Mi sembrava di aver già scritto un pezzo simile a questo la scorsa estate, o forse in quella del 2022, ma nonostante i miei sforzi non sono riuscito a ritrovarlo: o mi sbaglio oppure ho usato dei marcatori errati (e magari un titolo fuorviante!)…
Recentemente però la stessa problematica è riemersa: un lettore anonimo ha più volte sottolineato nei suoi commenti che quella che io considero informazione imparziale sulla guerra in Ucraina è invece pura propaganda russa; sempre secondo questo anonimo la verità su tale guerra la forniscono i media tradizionali.
Quindi il punto di questo pezzo è: su quali criteri mi baso per preferire una fonte di informazioni rispetto a un’altra?
In generale ogni fonte ha delle preferenze che ne influenzano le notizie. Ancora negli anni ‘90 per aggirare il problema bastava basarsi su più fonti (vuoi quotidiani cartacei o telegiornali): comparando le diverse versioni disponibili era possibile identificare un nucleo di fatti attendibili e arrivare a un’interpretazione logica e coerente degli stessi mediata dai diversi punti di vista.
Sfortunatamente, negli ultimi decenni, i media ufficiali hanno iniziato a omologarsi fra loro: non sono più voci contrastanti ma, soprattutto sui fatti importanti, ripetono grossomodo la stessa narrativa. Adesso confrontare i diversi media ufficiali serve a poco dato che ripetono la stessa versione dei fatti.
Nello specifico, riguardo la guerra in Ucraina, la scelta si riduce alla propaganda occidentale e a quella russa e fra le due ci sono pochissimi fatti su cui concordano: più o meno solo sulle modifiche del fronte, quale città e villaggi passano di mano e poco più.
Fortunatamente, nonostante che il confronto diretto fra propagande non sia particolarmente utile, ho individuato delle condizioni, dei criteri cioè, con cui valutare nel tempo le fonti. È sulle fonti che hanno superato questi criteri che baso poi le mie considerazioni. Tendenzialmente non seguo i media ufficiali, né occidentali né russi, ma dei canali YouTube che cercano (con moderato successo) di essere neutrali e che pre-processano per me le varie notizie del giorno.
Premessa: La propaganda ha lo scopo di manipolare l’opinione pubblica per orientarla nella stessa direzioni di pensiero del potere. Per questo usa talvolta notizie false ma, più spesso, tacendone di vere e presentandole da una particolare prospettiva tesa a confermare una narrativa che cerca di legare insieme coerentemente i vari fatti.
Le condizioni:
1. Coerenza interna.
- La propaganda spesso si contraddice. Asserisce molte informazioni ma talvolta alcune di queste sono in contraddizione fra loro. Occorre un minimo di memoria e di logica per cogliere i vari errori. Le contraddizioni sono sintomatiche di bugie e, quindi, di propaganda.
2. Cui prodest?
- Secondo me questo è lo strumento fondamentale con cui passare al setaccio tutta l’informazione: chi ha da guadagnarci da una notizia? In questa maniera possono essere individuate molte contraddizioni interne (vedi punto 1) o, per lo meno, l’attendibilità di alcune informazioni diminuisce fortemente quando si scoprono conflitti di interesse.
Parimenti da tenere in considerazione è il “cui nocet”, ovvero chi ha da rimetterci da una particolare informazione/notizia.
3. Conferme nel tempo.
- Questo criterio è fondamentale ma per usarlo occorre un minimo di memoria. Bisogna ricordare le affermazioni delle diverse fonti e verificare se nel corso del tempo si sono verificate o no. A volte è il caso che provoca un risultato invece che un altro ma spesso è la conferma di una bugia. Vale infatti il detto “le bugie hanno le gambe corte”.
4. Silenzi sospetti.
- La propaganda tende a nascondere fatti difficilmente spiegabili e integrabili nella propria narrativa: c’è infatti la possibilità che essi creino contraddizioni interne (vedi punto 5) giustificabili solo con bugie (vedi punti seguenti). L’informazione che non ha niente da nascondere non ha invece questo problema: la verità viene in genere arricchita dai dettagli; sono le bugie che invece diventano sempre più complesse e meno credibili se devono integrare più fatti insieme.
Questo punto è legato alla censura: il falso si contrasta efficacemente contrapponendogli il vero. La scorciatoia della censura dovrebbe essere motivo di sospetto (molto utile considerare il punto 2).
5. Conflitti di interesse.
- Punto fortemente legato al 2 ma con una propria identità. Si deve valutare non solo la notizia ma eventuali interessi (cui prodest/nocet) del singolo giornalista, del canale/quotidiano/televisione, dell'editore e di chiunque possa esercitare pressioni politiche, economiche o di altro tipo su di questi.
