Oggi voglio scrivere un pezzo leggero: per qualche motivo (non ho voglia di cercare di ricordarmi come ci sono arrivato) mi è tornato a mente un vecchio aneddoto che oggi come allora mi fa sorridere…
All’epoca lavoravo in Olanda e quotidianamente mi intrattenevo col mio collega di ufficio e amico Filipe, un ingegnere portoghese veramente in gamba…
Un giorno lo vidi molto preoccupato (lo conoscevo bene) e quindi gli chiesi cosa c’era che non andava.
Mi rispose che Alina, la sua fidanzata (e adesso moglie), era stata bocciata all’esame di guida perché durante l’esame era entrata a velocità troppo bassa (80Km/h) in autostrada.
Io non capivo: e allora? Peccato, ma basta che rifaccia l’esame, no?
Filipe mi spiegò che Alina era come un suo cugino: era abituata a eccellere in tutto ciò che faceva e di sicuro non a venire bocciata!
Ma io ancora non capivo…
Così Filipe mi spiegò che suo cugino era stato il migliore a scuola e il migliore all’università, ma quando andò a lavorare nel Regno Unito scoprì che c’erano molte persone più brave di lui e questo lo fece cadere in depressione per molto tempo.
Finalmente capii la situazione: Filipe era (seriamente) preoccupato che Alina cadesse in depressione per essere stata bocciata all’esame di guida olandese.
Non ricordo ma suppongo di non aver replicato niente essendo rimasto senza parole: già di solito sono molto lento a riflettere e in questo caso c’erano un sacco di fattori nuovi che non sapevo come valutare.
Mi sembrava incredibile che si potesse andare in depressione rendendosi conto di non essere i più bravi e intelligenti! Poi mi stupiva la sincera preoccupazione di Filipe: io per carattere avrei preso in giro Alina per essere stata bocciata! E mi sarei messo a ridere se mi accorgevo che si arrabbiava…
Una persona intelligente non può arrabbiarsi per queste cose, non ha senso.
Che poi sia Alina che Filipe erano decisamente intelligenti: in un’altra occasione Filipe mi raccontò che avevano fatto un esame di intelligenza e Alina aveva ottenuto circa 140 e lui circa 130. In realtà alla luce dell’aneddoto precedente non mi stupirei se volutamente o inconsciamente Filipe non si fosse impegnato al massimo per far ottenere un punteggio migliore del suo alla fidanzata. In effetti, conoscendo Filipe, 130 gli sta molto stretto…
La mattina dopo anch’io ero preoccupato, contagiato dalla preoccupazione di Filipe della sera prima. Invece lo vidi normalmente giulivo (è una persona sempre sorridente) così gli chiesi con molto tatto come stesse Alina: gli occorse qualche secondo per capire cosa intendevo perché, mi resi conto, Alina aveva assorbito benissimo la bocciatura e non era stata minimamente depressa cosicché lui, già da molte ore, si era dimenticato le sue stesse preoccupazioni del giorno prima!
Di nuovo mi stupii: questa volta per l’errore di valutazione del mio amico nel prevedere la reazione della sua fidanzata…
Non so cosa vi trovi di così buffo in questo aneddoto: probabilmente l’eccessiva quanto mal riposta preoccupazione di Filipe. E anche l’idea che essere bocciati all’esame di guida possa scatenare una depressione mi fa sorridere di per sé…
Probabilmente poi trovo divertenti alcune dinamiche di coppia che per me non hanno senso: si basano su dei fraintendimenti i quali, forse per semplicità o addirittura pigrizia, non vengono risolti né affrontati ma ci si adatta a essi.
Per esempio un giorno dissi a un mio (altro) amico: “perché non fai una sorpresa a tua moglie e le compri dei fiori?” e lui (seriamente) mi spiegò: “non posso! Se lo faccio penserebbe che ho qualcosa da farmi perdonare…”
Un’altra volta avevo ospiti da me una coppia di (altri) amici che erano venuti a casa mia a raccogliere le more (che da me crescono numerose e gigantesche). Ricordo che lei era importunata da una mosca (o un altro insetto) che le voleva intorno e sulla faccia e io incominciai a riderne molto divertito dai suoi futili tentativi di scacciarla. Improvvisamente però smisi, non perché lei mi guardasse decisamente imbronciata, ma perché il marito alle sue spalle mi fissava con un’espressione terrea, improvvisamente pallido e con gli occhi sgranati: mi guardò senza dire niente ma ebbi la netta sensazione che mi pregasse: “non farla arrabbiare! non farla arrabbiare!”
Normalmente l’avrei ignorato ma davvero la sua espressione preoccupata mi stupì e, comunque, lei era incinta e quindi anch’io ero più tollerante e premuroso nei suoi confronti…
Conclusione: bo, a me sembrano dinamiche buffe che faccio fatica a comprendere ma probabilmente è colpa del mio Fe inferiore...
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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