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lunedì 7 agosto 2023

Tecno idiosincrasia

Commentando l’articolo Love Parade Berlin 1997 di UnUomoInCammino mi è tornato alla memoria un vecchio aneddoto che mi pare (moderatamente) divertente…

Il pezzo citato è brevissimo e accenna a un’esperienza personale fornendo, in più, il collegamento a un video della parata dell’amore a Berlino nel 1997.

Ho provato a dargli un’occhiata ma la colonna sonora “tecno” mi è insopportabile: e infatti è quanto gli ho più o meno spiegato nel mio commento dove aggiungo che mi piace il “power metal”.

Il ricordo che mi è tornato in mente è dei primi anni 2000 quando lavoravo in Olanda. All’epoca dividevo l’ufficio con un peculiare ingegnere portoghese di cui divenni grande amico.
Parlavamo della musica e io gli raccontai dei miei gusti e dei gruppi che mi piacevano: lui mi propose quindi (nell’ufficio eravamo solo noi due) di tenere a turno un po’ di musica di sottofondo di nostro gradimento.
Ora non ricordo che turni decidemmo: forse un giorno per uno ma probabilmente era un rapporto orario…

Comunque iniziai io facendogli conoscere della musica bellissima. Di sicuro ricordo di avergli fatto ascoltare gli allegri e divertenti “My Dying Bride” di cui avevo un CD:

Sear Me MCMXCIII


Un capolavoro, probabilmente uno dei loro migliori brani…

Il giorno dopo fu il suo turno e mi mise dell’anonima musica “tecno” tutta uguale e dal ritmo martellante: sul momento mi sembrò di riuscire a tollerarla. Il volume era basso e dopo un po’ potevo ignorarla senza sforzo.
La sera però, quando provai ad andare a letto, mi accorsi che non riuscivo a dormire: probabilmente dovevo avere anche il battito accelerato ed essere in uno stato di ansia più elevata del normale.
Il fenomeno si ripeté per due o tre notti consecutive e alla fine mi resi conto che era colpa della musica del mio amico: mi accorsi che appena la sentivo il mio corpo reagiva automaticamente aumentando il battito cardiaco e mettendomi all’erta. Effettivamente forse per il lavoro sarebbe stato un bene: solo che mi rimaneva in testa per tutto il giorno con esiti deleteri la notte.
Così, a malincuore, dovetti far saltare il nostro accordo di musica in ufficio: immediatamente ritornai a dormire normalmente!

La morale di questo aneddoto è che anche gli accordi apparentemente migliori possono rivelarsi delle fregature. Soprattutto non bisogna sottovalutare le incognite.
Io sapevo di non tollerare il jazz ma non avevo idea della “tecno”: probabilmente qualsiasi altro genere musicale mi sarebbe andato bene e complessivamente sarei rimasto soddisfatto dell’accordo, invece…

Anni dopo, quando cercai di ampliare i miei orizzonti musicali, per esempio scoprii un ottimo gruppo portoghese, i Moonspell:
Luna


Conclusione: cosa c’è di divertente in questo aneddoto? Beh, che un genere musicale possa avere un effetto così devastante sulla mia psiche mi pare MOLTO divertente! Ma del resto ho un senso dell’umorismo un po’ anomalo...

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