Nelle ricerche scientifiche eventuali conflitti d'interesse devono essere sempre specificati ma per le notizie manca invece questa prudente precauzione.
6. Fornisce prove verificate (filmati chiari del fatto) e/o la fonte originale della notizia.
- La propaganda spesso non fornisce prove di ciò che afferma o magari dà per buona la notizia arrivata direttamente da uno dei due stati belligeranti. Una fonte originale indipendente è poi spesso più attendibile di un servizio segreto di uno stato parte in causa.
7. Allarmismo.
- Lo scopo della propaganda è quello di manipolare il proprio pubblico e, per questo, uno dei suoi strumenti preferiti è la paura. La paura infatti riduce notevolmente la razionalità rendendo le persone meno capaci di ragionare e di distinguere il vero dal falso. La fonte d'informazione che rilancia notizie allarmanti, soprattutto nel tono e nel colore, o che paventi conseguenze drammatiche (senza solide giustificazioni) è per questo da considerarsi sospetta.
8. Messaggi semplici e ripetuti continuamente.
- La propaganda per influenzare la popolazione usa ripetere messaggi semplici ripetuti il più spesso possibile. Le vicende umane invece sono spesso complesse e derivanti da più fattori. Se l’informazione è semplice e ripetitiva allora l’intento non è quello di informare ma di convincere manipolando.
9. Emotività.
- La verità si basa su fatti concreti e ragioni solide: quando queste mancano la propaganda può ricorrere all'emotività invece che alla razionalità; al contrario l'informazione corretta non ne ha bisogno. Nel tempo però la giustificazione emotiva di per sé perde efficacia: per questo la propaganda usa l'emotività per sottolineare momentaneamente messaggi che si basano però su tecniche di manipolazione diverse. Ovviamente questo punto è legato al precedente dato che la paura è una delle emozioni più potenti.
10. Confronto con proprie conoscenze, con libri o articoli scritti in epoca non sospetta, con il parere di personaggi neutrali.
- Se per esempio si è personalmente esperti di qualcosa ci si può rendere conto se qualche relativo particolare della narrativa sia corretto o meno: se qualche particolare ci risulta errato allora anche gli altri dati perdono credibilità. Lo stesso vale per le contraddizioni risultanti da libri, articoli o video pubblicati prima della crisi (in questo caso la guerra in Ucraina).
Per l’opinione dei personaggi esperti in materia bisogna stare attenti: le singole persone possono essere facilmente comprate o ricattate. È prudente fidarsi solo di chi riteniamo assolutamente attendibile.
11. Autorità contro Spiegazione.
- La propaganda tende a ripetere (vedi punto 8) il parere dell’autorità senza aggiungere spiegazioni (che se speciose rischiano di creare contraddizioni interne). Quando la “verità” viene calata dall’alto senza spiegazioni o fonti (v. anche punto 5) è bene essere sospettosi.
Al momento non mi vengono in mente altri punti. Ho cercato di ordinare i diversi criteri in base alla loro importanza: secondo me i più importanti sono i primi tre, poi vengono gli altri e con il 9, 10 e 11 da usare con prudenza. In futuro potrei aggiornare questa lista se avrò nuove idee…
Grazie a questi criteri ho individuato nel tempo vari canali YouTube che, pur conservando un sano scetticismo, ritengo piuttosto affidabili: è un po’ l’effetto contrario del falso allarmismo di chi grida sempre “al lupo” senza motivo. Chi fa costantemente previsioni errate perde credibilità, vice versa chi le indovina ne guadagna.
Conclusione: se qualcuno ha ulteriori idee su criteri da seguire con cui vagliare e valutare le notizie provenienti dalle diverse fonti d’informazione mi faccia sapere! L’argomento mi interessa molto…
martedì 5 marzo 2024
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Non so se invidiarti o compatirti, visto che a quanto pare vivi in un film di fantascienza in cui ricominci sempre da zero.
RispondiEliminaA quanto pare tu non hai nessuna memoria di quello che è capitato un anno fa, cinque anni fa, dieci anni fa, cinquanta anni fa, cento anni fa, quindi ti devi fare raccontare tutto da capo ogni volta che ti svegli.
Da chi te lo fai raccontare il mondo che ricomincia da zero ogni giorno? Be certo, dai canali Youtube. Cosi sei sicuro che siano "imparziali". E' comodo perché un libro di storia mica lo puoi ristampare ogni giorno, invece si può fare benissimo un video Youtube ogni giorno.
Il Muro di Berlino non è mai esistito.
Non ti interessa tanto per te domani è un'altra cosa ma quando lo costruirono in Italia la "propaganda" lo vendeva come "Il muro antifascista" che serviva a proteggere il Paradiso del Popolo dalla aggressione dei nazi-fascisti americani borghesi capitalisti. Poi quei poveretti che cercavano di scappare dall'altra parte in realtà erano tutti spie fasciste borghesi americane.
