«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
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» Pv. 22,17

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sabato 4 febbraio 2023

Frattaglie di febbraio

Sto accumulando un sacco di spunti per corti o pezzi anche più impegnativi. Stamani voglio “togliermi” qualcosa. L’idea è che i concetti che si ampliano troppo li pubblicherò poi a parte in articoli a sé stanti.

1.
Giorni fa ho ascoltato questo video: A grotesque, evil, insane march towards the normalization of pedophilia dal canale DarkHorse Podcast Clips.
L’essenza del video è che si stanno introducendo nuove locuzioni per sostituire vecchi termini che hanno una connotazione fortemente negativa.
Il caso in questione è che negli USA si sta sostituendo “pedofilo” con “minor attracted person” con l’idea, sembrerebbe, di normalizzare la pedofilia. Poi il video passa ad affrontare altri concetti che però, benché interessanti, non hanno niente a che fare con ciò che mi ha colpito.

Questo mi ha fatto riflettere su come le parole, i singoli termini, controllino il pensiero. Già Sartori scriveva che chi controlla i vocaboli controlla la narrativa indirizzandola in una specifica direzione.
Per questo io in genere non parlo di no-vax in relazione alla pandemia di covid-19 ma di pro-libertà. Il “no” di “no-vax” dà infatti in partenza una connotazione negativa e fuorviante a chi, come me, non ha niente contro i vaccini tradizionali ma è fortemente contrario alla limitazione arbitraria della libertà.
Questo gioco di equilibrismo con le parole non è nuovo: quando ero piccolo si passò da “netturbino” a “operatore ecologico”, dagli anni ‘80 siamo passati da “vu’cumprà” a “extracominitario” e ora “migrante”.
Le nuove parole mancano del pregiudizio normalmente associato a esse ed evolutosi nel corso degli anni nella cultura della società. Poi, evidentemente, di continuo nuove “scorie” si accumulano sulle parole e, anche se quando create sono “immacolate”, col tempo possono di nuovo assumere sfumature negative.

2.
Sembra che TikTok, piattaforma sociale di proprietà cinese, adoperi per selezionare i video da presentare agli utenti degli algoritmi diversi per gli utenti occidentali e quelli cinesi.
In Cina viene data la priorità a contenuti edificanti dove si mostrano, per esempio, studenti che raggiungono risultati d’eccellenza; in occidente invece l’algoritmo seleziona molto più facilmente video con contenuti diseducativi o semplicemente sciocchi.

Non so se questa voce sia vera però si tratta di un’idea interessante: se già delle singole parole possono influenzare il pensiero cosa possono fare dei video oltretutto mirati a un pubblico giovane e particolarmente influenzabile?
Video stupidi e superficiali faranno divenire i nostri giovani più stupidi e superficiali?

3.
Su FB prima e su Telegram adesso, seguo un esperto di geopolitica (dalla proprietà di linguaggio con cui scrive penso si tratti di un professore universitario) la cui metafora preferita e ricorrente è quella del pendolo.
Il “centro del mondo” oscilla da oriente a occidente e nella fase attuale si appresta appunto a tornare indietro, ovvero sull’Asia e in particolare in Cina.

L’immagine è senza dubbio potente ma a mio avviso è anche fuorviante.
Nel movimento del pendolo vi è qualcosa di automatico e inevitabile: sembra un’inerzia alla quale non ha senso né ci si può opporre. Le civiltà raggiungono il proprio apice e poi perdono forza e vengono rimpiazzate. Di nuovo il pendolo rappresenta perfettamente questa sorta di ciclicità.

Eppure, come dicevo, questa metafora è fuorviante: nessuna forza di gravità ha guidato negli anni '90 le scelte della politica e dell’industria occidentale di spostare le proprie attività in Cina per sfruttarne la manodopera a basso costo. La Cina sta tornando a essere grande non per particolari abilità delle sue genti ma per la totale stupidità delle élite occidentali.
Questo significa però anche che non c’è alcuna predestinazione storica alla grandezza della Cina: magari l’occidente ADESSO non ha più la capacità di prevenirne l’ascesa ma almeno si potrebbe lavorare per attutire la nostra caduta. Ma la stupidità imperante ha altro in mente…

Come le singole parole condizionano il pensiero così metafore inaccurate portano a ragionamenti inesatti.

