Il 23 maggio del 2011 pubblicai il pezzo 4 aneddoti e 1 domanda. Ho la sensazione che non sia stato molto capito ma io lo ritengo fondamentale dato che la riflessione scaturita dal 4° aneddoto ha condizionato sensibilmente le scelte della mia vita.
Soprattutto si trattò di un’intuizione estremamente matura per un ragazzino di, bo, più o meno 12 anni: credo anzi che la maggior parte delle persone adulte non si rendano pienamente conto del ruolo precipuo della fortuna nella vita.
Vedo già che non riuscirò a scrivere un corto e quindi ne approfitto per inserire qualche ulteriore dettaglio di premessa.
Ieri ero da mio padre e dovevo andare in bagno: come i miei lettori dovrebbero sapere, ho bisogno di portarmi qualcosa da leggere quando mi accoccolo sulla tazza! Normalmente ho sempre con me qualcosa che sto leggendo ma ieri non avevo niente. Così ho dovuto scegliere dalla libreria di mio padre.
In genere prendo un volume a caso dell’enciclopedia (da cui poi leggo delle voci a caso), oppure un Borzacchini a caso (da cui poi leggo delle voci, sempre a caso), oppure il dizionario degli aneddoti (tutti decisamente incolore e che, ovviamente, leggo a caso) oppure altro.
Ieri ho scelto “altro” e, nella fattispecie, “Così giovane e già ebreo” di M. A. Ouaknin e D. Rotnemer, a cura di Moni Ovadia, (E.) Piemme, 2000 (non trovo il traduttore!).
Moni Ovadia è un comico ebreo che piace molto a mio padre: a me resta piuttosto indifferente ma qualche giorno prima avevo notato un suo video (o forse un articolo che lo riguardava) su FB ed, evidentemente, mi era rimasto in mente. E così ho scelto questo libro.
Come al solito quando vado in bagno con un libro che so di non terminare l’ho aperto a caso e…
… mi sono ritrovato a leggere un aneddoto a pagina 52 (*1).
È un po’ troppo lungo per ricopiarlo e quindi mi limito a riassumerlo: il signor Worm, un ebreo proveniente dall’est Europa, fa domanda per essere assunto come guardiano in una sinagoga. Sembra perfettamente adatto all’incarico ma poi si scopre che è analfabeta e quindi non può ricoprire tale ruolo. Così diventa venditore porta a porta e, col tempo, apre una catena di negozi. Va quindi in banca per richiedere un prestito e, grazie al suo successo, non ha problemi a ottenerlo. Al momento della firma dei documenti però, al posto del proprio nome, pone una croce. Il bancario sgrana gli occhi e gli dice: “Ma lei è analfabeta signor Worm: lo sa dove sarebbe potuto arrivare se avesse saputo leggere e scrivere?” e lui: “Sì, sarei diventato guardiano di una sinagoga!”.
Insomma, praticamente una via di mezzo fra il secondo e terzo aneddoto!
Conclusione: come al solito ciò che mi colpisce è la serendipità con cui mi imbatto in queste cose. Ho trovato questo aneddoto scegliendo un libro che normalmente non avrei degnato di uno sguardo e l’ho aperto proprio alla pagina giusta per leggere questo aneddoto!
Nota (*1): ho ritrovato immediatamente il passaggio perché furbescamente ci avevo lasciato un pezzo di carta igienica!
L'esempio di Benjamin Franklin
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