C'è qualcosa di sbagliato nelle mie foto?
Oppure sono io che sono davvero sempre fuori posto?
Questo dubbio, sempre più o meno latente, mi è venuto osservando una foto che mi è stata scattata la scorsa domenica, durante un'escursione sulle colline senesi, e pubblicata oggi su FB.
Siccome ho intenzione di scrivere di tale foto, ma non so quale sia il suo copyright etc, mi limito a postarne il link qui: è possibile che sia necessario essere loggati in FB per vederla...
Nella foto si vedono tre persone: una bella ragazza, un ragazzo normale e il sottoscritto. Ricordo che stavo scherzando sul fatto che fossi seccato perché avevo deciso di non fare più foto per la giornata ma, dato il paesaggio, ero “costretto” a fare un'eccezione. Gli altri due mi guardano sorridendo.
Sembrerebbe la descrizione di una foto normale: tre persone che si conoscono superficialmente fotografate mentre parlano e scherzano insieme.
Eppure guardando la foto si percepisce immediatamente che c'è qualcosa di fuori posto, di sbagliato.
Questo elemento dissonante è proprio KGB.
Non è un singolo particolare a essere fuori posto: se fosse così sarebbe semplice eliminarlo. È l'insieme degli addendi che rende la somma finale sconclusionata.
Analizziamo le tre figure partendo dal basso: delle scarpe c'è poco da dire anche perché si distinguono ben poco. Beh, probabilmente, potendo guardare meglio, qualcosa si sarebbe notato anche dalle scarpe: i miei scarponi infatti non sono nuovi ma sono di mio padre e devono avere ALMENO una ventina d'anni; io l'indossavo con tre paia di calzini...
I pantaloni invece già si notano a colpo d'occhio: mentre i miei due colleghi li hanno perfetti i miei sembrano calzare male, come se fossero più grinzosi e con delle pieghe sbagliate. E il portafoglio e il telefonino? Perché a me sbalzano fuori dai pantaloni mentre gli altri due non hanno questo problema?
Si arriva poi alla giacca: i miei due compagni hanno dei semplici K-Way colorati. Osservando il clima della giornata, i suoi colori e l'atmosfera stessa dell'aria, ci si rende conto che i K-Way sono perfettamente appropriati. Invece cosa indosso io? Uno strano giubbotto che sembra direttamente venuto fuori da un film su un college americano degli anni '80. Insomma roba di trent'anni fa...
Poi, siccome ho caldo, lo tengo aperto e così si può intravedere una T-Shirt marrone cacca e di gusto ugualmente raffinato.
E non parliamo delle facce. La ragazza è molto carina (o almeno me ne ricorda un'altra che a me pareva molto bella); gli uomini non li so giudicare ma considerando i capelli folti, gli occhi azzurri e la voce armoniosa suppongo che anche il ragazzo non fosse brutto. KGB invece è quel che è: si potrebbe arguire che, seppure non sia colpa sua per come la natura l'abbia disegnato, certamente potrebbe farsi la barba e andare dal barbiere per tagliarsi i capelli... A tale affermazione io rispondo con “facies tua computat annos” + “Nemo potest personam diu ferre” e “fallaces sunt rerum species”: insomma a che pro preoccuparsi per l'aspetto superficiale? Dovrebbero essere gli altri a non fermarsi alle apparenze...
Pure il mio zaino, di un malsano verde radioattivo, sembra sbilenco e sgraziato come il suo proprietario: e come fa poi uno zainetto a sembrare stanco? Non lo so ma il mio ci riesce...
Infine gli altri due escursionisti, pur non essendo in posa, hanno delle posture fotogeniche: la ragazza bilancia il peso da una gamba all'altra e inclina leggermente la testa mentre sorride; il ragazzo ha un notevole contegno mentre mi guarda benignamente con le braccia incrociate. KGB invece un po' gesticola, un po' sembra fare una smorfia sgraziata mentre, controllando la foto appena scattata, dice qualcosa e, probabilmente, pensa già ad altro.
Ecco forse questo è il punto. L'elemento meno congruo che più colpisce è forse proprio questo. Mentre i due giovani fanno una sola cosa, mi guardano ascoltandomi, KGB ne fa tre allo stesso tempo.
La sensazione che dà è di non essere nel momento: cioè fisicamente si trova alla presenza delle altre due persone ma mentalmente è già altrove. Sembra cioè essere sfasato con più pensieri che gli passano per la testa. Credo che l'immagine, nonostante il mio abbigliamento, avrebbe dato una sensazione molto diversa se io, a mia volta, fossi stato fotografato mentre guardavo i miei interlocutori invece che la macchina fotografica.
Sì penso proprio di aver identificato il mio problema principale: sono fuori dal tempo. Un po' lo seguo e un po' lo precedo. Sono diluito con i miei pensieri che cercano di anticipare il futuro e ricordano il passato ma, spesso, perdono il presente...
La foto mostra tre persone ma KGB non è là, almeno non completamente...
Sonetti d’amore. Giacomo da Lentini
1 ora fa
E' proprio vero che la realtà viene rilevata dai nostri sensi in maniera neutra e penso più o meno uguale per tutti, ma l'interpretazione varia moltissimo a seconda del nostro stato d'animo e del nostro umore. La stessa foto ai miei occhi mostra una ragazza disinvolta e spontanea, un ragazzino impacciato che cerca di assumere un'atteggiamento sicuro e un po' spavaldo con scarsi risultati ed un signore un po' meno giovane ma molto più spontaneo che sta esaminando una sua foto appena fatta con aria critica.
RispondiEliminaHo risposto a questo commento...
RispondiEliminaNel post che apparirà martedì!