4.
Ieri ho terminato un capitoletto particolarmente breve di Hobsbwam che conclude il capitolo sulle due guerre mondiali e ne ricapitola gli effetti.
In particolare si accenna a come nel secondo dopoguerra vi sia stato, anche in occidente, un rafforzamento delle forze di ispirazione comunista capace di influenzare le scelte politiche del tempo.
Scrive Hobsbwam: «I governi capitalisti erano persuasi che solo l’intervento dello stato nell’economia poteva impedire un ritorno alle catastrofi economiche avvenute fra le due guerre e poteva evitare il pericolo che la gente abbracciasse posizioni sempre più radicali fino al punto di scegliere il comunismo, come in passato avevano scelto Hitler.» (*1)

Come sappiamo, ormai lo riconoscono tutti, queste politiche a favore della popolazione portarono alla grande prosperità dei decenni seguenti. Negli anni ‘80 arrivarono Regan e la Thatcher che cominciarono a invertire la tendenza nei rispettivi paesi e la cui politica fu poi supinamente accettata anche nella UE.

Adesso ne vediamo le conseguenza: quando si lascia la massima libertà all’avidità ecco che questa inizia a divorare tutto senza saziarsi. Si sfruttano gli stati più deboli prima, poi la propria popolazione, e quando il denaro si esaurisce la fame di esso continua a bruciare insaziabile. Nella decadenza anche la politica si aggiunge al banchetto affondando il muso nel trogolo. E a questo punto si inizia a uccidere per denaro: lo abbiamo visto con la pandemia e lo vediamo adesso con la guerra in Ucraina.

Non ci sono pendoli ma decisioni sbagliate. Questa idea del “pendolo” mi ricorda troppo l’inevitabilità della Provvidenza per piacermi…

5.
Ieri ho iniziato a leggere “Collasso” di Jared Diamond. Ancora è ovviamente presto per trarre conclusioni definitive: mi sembra ben scritto e facile da seguire. Ho notato delle digressioni nell’attualità (in definitiva sul politicamente corretto e sull’uso/abuso delle ricerche) che mi hanno lasciato perplesso in un libro il cui argomento dovrebbe essere principalmente di storia e sociologia. Ma vedremo…

Comunque non ho potuto non notare quello che mi sembra un errore. Scrive Diamond: «è difficile convincere gli individui mettersi d’accordo quando si tratta di limitare lo sfruttamento di una risorsa comune (il cosiddetto “dilemma del prigioniero”, che sarà discusso nei capitoli successivi)» (*2)
Il fenomeno che descrive è noto, almeno in lingua inglese, come “Tragedy of the Commons” mentre il “dilemma del prigioniero” è altra cosa!
In effetti vi sono delle similitudini: nel “dilemma del prigioniero” l’impossibilità di comunicare fra due individui porta a decisioni errate nel tentativo di massimizzare il proprio rispettivo interesse; nella “tragedia della gente comune” è impossibile la comunicazione e solo se una percentuale sufficientemente alta della popolazione cerca di massimizzare il proprio interesse si ottiene l’effetto opposto…
Sì, capisco cosa intende l’autore: probabilmente vede la “tragedia della gente comune” come una generalizzazione del “dilemma del prigioniero” (*3). Diciamo allora che è stato solo molto inaccurato...

Conclusione: mi sono limitato. Su praticamente tutti i punti avrei voluto aggiungere molte altre riflessioni ma sono riuscito a trattenermi. Non ho scritto solo di una banale curiosità che, se me ne ricordo, aggiungerò in un corto a sé stante...

Nota (*1): tratto da “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbwam, (E.) BURexploit, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 212.
Nota (*2): tratto da “Collasso” di Jared Diamond, (E.) Einaudi, 2014, trad. Francesca Leardini, pag. 12.
Nota (*3): nel mio libro di psicosociologia le rispettive sezioni di questi due fenomeni sono a pagina 390 e 391: in effetti vi è una certa attinenza fra i due!

2 commenti:

  1. Scrissi qualcosa su quel lavoro di Jared Diamond.
    La decadenza, in effetti NON appare tra i cinque fattori di collasso: potrebbe essere annoverato tra gli anacronismi morali?
    La decadenza potrebbe essere riconducibile, in ecologia, ad un eccesso di impronta ecologica, in economia a deficit / debito.
    Buona lettura!

    PS
    Il libro, in alcuni passaggi, e' profondamente inquietante e, quasi, deprimente. Il collasso delle colonie vichinghe in Groenlandia e' terribile quando vegono analizzati le ricerche stratigrafiche nei resti!
    A mio avviso le nostre societa' "liquide" hanno tutti i cinque fattori ben vivaci e attivi, ora.

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    1. Con “decadenza” intendo la mia personale definizione che ho usato nell’Epitome (v. Epitome) ma soprattutto devo capire cosa intende Diamond nei suoi punti: a naso vedo più la decadenza rientrare nel punto 5: in pratica un’interpretazione errata della realtà che porta a decisioni altrettanto errate. Ma devo leggere di più per esserne sicuro…

      Per il libro più ne scrivo e più significa che mi piace: già due pezzi in due giorni è un ottimo inizio…

      Peccato che adesso ci siano queste 50 pagine sul Montana che non mi attirano molto!

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