Beh, con questa puntata si va al sodo!
Però, come si capisce già dai primi paragrafi, alle scene di sesso si sovrappone il mio senso del grottesco. Questa sesta puntata potrebbe quindi allontanare dal romanzo un primo sottoinsieme di lettori: come premesso in precedenza ho cercato, per quanto possibile, di sviluppare una trama che progressivamente diventa sempre meno convenzionale e più provocatoria.
Tanto per dare un po’ di patina culturale a questo pezzo, e indirettamente a Strabuccinator, permettetemi una rapida citazione di Jung che mi pare appropriata: «Quando la conoscenza dell’inconscio collettivo raggiunge una profondità tale che il termine cosciente non può coglierne il contenuto, è impossibile a tutta prima stabilire se si tratta di un prodotto morboso ovvero di un prodotto incomprensibile a causa della sua stessa profondità. Per questa ragione un contenuto imperfettamente compreso, ma ricco di profondo significato, può presentarsi spesso anche come qualche cosa di morboso, ed è per questa ragione che i contenuti morbosi possono in genere avere un loro significato.» (*1)
Da un punto di vista meno psicologico e più pratico qui la trama si arricchisce di nuovi elementi: in particolare si scoprono alcuni dei superpoteri di Strabuccinator uniti a un suo “misterioso” e peculiare linguaggio. Fra una decina di puntate tutte queste stranezze saranno spiegate e acquisiranno il loro senso e ragione di essere.
Voglio qui riproporre la mia valutazione del grado di erotismo/morbosità di questo nuovo capitolo:
1 → 1/10 (essenzialmente perché Strabuccinator appare nudo)
2→ 1/10 (io ci sento un minimo di tensione sessuale!)
3 → 5/10 (gli approcci della Raden al suo capitano sono sottilmente espliciti)
4 → 3/10 (del resto Cavolina stava solo aspettando Pisellino…)
5→ 5/10 (Cavolina e Strabuccinator combattono nudi)
6→ 7/10 (Strabuccinator approfitta di Cavolina)
Ah! Da adesso non starò più a ripeterlo ma anche in questo capitolo c’è un po’ di D’Annunzio: di sicuro una lunga frase ma forse anche due. Non mi ricordo più: i nostri stili sono così “simili” che anch’io faccio fatica a distinguerli!
Nota (*1): tratto da “Tipi psicologici” di Carl Gustav Jung, (E.) Bollati Boringhieri, 2022, trad. Cesare L. Musatti e Luigi Aurigemma, pag. 208.
Il figlio della Concetta
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