Ieri mi sembrava di cattivo gusto entrare nella questione della recentissima condanna di Israele da parte della Corte Internazionale di Giustizia ma la sentenza è stata molto importante.
È bene sottolineare che il Sudafrica aveva chiesto alla Corte non di pronunciarsi sul genocidio ma sulla possibilità di genocidio e, quindi, di intervenire urgentemente per prevenirlo.
La Corte ha dichiarato la propria competenza sul caso annullando così la principale linea di difesa israeliana, ha riconosciuto gli eccessi che stanno venendo compiuti contro la popolazione palestinese, la distruzione di tutte le infrastrutture locali, la gravità delle parole dei massimi esponenti politici israeliani (tipo il ministro della difesa che afferma che i palestinesi sono “animali-umani”) e ha chiesto a Israele di adempiere agli impegni sottoscritti e di fare in modo quindi di cessare gli eccessi che sta compiendo.
Inoltre tutti questi provvedimenti devono essere presi rapidamente e, dopo un mese, dovrà essere presentato un documento che specifici gli interventi fatti.
Quest’ultima parte è in effetti paradossale: si chiede all’accusato, che ricusa l’accusa, di cambiare il proprio comportamento che, come detto, Israele ritiene legittimo.
In questa maniera Tel Aviv si trova però in imbarazzo: se non cambia comportamento rischia di aggravare la propria posizione e, in futuro, di essere accusato di vero e proprio genocidio.
In teoria la sentenza mette anche in imbarazzo gli USA di Biden che, in futuro, rischiano una condanna per complicità in genocidio dato il supporto assoluto dato alle azioni israeliane.
Ma soprattutto la sentenza dà fiato alla montante opposizione interna al paese, principalmente dei giovani, contraria al sostegno a Israele: nelle sue ultime uscite il presidente è stato contestato è chiamato dai manifestanti “Genocide Joe”. Difficile esserne sicuri a causa del suo frequente disorientamento ma Biden mi è parso effettivamente turbato. Ora forse lui potrebbe non capire le accuse che gli vengono mosse ma la sua squadra sì e recentemente (v. il corto Coretto errato?) è stata giustamente richiamata alle proprie responsabilità dai soliti manifestanti.
È difficile, almeno per me, prevedere come evolverà questa vicenda: Netanyahu a causa di problemi con la giustizia ha tutto l’interesse a prolungare la guerra; contemporaneamente la Casa Bianca, che avrebbe invece l’interesse opposto, ovvero cessare o sospendere il conflitto visto che fa perdere voti a Biden, è particolarmente debole e in balia delle lobbi.
Al contrario gli USA rischiano di venire trascinati in una guerra contro gli hezbollah in Libano e, magari, contro l’Iran.
In questa situazione dovrebbe prevalere il buon senso: gli USA dovrebbero rendersi conto della propria debolezza ed evitare a tutti i costi di impelagarsi in conflitti dall’altra parte del mondo.
Ma questa amministrazione ha già dimostrato di non sapere cosa sia il buon senso e di fare anzi spesso il contrario di ciò che sarebbe logico (*1).
Tenendo conto di questi fattori suppongo che l’esito più probabile sarà che Israele riuscirà a coinvolgere gli USA in un allargamento del conflitto.
Il problema di Israele (v. anche A caldo su Gaza del 7/10/2023; Gaza 2 del 14/10/2023 e Sul conflitto Israele-Gaza (*2)) è però che la sicurezza nella regione è troppo legata all’uso della forza reso possibile dal sostegno incondizionato degli USA: in passato questa è stata una strategia vincente ma cosa accadrà in futuro con gli USA in declino e anzi, grazie a Biden, in caduta libera?
Le prospettive nel medio lungo termine non sono buone per Israele…
L’immagine è sciocca ma mi viene sempre in mente: Israele mi dà l’idea del bambino prediletto al quale il genitore ricco e potente permette tutto, anche ciò che è sbagliato e ingiusto; il bambino ormai viziato, non importa se di natura sarebbe buono, perde la bussola morale e non distingue più il bene dal male. Soprattutto all’asilo si comporta male con i suoi compagni perché tanto, anche quando la combina grossa, interviene il genitore a risolvere la situazione.
Sfortunatamente col tempo i genitori spariscono e il bambino, divenuto adulto, deve cavarsela da solo in un mondo che lo disprezza a causa del suo comportamento passato e degli evidenti difetti caratteriali.
Conclusione: mi chiedo quale sia l’insegnamento che il governo israeliano trae dal giorno della memoria: sembra quasi qualcosa del tipo “A causa dell’orrore dell’Olocausto a Israele tutto è permesso”… ma sicuramente mi sbaglio...
Nota (*1): osservando chi va a rimorchio di Washington capiamo chi siano i capi di stato più fessi europei, ovvero i più pronti a imbarcarsi in imprese militari dubbie e probabilmente fallimentari. E l’Italia, sfortunatamente, con la crisi nel Mar Rosso (con gli houthi dello Yemen) ne ha subito approfittato per fare il passo avanti del volontario imbecille: non so, forse la Meloni, conta sul fatto che l’impegno dell’Italia sarà forzatamente piccolo data l’esiguità della nostra flotta…
Nota (*2): questi pezzi, nonostante che i primi due furono scritti a “caldo”, sono molto validi e inquadrano bene la situazione: solamente il “pericolo Turchia”, ventilato nel pezzo più recente, si è notevolmente sgonfiato. Erdogan cerca di portare avanti una politica indipendente sfruttando a proprio vantaggio la tensione fra USA e Russia: in questo caso ha cercato di fare lo stesso col conflitto fra Israele e Gaza: ha ruggito contro Tel Aviv ma poi, concretamente, si è ben guardato dall’alzare un dito a favore dei palestinesi.
L’America in cerca di frontiere
4 ore fa
Due popoli che affermano che per volontà divina devono sottomettere gli infedeli (ebrei) oppure che è terra del popoli eletto e non dei non-eletti (palestinesi - filistei).
RispondiEliminaPeraltro la sx che parteggia per i palestinesi è particolarmente favorevole a favorire e attuare via immigrazione di massa qui da parte di islamici che ammettono chiaramente la volontà egemone di sottomettere gli europei infedeli.
In altre parole cercano di attuare ciò che i palestinesi indicano come Grande Catastrofe qui, a nostro danno.
Osservo una colossale stupidità.
In tutto questo la realtà del conflitto a somma zero è odiata anche perché fa strame delle illusioni, dei baloccamenti ideologici sessantotteschi, progressisti, walt-disneyani che hanno inquinato i paesi consumistici dal dopoguerra.
L'impero SUA è, per definizione, interessato alle vicende delle sue province, specie se ai confini.
UUiC
Una sintesi condivisibile.
EliminaL'unica precisazione che mi sento di aggiungere è che non è la sx di per sé a essere favorevole all'immigrazione ma tutti i partiti sistemici che, a loro volta, prendono ordini/collaborano con vari parapoteri economici e non.