degli AC/DC (TNT)...
Sonetti d’amore. Giacomo da Lentini
1 ora fa
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