Probabilmente non dovrei mettermi adesso a scrivere questo pezzo perché ho poco tempo ma, in caso di necessità, vorrà dire che lo terminerò stasera (vedi poi conclusione!).
In verità forse ho anche già accennato a questa idea in passato ma oggi un breve video di Asmongold me l’ha fatta tornare di attualità.
Come ho scritto in passato (ma forse sul quadernone a quadretti a gennaio o a marzo) Asmongold, che per lavoro dice quello che pensa e lo dice bene, cioè chiaramente e logicamente, da qualche tempo (pochi mesi direi) ha iniziato a criticare le assurdità degli ideologi “woke” che stanno iniziando a inquinare l’ambiente dei videogiochi. Asmongold, che io sappia, non si interessa di politica, di società o di altro (pur avendo ottime basi di psicologia ed economia) però l’ambiente videoludico lo conosce benissimo.
Come suo solito quindi ha preso video o cinguettii che affrontassero la questione woke-videogiochi e li ha analizzati passo passo dicendo quando secondo lui erano nel giusto e quando sbagliavano. Ovviamente, come suo solito, argomentando le proprie opinioni in maniera logica, chiara e sintetica. Il risultato e che l’ideologia “woke” ne usciva con le ossa rotte dato che il 90% delle sue idee/proposte venivano fatte a pezzi dal bisturi di Asmongold e ridicolizzate per la loro stupidità.
Asmongold però, vivendo nella sua nicchia di mondo, non si era reso conto dell’appoggio politico di cui gode questa ideologia e dà per scontato che le istituzioni che dovrebbero essere indipendenti, come per esempio la giustizia o le varie agenzie federali, lo siano effettivamente. Per questo motivo io che mi intendo molto meno di giochi di lui ma che ho una panoramica forse più vasta della situazione politica/sociale mondiale e statunitense ero un po’ preoccupato.
E infatti le parole/video di Asmongold non sono passate sotto silenzio e, come spesso oggi capita negli USA, gli è stata aizzata contro la solita canizza di ideologi “woke” che hanno iniziato ad attaccarlo accusandolo delle “solite” cose: razzismo, sessismo, pedofilia, fascismo, trumpismo etc.
Niente di meglio per Asmongold che su tali attacchi ha costruito nuovo materiale per il proprio canale procedendo a dissezionare le nuove provocazioni e a dimostrare fattualmente la loro inconsistenza e fallacia col risultato di far passare i loro autori per stupidi. E cosa odiano di più gli stupidi, che in genere si sentono dei geni incompresi e più avanti del resto dell’umanità, se non passare da stupidi ed essere ridicolizzati? Niente. E per questo hanno continuato a cercare di “cancellare” Asmongold sia personalmente (attaccando le sue abitudini personali, il suo aspetto etc.) che sul lavoro cercando di fargli perdere i suoi sponsorizzatori.
Per adesso questo schema di interazione prosegue come ho descritto: con Asmongold che procede a creare nuovo materiale sugli attacchi “woke” che subisce e che ridicolizza a causa della loro illogicità, errori e bugie. Io mi aspetto però che quanto prima ci sarà un passaggio alle vie legali ma credo anche che Asmongold abbia le spalle coperte su questo fronte dato che pesa sempre con attenzione le parole che usa: certo il rischio è che l’eventuale processo non sia neutrale (come sicuramente crede lui) ma politico e di questo, forse, ancora non si rende pienamente conto.
Comunque oggi Asmongold era piuttosto seccato perché gli ideologi e seguaci “woke” sono passati alle minacce fisiche e ad augurargli di subire vari tipi di violenza: vedere questo breve video dal suo canale di corti
They Want Gamers to Be Purged. Notare anche le numerose censure di commenti probabilmente a supporto di Asmongold. Notare anche il fanatismo, se non l’odio e la sete di “sangue”, di molti commenti di “wokisti”.
Ma nonostante questa lunga introduzione non è di questo che volevo scrivere oggi! Cioè la vicenda di Asmongold è lo spunto ma la mia riflessione voleva essere molto più generale.
