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sabato 20 maggio 2023

Miniere di guai

Oggi sarebbe stato il turno di Hobsbwam ma, dopo il pezzo di ieri (v. Chiarificazione etica), mi è rimasta voglia di approfondire il richiamo a Diamond di cui avevo accennato in una nota…

La nota si riferiva a questo paragrafo:
«Del resto credo veramente nell’apoftegma (mio!) “Se la legge non è basata sulla morale prima o poi l’infrangerà” e, siccome penso che la legge deve riflettere il volere e il sentire della popolazione, credo che il massimo torto che le si può fare è permettere quella che sarebbero considerate ingiustizie perché contrarie al comune sentire.»

Leggendo “Collasso” avevo infatti letto delle pagine che mi avevano portato a un pensiero simile.
Nel capitolo che sto leggendo Diamond descrive i problemi ambientali causati dagli scavi minerari, molto maggiori di quelli petroliferi. I prodotti di scarto sono infatti enormemente superiori: col petrolio mediamente si estrae anche altrettanta acqua ma le terre inerti che accompagnano i metalli sono di sei o più ordini di grandezza maggiore in base al minerale.
I margini di guadagno sono minori, è impossibile prevedere quanto sia ricca una miniera (mentre i giacimenti petroliferi si possono stimare) e le compagnie minerarie sono più piccole, hanno quindi meno capitali da investire in sicurezza.
Questa è la premessa.

Nella pratica, almeno negli USA, alle aziende minerarie non conviene economicamente proteggere l’ambiente. Inizialmente queste aziende promettevano di bonificare l’ambiente a miniera esaurita ma raramente lo facevano. Allora gli stati hanno iniziato a pretendere che dei fondi per la bonifica fossero garantiti dalle aziende che chiedevano una concessione. Ma in realtà si trattava di spiccioli insufficienti di uno o due ordini di grandezza a coprire le spese necessarie.
Non solo: in caso di serie difficoltà o costi troppo alti queste aziende dichiaravano bancarotta così che il costo per ripristinare l’ambiente gravasse sui contribuenti.
Allora si è iniziato a richiedere un’assicurazione obbligatoria che garantisse di coprire le spese. Qui il problema è stato che le polizze venivano sottoscritte con una stima della copertura richiesta realizzata dalla stessa azienda mineraria che, ovviamente, la sottostimava significativamente. Le compagnie assicurative poi, come fanno con i privati, cercavano di accordarsi per un indennizzo molto minore o altrimenti diveniva necessario passare dal tribunale. E anche queste, se le spese erano troppo elevate, dichiaravano bancarotta e di nuovo era la popolazione locale che oltre a subire il danno doveva risolverlo con i propri soldi.

Ora Diamond non è un geologo, né un ingegnere minerario, né un avvocato ma è esperto di “fisiologia e biologia evolutiva e biogeografia”: questo per dire che se dopo essersi documentato per qualche mese era riuscito a individuare così chiaramente le problematiche legate alle estrazioni minerarie negli USA allora altrettanto avrebbe potuto fare il potere politico.
È chiaro infatti che la legislazione dei vari stati era stata scritta in maniera da permettere questi abusi a danno dell’ambiente e, quindi, della popolazione. La politica fingeva di non sapere come andavano le cose e prendeva, quando costretta, delle nuove misure comunque insufficienti perché aggirabili.

In altre parole le aziende minerarie inquinano perché la politica glielo permette scientemente ai danni della popolazione ([E] 5.6 e 5.7).

Nelle parole di Diamond (scelte abbastanza a casaccio):
«[…] l’importo di queste assicurazioni si basa in genere su stime fatte dalle stesse società minerarie, perché gli enti di controllo governativi non hanno tempo, né possiedono le conoscenze adeguate o i progetti dettagliati per poterlo fare autonomamente» (*1)
o
«Delle dieci miniere che gravano maggiormente sui contribuenti degli Stati Uniti (che da sole sono responsabili di costi per 6 miliardi), due sono di proprietà di una società sull’orlo del fallimento […] altre sei sono di proprietà di aziende particolarmente restie a rispettare gli impegni presi e due sono di aziende meno recalcitranti;» (*2)
o
«Dal 1995 l’opposizione dell’opinione pubblica americana ha avuto sempre più successo nel bloccare qualsiasi progetto di attività mineraria, e le società non possono più contare su lobbisti e legislatori compiacenti.» (*3)

Cioè se non si muove l’opinione pubblica (che però deve essere correttamente informata dai media) la politica non interviene ma è ben felice di collaborare con le lobbi.

Conclusione: non so, forse l’analogia con quanto scritto in Chiarificazione etica non è forte come mi sembrava: soprattutto non so quanto la consapevolezza ambientale possa essere una forma di morale. È ovvio però che la politica non dovrebbe agire solo se col fucile puntato alle spalle, dovrebbe invece anticipare i voleri della popolazione, capire cosa sia per essa il “bene e il male” e attivarsi per realizzarlo (o evitarlo): ma ovviamente questo non avviene.

Nota (*1): tratto da “Collasso” di Jared Diamond, (E.) Einaudi, 2014, trad. Francesca Leardini, pag. 464.
Nota (*2): ibidem, pag. 465.
Nota (*3): ibidem, pag. 466.

7 commenti:

  1. Citrocapitalismo: privatizzare profitti e benefici, scaricare sul pubblico costi e disastri.
    Nulla di nuovo.
    UUiC

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  2. Più o meno ciò che fece pure il capitalismo di stato sovietico.
    Riuscirono a fare i più colossali disastri ecologici: si pensi anche solo al disastro dell'ex lago d'Aral.
    UUiC

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    1. Sì, è così... E lo stesso vale adesso per la Cina...

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  3. Ero partito con un commento, diventato via via piu' ingombrante.
    Ho citato questa pagina.

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  4. Cioè se non si muove l’opinione pubblica (che però deve essere correttamente informata dai media) la politica non interviene ma è ben felice di collaborare con le lobbi.

    Evidenzio :

    che però deve essere correttamente informata dai media.

    Questo è il cortocircuito delle cosiddette ''democrazie occidentali'' : una quota ancora maggioritaria delle popolazioni viene istruita ( si badi, non ''informata'' ) dai mezzi di comunicazione di massa intrinsecamente totalitari, cioè unidirezionali e senza possibilità di replica da parte dell'utente.

    Ed i vetero-media, nella quasi totalità delle testate ''giornalistiche'', veicolano il Pensiero Unico dell'Élite globalista.
    Cui la maggioranza ovina si adegua, oramai del tutto incapace di pensare.

    ''Democrazia'' ?

    Dove ?

    ===

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    1. Sfondi una porta aperta con me! come spiego nel pezzo odierno 3x3 questo è "l'errore" di Diamond: una fiducia ingenua nella democrazia e nei suoi meccanismi... forse ancora giustificabile nel 2005 ma oggi evidentemente ridicola...

      Se dai un'occhiata alla mia Epitome (la puoi scaricare da questo pezzo: epitome) dove chiarisco il mio pensiero "ufficiale" sulla società, ritroverai gli stessi concetti che hai appena espresso! :-)

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