Il solito UUiC mi ha dato uno spunto molto interessante col suo commento al pezzo Votare con i piedi.
Mi aveva infatti scritto:
«Per mio carattere non amo (eufemismo) le manifestazioni.
Quindi in passato optai per il "votare con mente e mani" scegliendo di impegnarmi creando il primo GAS, Gruppo di Acquisto Solidale della valle in cui abito: favorire, destinando ad essa, l'economia etica, ecologica, locale, piccola, boicottando quella che non lo è.
Siamo rimasti in pochi gatti, per varie ragioni tra le quali il fatto che un GAS richiede un piccolo impegno duraturo, continuo.
Più facile manifestare o protestare.
La critica è facile, l'arte è difficile.
UUiC»
Sul momento, mi ero appena alzato, avevo avuto voglia di rispondergli subito ma non sapevo come: del resto tutto quello che scrive è giusto. La sua sintesi finale “La critica è facile, l'arte è difficile” è corretta.
Il problema è che si tratta di una proposizione vera ma solo apparentemente conseguente all’argomento del mio pezzo.
Quello che cercavo di dire nel mio articolo è che quando la democrazia non funziona più come dovrebbe, non importa il motivo, allora diviene più efficace, per indirizzare l’attività del governo, manifestare in piazza piuttosto che aspettare, in genere anni, per poter esprimere un voto che magari poi viene totalmente ignorato (*1).
Io non sto parlando del valore morale o della difficoltà dell’azione del protestare in piazza ma solo della sua efficacia nell’ottenere un determinato effetto.
Un esempio costruttivo, come impegnarsi in un “Gruppo di Acquisto Solidale”, ha sicuramente un valore morale più alto e una difficoltà maggiore che scendere in piazza a manifestare (nel caso non ci siano rischi per l’incolumità del manifestante o altre serie conseguenze) ma non mi pare abbia la minima prospettiva di cambiare l’indirizzo politico di un qualsiasi governo.
Quello che mi ha scritto UuiC è quindi di per sé certamente vero ma non è rilevante rispetto all’argomentazione centrale del mio pezzo: ovvero manifestare può orientare più di un voto elettorale la direzione politica di un governo.
Ecco, adesso che ho scritto questo pezzo temo di aver fatto uno sforzo inutile.
Sicuramente UuiC aveva inteso benissimo il mio punto di vista e la sua non era tanto un’obiezione alla mia argomentazione quanto un qualcosa di ulteriore e una personale esperienza che andava intesa come un semplice arricchimento di quanto avevo scritto io…
Conclusione: probabilmente dovrei riflettere di più prima di mettermi a scrivere un pezzo ma, siccome non mi piace buttare via niente, ho deciso che lo pubblicherò comunque! Del resto sono ancora assonnato...
Nota (*1): vabbè, Lenin poi suppongo che intendesse la sua frase in senso rivoluzionario: le rivoluzioni non si fanno votando. Ma alla fine, rispetto alla mia interpretazione di cambiamento di indirizzo politico, fa poca differenza.
Gesti all'italiana
11 ore fa
Osservazioni precise, messer Vapore Sodo.
RispondiEliminaNel mondo ideale è utile/necessario
- votare
- manifestare
- impegnarsi per un'economia che rispetti e alimenti i propri valori
- partecipare alla politica con associazionismo e propri valori
Il 3o punto (economia etica) è tipicamente il frutto di una visione marxistica ma non è sufficiente.
Nella categoria gas del mio diario ho riportato tutte le difficoltà (in primis psicologiche) nel gestire un gas.
Buondì
UUiC
Sì, mi sembra un giudizio equilibrato (come piacciono a me).
EliminaSi potrebbe aggiungere che la priorità e l’importanza di questi comportamenti vari in base al contesto, soprattutto politico, e agli obiettivi che ci poniamo...