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domenica 23 maggio 2010

Ristorante cinese

La scorsa settimana ero a Viareggio. Poichè era il mio compleanno sono riuscito a convincere i miei zii ad andare a mangiare a un ristorante cinese.

Lo zio era molto recalcitrante: nonostante i suoi 80 e passa anni, portati benissimo, non c'era mai stato. Prima di essere convinto mi ha ripetutamente chiesto che cosa si mangia al ristorante cinese: in particolare diffidava dei "vermicelli" e sembrava temere di venire avvelenato.
La zia invece, di qualche anno più giovane dello zio, c'era già stata una volta una quarantina di anni prima.

Insomma mi aspettavo che, una volta a tavola, la zia, che è una buona forchetta, avrebbe spazzolato tutto mentre, lo zio, avrebbe mangiato sì ma mugugnando che, al ristorante italiano, si mangia molto meglio. Non mi aspettavo niente di strano se non, qualche risata, di fronte a una pietanza un po' strana. Non è andata esattamente così...

Siamo entrati nel ristorante alle 12:30 di un martedì e, ovviamente, il locale era ancora vuoto. Siamo stati accolti dalla proprietaria cinese che, sorridendo (*), ci ha invitato ad accomodarci dove preferivamo.
Appena seduti, la signora cinese, non ha fatto in tempo a portarci il menù che, lo zio, la ha bloccata per raccontarle una barzeletta: "Lo sa come si chiama il ministro dei trasporti cinese? Ciò Il Fur Gon Cin!". E si è messo a ridere a crepapelle mentre la signora si "complimentava" per l'umorismo e chiedeva "Dove hai imapalata questa balzelletta?".

Con il mio aiuto abbiamo ordinato. Antipasto: io -> involtini primavera; zio -> ravioli alla griglia; zia -> ravioli al vapore.
La zia ha iniziato male: ha deciso che la pasta del raviolo era cruda e così si è limitata a mangiare solo il ripieno di un paio di essi. Allo zio invece i suoi ravioli sono piaciuti...

Il cameriere era un ragazzo italiano, nativo della versilia, e, siccome eravamo gli unici clienti, ha scambiato qualche parola con i miei zii. Se avessi una buona memoria per i nomi potrei anche indicare il suo paese natale perché, improvvisamente, la zia gli ha fatto la domanda: "Ma tu sei cinese?".

Poi ci hanno portato i "primi": io -> riso alla cantonese; zia -> riso al curry; zio -> riso ai gamberi.
Io e lo zio eravamo contenti dei nostri piatti ma, la zia, non troppo: aveva confuso il curry con un alcoolico (forse lo sherry?) e, dopo una sola forchettata ha preferito non mangiarne altro...
Ora non voglio dare un'idea sbagliata di mia zia: è una persona molto istruita (credo abbia due lauree) e intelligente ma è sbadata e distratta (in famiglia è famoso l'aneddoto di quando assaggiò una scatoletta per cani pensando che fosse un omogenizzato per bambini!). Insomma, il confondere il curry con lo sherry, rientra nella sua perfetta normalità. Inoltre ha seri problemi di digestione e non può assolutamente mangiare pepe o peperoncino: immagino quindi che, anche il curry, non fosse per lei particolarmente adatto...

Da questo momento la zia ha iniziato a lamentarsi a voce alta (ed ella ha una voce particolarmente stentorea). Ha iniziato a dire frasi del tipo "Non me lo credevo così cattivo!", "Mi dovrete portare al pronto soccorso!" e cose del genere. Tutto questo infischiandosene del cameriere che, a tre metri di distanza, ci scrutava torvo. Improvvisamente la vedo guardare alle mie spalle e dire qualcosa tipo "Sai, non mi sento bene..." e dà qualche spicciolo a un extra-comunitario che aveva chiamato dentro il locale. La zia ci ha poi spiegato: "Che vuoi, passava di qui, aveva fame e vedeva che io non mangiavo, così gli ho dato un euro...".
Io la ho guardata un po' perplesso e la zia è partita a ridere senza controllo (una sua tipica risata isterica che non le permette di parlare e le rende difficoltoso anche il respirare...). Nel frattempo, al tavolo alle sue spalle, si era seduta una coppia tedesca che non capiva il motivo di tutta questa concitazione.
A dire il vero, anche a me, a forza di vedere la zia ridere, mi erano venute le lacrime agli occhi nello sforzo di non farmi coinvolgere...

Finalmente siamo arrivati alle portate principale: io -> pollo in salsa agrodolce; zio -> anatra ai cinque aromi; zia -> Manzo (ovviamente!) al curry!.
A questo punto la zia ha inizato a dire che non si sentiva bene e non ha voluto scambiare il suo piatto né con il mio né con quello dello zio. Però si è ricordata che a casa c'era il fedele cane Argo... Così ha chiamato il cameriere e gli ha chiesto un sacchetto spiegando: "sa, oggi, non mi sento bene ma domani la voglio mangiare...". Il cameriere ha risposto che non c'erano problemi e, invece del sacchetto, le ha portato delle confezioni per il take away. Qui la zia si è un po' tradita perché ha mischiato tutti gli avanzi insieme...
Edited: mi pare opportuno aggiungere che, pochi giorni dopo aver gustato gli avanzi cinesi, l'amatissimo (e vecchissimo) cane improvvisamente spirò...

In conclusione io ho mangiato bene, lo zio è rimasto soddisfatto ma la zia, invece, non vuole più tornarci!

Mi chiedo se ci sia una lezione da apprendere da questa esperienza... Non so...
Comunque, a parte i numerosi momenti imbarazzanti, mi sono divertito!

Nota (*): Proverbio cinese: "Se non sai sorridere non aprire un negozio". Sembrerebbe una osservazione ovvia ma, ogni tanto, capita di andare in un negozio ed essere trattati, da commessi imbronciati, come se si disturbasse...

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