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mercoledì 1 febbraio 2023

Solipsismo ontologico

L’articolo Diversamente coso di UnUomo.InCammino ha portato alla mia attenzione una vicenda tragicomica: l’organizzazione finlandese degli europei di pattinaggio voleva trasmettere al pubblico un messaggio, giusto o sbagliato che fosse, ma ha a mio avviso ottenuto l’effetto opposto.
Suppongo che il pensiero avrebbe dovuto essere di generica inclusività (non mi sembra il termine giusto ma è quello che usano tutti) ovvero qualcosa del tipo “i transessuali che si sentono donne sono e vanno considerate donne a tutti gli effetti”.

Ma la manifestazione ha evidenziato invece, presumo involontariamente, l’argomento contrario: non basta volere essere qualcosa per diventarlo. Non basta voler essere una pattinatrice per sapere pattinare: l’imbarazzante caduta lo dimostra. Ma, analogamente, non basta voler essere una donna per diventarlo a tutti gli effetti, in particolare biologicamente.

Mi sembra che questa logica sia un’estremizzazione dell’individualismo occidentale e, non a caso, proviene dalla nazione dove l’esaltazione delle qualità e del valore del singolo è massima, ovvero gli USA. In questa ideologia la volontà dell’individuo pretende di prevalere sulla propria realtà ontologica. Un’illusione sulla quale non avrei niente da ridire, perché ho il massimo rispetto per la libertà d’opinione, se essa rimanesse limitata all’interiorità dell’individuo: ma queste fantasie non si accontentano di rimanere un eccentrico solipsismo ma hanno la pretesa di proiettarsi sulle coscienze altrui e perfino di avere valore legale, e quindi cogente, per l'intera società.

Impossibile non citare Wilde: «L’egoismo non consiste nel fare ciò che ci pare ma nel pretendere che gli altri facciano quello che pare a noi». E a maggior ragione non si può pretendere che gli altri vedano un fatto, una realtà evidente, non come è ma come pare a noi.

Anche Rawls credo che non approverebbe che la libertà di uno si imponga su quella di molti: i suoi due principi di giustizia si basano infatti sull’equità, su pari diritti e libertà. La libertà di uno non ha certo più valore di quella di molti. La violazione della libertà della maggioranza sarebbe giustificabile solo dal principio di differenza, ovvero se essa andasse a beneficio dell’individuo più debole della società (*1). Ma forse più decisiva è la mancanza di razionalità nel confondere il reale con l’immaginario: razionalità che è invece la premessa necessaria su cui è basata tutta la teoria della giustizia di Rawls.

La logica del semplice volere che si sostituisce all’essere mi ricorda una versione più debole della dimostrazione ontologica dell’esistenza di Dio di S. Anselmo. Più debole perché manca il termine assoluto, ovvero Dio, e ci si confronta non con una realtà massima e astratta ma con un semplice accidente concreto di essa.
Non è un caso che vi si possa opporre, e con maggiore efficacia, l’obiezione di San Tommaso: «[…] l’argomento non ha valore probativo, perché si fonda su un illegittimo passaggio dall’ordine ideale all’ordine reale» (da ontologia su Treccani.it).

Ideale e reale non sono la stessa cosa e, a dire il vero, mi sento stupido a scrivere un’ovvietà come questa. Aristotele non ci avrebbe perso tempo e avrebbe considerato banale sintomo di follia rifiutarsi di ammettere l’evidenza data dai nostri sensi.

Conclusione: in definitiva, nonostante la mia longanimità, trovo che una minoranza di transessuali, accanto a desideri comprensibili e legittimi di uguaglianza e rispetto, pretenda “diritti” che assomigliano invece a privilegi giustificati con argomenti speciosi e, mi pare, frutto solo di un miscuglio di egoismo e narcisismo.

PS: ah! un video della cerimonia di apertura è questo Il primo pattinatore transgender finlandese cade alla cerimonia di apertura del Campionato Europeo.

Nota (*1): mi si potrebbe obiettare che i transessuali sono gli individui più deboli della società e che quindi sia giusto (intendo secondo la logica Rawls) tutelarli anche a costo della libertà della maggioranza. La mia istanza è l’esempio “tipico” dello spogliatoio: mi sembra che il maturo transessuale cinquantenne sia più forte (intendo psicologicamente) della ragazzina di dodici anni e che sia quindi quest’ultima che andrebbe tutelata anche secondo il principio di differenza.

6 commenti:

  1. È profondamente sbagliato (e falso) che un transessuale si senta donna. Un transessuale dovrebbe sentirsi transessuale.
    Poiché siamo in società liberali (e non in certe porcheria teocratiche islamiche) se uno vuol sentirsi transessuale faccia pure.
    Possiamo avere i campionati di pattinaggio per transessuale etc. .
    C'è la possibilità di associazione sulle cose più varie e incredibili.
    Invece 'sti stronzi vanno a imporsi sulle persone valenti e, in questo caso, letteralmente le escludono?
    Se sei transessuale valente pattinatore bene e stella indiscussa del pattinaggio, bene, aprirai i campionato, alla cerimonua iniziale. Altrimenti rimani dilettante, amatore o in modi diversi, con tutta la libertà del caso.
    È proprio la logica settaria che è marcia: mi piace la pizza coi carciofi, il banano nel culo, la Samp, allora ho diritto a questo e quello.
    Il diritto mio diventa onere/dovere o problema per altri (sempre omesso questo dai dirittisti!).