Se poi capitava di incontrare un rifugiato o dissidente, era un povero pazzo, perché solo i pazzi fuggono dal Paradiso. Poi si, magari non hanno tutti i comfort però hanno il necessario e sono felici.
Quando ci furono le invasioni di Ungheria e Cecoslovacchia si trattava dell'intervento dolorosamente necessario che il fraterno Popolo dell'URSS offriva agli Ungheresi e ai Cecoslovacchi minacciati dai fascisti borghesi americani capitalisti che tramavano e organizzavano contro-rivoluzioni. I morti erano tutti nazifascisti, agenti del capitale, spie, criminali corrotti omosessuali drogati sifilitici e magari, sfiga, un passante preso nel mezzo. Il passante non schiacciato dal carro "russo" ma ovviamente ammazzato dai fascisti che sparano nel mucchio, mica come gli eroici ed integerrimi soldati della Armata Rossa, i quali, quando non sono chiamati a combattere nazisti, lavorano con le maniche rimboccate e il berretto, baciano i bambini e suonano la balalaika.
Qui da noi ci sono dei volenterosi che saranno gli eredi dei partigiani e che apriranno la via alla rivoluzione del proletariato dai campi e dalle officine. Cominciamo ad ammazzare dirigenti sindacali venduti, magistrati e giornalisti al soldo dei fascisti, politici agenti della CIA, eccetera. Chissa che poi, sollevate le masse, si possano cacciare le "basi NATO" e aprire le braccia alla fraterna Armata Rossa che da noi.
Ecco, avanti veloce, 2024 come il Novecento distopico.
Dal crollo del Muro sono passati trent'anni epperò tutto cancellato, nel senso che l'URSS era il "Paradiso del Popolo" e faceva bene a schiacciare i nazifascisti ungheresi, oggi la "Russia" è il "Paradiso di Dibba" e fa bene a schiacciare i nazifascisti ucraini. L'URSS era piena di meraviglie di scienza e tecnologia, la "Russia" idem.
Ci si potrebbe domandare perché non ci sono milioni che emigrino in "Russia" cosi come non c'erano per l'URSS. Chi se lo domanda è sicuramente un fascista.
Come ho accennato in una mia precedente risposta, sempre ad Anonimo, scrissi questo pezzo per riassumere quali fossero, dal mio punto di vista, dei criteri indipendenti per valutare l’attendibilità delle fonti di informazioni.
EliminaIn precedenti scambi di opinioni era infatti emerso abbastanza chiaramente che le divergenze fra me e Anonimo nascevano da fonti di informazione contrapposte: lui pensava che le mie fossero propaganda russa e io che le sue fossero propaganda occidentale anti-russa.
Il problema era quindi stabilire quali fossero le fonti affidabili: ma come stabilirlo? Per questo misi nero su bianco i miei criteri per valutarne l'attendibilità.
Sfortunatamente, sicuramente per colpa mia, sembra che Anonimo non abbia capito niente di quanto ho scritto.
Non prova minimamente a spiegare cosa abbiano di sbagliato i criteri che ho proposto e, anzi, ho perfino qualche dubbio che li abbia letti.
Mi scrive invece una lunga filippica, più o meno condivisibile, di quanto l’URSS fosse cattiva.
Bo, ok: e allora che c’entra con quanto ho scritto io?
È sufficiente osservare la polarizzazione della politica su mille mila cose, anche qui, per notare la faziosità settaria, la propaganda, la disonestà intellettuale, le omissioni che ne risultano.
RispondiEliminaIn un conflitto militare la intensità del conflitto è di vari ordini di grandezza superiore quindi pure quanto ne segue.
Non serve la guerra, è sufficiente la manipolazione della storia fatta in Italia dai vincitori, la loro narrazione manipolatrice, omissioni, autocelebrativa, la rimozione di tutte le mattanza fatte a guerra finita.
Nulla di nuovo, messer Vapore Sodo.
UUiC
Che la propaganda esista e che la guerra con i suoi interessi l'amoplifichi all'ennesima potenza siamo, credo, tutti d'accordo.
EliminaIl senso di questo mio pezzo era però quello di proporre dei criteri, che a me sembrano relativamente oggettivi e logici, per distinguere la propaganda dall'informazione reale. Mi sembra molto importante, specialmente in un'epoca come questa dove è sempre più difficile orientarsi fra la pletora di fonti.
In vari vecchi commenti Sconosciuto mi aveva accusato di essere vittima della propaganda russa e, quindi, questo pezzo voleva anche essere l'occasione per spiegare i criteri che uso per selezionare le "mie" fonti. Mi sembrava un punto di partenza costruttivo per una discussione su cosa si possa definire propaganda e cosa no.