Da qualche giorno sono in “crisi” su una questione teorica.
In Solipsismo ontologico il “solito” UnUomo.InCammino mi ha indicato un’obiezione molto semplice, ma anche forte, a un mio precedente commento.
In genere so quello che scrivo e raramente, se sono argomenti su cui ho già riflettuto in passato, mi trovo in errore. Talvolta, in genere via epistola con amici e parenti, mi può capitare di entrare in lunghe e complicate discussioni. Ma, almeno dal mio punto di vista, si tratta solo di riuscire a spiegarmi meglio e, magari, mostrare cosa non torna nel ragionamento altrui: sì, talvolta questo processo mi può portare a cambiare la mia opinione ma, in genere, si tratta di aggiustamenti molto piccoli.
In questo caso invece mi sono rapidamente accorto di avere semplicemente torto e che c’era poco da dibattere. Siccome sono un INTP, e quindi per natura sono ben felice di migliorare la mia comprensione delle cose (per non parlare dell’abitudine scacchistica di imparare dai propri errori), non mi sono nascosto dietro a un dito e gli ho dato immediatamente ragione prendendomi un po’ di tempo per pensarci meglio.
Di seguito la mia risposta dove cito direttamente l’obiezione di UnUomo.InCammino:
«“Uno stato liberale non deve essere un parroco, rabbino o mullah che impone sermoni […]”
Forse hai ragione tu…»
Il contesto era quello dell'inaugurazione dei campionati europei femminili di pattinaggio in Finlandia in cui l’organizzazione aveva deciso di dare grande risalto nella cerimonia d’apertura a una pattinatrice transessuale. Nel mio commento affermavo che era diritto dello stato finlandese dare un messaggio giusto o sbagliato che fosse. Si può poi discutere se l’organizzazione della manifestazione fosse direttamente alle dipendenze del governo finlandese ma questo è irrilevante: io per primo avevo dato per scontato che così fosse e opinare ora su questo punto non cambierebbe l’essenza della questione.
Curiosamente, mi rendo conto adesso, in questa circostanza io mi ero concentrato sulla prassi mentre UnUomo.InCammino sulla teoria più astratta: “curiosamente” perché, se leggete i commenti, di solito accade l’inverso.
In altre parole in genere a me piace ragionare sui principi filosofici mentre, mi pare, UnUomo.InCammino sia più attento agli aspetti concreti e pratici.
Io, abituato alle varie pubblicità progresso, agli ammonimenti moralizzanti dei politici, alle lezioncine dei media (chiaramente dettate dalla politica), mi sono “distratto” e ho confuso ciò che normalmente accade con ciò che è giusto che accada; insomma ho confuso l’usanza con la giustizia. Di solito sono consapevole della differenza ma in questo caso mi era sfuggito…
Da qualche anno poi, su questioni che hanno una certa attinenza con essa, mi confronto automaticamente con ciò che ho scritto sulla mia Epitome.
In questo caso il capitolo di “riferimento” è il 19.4, “Stato etico o liberale?”, del quale sono sempre stato un po’ insoddisfatto e dubbioso. Adesso è un po’ troppo complicato entrare nei dettagli ma probabilmente dovrò riscriverne diverse parti o in toto. Cioè della bontà della mia idea base sono ancora convinto ma devo aggiungervi delle importanti precisazioni e limitazioni. E se leggete la storia dell’evoluzione dell’Epitome (appendice G) vedrete che ciò è accaduto raramente.
Conclusione: beh, mi pare evidente che questa vicenda evidenzi bene l’importanza e l’utilità del confronto fra idee diverse: non solo ho preso coscienza di un mio errore ma questa consapevolezza avrà a sua volta conseguenze importanti sulla mia Epitome.
Ovviamente non sono contento di aver sbagliato ma mi consola l’idea di aver significativamente evoluto in meglio il mio pensiero.
Il figlio della Concetta
2 ore fa
Questo rimane sempre un luogo eccellente in cui si ragiona.
RispondiEliminaRagionare è un tabù più forte che mai, lo era nelle vecchie religioni, lo è ancor più in quella nuova, arcobalenga.
Vengo qui e trovo analisi e ragionamenti interessanti.
Ti ringrazio per il bellissimo complimento!
EliminaIo cerco di scrivere ciò che ritengo interessante e lo commento col mio pensiero: sono consapevole che spesso sarò in errore ma, spero, di riuscire ogni tanto a dare una visione alternativa.
Mi fa piacere che qualcuno lo apprezzi...