Nel corso degli ultimi mesi, magari quando ci scrivevo un pezzo sopra, mi chiedevo come fosse collocato ideologicamente Hobsbwam perché mi sembrava molto oggettivo e neutrale (*0).
Era solo una curiosità: di solito, anche per non farmi influenzare nell’interpretazione dell’opera, evito di controllare le biografie su Wikipedia o simili…
Arrivato al capitolo dove parla dell’evoluzione della classe operaia fa anche un rapido accenno all’immigrazione: molto oggettivamente si limita a osservare che essa spezzò la coesione sociale fra gli operai rendendo meno unita e consapevole di sé tale gruppo sociale. Normalmente sono abituato a sentire parlare dell’immigrazione acriticamente come se fosse solo pregi e nessun problema e, anzi, quando qualche difficoltà è innegabile allora è colpa della popolazione autoctona razzista o comunque piena di pregiudizi. Solo su un testo sull’argomento, e comunque con molte precisazioni e giri di parole, quasi ad affermare una verità che si preferirebbe tacere, avevo trovato qualche difetto associato all’immigrazione…
Mi sembrava di averne accennato anche qui sul ghiribizzo di queste osservazioni di Hobsbwam ma un controllo rapido non mi ha fatto trovare niente (*1). Colpa anche mia che mi diverto a inventarmi titoli che spesso hanno poco a che fare con il contenuto del pezzo in sé…
Sicuro di averne scritto mi immaginavo almeno un paio di amici (--TJ) che storcendo il naso avranno pensato: “questo Hobsbwam doveva essere un fascista!” e, siccome sono anti-fascisti, “bisognerebbe sciacquargli la bocca con l’olio di ricino per quello che ha scritto!”.
Anzi, probabilmente la loro logica sarebbe stata leggermente diversa: prima avrebbero cercato su Wikipedia la sua collocazione politica e, in base a questa, avrebbero deciso se accettare o no le sue parole! Dove io giudico il pensiero essi giudicano l’autore...
Invece, con mio grande stupore, ho scoperto che Hobsbwam era un “super” comunista. Ebreo, padre inglese e mamma austriaca, si trasferì nel Regno Unito agli inizi degli anni ’30. Già in Germania si era iscritto giovanissimo al partito comunista tedesco (*2). Giunto nel Regno Unito si iscrisse quindi al partito comunista inglese. Appena iniziò a farsi un nome nell’ambiente accademico fu tenuto d’occhio dai servizi segreti inglesi che ne temevano il proselitismo verso il comunismo e che lo segnalarono alla BBC (nel senso di non dargli spazio!).
Bellissima un’intervista dei primi anni 2000, quindi a un decennio di distanza, dal crollo dell’URSS. L’intervistatore gli chiede se si pentiva di essere rimasto iscritto al partito per tutta la vita. E Hobsbwam risponde qualcosa del tipo: “perché dovrei pentirmi di essere stato dalla parte dei deboli e degli oppressi? È il comunismo sovietico che ha intrapreso la strada sbagliata e che è degenerato.” (*3)
Argomento che ricalca abbastanza la conclusione dell’appendice [E] D.6 dove scrivo:
«Nei sottocapitoli precedenti ho mostrato dei limiti del marxismo che spiccano evidenti alla luce della mia teoria. Questo però non significa che i problemi di giustizia sociale che il marxismo si proponeva di risolvere non siano reali oppure non più attuali.
[…]
Il marxismo ha quindi il grosso pregio di aver cercato di difendere i più deboli nel tentativo di ottenere una società più giusta ed egalitaria ed è stato anche in grado di capire e anticipare i pericoli portati da un capitalismo incontrollato: sfortunatamente la soluzione proposta era fondata su basi errate; l’ideologia comunista sovietica, portata avanti con ostinata pertinacia, è poi improvvisamente crollata insieme all’URSS lasciando così un vuoto ideologico che è stato prontamente riempito dalla degenerazione del liberismo.»
Resta il fatto che, in genere, quando leggo (o ascolto su YouTube!) Hobsbwam mi ritrovo quasi esattamente: il desiderio di giustizia da un lato e l’oggettività, la capacità di vedere oltre le ipocrisie e le menzogne della società dall’altro.
Mentre scrivevo questo pezzo ho riascoltato un’altra intervista del 2010 (credo sia morto nel 2012) in cui anticipava la situazione socio-politica che viviamo adesso...
Conclusione: non posso fare a meno di sorridere soddisfatto osservando come, con un pizzico di logica e intuizione, riesco ad anticipare concetti che poi ritrovo ripetuti, almeno nella loro essenza, nelle opere di intellettuali che hanno dedicato la loro vita a tali problematiche...
Nota (*0): del resto Hobsbwam è un INTP ed essi, quando ragionano in modalità “analisi”, diventano estremamente oggettivi (e insensibili/privi di tatto)!
Nota (*1): se una volta finito di scrivere questo pezzo ne avrò voglia vedrò di cercare e di riproporre i passaggi che ho in mente.
