Ieri un mio amico mi ha introdotto al canale YouTube di Mark the Hammer dove un giovane musicista, estremamente dotato, presenta dei divertenti video dove “insegna” come fare a creare canzoni dei generi più disparati.
Per dare un'idea ieri abbiamo visto: Come creare la sigla di un cartone animato..., Come creare una canzone black metal... e Come creare una canzone per San Remo...
In pratica l'autore prende in giro gli appassionati di diversi sottogeneri musicali mostrando come le rispettive tipologie di canzoni possano essere costruite facilmente, quasi automaticamente, seguendo le poche regole che egli illustra nel video. Il tutto viene condito con un peculiare umorismo, forse non congeniale a tutti, ma il risultato finale, ovvero la canzone creata passo passo, è molto credibile.
Personalmente ho apprezzato molto la sua ironia ma ciò che mi ha davvero impressionato sono state la sua abilità e creatività: nei video riesce a trovare spunti e idee da improbabili ricerche in rete, da pagine che sembrano avere nessuna attinenza con ciò che ha in mente, eppure grazie alla sua geniale fantasia riesce a incastrare insieme tutti i pezzi del mosaico musicale che va realizzando. Ma è chiaro che questa apparente semplicità è il condensato di ore di lavoro con strumenti musicali e informatici e, inutile dirlo, di una cultura e sensibilità musicale poliedrica e notevole.
Ovviamente consiglio a tutti di vedere almeno un paio dei suoi video per farsi un'idea diretta del suo stile!
Dopo aver ammirato tanta fantasiosa abilità all'opera mi è venuto voglia di fare altrettanto: sfortunatamente le mie capacità musicali sono talmente scarse che mi è impossibile anche solo ipotizzare qualcosa anche lontanamente sullo stile di Mark the Hammer: ho deciso quindi di tentare su un campo a me più congeniale, quello dell'informazione.
Il sottogenere di informazione che cercheremo di emulare è quello di un servizio su RAI 3...
Lo scopo del nostro servizio giornalistico sarà quello di suggerire l'idea che Lega e M5S, ovviamente senza menzionarli esplicitamente, ci stiano portando al fascismo.
Uhm... come riuscirci? Qual è la caratteristica comune di M5S e Lega rispetto ai partiti tradizionali? Usano molto le reti sociali e sono detti populisti: benissimo allora il nostro obiettivo sarà quello di affermare che le reti sociali e populismo portano al fascismo...
Per raggiungere questo scopo monteremo opportunamente insieme delle interviste a diversi intellettuali come professori, neuropsicologi, informatici e giornalisti.
Ma il primo passo sarà quello di presentare dei dati irrefutabili, ovvero un paio di statistiche, che diano la credibilità di una dimostrazione matematica a ciò che seguirà. Ne abbiamo due a disposizione: la prima (fonte OCSE) dice che l'Italia ha il 28% di analfabeti funzionali: ovvero persone che sanno leggere ma non sono in grado di capire, e quindi utilizzare, ciò che leggono. La seconda fonte è di IPSOS MORI (se ho ben capito una società di analisi di mercato/ sondaggi) e, secondo la loro statistica, l'Italia ha il grado più alto di percezione errata della realtà a livello mondiale!
I dettagli di queste statistiche, come siano state realizzate o chi le abbia commissionate non è importante: servono solo a spiattellare un paio di numeri al telespettatore.
Che poi con le statistiche si possa dire tutto e il contrario di tutto è irrilevante: qui le presenteremo come dati assolutamente inconfutabili.
Poi si passa alle interviste vere e proprie: useremo una decina di personaggi che si ripartiranno circa 14 minuti di servizio. In questa maniera, grazie allo spazio brevissimo dedicato a ciascuno, ogni loro affermazione sarà decontestualizzata e diventerà più facilmente parte della “storia” che vogliamo raccontare. Cercheremo infatti di concentrarci sulle parole chiave "reti sociali", "populismo", "analfabetismo funzionale" e, ovviamente, "fascismo" per costruire artificialmente pezzo per pezzo l'argomentazione alla quale vogliamo arrivare.
Una complicazione aggiuntiva è data dal fatto che, soprattutto i neuropsicologi, ma anche altri intervistati fanno commenti generici sull'informazione validi anche per i media tradizionali. Ma il nostro scopo è quello di attaccare SOLO le reti sociali, usate da Lega e M5S, e non i canali di propaganda dei partiti tradizionali!
Quindi, quando estrarre frasi casuali dal loro contesto non sia sufficiente, dovrà essere il montaggio a nascondere questo problema: altri intervistati dovranno “completare” opportunamente il ragionamento che vogliamo suggerire al telespettatore.
Sembra complicatissimo ma in realtà non lo è: è vero che così facendo si creeranno un sacco di piccole incongruenze ma tanto il telespettatore non è in grado di concentrarsi troppo a lungo e percepirà principalmente le frasi finali di ogni intervista. Eventuali difficoltà logiche verranno prontamente dimenticate.
Ma facciamo un esempio concreto.
Iniziamo con un'esperta di comunicazione → lei afferma che la ripetizione è un mezzo efficace per suggerire alla popolazione una specifica idea. La percezione della realtà è così deformata (collegamento alla statistica precedentemente mostrata). Verissimo: e allora? Chiudiamo la sua mini intervista con una frase dove afferma che la ripetizione è ancor più efficace quando non si è in grado di interpretare quello che si legge in rete.
Il professore di “Social Media Analysis” → analfabetismo funzionale: 4 italiani su 5 non riconoscono un profilo falso; 3 su 5 non riconoscono una notizia falsa. Le statistiche citate non sono in linea con quelle mostrate precedentemente ma pazienza: tutti sanno che con le statistiche si può dire tutto e il contrario di tutto e, comunque, ormai il telespettatore non ricorderà più esattamente i numeri iniziali...