Volevo scrivere di come il confronto pacato fra persone e gruppi che la pensano diversamente stia diventando sempre più raro. Di come non esistano più le sfumature di grigio ma solo il bianco e il nero: noi i buoni, tutti gli altri i cattivi. Come oggi predomina l’arroganza di chi è sicuro di avere ragione e di come tutti gli altri non solo abbiano torto ma siano dei degenerati e pervertiti a pensarla diversamente. Chi dal nostro punto di vista è in errore è un malvagio, chi crede di avere ragione si sente un paladino del bene.
E questa ottica semplicistica e infantile, che riduce qualsiasi controversia e differenza, a bianco e nero, a bene e male, scatena delle crociate: chi crede di avere ragione non ha più alcun dubbio, nessuna incertezza, e anzi sente il dovere morale non di comprendere chi la pensa diversamente ma di attaccarlo e, quando possibile, distruggerlo.
Questo modo di pensare, oltretutto contrario a quella che dovrebbe essere la cultura occidentale basata sul rispetto dell’individuo qualunque siano le sue idee, sulla libertà di pensiero ed espressione, si sta diffondendo a tutti i livelli. Dal più alto al più basso.
Prendiamo la Baronessa Tedesca: chi non è d’accordo su un qualche aspetto della sua politica è, secondo la stessa, un estremista o di sinistra o di destra. Possibile non essere d’accordo con lei senza essere un estremista? E in Italia poco meglio: abbiamo i partiti maggiori sostanzialmente uguali che combattono fra loro le solite finte battaglie ma che poi sugli argomenti più importanti (euro, Europa, guerra, gestione covid etc.) la pensano allo stesso modo e, tutti uniti insieme, cercano di delegittimare qualsiasi pensiero alternativo: attenzione, non dico non essere d’accordo, che sarebbe lecito, ma considerare tali idee inammissibili e rifiutarsi quindi di discuterle spiegando, per esempio, i loro eventuali errori.
Al livello molto più basso di questo ghiribizzo vediamo il nostro commentatore Anonimo che da un paio di mesi ha preso a commentare le sciocchezze che scrivo: se provate a leggere qualcuno dei suoi commenti noterete che non si limita a spiegare perché non sia d’accordo con le mie opinioni ma, contemporaneamente, si sente in dovere di attaccare la mia persona e di delegittimare le mie idee.
Mi chiedo quindi da cosa possa derivare questa “epidemia” di vera e propria intolleranza intellettuale. Probabilmente, sempre se esisterà ancora una civiltà con la capacità di analizzare se stessa, fra un centinaio di anni i sociologi che studieranno il nostro periodo storico avranno delle risposte molto interessanti.
Io posso proporre le mie solite illazioni: credo che i fattori principali siano due.
Il primo è l’imitazione del potere: se il massimo potere politico divide il mondo in buoni e cattivi, senza sfumature, i media gli vanno dietro e, a loro volta, si affannano a sostenerne la visione. Inevitabilmente lo faranno mettendo da parte la razionalità e ricorrendo invece a una narrativa basata sulle emozioni, soprattutto odio e paura, ed evitando accuratamente qualsiasi sforzo di comprendere la parte avversa e le sue ragioni. Ovviamente questo al di là di una patina di propaganda in cui si finge di voler comprendere per invece dimostrare, con paralogismi, contesto fuorviante, omissioni e bugie, la completa inconsistenza degli argomenti dell’altra parte (*1).
Il secondo motivo credo sia più terra terra: temo che le reti sociali stiano contribuendo notevolmente ad accentuare il fenomeno. Per poter vendere la loro pubblicità esse hanno tutto l’interesse a profilare i propri utenti, ovvero a inserirli in specifiche categorie di interesse per i diversi inserzionisti. La maniera migliore per riuscirci è quella di polarizzare il pensiero e le idee: la conseguenza è che per ottenere tale scopo non forniscono degli strumenti per facilitare una discussione produttiva/costruttiva ma solo il pollice dritto che, invece, estremizza.
