Recentemente ho visto un interessante documentario scientifico sull'isteria, malessere tipicamente femminile, di cui sembra si sia finalmente individuata la causa: l'isteria è infatti una sindrome nevrotica, dal quadro clinico molto eterogeneo, causata da una sofferenza dell'utero dovuta all'astinenza sessuale. In pratica, se una donna si trattiene troppo a lungo dalla copula, ecco che allora la sua vagina avvizzisce e l'utero si distacca: inizia a vagare per il corpo e, prevedibilmente, causa ogni sorta di strano sintomo fisico.
In realtà, come oggi spesso accade, il documentario ricostruisce una vicenda storica in maniera un po' romanzata: ma le basi scientifiche e mediche sono più che solide.
Un piccolo equipaggio, composto da uomini e donne, governa una grande nave commerciale. Inizialmente l'atmosfera sembra serena e rilassata ma da alcuni particolari si capisce che la protagonista, invece di fare sesso con i colleghi, ha dormito per molti mesi: la condizione ideale affinché l'isteria possa svilupparsi e colpire.
E infatti, improvvisamente, durante un pranzo a cui partecipa l'intero equipaggio, c'è un vero e proprio attacco isterico: l'utero si distacca dalla vagina e si apre a morsi, nel corpo della vittima, la strada verso l'esterno; poi fugge via veloce senza farsi acchiappare.
In realtà, mi sovviene adesso, l'utero non esce dal corpo di una donna ma da quello di un androide: ma come tutti sanno gli androidi non hanno il pene e quindi sono più simili alle donne come, peraltro, indica l'etimologia stessa di “androide” ovvero “uomo con utero”. E comunque la protagonista del documentario è una donna, quindi tutto torna.
Ma la nevrosi della donna peggiora: l'utero fuggiasco cresce sempre più e, uno dopo l'altro, fa fuori tutti i membri della ciurma.
La protagonista è quindi lasciata da sola ad affrontare le proprie paure: dovrebbe combattere la propria isteria, ormai fuori controllo, sublimando i propri istinti sessuali, ovvero anzi, cedendo a essi. Ma la donna, nonostante si muova per la nave in mutande e armata di un lanciafiamme (un ovvio simbolo fallico; per non parlare di come lei grugnisca di piacere ogni volta che fa fuoco, ovvero al simbolico orgasmo maschile) che però non usa nella maniera propria, ovvero per soddisfarsi sessualmente, ma per tentare futilmente di uccidere la propria isteria. Ovviamente la donna non potrebbe pienamente soddisfare le proprie pulsioni sessuali perché tutti gli uomini sono stati già mangiati dal suo utero: ma, perseverando con pervicacia nella sua mentalità perbenista, neppure prova le alternative...
Da notare che in genere l'azione si svolge in corridoi bui, stretti e claustrofobici dalle cui pareti, specie quando l'isteria è vicina, colano schifose e viscide sostanze liquide: questi oscuri cunicoli sono infatti chiare metafore della vagina tesa, aggrovigliata e contratta della protagonista.
Alla fine la donna, non riuscendo a soddisfare i propri istinti repressi, decide simbolicamente di negarli totalmente e, quindi, di affondare la nave (simbolo del proprio corpo traditore) per fuggire su una piccola scialuppa (simbolo di una culla ovvero della rinascita).
Finalmente, quando lei si crede al sicuro sulla scialuppa, ritrova la propria micia: un po' l'accarezza ma certo non abbastanza da soddisfarsi e infatti, la sua mostruosa nevrosi uterina, che si sperava affondata con la nave, la raggiunge.
Il confronto fra la donna e il suo utero è ambiguo: i due si fissano da vicino negli occhi tanto che del liquido schifoso cola dalla bocca dell'utero sul volto della donna. Quando sembra che la protagonista stia per cedere a un autoerotismo liberatorio ecco che le sue ossessioni hanno la meglio e lei, con un trucco, riesce a far precipitare l'utero fuoribordo.
Ma è chiaro che questa non è la fine: la ragazza va infatti a letto stringendo a sé la propria micia pelosa ma subito cade in un sonno profondo. È naturale che la nevrosi isterica si manifesterà nuovamente costringendola a lottare ancora contro di essa: e infatti a questo documentario ne sono seguiti altri due o tre con la stessa protagonista...
Tornando alla ricerca originale, del professor Ippocrate dell'università di Kos, questa spiega appunto che l'isteria, malattia esclusivamente femminile, è dovuta a una sofferenza dell'utero (in greco histéra) causata dall'astinenza sessuale che lo costringe a errare per il corpo premendo sugli altri organi. Anche il dottor Galeno condivide questa spiegazione e come cura, oltre a quella ovvia, suggerisce gli esorcismi...
La fonte di tutte queste informazioni è “La Garzantina: Filosofia”, Ed. Garzanti, 1999 alla voce "isteria".
Il documentario è invece diretto dal famoso Ridley Scott mentre la protagonista isterica è interpretata da Sigourney Weaver.
Conclusione: ecco cosa può succedere se mi prendo una pausa dall'Etica nicomachea...
martedì 13 settembre 2016
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Ciao, Vapore! Ti ho scoperto per caso solo stasera, ma mi sono già innamorata perdutamente di te. Ci tenevo a farti sapere solo questo.
RispondiEliminaAnche se, in effetti, sono molto sensibile al fascino cicciottello della mia arguzia... giuro che non ho postato io il commento precedente...
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