La professoressa di italiano → i giovani di oggi capiscono meno l'italiano e lo scrivono peggio. Vari esempi. Sono abituati a usare le reti sociali e quindi a esprimersi con testi brevissimi.
Neuropsicologo francese → Noi siamo la nostra memoria; dobbiamo quindi memorizzare quello che leggiamo/ascoltiamo; per farlo dobbiamo dormire bene e la luce blu dei calcolatori, usati a sera, ci fa dormire male; bisognerebbe fare delle pause di riflessione durante la giornata per memorizzare quanto appreso. Tutte cose giuste ma non direttamente attinenti alla nostra argomentazione: non importa ci penseranno le interviste successive a riportarci alle reti sociali!
Giornalista americana → Aveva previsto tutto quando dieci anni fa uscirono i primi smart phone! Le persone abituate a Internet cercano risposte facili: sono abituate a ottenere quello che cercano rapidamente, in linea, e senza sforzo: sparisce quindi l'umiltà di rendersi conto di “non sapere” che è necessaria per imparare.
La superficialità porta a una regressione caratterizzata da aggressività e intolleranza. La cultura della distrazione porta in maniera “abbastanza diretta” al fascismo.
Professore americano → Il cervello sta imparando a saltare da un collegamento all'altro invece di approfondire un concetto. Si ricerca la risposta rapida e immediata.
Neuropsicologo americano → Stiamo diventando creature solo reattive, che non riflettono né approfondiscono. C'è una diffusa diminuzione della razionalità. Preoccupazione per il futuro. Anche ai bambini dovrebbe essere insegnato com'è facile venire manipolati. Non vuole parlare di politica ma, vista l'insistenza, fornisce un'altra statistica: il 50% degli americani crede a Trump anche se il 95% di ciò che dice è falso. La fonte non è riportata ma non importa: è un neuropsicologo quindi è comunque credibile e poi Trump è populista, quindi assimilabile a M5S e Lega...
Conclude spiegando che questo avviene perché la gente crede a quello che legge senza metterlo in discussione.
Ricercatore a Oxford (ed ex-Google) → le nuove tecnologie ci distolgono dai nostri obiettivi; C'è una crisi delle democrazie liberali. Come e perché? Meglio farlo spiegare al prossimo intervistato...
Saggista e sviluppatore Microsoft → Le reti sociali usate politicamente scatenano solo sentimenti negativi; creano un clima di cinismo caratterizzato da rabbia, disillusione e tendenza a incolpare gli altri. Dove arriva FB è un disastro: nei paesi ricchi nascono i populismi; in quelli poveri crescono i conflitti tribali. Si va verso una xenofobia diffusa: in Svezia, Italia, Polonia, Ungheria e USA. Questo perché la tecnologia esalta le emozioni negative su quelle positive.
Oops! Al fascismo accennava solo la giornalista americana: allora prendiamo la parte finale della sua intervista e la riproponiamo qui, subito dopo il commento sull'Italia xenofoba e populista, in maniera che il collegamente fra questi concetti divenga chiaro anche allo spettatore più addormentato!
Di nuovo la giornalista americana → La superficialità porta a una regressione caratterizzata da aggressività e intolleranza. La cultura della distrazione porta in maniera “abbastanza diretta” al fascismo.
Il tutto dovrà essere accompagnato da una musichetta di sottofondo che non distragga ma che crei un minimo di tensione e angoscia...
Ecco quindi che mettendo insieme vari spezzoni di intervista abbiamo realizzato la traballante argomentazione che ci eravamo proposti di raggiungere: l'analfabetismo funzionale confonde gli elettori, non più in grado di capire ciò che leggono, e che divengono quindi facile preda dei populismi xenofobi e razzisti ovvero, in Italia, di M5S e Lega.
E questo ci dà anche il titolo per il nostro servizio: “Verso un nuovo Fascismo. Analfabetismo e propaganda.”
Vi pare eccessivo? Dopotutto i commenti degli scienziati, con l'unica eccezione dell'accenno a Trump, erano neutri? Non importa! Le parole chiave “rete sociali” e “populismo” sono state ripetute più volte e il telespettatore mischierà tutto insieme senza più distinguere fra chi ha detto cosa: soprattutto ricorderà l'opinione personale, ovviamente non motivata, della giornalista sul fascismo e la predica contro FB (che porta xenofobia e populismo) dello sviluppatore Microsoft (ecco forse qui abbiamo sbagliato: era meglio non menzionare che questo tizio, così critico verso FB, lavora per Microsoft!)...
Perché allora abbiamo aggiunto le interviste degli scienziati? Le abbiamo inserite perché danno credibilità scientifica alle illazioni degli intervistati più politicamente schierati: l'autorità della scienza viene quindi usata per dare peso a ipotesi politiche/sociali più o meno arbitrarie e indimostrate...
L'importante è che il telespettatore non si renda conto che quel che è stato detto contro le reti sociali vale anche per i media tradizionali: in particolare anche per i servizi giornalistici! Il telespettatore infatti tenderà a ricordare un concetto su dieci (quando va bene) delle interviste, il titolo del servizio e le battute finali...
Ecco il risultato che abbiamo ottenuto: Verso un nuovo Fascismo. Analfabetismo e propaganda.
Missione compiuta!
Conclusione: a parte gli scherzi mi hanno colpito le analogie che si possono trovare fra musica da quattro soldi e il giornalismo italiano. Avete mai provato a leggere un articolo della BBC? Se lo fate vi accorgerete che sono mediamente dieci volte più lunghi di quelli italiani. L'analfabetismo funzionale si può misurare anche così: dalla qualità dell'informazione...
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