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    1. Tema complesso e scottante questo…
      Per comodità ti rispondo a blocchetti!

      > È profondamente sbagliato (e falso) che un transessuale si senta donna. Un transessuale dovrebbe sentirsi transessuale.

      Secondo me un transessuale è liberissimo di sentirsi quello che vuole ma dovrebbe mantenere l’obiettività necessaria per distinguere fra il proprio desiderio e la realtà.

      > Poiché siamo in società liberali (e non in certe porcheria teocratiche islamiche) se uno vuol sentirsi transessuale faccia pure.

      Sono d’accordo.

      > Possiamo avere i campionati di pattinaggio per transessuale etc. .

      Volendo...

      > C'è la possibilità di associazione sulle cose più varie e incredibili.
      > Invece 'sti stronzi vanno a imporsi sulle persone valenti e, in questo caso, letteralmente le escludono?
      > Se sei transessuale valente pattinatore bene e stella indiscussa del pattinaggio, bene, aprirai i campionato, alla cerimonua iniziale. Altrimenti rimani dilettante, amatore o in modi diversi, con tutta la libertà del caso.

      In questo caso io credo che il governo finlandese volesse comunicare un messaggio che non era “questa è la nostra migliore donna pattinatrice” ma “dobbiamo considerare le transessuali come donne a tutti gli effetti”.
      E’ una distinzione importante: v. anche https://parole-sante.blogspot.com/2014/05/eurowurstel.html
      Si può discutere se il messaggio sia condivisibile o no ma di per sé è legittimo.
      In teoria la popolazione finlandese, se non lo condivide, potrà votare altre forze politiche. Scrivo “in teoria” perché, come avrai capito, la mia fiducia nella democrazia è, diciamo, scarsa.

      > È proprio la logica settaria che è marcia: mi piace la pizza coi carciofi, il banano nel culo, la Samp, allora ho diritto a questo e quello.

      E’ un po’ la mia stessa conclusione: anche secondo me vi è una minoranza (non si deve generalizzare) che forse per egoismo e/o narcisismo cerca di approfittarsene (e magari è anche in buona fede, nel senso che è convinta di essere nel giusto).
      Paradossalmente io trovai molto illuminante una delle trasmissioni più stupide in assoluto: l’Isola dei Famosi. Vedi https://parole-sante.blogspot.com/2011/04/lisola-dei-facinorosi.html
      Un inciso: personalmente sono estremamente tollerante e il linguaggio colorito non mi fa né caldo né freddo ma siccome, da quel che ricordo della censura italiana, io sono responsabile anche dei commenti pubblicati da altri, ti chiedo per cortesia di non usare in futuro espressioni come “il banano nel c###”!

      > Il diritto mio diventa onere/dovere o problema per altri (sempre omesso questo dai dirittisti!).

      Questo è il solito problema dell’equilibrio fra diverse libertà. Proprio domani (programmato alle 00:01) pubblico un pezzo sulla tolleranza/intolleranza che avevo scritto un paio di giorni fa e che, mi pare, costituisce un’ulteriore tessera di questo mosaico.

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    2. Il governo finlandese volesse comunicare...
      Uno stato liberale non deve essere un parroco, rabbino o mullah che impone sermoni e catechismo ai cittadini.
      Invece il bigottismo arcobalengo straripa di bigottismoe vuole tanto essere migliore dei pastori e dei preti.
      Se uno vuole prediche va al congresso LGBTPqxTransbk33ppQQ, se uno vuol vedere pattinaggio si vede i campionati europei di pattinaggio.
      Invece il lavaggio del cervello è ubiquo.

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    3. Ohps, ma dispiace che il frequentemente usato, popolaresco termine che indica quella parte posteriore abbia causato trambusto.
      Cercherò di usare termini più garbati.

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    4. “Uno stato liberale non deve essere un parroco, rabbino o mullah che impone sermoni […]”

      Forse hai ragione tu…

      “Invece il lavaggio del cervello è ubiquo.”

      Anche...

      “...dispiace che il frequentemente usato, popolaresco termine che indica quella parte posteriore abbia causato trambusto.”

      Beh era la metafora nel suo complesso, “banano” compreso, a essere un po’ troppo forte. Ci tengo solo a sottolineare che a me personalmente non importerebbe ma visto che siamo in una “idioticrazia” preferisco non rischiare di avere grane per queste sciocchezze...

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    5. A me quelle espressioni colorate fanno sorridere. :)
      Va bene.

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