Nota (*2): adesso sembra strano ma alla fine degli anni ‘20 inizio anni ‘30, il partito comunista era il secondo partito come popolarità dopo quello nazista.
Nota (*3): La mia era una citazione a memoria di un video visto qualche giorno fa: adesso l'ho ritrovato e riascoltato (Jeremy Paxman interviews historian Eric Hobsbawm in 2002 - BBC Newsnight) l’intervista.
Il giornalista gli chiede: «Si sente in colpa per aver fatto proselitismo per la causa comunista durante la sua attività di insegnante e di scrittore? Dopo che abbiamo visto come abbia fallito dovunque si è cercato di applicarlo [il comunismo]?»
Hobsbwam: «Non ho fatto proselitismo per il partito comunista. Ho fatto proselitismo contro il capitalismo, per la liberazione dei popoli colonizzati, per i poveri contro i ricchi e non lo rimpiango. Perché dovrei farlo?»
Nota (*4): tratto da “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbwam, (E.) BURexploit, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 363-364.
Nota (*5): ibidem pag. 364-365.
PS: ecco le citazioni di Hobsbwam sull’immigrazione che avevo promesso…
«Nello stesso tempo l’emigrazione di massa provocò un fenomeno fino ad allora limitato, almeno dalla fine dell’Impero asburgico, solo agli USA e in misura inferiore alla Francia: la diversificazione etnica e razziale della classe operaia e, per conseguenza, il sorgere di conflitti al suo interno.» (*4)
oppure
«Per varie ragioni, […], i nuovi immigranti entrarono nello stesso mercato del lavoro delle popolazioni locali e con gli stessi diritti, tranne dove essi erano ufficialmente segregati come una classe di “lavoratori-ospiti” presenti solo temporaneamente e perciò in stato di inferiorità. Entrambi i casi produssero tensioni.» (*5)
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
Per dirla alla Costanzo Preve, visto che la sinistra è caratterizzata dalla mediazione simbolica, ha tutti i pro e contro di questo approccio.
RispondiEliminaTra i contro giudicare espressioni e proposizioni non per i loro contenuti ma per la provenienza. Struggersi e martoriarsi la mente sul fatto che ABC lo abbia detto/scritto Tizio di qui/dei nostri o Caio di là/dei loro.
Quindi ecco le frequenti purghe e lotta intestine perché questo o quel compagno sbaglia gravemente. Il passo successivo erano i gulag, qui nel meno radicale Stivale, l'etichettatura come fascionazista.
Dall'altra parte, che son più concreti, rimane una naturale faziosità ma ma mai così settaria, proprio perché mancano le sovrastrutture ideologiche/da seghe mentali.
Comunque, da laico e razionalista, rifugio da queste etichettature: la soluzione adottata per un certo problema (si noti che un problema per quelli potrebbe essere opportunità per altri) peggiora / non ha efficacia / migliora il problema?
Diciamo che il costo comunismo è razionalmente impeccabile: purtroppo è una teoria sviluppata da assiomi bacati che negano la connotazione bioevolutiva della nostra specie.
Giusta? sbagliata?
Guardo con sospetto una persona che critichi fortemente e condanni il fatto che l'acqua scorre verso il basso.
Buondì Vapore Sodo.
Sempre rare onestà e lucidità mentali qui!
UUiC
Beh, prima di tutto grazie per i complimenti forse troppo generosi ma comunque graditi!
EliminaIn effetti cercare di essere equilibrato e oggettivo è uno dei miei principali obiettivi e spesso mi trovo a rivalutare criticamente il mio pensiero proprio da questo punto di vista: cioè essere “onesti” è facile: basta dire ciò che si pensa, ma essere “lucidi” (che io intendo come “oggettivi”) richiede molta più attenzione: è facile pensare di essere oggettivi ma esserlo veramente richiede una sorta di autocontrollo e di verifica del proprio pensiero che è difficile.
Poi non ero sicuro di aver capito il suo messaggio e così ho avuto la brillante idea di darlo in pasto a chatGPT. Proprio oggi hanno aggiunto una funzione per condividere specifici contenuti e questa è un’ottima occasione per provarla!
Qui il link alla “traduzione” di chatGPT: Che dice UuiC?
Se io e chatGPT abbiamo capito bene ( ;-) ) il suo è un commento molto profondo. Mi piace il passaggio che la natura della riflessione simbolica porti a valutare le idee per la loro provenienza. In realtà io credo che sia nella natura umana cercare di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo: cercare di capire e riflettere è faticoso, quindi è più semplice verificare la fonte per decidere se un messaggio sia accettabile o meno…
Sul comunismo le copio e incollo la conclusione della mia appendice [E] D.6:
«Nei sottocapitoli precedenti ho mostrato dei limiti del marxismo che spiccano evidenti alla luce della mia teoria. Questo però non significa che i problemi di giustizia sociale che il marxismo si proponeva di risolvere non siano reali oppure non più attuali.