Per capirci: se io leggo un commento su FB che condivido al 60% e gli do la mia approvazione allora chi lo ha scritto recepisce il messaggio che KGB è d’accordo con lui al 100%! Di questo sono più o meno tutti consapevoli e di conseguenza, chiaramente in riferimento a messaggi ideologici di un certo spessore e non a foto di gattini o delle ferie, si dà la propria approvazione solo se d’accordo almeno all’80%. Anche così però scatta il meccanismo che porta alla polarizzazione del pensiero ma è utile a FB per inserire tale utente nel cesto di quelli che, almeno all’80%, supportano una certa idea.
Sono del parere che si svilupperebbero delle dinamiche totalmente diverse se nelle reti sociali fosse possibile assegnare (anonimamente) i seguenti giudizi: “d’accordo al 100%”, “d’accordo all’80” e via via a scendere fino al “d’accordo al 20%” e “d’accordo allo 0%”.
In questa maniera il tizio che (per capirci) con 10 amici riceveva 3 mi piace a una propria idea, convincendosi così della sua assoluta validità, adesso scoprirebbe che solo un amico è d’accordo con lui al 100% e che due lo sono all’80%. Poi però ce ne sono anche altri 2 d’accordo al 60%, 4 al 40% (e quindi leggermente contrari) e un “Giuda” totalmente in disaccordo. Io credo che una panoramica dei pareri su una propria affermazione di questo genere aiuterebbe l’autore a rimanere più obiettivo e, magari, a ripensare alcuni aspetti potenzialmente più controversi di ciò che aveva affermato.
Al contrario FB fa sapere all’autore del messaggio originario solo chi è d’accordo con lui (oltretutto facendogli credere, anche solo inconsciamente, che lo siano al 100% mentre invece a volte l’approvazione potrebbe essere molto più fredda) e nascondendo completamente chi è in disaccordo o non troppo d’accordo. Questo porta alla polarizzazione del pensiero con tutte le sue conseguenze.
Quali sono le conseguenze della polarizzazione? Beh, per prima cosa il pensiero diviene sempre più estremo, poi si rafforza la certezza di essere nel giusto e quindi si alimenta il fanatismo. Questo a sua volta giustifica qualsiasi eccesso perché, così si dicono i fanatici, “il fine giustifica i mezzi”.
C’è poi da chiedersi quanto politici, media e reti sociali siano consapevoli di questo meccanismo che, a mio parere, sta minando la coesione sociale dell’occidente. Onestamente non saprei dire: io sospetto che molti sinceramente non se ne rendano ancora conto. Del resto non mi pare di aver sentito in giro teorie simili alla mia…
Conclusione: mi scuso per il pezzo più lungo del solito che, infatti, ho finito per scrivere in due giorni…
PS: mi ero dimenticato un ultimo commento sull’ideologia “woke”. È possibile che il potere approvi e sostenga tale ideologia anche per sfruttarne, quando possibile, il fanatismo dei suoi membri? Persone da aizzare facilmente contro i nemici del momento, per esempio oggi i sostenitori di Trump? Possibile: sarebbe interessante sapere come, da questo punto di vista, stia venendo gestita la contrarietà alla guerra in Israele. Il potere è infatti allineato al volere di Tel Aviv ma, se ho ben capito, i seguaci dell’ideologia “woke” sarebbero molto più filopalestinesi. Sfortunatamente non ne so abbastanza per poter giudicare...
Aggiornamento 29/3/2024: appena finito di scrivere il pezzo ho guardato i nuovi video di Asmongold e ho trovato questo:
This Got Everyone Mad
Nei primi due terzi del video (poi divaga un po’) Asmongold spiega quanto sia necessaria più tolleranza e pazienza (anzi usa il termine “misericordia”) nell’interpretare il pensiero altrui che non si condivide totalmente. Inizio a pensare che non sia ISTP ma INTP.
Nota (*1): Ecco quindi spiegato l’ospite che la pensa diversamente accerchiato dai “buoni” che hanno proporzionalmente più spazio e che applicano la loro pressione di gruppo (beh, l’equivalente televisivo!) sugli spettatori.