Nel suo ultimo articolo (Il piddino e l'euro (la parola al neurologo)) Bagnai pubblica una epistola ricevuta da un suo lettore neurologo.
L'argomento è se ci possano essere dei motivi psicologici, oltre al non conoscere i fatti, che impediscono alle persone di riconoscere il fallimento dell'euro.
L'articolo mi ha colpito per due motivi: il primo è che affrontai un argomento analogo sul mio viario molto tempo fa (v. Gli intelligenti e onesti del PD/PDL) e, mi pare, centrai maggiormente il nocciolo della questione; il secondo è che il neurologo cita una serie di esperimenti tutti presentati nel corso di psicosociologia (v. Varie ed eventuali sulla psicosociologia) che seguii qualche anno fa!
Partiamo dal secondo punto: io non riesco a credere che si tratti di una coincidenza, eppure il neurologo non cita il corso di psicosociologia e fa apparire i tre esperimenti psicologici citati come se facessero parte della sua preparazione culturale. Magari è proprio così ma una certa untuosità nel rivolgersi al Bagnai unita a una falsa noncuranza («Continuo, anche se saltuariamente, a leggere il tuo blog...») mi portano a pensare male: ovvero che il neurologo abbia usato il proprio titolo universitario per elevare a teorie quelle che sono delle sue opinioni superficiali (come tutto ciò che scrivo io!).
Invece, riguardo al primo punto, io credo che un primo problema sia la polarizzazione (v. L'intolleranza dell'economista) del viario del Bagnai: questa provoca una sovrastima della reale diffusione delle idee del Bagnai sulla causa della crisi economica/sociale italiana.
Riguardo alle persone esposte alle teorie del Bagnai credo che i fattori presentati dal neurologo abbiano sicuramente la loro influenza ma che non siano il motivo principale dell'apparente incapacità di molte persone di riconoscere una realtà diversa da quella in cui credono.
Il motivo è che la personalità stessa delle persone è costruita su una realtà immaginaria basata sui propri miti, politici e non. Ammettere che uno di questi pilastri è un'illusione non comporta il dover semplicemente riconoscere il proprio errore ma il ricostruire se stessi. Uno sforzo che pochi sono disposti a fare...
Conclusione: accettare una realtà profondamente diversa da quella in cui si crede può portare a una metanoia che provoca una palingenesi del proprio io. Quasi quasi commento anch'io quel pezzo! Evitando "metanoia" e "palingenesi" per non passare da "baccelliere"...
L'esempio di Benjamin Franklin
2 ore fa
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