I mali di un eccesso di capitalismo erano già ben chiari nel XIX secolo e adesso, con la globalizzazione, si stanno pienamente realizzando e amplificando.
[...]
Il marxismo ha quindi il grosso pregio di aver cercato di difendere i più deboli nel tentativo di ottenere una società più giusta ed egalitaria ed è stato anche in grado di capire e anticipare i pericoli portati da un capitalismo incontrollato: sfortunatamente la soluzione proposta era fondata su basi errate; l’ideologia comunista sovietica, portata avanti con ostinata pertinacia, è poi improvvisamente crollata insieme all’URSS lasciando così un vuoto ideologico che è stato prontamente riempito dalla degenerazione del liberismo.»
Grazie per il commento!
> Diciamo che il costo comunismo
EliminaIl furbofono distorse il testo, da "in teoria il" (quasi certamente con errori di digitatura) a "il costo".
UUiC
Risposta molto stimolante.
EliminaTemo che qui le nostre basi valoriali non vadano d'accordo.
Come ecologista dal comunismo risalgo la catena dei sillogismo e ragionamenti e confuto che la "uguaglianza" degli illuministi sua un valore.
Come iperbole faccio notare che non solo non c'è ingiustizia alcuna nell'escludere dal bando per i bagnini coloro che non sanno nuotare o - chessò - non possono stare esposti al sole per dermatiti, ma è una cosa corretta e giusta.
Un conto è stabilire delle regole per lo svolgersi della vita che si basano su caratteristiche oggettive (ad esempio la maestria nel saperi muovere in acqua, funzionale a ruolo e scopo) comuni (non ti chiedo se sei amante del chianti o se preferisci il montepulciano, se tifi la Samp o il Genoa, se sei vaniglia o BDSM, sono del tutto irrilevanti).
Un altro conto è stabilire che se io non posso nuotare non lo possa fare neppure tu.
Il sinistro slogan "Nessuno rimanga indietro!" non è altro che "Nessuno vada avanti!" ovvero una, a mio giudizio, ingiustizia e prevaricazione.
Dovemmo andare a rileggere alcuni passaggi di Genealogia della morale.
Siamo risaliti fino a "uguaglianza" che, per quanto mi riguarda, non solo non è un assioma ma è una negazione (spingendo su qualità/ precisione delle misure neppure due bulloni dello stesso lotto di produzione sono uguali).
Rimane il come rendere sana, fisiologica, come realizzare il buon-vivere nella società e temperare le diversità è le percezioni di ingiustizia: capitalismo e marxismo condividono
- tecnoteismo
- l'adesione entusiastica a società enormi e in crescita esponenziale
Ecco, lì c'è la soluzione dei problemi: la scala (ordine di grandezza).
Premetto che non trovo ci sia niente di male ad avere opinioni diverse: personalmente sono molto tollerante… al limite dell’indifferenza!
EliminaMa in questo caso non mi è chiaro dove sia il contrasto esattamente.
Prima di tutto suppongo che la sua risposta si riferisca al frammento di copia e incolla dove spiegavo, dal mio punto di vista, alcuni pregi e difetti del marxismo.
Fra i pregi scrivevo che il comunismo aspirava a “società più giusta ed egalitaria” e mi pare che sia questo “egalitaria” il punto del dissenso, giusto?
In realtà lo intendeva in senso abbastanza generico e innocente col “più” riferito sia a “giusta” che “egalitaria”, ovvero “più egalitaria”.
Non avevo minimamente in mente di suggerire che tutti gli uomini fossero totalmente uguali da essere interscambiabili indipendentemente da capacità e competenze.
Mi sembrava di aver scritto un pezzo intitolato “Tutti gli uomini sono diversi” ma non lo trovo: probabilmente il titolo è diverso anche se il contenuto è intuibile…
Su “tecnoteismo” sono d’accordo: è solo che al livello di dettaglio a cui ho affrontato l’argomento non ho menzionato questo aspetto.
Su “l'adesione entusiastica a società enormi e in crescita esponenziale”: intendo dire che semplicemente non conosco la teoria a cui fa riferimento…
Ho deciso di approfondire la mia ricerca, intanto qualche pezzo in cui accenno al fatto che gli uomini sono tutti diversi:
https://parole-sante.blogspot.com/2020/12/capire-aristotele-capire-gli-altri.html
https://parole-sante.blogspot.com/2017/03/carattere-e-clima.html
http://parole-sante.blogspot.it/2016/01/lobiezione-di-kgb.html
https://parole-sante.blogspot.com/2022/08/stupidita-sullintelligenza.html
https://parole-sante.blogspot.com/2022/06/chi-e-da-dove-sono.html
Non perda tempo a leggerli! Nella maggioranza dei casi si tratta di un accenno un qualcosa che do per scontato (sicuro di averci scritto sopra un pezzo!) forse quello su cui più affronto l’argomento è: http://parole-sante.blogspot.it/2016/01/lobiezione-di-kgb.html
Ma non me la sento di consigliarvene la lettura!